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24 GENNAIO

 

TRA I SANTI DI OGGI

FELICIANO DA FOLIGNO, Vescovo  

Era nato a “Forum Flamini” in Tuscia. Studiò a Roma intorno al 160 e poi tornò nelle sue terre a predicare. Lì fu eletto vescovo di Foligno. La sua predicazione toccò quasi tutta l’Umbria. Fu vescovo per 56 anni e morì (non si è sicuri se martire anche lui) amareggiato dalle persecuzioni di Decio. Aveva 94 anni.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“CON LUI INFATTI SIETE STATI SE­POLTI INSIEME NEL BATTESIMO, IN LUI SIETE STATI INSIEME RISUSCITATI PER LA FEDE NELLA POTENZA DI DIO, CHE LO HA RISUSCITATO DAI MORTI”. (Col. 2,12)

I primi battisteri cristiani erano delle vere e proprie vasche. Colui che stava per essere battezzato scendeva degli scalini per immergersi e poi risaliva, dall’altra parte, attraverso altri scalini, per emergere. Tutto questo succedeva non a caso, voleva essere la rappresentazione visiva di ciò che nel battesimo accade. Uniti a Cristo Salvatore, morto e risorto, i battezzati muoiono con Lui al male e al peccato per rinascere con Lui nella sua risurrezione a vita nuova. Quasi tutti noi non ricordiamo il giorno del nostro battesimo. Ci è stato dato mentre eravamo piccoli, per la fede della Chiesa e dei nostri genitori. Ma il battesimo è un sacramento di Gesù e quindi “funziona”. Ogni giorno siamo chiamati a morire con Cristo. Morire al male, scegliendo il bene, morire all’egoismo per scegliere gli altri, morire nella testimonianza del Vangelo, magari essendo presi in giro per aver manifestato la nostra fede, ma siamo chiamati anche a risorgere con Lui alla speranza della vita eterna, al sorriso che conforta, all’ottimismo di Dio che dà sempre speranza, alla gioia che illumina il buio della tristezza.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

24 gennaio 2002

Incontro interreligioso per la pace ad Assisi. Con Giovanni Paolo II sono presenti esponenti di 12 religioni mondiali.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

ALBERO

Nella letteratura biblica l’albero, elemento prezioso di vita diventa simbolo di diverse cose. Appartiene inizialmente alla rappresentazione del paradiso, luogo di gioia e felicità, ricco di alberi dai frutti succosi. La Genesi cita in particolare due alberi: l’albero della conoscenza del bene e del male (o del frutto proibito) (Gn 2, 9), e l’albero della Vita. Dopo aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza, trasgredendo il divieto divino, l’uomo scopre la propria nudità, ossia la propria debolezza. La Bibbia latina identifica questo albero con un melo, probabilmente perché la parola latina “malum” significa sia “male” che “mela”. Ciò spiega come in molti quadri venga raffigurato come un albero di mele. Quanto all’albero della vita, è un tema che ricorre in parecchie mitologie, dove simboleggia la vita cosmica e l’ascensione del visibile all’invisibile. Privato di questo cibo dal peccato, l’uomo ritroverà un giorno, come si legge nell’Apocalisse (22, 2), alberi della vita che fruttificano dodici volte all’anno e le cui foglie guariscono i pagani. Questi alberi cresceranno sul luogo della Città celeste, dove la corruzione e il male non hanno accesso. Nella tradizione ebraica, l’albero della Vita è la Torah.

 

UN ANEDDOTO

S. Francesco di Sales, famoso vescovo di Ginevra, incontrò un giorno un ragazzo. Portava un secchio pieno d’acqua, su cui galleggiava un piccolo pezzo di legno. Chiese:

— Ragazzo mio, a che serve quel pezzo di legno sull’acqua del secchio? Rispose il ragazzo:

— Con quel pezzo di legno, l’acqua non si agita troppo, mentre cammino, e quindi non esce dal secchio. Questo fatto suggerì al santo dottore un’utile considerazione sulla vita dell’uomo:

— Sulle onde dei tuoi dubbi e dolori, o uomo, metti la croce di Cristo. Essa ti darà tranquillità e non perderai la pazienza nel tuo soffrire.

 

GENNAIO CON SANT’AGOSTINO

E' in inverno che la radice si nutre.

 

 

 

 

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