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30 APRILE
Nasce a Spello verso la fine del XII secolo. Recatosi a Roma fu educato al monastero di Fontana di Trevi. Tornato a Spello fondò una chiesa e un ospedale e un convento di cui divenne superiore. Morì il 30 aprile di un anno imprecisato.
“DOPO CHE QUESTA MIA PELLE SARA'’ DISTRUTTA, SENZA LA MIA CARNE, VEDRO’ DIO. IO LO VEDRO’, E I MIEI OCCHI LO CONTEMPLERANNO NON DA STRANIERO”.(Gb. 19,26—27)
Non vado spesso al cimitero sulla tomba dei miei cari, li ricordo più volentieri ripensando alla loro vita e pregando per loro e con loro, ma quando sono in giro e mi capita di passare vicino ad un cimitero ci entro volentieri. Questa estate, durante una passeggiata con un amico, siamo entrati in un piccolo camposanto di un paesetto dell’entroterra ligure: qualche lapide, tanto sole, il verde degli alberi. Dall’alto di una stele, dalla chiesa parrocchiale, una statua della Madonna guardava a braccia aperte verso queste tombe. Nel mezzo del cimitero una semplice croce con scritto sopra: “Aspetto la risurrezione” Abbiamo detto insieme un “l’Eterno riposo” e poi, senza paura, senza malinconie, con speranza, uscendo ci è venuto da dire: “A presto!”.
30 Aprile 1842
Reso debole a causa dei suoi molteplici impegni, durante un’ epidemia di tifo, muore San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
CORVO
Con questo nome venivano indicati tutti gli uccelli neri e grandi, corvi, cornacchie e ogni uccello che si cibi di carogne. Per questo il Levitico inserisce questi uccelli nella lista degli animali impuri (Lev. 11,5). A proposito di corvi ricordiamo due episodi: Noè inviò un corvo e poi una colomba per rendersi conto se le acque del diluvio si erano ritirate (Gen. 8,7) e il fatto che furono i corvi a nutrire il profeta Elia in periodo di carestia (1Re 14,7)
Un giorno San Giuseppe Benedetto Cottolengo ricevette la visita di un importante personaggio, mandato da Re Carlo Alberto a ispezionare le sue opere di carità. Costui restò molto impressionato vedendone la vastità e non nascose al reverendo la sua preoccupazione che le forze di cui disponeva il sacerdote non fossero sufficienti a sostenere il grave carico che s'era addossato. "Ma non vedete, signor canonico - gli disse - che voi avete un paese intero di poveri da mantenere? Ci vorrebbero rendite e fondi che voi non avete…" E don Cottolengo serenamente: "Eccellenza, chi ha non sono io, ma la Divina Provvidenza, la quale, che io sappia, non ha mai lasciato nessuno negli impicci.". Il personaggio restò colpito da quell'incrollabile fiducia e non aggiunse altro.
Il più bel libro è il crocifisso e chi non sa leggerlo è il più sventurato di tutti gli analfabeti. (Giuseppe Benedetto Cottolengo)
Ci si può dare delle arie. Mai la dignità.
Per pulire il pavimento del box
Per togliere le macchie d'olio dal cemento, versateci sopra un po’ di acquaragia
minerale, lasciate agire per 30 minuti, quindi sfregate con una spazzola dura.
Un monaco aveva una fifa matta della morte. Un anziano cercava di tranquillizzarlo. Infine, visto inutile ogni argomento, concluse con questa frase paradossale: - Sentimi: la morte è come la latrina. Quando è necessario, bisogna andarci e basta!
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