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23 GIUGNO
GIUSEPPE CAFASSO, Santo
Nacque a Castelnuovo (Asti) nel 1811. Rettore del Convitto ecclesiastico di Torino, si dedicò alla formazione del giovane clero e all’insegnamento della teologia morale, ispirandosi alle dottrine di san Alfonso Maria de’ Liguori. Esercitò un eroico ministero fra i carcerati e i condannati a morte, ai quali fece sentire la forza della speranza cristiana. Sostenne, anche materialmente, l’opera di san Giovanni Bosco e molte altre iniziative caritative di Torino e del Piemonte. Mori nel 1860. Fu chiamato da Pio XI «gemma del clero italiano». Il suo corpo è deposto nel Santuario della Consolata in Torino.
FATTI UN SERPENTE E METTILO SOPRA UN'ASTA: CHIUNQUE DOPO ESSERE STATO MORSO LO GUARDERÀ RESTERÀ IN VITA. (Nm 21,8)
Quando cammini, corri, lavori, vai, vieni, neppure te ne accorgi del segno del crocifisso appeso nella stanza. Quando mi toccò rimanere più mesi in una stanzetta d'ospedale dove tutto aveva tempo a diventare familiare nei minimi particolari, quel crocifisso di plastica da pochi soldi è diventato un amico, un compagno, una forza, un rifugio e ti accorgi allora che anche un'immagine così povera al di là di diventare un feticcio quasi magico, diventa un rapporto. Quanti, lungo la storia, hanno guardato al Crocifisso e quanti crocifissi ha guardato quel Crocifisso! E quegli sguardi pieni di domande, angosce, paure, fiducie, risentimenti si sono incontrate con quello sguardo doloroso, pietoso, attento, compassionevole. Forse non sempre tra questi sguardi è nato l'amore vicendevole, la sopportazione del male, l'offerta; ma certamente il Suo sguardo non si è posato invano su chi pur nella sofferenza si è rivolto a Lui.
23 giugno 1796
Pio VI cede alla Francia Bologna e Ferrara.
SCUOLA DI CATECHISMO
Nella vita di san Giuseppe Cafasso vien descritta la scuola di catechismo che egli teneva ai fanciulli. Usava spesso chiedere: «Quante Mamme avete voi?». Per lo più i bambini rispondevano che ne avevano una soltanto, e il buon cappellano dei carcerati ribatteva subito. «No, no! Pensateci bene... Ne avete di più». Qualche bambino ricordava allora la nonna, la zia o la maestra. E il santo insisteva. «Intendo di vere madri». E, se non riuscivano, dopo un po’ esclamava: «Lo sapete, ma non me lo volete dire. Vediamo se indovino. Voi avete due mamme, una quella che sta a casa vostra e vi vuoI tanto bene. L’altra, quella che sta in cielo e ve ne vuole ancor di più, la Madonna. Non è vero che ho indovinato?». I bambini dicevano, convinti, che aveva proprio indovinato.
Chi ama è come uno scoglio fermo ed immobile in mezzo al mare di questo mondo; il demonio, il mondo potranno colpirlo, ma a loro confusione e vergogna dovranno confessare che l'amore è più forte di loro. (San Giuseppe Cafasso)
L'aver vinto se stesso è molto più glorioso di aver vinto un nemico.
Il tappo che non si svita
Il vasetto della conserva non vuole aprirsi? Semplice: capovolgete il vasetto e ponetelo su una fiamma bassa, ma solo per 3 secondi. Sentirete un "tac" e il gioco è fatto.
RISATE IN CANONICA
Tra bambini:
“Mio padre è banchiere: siede nella sua poltrona girevole senza far niente e guadagna cento euro l’ora.”
“Mio padre è avvocato e si limita a parlare con la gente: guadagna duecento euro l’ora.”
“Mio padre è pastore protestante; ebbene: parla venti minuti una volta alla settimana, e quattro persone devono aiutarlo a raccogliere il denaro.”
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