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4 LUGLIO

 

TRA I SANTI DI OGGI

ANTONINO DI PIACENZA, Santo, Martire

Di lui si conoscono pochissime cose certe. Il culto del santo è molto antico, Fu martire verso il 303. Ebbe largo culto a Piacenza, che lo ha scelto come patrono insieme con santa Giustina consacrandogli la prima cattedrale e diverse altre chiese nella diocesi.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

PIETRO GLI DISSE: "NON POSSIEDO NE' ARGENTO NE' ORO, MA QUELLO CHE HO TE LO DO: NEL NOME DI GESU' CRISTO CAMMINA!" (Atti 3,6)

Quante volte, nella mia vita di prete ho sentito battere alla mia porta ed ho visto e sentito persone che avevano bisogno di tante cose: chi aveva necessità di aiuto materiale, chi aveva il volto rigato di lacrime, chi cercava speranza, chi veniva dal prete per chiedere un perdono più grande del prete stesso. Tutte le volte che ho cercato da solo di dare una mano, o ponendo mano al portafoglio,dando indirizzi, coinvolgendo amici, responsabilizzando, intervenendo presso familiari, so di aver aiutato, ma tante volte so anche di aver deluso: la povertà è tanta, le incapacità pure, le sostanze anche. Le volte invece in cui ho visto rinascere speranza e gioia sono state quelle in cui al di là delle "mie" cose ho potuto dire e manifestare la parola di misericordia del Signore, la parola della sua speranza che andava al di là della mia povera speranza, la parola del perdono: "Nel nome di Cristo va in pace". La gioia più grande di un prete è sapere che Dio si serve di lui per donare misericordia e amore.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

4 Luglio 1840

L’arciprete di Pavone riceve l’incarico dalla Camera Comunale di fare due novene per intercedere la pioggia che da parecchio non cade.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

LE MALATTIE NEL VANGELO

Nei Vangeli ci sono frequenti testimonianze sulla situazione sanitaria in Palestina ai tempi di Gesù e sulle malattie che più comunemente colpivano la gente, in un Paese privo di strutture assistenziali. La malattia più temuta è decisamente la lebbra: ma con questa parola si indicano più malattie, assai diverse tra loro. Vanno sotto il nome generico di “lebbra”, per esempio, la tubercolosi ossea in forma purulenta, l’elefantiasi e tutte le malattie gravi della pelle, a volte guaribili. La lebbra propriamente detta è  “tuberosa” (gonfiori) o “bianca” (placche biancastre, che rendono la carne insensibile). Ed è sempre inguaribile, in quel tempo. La paralisi, di origine sicuramente infettiva, è molto diffusa, ma non sempre mortale. L’uomo dalla mano disseccata, che Gesù incontra in giorno di Sabato, è colpito solo localmente. Quello invece che viene calato dal tetto nella casa di Cafarnao, e il servo del centu­rione, appaiono colpiti da paralisi totale. A questi sofferenti per sopravvenuta malattia si aggiungono i colpiti da infermità congenite: zoppi, storpi, sordomuti. Ci sono poi gli idropici, i sofferenti di malattie veneree, i colpiti da emorragie. Abbiamo infine le malattie tipiche dei Paesi caldi; congestioni dovute ai bruschi salti di temperatura tra giorno e notte; dissenterie aggravate, per un consumo eccessivo di frutta; malaria, soprattutto nella zona paludosa del Giordano. E malattie degli occhi, a causa dell’in­tenso riverbero solare, della polvere fine e penetrante, e dell’ab­bondanza di mosche e di insetti vari.

 

PENSIERI DI SANT’AMBROGIO

Non macchiare la tua bocca raccontando le colpe degli altri. Non dir male di chi pecca, ma compatiscilo.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Meglio una virtù nel fango che una cattiveria nell’oro. 

 

RISATE IN CANONICA

GESU’ BAMBINO

“Dimmi subito dove hai imparato quella parolaccia!”, dice un padre al proprio bambino che è uscito in un’esclamazione poco ortodossa.

“Da Gesù Bambino”.

“Ma cosa mi racconti?”.

“È vero, papà. La notte di Natale, quando è venuto a portarmi i doni, è inciampato in una seggiola ed è ruzzolato per terra; è allora, ne son sicuro, che ha detto la parolaccia!...”.

     
     
 

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