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11 APRILE
BARSANUFIO, Santo, Monaco
Barsanufio era egiziano, si fece monaco in un convento presso Gaza in Palestina ai tempi di Giustiniano (527-565). Di lui e dei suoi 50 anni passati in convento possediamo oltre trecento lettere che ci fanno comprendere la sua santità.
“L’AMORE NON FA NESSUN MALE AL PROSSIMO” (Rm. 13,10)
La parola “amore” mi ha sempre attratto e spaventato. Mi attrae perché è l‘unico senso della vita. E’ triste una persona non amata ed altrettanto triste chi, almeno in certi momenti, non prova amore. Mi spaventa però perché gli uomini spesso riescono a camuffare l’amore con i loro interessi, e mi spaventa se guardo a me stesso perché non so se sono capace ad amare come vorrebbe Gesù: amare Dio con tutto il cuore; amare il prossimo come se stessi; amare i propri nemici. Allora mi consola la frase di S. Paolo perché mi è più vicina, più abbordabile: l’amore comincia da qualcosa di concreto, comincia dal non fare male, poi proseguirà nel fare il bene e poi nel voler bene. Posso allora cominciare dal primo scalino. Non fare male significa cominciare a chiedermi se le mie parole, le scelte, le azioni non sono in qualche modo di danno al mio prossimo, ad esempio se mi piace far battute, sono sicuro che qualcuna di queste non intristisca un mio familiare? Se nella mia azienda faccio una scelta economica valida per me, tengo conto dei posti di lavoro dei miei operai? Se guido in un certo modo, tengo conto della difficoltà in cui metto gli altri?... Forse non sarò capace di amare pienamente, ma da queste cose concrete posso cominciare.
11 Aprile 1887
Nasce a Torino Reginaldo Giugliani, prete, grande predicatore, cappellano militare degli arditi e medaglia d'oro, ucciso in Abissinia nel 1935 mentre aiutava i feriti in piena battaglia.
CAMMELLO
Il cammello del mondo biblico in genere è il dromedario arabo, quello con una gobba sola impiegato dai nomadi del deserto. E’ infatti un animale che sa adattarsi alla vita del deserto, cammina per giorni senza bere e con scarso cibo e riesce a portare oltre al cammelliere fino a due quintali di merce. Gli ebrei non potevano mangiarne la carne. Con la pelle si confezionavano rozzi abiti (ricordiamo il vestito di Giovanni Battista: Mc. 1,6). Gesù usa il paragone del cammello che passa attraverso la cruna di un ago per indicare quanto sia difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli o dice dell’ipocrisia dei farisei: “Filtrano il moscerino e ingoiano il cammello”. (Mt. 23,24)
MORIR DI PAROLE
A Urbano V, malato ad Avignone, i perugini mandarono tre ambasciatori. Il Pontefice li pregò di essere brevi. Ma uno di loro, che aveva imparato a memoria un lungo discorso, volle pronunciarlo tutto. Quando ebbe finito, Urbano chiese agli altri due che cosa volessero ancora:
- Beatissimo Padre rispose uno dei due, abbiamo
avuto mandato dai nostri concittadini che, se Vostra Santità non ci concederà
ciò che chiediamo, questo nostro compagno vi ripeta ancora il sermone!
- Il Papa sorrise e ordinò che i perugini avessero ciò che domandavano.
(Minerva, febbraio 1924)
Sulla via della fede le parole distraggono, mentre il silenzio e l'azione raccolgono lo spirito e lo rinvigoriscono.
Nella casa di una famiglia felice, semplici stoviglie di ceramica risplendono più della giada.
Dopo la lezione di catechismo il parroco si rivolge alla mamma di Franco e le dice:
“Signora dica a suo figlio di smetterla di farmi il verso e di imitarmi”. “Franco, non fare lo stupido”.
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