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24 APRILE
GREGORIO DI ELVIRA, Santo, Vescovo
Era soprannominato il Beltico e fu vescovo d'Elvira, in Spagna († 392 circa). Fu acceso sostenitore della fede espressa dal Concilio di Nicea, rifiutò, come Lucifero di Cagliari, suo maestro, di entrare in comunione con gli ariani pentiti. Morì nel 392.
"LA PAROLA USCITA DALLA MIA BOCCA — DICE IL SIGNORE — NON RITORNERA' A ME SENZA EFFETTO" (ls. 55,11)
Un libro vecchio, quello della Parola di Dio! Un libro che, magari illustrato dal Doré, qualche volta fa bella figura di sé nelle nostre biblioteche, un libro sul quale però molte volte si ammucchia la polvere. E Gesù, Lui parola di Dio incarnata, è anche Lui una bella storia che si rispolvera solo a Natale e Pasqua? No! La parola di Dio è viva. Dio non è andato in pensione dopo la venuta di Gesù anzi, se la Chiesa c'è ancora non è certo merito di compromessi o interessi umani; c'è perché lo Spirito continua ad operare! La parola attraverso Gesù, ti interpella oggi: è come una spada a due tagli che dove penetra ferisce; certo se trova la roccia invece di un cuore non può far niente. Sapete perché mi piace il Padre nostro? Perché è Parola che viene da Dio, detta dalla Parola Gesù, caricata delle nostre povertà che risuona attraverso lo Spirito alle orecchie di un Dio che è Padre che non fa mancare nulla ai suoi figli.
24 Aprile 1805
Giunge a Torino Papa Pio VII che sta tornando da Parigi dove ha incoronato Napoleone il 2 dicembre 1804 e per caso a Torino ritrova ancora Napoleone arrivato il 20 del mese.
La cecità era considerata un castigo divino. Benché la legge ebraica raccomandasse di soccorrere i ciechi, essi erano spesso ridotti a mendicare, e i rarissimi casi di guarigione venivano considerati grandi miracoli. Tobi fu guarito da suo figlio Tobia per l’intervento dell’angelo Raffaele (Tb. 11, 13). Gesù, luce del mondo, rende la vista ai ciechi, offrendo in tal modo una dimostrazione del suo potere sul male (Mc. 10, 46).
Un discepolo domandò un giorno a Sri Ramaknishna come fare per liberarsi dai pensieri di lussuria che lo assalivano da ogni parte. Ne ebbe questa risposta: — Un uomo aveva un cane che amava moltissimo, che accarezzava e abbracciava di continuo. Un saggio gli consigliò di non attaccarsi troppo a quell’animale, che era pur sempre un animale e che avrebbe anche potuto morderlo. L’uomo acconsentì, e da quel giorno non volle più occuparsi del cane, né tantomeno, accarezzarlo. Il cane, non potendosi rendere conto di quanto era accaduto, tornò più e più volte dall’uomo a mendicare un segno d’amicizia. Ma cessò di venire solo quando l’uomo, alla richiesta di una carezza, cominciò ad alzare minacciosamente il bastone. La stessa cosa per te, amico. Malgrado il tuo desiderio di disfartene, il cane che per lungo tempo hai nutrito di te, non si decide ad andarsene. Hai già usato il bastone? O fai solo finta di usarlo?
Davanti a Dio dobbiamo innanzitutto far tacere desideri e parole. La lingua che Dio intende meglio è il silenzio d'amore.
Quando il diavolo prega, tiene d'occhio una preda.
C'è un ispettore sanitario che va a fare una visita ai matti di un manicomio per accertarne le condizioni. Ne incontra un gruppetto e chiede ad uno ad uno: “Tu chi sei?”. “Io sono Napoleone!”. Poi chiede ad un altro: “E tu invece chi sei?”. “Come chi sono? Io sono Garibaldi, l'eroe dei due mondi!”. “E tu chi sei?”. “Io sono il PAPA!”. “Ah... sei il Papa? E chi te l'avrebbe detto?”. “Me l'ha detto DIO in persona!”. Si avvicina un matto: “Che t'ho detto iooo???”.
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