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29 GENNAIO

 

TRA I SANTI DI OGGI

COSTANZO, Santo, Vescovo e Martire  

Costanzo è vissuto nel II secolo a Perugia di cui è patrono. Sappiamo pochissimo di lui. Certamente a soli 30 anni fu Vescovo di Perugia e affrontò con coraggio la persecuzione. Fu lungamente torturato e poi decapitato verso l’anno 178.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

TOBIA DISSE ALLA SUA SPOSA: “SARA, ALZATI: PREGHIAMO DIO... POI VIVREMO COME MARITO E MOGLIE”. (Tobia 8,4)

Leggendo la storia di Tobia e Sara rimaniamo colpiti da questi due sposi che mettono Dio al centro della loro vita matrimoniale e non si può fare a meno di fare un paragone con la maggioranza delle giovani coppie di oggi che per prima cosa pensano ad andare a letto insieme e poi magari anche al matrimonio in chiesa per “fare una bella festa”. Non è il caso di fare gli ipocriti moralisti, ma quanto siamo lontani dalla vera dimensione religiosa del matrimonio! Dio non è geloso dell’amore di una coppia, neanche dell’amore carnale, se no non ci avrebbe creati così come siamo, ma noi spesso riduciamo l’amore ai sentimenti e alla carnalità dimenticandoci che l’amore umano è fatto anche di tante altre cose e che non dovrebbe essere altro che uno specchio che riflette l’amore divino e che la coppia è chiamata a questo cammino per continuare l’opera creatrice di Dio che si manifesta nella gioia della vita insieme e nella fatica che gli sposi fanno per essere fedeli alla volontà di Dio e generatori di amore. Motivi umani di divisione di una coppia ce ne possono essere tanti ma davanti a tante coppie “scoppiate” il motivo non sarà forse perché, c’era quasi tutto, ma mancava Dio?

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

29 gennaio 1901

A Torino Giuseppe Allamano con il suo vice, Giacomo Camisassa fonda i Missionari della Consolata.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

ALLELUIA

E’ una delle poche parole che è giunta noi direttamente dall’ebraico. Significa:“Lodare Dio”. Era una antica acclamazione liturgica di lode e di adorazione. La troviamo spesso all’inizio e alla fine dei salmi. Ad esempio i salmi 113-118 venivano chiamati: “Il grande Hallel” e venivano cantati nelle grandi solennità ebraiche. Gesù stesso al termine dell’ultima cena (era la Pasqua) li cantò con i suoi discepoli. Cantare l’Alleluia era essere in pace e glorificare Dio (Tb. 13,18). L’Alleluia sarà il canto degli eletti, quando, vinto il male, vedranno Dio e potranno adorarlo per l’eternità. (Ap. 19,1.3.4.6)

 

UN ANEDDOTO

Dicembre. Don Bosco, come ogni sera, è curvo al suo tavolo di lavoro davanti ad un mucchio di lettere che attendono risposta e che l’impegneranno fin oltre mezzanotte. Ma ecco un discreto bussare alla porta. - Avanti. Chi è? - Sono io — dice un ragazzino pallido facendosi avanti. - Oh, Domenico, hai bisogno di qualcosa? - Presto, venga con me, c'è un’opera di bene da fare. - Adesso, di notte? Dove vuoi portarmi? - Faccia presto, don Bosco, faccia presto. Don Bosco esita. Ma guardando Domenico Savio, quel ragazzo che non ha ancora compiuto 14 anni, vede che il suo volto, di solito sereno è molto serio. Anche le parole sono decise come un comando. Don Bosco si alza, prende il cappello e lo segue. Domenico scende precipitosamente le scale, esce dal cortile, infila deciso una via, poi volta in una seconda, in una terza. Non parla né si ferma. In quel dedalo di vie e viuzze buie scantona sicuro come se fosse guidato da un radar. Lungo la strada, le porte si succedono alle porte. Domenico si ferma davanti a una di esse. Non ha letto il numero, nemmeno si è guardato intorno per orientarsi. Sale deciso la scala. Don Bosco lo segue: primo piano, secondo, terzo. Domenico si ferma, suona il campanello. Prima che qualcuno venga ad aprire si volta a don Bosco e dice: “E’ qui che deve entrare. — Senza aggiungere altro scende e torna a casa. La porta si apre. Si affaccia una donna scarmigliata. Vede il prete e alza le braccia al cielo: — E’ il Signore che lo manda. Presto, presto, altrimenti non fa più in tempo. Mio marito ha avuto la disgrazia di abbandonare la fede tanti anni fa. Adesso sta morendo e domanda per pietà di potersi confessare. Don Bosco si reca al letto dell’ammalato, e trova un povero uomo spaventato e sull’orlo della disperazione. Lo confessa, gli dà l’assoluzione riconciliandolo con Dio. Pochi minuti e quell’uomo muore. Passa qualche giorno. Don Bosco è ancora molto impressionato di ciò che è accaduto. Come ha potuto Domenico Savio sapere di quel malato? Lo avvicina in un momento in cui nessuno li ascolta: — Domenico, quella sera che sei venuto nel mio ufficio a chiamarmi, chi ti aveva parlato di quel malato? Come hai fatto a saperlo? Allora succede una cosa che don Bosco non si aspettava. Domenico lo guarda con aria mesta e si mette a piangere. Don Bosco non osa fargli altre domande, ma capisce che nel suo Oratorio c’è un ragazzo che parla con Dio.

 

 

 

 

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