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17 MARZO

 

TRA I SANTI DI OGGI

GERTRUDE DI NIVELLES, Santa, Monaca

Era figlia di Pipino il vecchio di Landen,  maggiordomo del re di Austrasia nata nel 626 circa. Rifiutando nozze preparate per lei, entrò molto giovane nel monastero di Nivelles fondato dalla madre, santa Itta (o Iduberga), alla quale succedette come badessa nel 647. Era assai colta, amante della Scrittura, pacificatrice di nemici. Morì a Nivelles nel 659.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“DOPO CHE QUESTA MIA CARNE SARA' DISTRUTTA VEDRO' DIO. LO VEDRO', IO STESSO E I MIEI OCCHI LO CONTEMPLERANNO NON DA STRANIERO”. (Gb. 19,26)

Nel canone primo, quello romano, della celebrazione eucaristica ci sono due spazi, i “memento” in cui diciamo al Signore: “Ricordati di”, e nel primo si ricordano i vivi, nel secondo i defunti. Man mano che gli anni passano, mi accorgo che la lista dei secondi diventa sempre più lunga: parenti, amici, parrocchiani, conoscenti... Questa estate ho provato in un momento di tranquillità a ricordarli per nome e la lista è durata un bel po’, e so che la memoria non riesce a ricordarli certamente tutti. Una cosa ovvia a cui però spesso non pensiamo: la morte tocca proprio tutti... tocca anche me! Ma c’è anche un’altra cosa ovvia conseguenza della fede che noi dimentichiamo (anche la liturgia): che basterebbe un “memento” solo, infatti i morti sono vivi, direi più vivi di noi. Sono nella pienezza di Dio, pregano con noi e per noi. E allora, se è giusto ricordarli, se è umano sentire nostalgia della loro presenza fisica, dovrebbe essere altrettanto reale sentirci con loro un’unica famiglia. La morte come distacco può farmi paura. I morti non mi fanno paura, anzi, se hanno raggiunto Dio, sono contento e felice per loro.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

17 marzo 461

Muore a Saul, in Irlanda, San Patrizio. Patrono degli irlandesi.

 

UN ANEDDOTO

DUE CHIERICHETTI INSOLITI

Una sera il parroco della chiesa Sacra Famiglia in Chicago, mentre pregava davanti al Tabernacolo, vide ai lati dell’altare due insoliti chierichetti con la cotta e con un cero acceso nella mano destra.

Il sacerdote un po’ impaurito, li seguì. Le porte della chiesa si spalancarono davanti ai due fanciulli i quali, usciti all’aperto, si trovarono subito nel buio della strada. Il sacerdote nonostante tutto continuò a pedinarli. I due chierichetti, arrivati davanti a una casa, vi entrarono, salirono le scale e si fermarono davanti a una porta.

Al rumore dei loro passi un vecchietto venne ad aprire. Fu in quel momento che i chierichetti scomparvero, e il sacerdote venne introdotto dinanzi al capezzale di una vecchietta che stava per morire.

Il sacerdote, resosi conto della circostanza, la invitò a confessarsi; tornò in chiesa, prese il santo viatico e l’olio santo; ritornò in quel tugurio e amministrò i Sacramenti alla povera donna inferma.

I due poveri anziani rimasero fuori di sé per la visita inaspettata perché non richiesta da alcuno di loro. Il parroco chiese loro se avessero dei figli. La vecchietta con un filo di voce rispose: “Reverendo, ne avevamo due; ma morirono in tenera età. A queste due creature mi sono sempre raccomandata quando mi è mancato il pane, specialmente in questa mia lunga malattia”.

“Ebbene, disse il sacerdote, i vostri figlioletti defunti mi hanno condotto qui, perché vi amministrassi gli ultimi sacramenti e vi aiutassi a ben morire”.

Una gioia indescrivibile si dipinse sul volto dei due vecchietti. La moribonda mormorò qualche preghiera; alzò gli occhi al cielo e come se stesse sorridendo a qualcuno, morì nel bacio del Signore. I suoi figlioletti defunti le avevano mandato il sacerdote per salvarla e aprirle le porte del Cielo.

 

PENSIERI DI ELISABETTA DELLA TRINITA’

Non scoraggiarsi mai. È più difficile liberarsi dallo scoraggiamento che dal peccato. Non inquietarsi se non si constatano progressi nello stato della propria anima. Spesso Dio permette questo per evitare un sentimento di orgoglio. Egli sa vedere i nostri progressi e contare ogni nostro sforzo.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Il beneficio deve chiudere la bocca di chi lo fa, e aprire quella di chi Io riceve.

 

 

 

 

 

 

 

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