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19 GENNAIO
MARIO, Santo, Martire
Verso la metà del IV secolo, durante la persecuzione di Decio, Mario, la moglie Marta e i figli Audiface e Abaco si recarono a Roma per aiutare i pochi cristiani rimasti a dar sepoltura ai tanti corpi dei martiri, ma vennero scoperti e arrestati. Invitati a compiere un simbolico gesto di abiura, Mario rifiutò e così fecero la moglie e i figli. Li aspettava il martirio e caddero decapitati con un’ultima preghiera nel cuore.
“HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIA, HO TERMINATO LA MIA CORSA, HO CONSERVATO LA FEDE”.(2 Tm. 4,7)
Se Dio mi chiedesse conto oggi della mia vita, potrei ripetere questa frase di Paolo? In quanto a battaglie, lotte: quante ce ne sono state nella mia vita! Sovente mi sono sorpreso a mugugnare con il Signore: “lo sono nato pacifico; vorrei starmene tranquillo... perché invece devo lottare ogni giorno con gli altri, con me stesso, e qualche volta anche con Te?”. Ma mi chiedo se è sempre stata una “buona” battaglia. In quanto a corse penso che tutti noi in questa nostra società siamo sempre sudati ed affannati, ma per quale meta? E la fede l’abbiamo conservata? Qualche volta l’abbiamo conservata nel senso che l’abbiamo riposta in soffitta e abbiamo lasciato che su di essa si depositassero buone spanne di polvere. Se da questo esame di coscienza ne usciamo piuttosto malconci, c’é una cosa di cui possiamo essere sicuri che ci conforta: nelle lotte, nelle corse e nella fiducia ad oltranza in noi, c’è uno che non ci ha mai lasciato: Gesù, Colui che ha dato e continua a dare la sua vita per me.
19 gennaio 1485
Muore il beato Andrea Grego che fu apostolo in Valtellina e nei Grigioni.
AGNELLO PASQUALE
È la vittima sacrificale per eccellenza. Il suo sangue, asperso sulle porte delle case degli Ebrei, li protesse quando il Signore passò a “percuotere” gli Egiziani (Es. 12, 2 1-27). Nel mondo ebraico a Pasqua, l’agnello deve essere mangiato in famiglia, all’interno di una stessa casa, senza spezzarne alcun osso (Es.12, 46). La tradizione cristiana ha sempre visto nell’agnello pasquale la figura di Cristo immolato per noi.
San Giovanni Bosco, in uno dei suoi sogni, vide Domenico Savio, ragazzo vivace, suo alunno morto qualche mese prima. Questi era a capo di una schiera di ragazzi e giovani; indossava una veste bianca ed era cinto di una fascia rossa. Pose nelle mani di don Bosco un mazzo di fiori, vi erano rose, viole, genziane, gigli, semprevive. "Che cosa indica codesto mazzo di fiori?" - chiese don Bosco. "Simboleggiano le virtù che più piacciono al Signore.", rispose.
"E quali sono?"
"La rosa è il simbolo della carità, la viola dell'umiltà, il girasole dell'ubbidienza, la genziana della penitenza, le spighe della comunione frequente, il giglio della purezza; la sempreverde significa che queste virtù devono durare sempre e perciò simboleggia la perseveranza.
Ti cercherò, mio Dio, perché la mia anima viva. Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di Te.
Anche il sole ha le sue macchie.
CENTENARI
Un giornalista si rivolge ad un vispo nonnino del gruppo anziani : “Nonno, volete dirmi come avete fatto ad arrivare ai centotre anni?” “Eh… ce n’è voluto di tempo”.
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