2 GENNAIO
TRA I SANTI DI OGGI
San
BASILIO MAGNO
Ebbe
la fortuna di avere una famiglia profondamente cristiana. Studiò retorica ad
Atene, ma alla vita tumultuosa della città preferì ritirarsi in un monastero.
La sua opera, in modo particolare le sue regole, diedero impulso e orientarono
il monachesimo. Davanti alle provocazioni degli eretici lasciò il monastero, fu
eletto vescovo a Cesarea in Cappadocia, edificò un vasto ospedale per i
lebbrosi, così efficiente da essere considerato un modello di perfezione. Soffrì
esilio e persecuzione e morì a 50 anni nel 379 lasciandoci anche opere di
profonda riflessione come il suo importante trattato sullo Spirito Santo.
UNA PAROLA AL GIORNO
“RIVESTITEVI TUTTI DI UMILTA' GLI UNI VERSO GLI ALTRI, PERCHE' DIO RESISTE AI SUPERBI, MA DA' GRAZIA AGLI UMILI”. (1Pt. 5,5)
Mi sono chiesto tante volte che cosa sia l’umiltà. Ne ho avute tante di definizioni, da chi la confonde con la vigliaccheria, a chi si nasconde dietro ad essa per non prendersi degli impegni o per non affrontare una ricerca difficile, fino a quella “umiltà pelosa” che fa dire a qualcuno: “Io non valgo niente” perché gli altri gli possano dire: “Ma no, non è vero!”. L’umiltà vera è quella di Gesù che, Lui, Dio, si è fatto uomo e “umiliò se stesso fino alla morte e alla morte di croce”, e tutto questo lo ha fatto senza rinnegare la sua divinità e per amore concreto per Dio e per gli uomini. Allora forse umiltà è amore incondizionato alla Verità, è riconoscere la grandezza di Dio, è apprezzare e utilizzare i doni di Dio, è ricercare ma fidarsi di più di chi ricerca te, è non giudicare perché ogni giudizio è di Dio, è perdonare perché Dio è misericordia e perdono. Umiltà è abbandonarsi con fiducia a Dio
OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI
2
GENNAIO 2000
Roma
è nel caos. In
tre giorni la Capitale è stata invasa da oltre 3 milioni di persone affluite
particolarmente per il Giubileo.
CURIOSITA’ BIBLICHE
ABBA
Questo
termine è la trascrizione greca di una espressione aramaica di uso familiare
che aggiunge alla parola ab (=padre), una nota affettuosa. Era l’espressione
usata dai bambini per chiamare il proprio padre, un po’ come il “papalino”
italiano. Non troviamo questa espressione nell’Antico Testamento. E’ invece
l’espressione usata da Gesù per esprimere il suo rapporto confidenziale con
Dio (Mc. 14,36). Attraverso Gesù anche noi possiamo avere questa confidenza
(Rom. 8,15), anzi è lo stesso Spirito di Gesù che grida forte in noi questo
nome e che ce lo fa pregare (Gal.4,6).
Curiosità:
Per indicare l’importanza che la Chiesa primitiva ha dato a questo termine di
espressione aramaica che si può
tradurre come “papà buono”, ricordiamo che è uno dei cinque termini che
noi troviamo così come sono sia
nella scrittura e nella liturgia (Gli
altri quattro sono: alleluia, osanna, maranathà, amen).
La
parola abate che indicava colui che guida il monastero deriva proprio da questo
termine in quanto l’abate doveva essere il buon papà dei monaci.
UN ANEDDOTO
IL
PREDESTINATO
Durante
la visita ai monasteri della sua diocesi, san Basilio chiese all'abate di uno di
questi monasteri se nella sua comunità c'era qualche fratello che desse chiari
segni di essere un predestinato.
GENNAIO CON SANT'AGOSTINO
Se
vuoi essere grande comincia da ciò che è piccolo.