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2 MAGGIO
Sant’ATANASIO
Atanasio (295—373) aveva conosciuto fin da ragazzo la persecuzione di Diocleziano. Divenuto patriarca di Alessandria dovette difendere il suo gregge da un altro pericolo, quello dell’eresia ariana che negava la divinità di Cristo. Questo gli costò l’esilio per ben cinque volte successive.
“ALZATI AMICA MIA, MIA TUTTA BELLA E VIENI”. (Cantico 2,10)
In questo inno il Signore sognava la sua sposa, l’umanità. Essa non aveva risposto agli inviti di Dio, si era nascosta per la sua nudità, ma nonostante le piaghe dell’egoismo, del peccato, Dio aveva continuato a farle la corte, a circuirla, a vederla bella. Finalmente, in Maria, Dio riceve la prima risposta totale da parte dell’uomo. Maria non ha paura di farsi scoprire da Dio, di mostrargli il suo volto. E Dio non può, vedendo Lei, non reinnamorarsi di nuovo totalmente e perdutamente della sua creatura.
Maria è la primizia e il volto dell’umanità redenta. Spesso in religione, per questioni di falso pudore, abbiamo pensato che il termine ‘innamorarsi’ fosse da usarsi con cautela. Eppure Dio è innamorato di me, è “cotto” per me! E io sono “cotto” per Lui?
2 maggio 1999
La Chiesa proclama Padre Pio di Pietrelcina beato.
CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATA
O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, io, indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo,di tutta la mia vita, morte ed eternità.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di Te:
Concedimi di lodarti, o Vergine santissima. Dammi la forza contro i tuoi nemici. (S.Masimiliano M. Kolbe)
La prima culla che Gesù trovò sulla terra fu il cuore immacolato di Maria. (Giacomo Alberione)
Un vecchio sarto da lunghi anni ammalato, vive in uno stato di completa indigenza, ha bussato a tutte le porte. Ora decide di scrivere una lettera a Dio e la concepisce più o meno così: “Mi fido di Te Dio Onnipotente, mandami cinquecento euro farai di me un uomo felice” Poiché non ha nemmeno il denaro per comprare il francobollo, imbuca la lettera, non affrancata, al seguente indirizzo: “Al Signore del mondo da parte di Giovanni il sarto” Alla posta gli impiegati aprono la lettera e, commossi, fanno una colletta. Duecento cinquanta euro frutto della colletta vengono subito recapitati al poveretto. Ma due giorni dopo ecco un'altra lettera del sarto, sempre non affrancata e indirizzata al Signore del mondo: Gli stessi impiegati della posta la aprono e leggono: “Signore, onnipotente, ti ringrazio, però la prossima volta non mandarmi il denaro per posta, ma tramite il tuo angelo di fiducia. Pensa che dei cinquecento euro che mi hai mandato ne ho ricevuto solo duecentocinquanta.”
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