|
|
|
|
|
|
29 APRILE
Ancora ventenne, Caterina Benincasa (1347- 1380) raccoglieva attorno a sé tutta una “famiglia” di discepoli attratti dalla sua vita di preghiera e penitenza. Il suo raggio di azione raggiunse ben presto una ampiezza straordinaria. Caterina convinse Papa Gregorio XI ad abbandonare Avignone e a tornare a Roma e, in seguito, al momento del grande scisma, prese posizione con forza per Urbano VI, il papa di Roma. Sfinita dal lavoro e dalla passione divorante per la Chiesa, tormentata da acuti dolori fisici, morì il 29 aprile 1380.
"SIATE SANTI COME IO SONO SANTO". (Levitico 11,44)
Quando ero in seminario i nostri superiori ci insegnavano, mentre ci spostavamo in fila, in silenzio ad usare questi tempi per ripetere al Signore delle invocazioni ed una di quelle suggerite era "Signore, fateci santi". La dicevo poco volentieri questa preghiera perché le storie di santi che mi venivano lette erano tutte di persone e personaggi che continuamente rinunciavano a qualcosa, passavano giorni e notti in preghiera, si flagellavano…Insomma, diventare santi così non mi attraeva troppo. Oggi ho capito un po' di più che la santità è gioia, è aver trovato un motivo di vita per cui vale la pena non "rinunciare" ma donare. Ho capito che la santità non è solo chiusa nei monasteri, non è esclusiva di preti e suore. E' un qualcosa di possibile a me. E' già dentro di me, bisogna solo farla erompere. E' guardare Dio e riscoprirlo presente in se stessi e attorno a se stessi e lasciarsi prendere da Lui che è gioia e vita.
29 Aprile 1644
Si racconta essere successo questo miracolo: La figura di Maria Vergine di una pittura della chiesa della Madonna del Pilone, a Torino, esce dalla sua nicchia ed entra nelle acque minacciose del Po per salvare una bambina, Margherita Molar che era caduta in acqua.
COLOMBA
Nel testo ebraico della Bibbia la colomba è spesso assimilata alla tortora e al piccione. Veniva offerta in sacrificio espiatorio quando si era troppo poveri per offrire un agnello (Lv. 5, 7), e per la purificazione della donna dopo il parto (Lv. 12), come fecero Maria e Giuseppe durante la Presentazione” di Gesù al Tempio (Lc. 2, 22-24). Al termine del diluvio, la colomba che Noè” aveva liberato dall’Arca tornò recando nel becco un ramoscello di ulivo, segno che le acque si erano ritirate (Gn 8, 8-12), che la collera di Dio si era placata. Anche oggi la colomba e il ramoscello di ulivo sono simboli di pace. Secondo quanto riferiscono i quattro evangelisti, dopo il Battesimo di Gesù i cieli si aprirono e Giovanni Battista vide lo Spirito di Dio discendere sotto forma di una colomba e posarsi sul capo di Gesù (Gv. 1, 32). La colomba appare anche come il simbolo della semplicità e della purezza di cuore contrapposta alla scaltrezza del serpente: «Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe», dice Gesù ai suoi apostoli (Mt. 10, 16). Nell’iconografia medioevale, la colomba rappresenta spesso l’anima umana nell’attimo che esce dal corpo. A volte circondata da un’aureola, è il simbolo convenzionale della terza persona della Trinità, lo Spirito Santo.
In un periodo in cui era afflitta da una marea di tentazioni della carne, santa Caterina da Siena ricevette la visita del suo Sposo celeste: “Signore mio — gli gridò —, dove eri quando il mio cuore era tribolato da tante tentazioni?”. E il Signore: “Stavo nel tuo cuore”. E lei: “Sia salva sempre la tua verità, o Signore, e ogni riverenza verso la tua Maestà; ma come posso credere che tu abitavi nel mio cuore, mentre era ripieno di immondi e brutti pensieri?”. E il Signore: “Quei pensieri e quelle tentazioni causavano al tuo cuore gioia o dolore? Piacere o dispiacere?”. E lei: “Dolore grande e grande dispiacere!”. E il Signore: “Chi era che ti faceva provare dispiacere se non io, che stavo nascosto nel centro del tuo cuore?”.
Niente attrae il cuore di un uomo quanto l'amore! Come potrebbe essere altrimenti? Per amore Dio lo ha creato, per amore suo padre e sua madre gli hanno dato la propria sostanza, egli stesso è fatto per amare. (Caterina da Siena)
|
|
|
|
|
|