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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

OTTOBRE 2024

 

MARTEDI’ 1° OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa di Gesù Bambino; S. Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE AIUTACI A SUPERARE LE MEZZE MISURE.

 

HANNO DETTO: Nascondetevi sotto le ali della misericordia di Dio, egli è più capace di perdonare di quanto voi lo siate di peccare. (S. Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Per questo mese ci accompagneranno proverbi degli indiani d’America. Ad attendere che l'erba cresca, il bue muore di fame. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Sei persone, colte dal caso nel buio di una gelida nottata, su un'isola deserta, si ritrovarono ciascuna con un pezzo di legno in mano. Non c'era altra legna nell'isola persa nelle brune del mare del Nord. Al centro un piccolo fuoco moriva lentamente per mancanza di combustibile. Il freddo si faceva sempre più insopportabile. La prima persona era una donna, ma un guizzo della fiamma illuminò il volto di un immigrato dalla pelle scura. La donna se ne accorse. Strinse il pugno intorno al suo pezzo di legno. Perché consumare il suo legno per scaldare uno scansafatiche venuto a rubare pane e lavoro? L'uomo che stava al suo fianco vide uno che non era del suo partito. Mai e poi mai avrebbe sprecato il suo bel pezzo di legno per un avversario politico. La terza persona era vestita malamente e si avvolse ancora di più nel giaccone bisunto, nascondendo il suo pezzo di legno. Il suo vicino era certamente ricco. Perché doveva usare il suo ramo per un ozioso riccone? Il ricco sedeva pensando ai suoi beni, alle due ville, alle quattro automobili e al sostanzioso conto in banca. Le batterie del suo telefonino erano scariche, doveva conservare il suo pezzo di legno a tutti i costi e non consumarlo per quei pigri e inetti. Il volto scuro dell'immigrato era una smorfia di vendetta nella fievole luce del fuoco ormai spento. Stringeva forte il pugno intorno al suo pezzo di legno. Sapeva bene che tutti quei bianchi lo disprezzavano. Non avrebbe mai messo il suo pezzo di legno nelle braci del fuoco. Era arrivato il momento della vendetta. L'ultimo membro di quel mesto gruppetto era un tipo gretto e diffidente. Non faceva nulla se non per profitto. Dare soltanto a chi dà, era il suo motto preferito. Me lo devono pagare caro questo pezzo di legno, pensava. Li trovarono così, con i pezzi di legno stretti nei pugni, immobili nella morte per assideramento. Non erano morti per il freddo di fuori, erano morti per il freddo di dentro. Forse anche nella tua famiglia, nella tua comunità, davanti a te c'è un fuoco che sta morendo. Di certo stringi un pezzo di legno nelle tue mani. Che ne farai?

PAROLA DI DIO: Gb 3,1-3.11-17.20-23; Sal 87; Lc 9,51-56

 

Vangelo Lc 9,51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

“GESÙ SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME”.

Gesù va “decisamente” verso Gerusalemme. Sa che a Gerusalemme lo aspetta la sua passione, non ama la sofferenza, ma è fedele al suo impegno con Dio e con gli uomini, quindi va avanti nelle sue scelte. Pure noi dobbiamo essere coinvolti in quel “decisamente”. Si tratta di prendere una decisione, non tergiversare all’infinito, fare una scelta precisa. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare dall’incertezza, dal timore di comprometterci, dalla paura... di aver coraggio. Siamo indecisi in tutto. Vogliamo seguire Gesù ma abbiamo paura di perdere altre cose, ci buttiamo ma vogliamo tenerci ben legati a riva. Partiamo ma lasciandoci aperta la via del ritorno. Gesù ama chi è deciso (“lascia che i morti seppelliscano i morti”), chi intende percorrere una strada ma esclusivamente all’insegna della coerenza, senza ripensamenti (“nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto al Regno di Dio”). A chi intende seguirlo, Cristo non promette né la tana, né il nido, ma un cammino di libertà.

 

 

MERCOLEDI’ 2 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Angeli Custodi; S. Eleuterio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, HO BISOGNO DI TUTTO MA TU MI SEI PADRE, MADRE E FRATELLO.

 

HANNO DETTO: Donare a chi si ama dà gioia, ma donare a chi si odia è amore. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Amico di tutti, amico di nessuno. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: In Italia si sprecano ogni giorno 1.500 tonnellate di pane, pari a circa 3 milioni di euro. È il pane che viene dalle tavole degli alberghi, dalle mense scolastiche, dai ristoranti, dalle carceri, ma è anche pane che viene dalle nostre tavole, perché abbiamo perduto il senso sacro del pane. Solo pochi decenni fa, nelle nostre famiglie, il pane non si buttava via, nemmeno in piccole quantità: non si lasciavano resti sulle tovaglie e si raccoglievano anche le briciole per darle agli uccellini. Il consumismo ha cancellato i valori di riconoscenza, di rispetto e di giustizia. (Dal mensile "Primavera missionaria" n.3/2003)

PAROLA DI DIO: Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Mt 18,1-5.10

 

Vangelo Mt 18,1-5.10

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi, dunque, è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO, SE NON VI CONVERTIRETE E NON DIVENTERETE COME I BAMBINI NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.

Gesù parla di “bambini” e ci invita a diventare “bambini”. Comprendiamo facilmente che Gesù non parla di età. Gesù parla di cuore, di semplicità, di poveri, di persone sprovvedute e trascurate dai grandi, di bisognosi di ogni genere, di peccatori. Questi, davanti a Dio valgono più dei sapienti, dei ricchi, dei potenti, dei forti. Nel Regno di Dio non ci sono posti che si acquistano con i meriti, con i denari, con le spinte e le tangenti, conta solo l’amore di Dio che guarda con amore al cuore dell’uomo e sa leggere in esso, al di là delle apparenze, la disponibilità e l’affetto. Diventare piccoli, allora non significa vivere nella timidezza, nella paura o nella “stupidaggine”, significa ritrovare dentro di noi i valori veri, semplici, le esigenze primarie e definitive dell’uomo; significa smetterla di fare sempre calcoli per domandarsi quanto se ne guadagnerà, è essere disponibili a scoprire la propria precarietà, è affidarsi fiduciosi alle mani del Padre.

 

 

GIOVEDI’ 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Candida; S. Gerardo di Brogne

Una scheggia di preghiera:

 

ACCOMPAGNA, SIGNORE, L’OPERA DEI MISSIONARI DEL VANGELO.

 

HANNO DETTO: Poiché imputiamo gli errori giovanili alla nostra tenera età, da vecchi dobbiamo trovare un'altra causa per giustificarli. (Beresford)

SAGGEZZA POPOLARE: Abbiamo la Terra non in eredità dai genitori ma in affitto dai figli. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Due muli se ne andavano gravati dei loro carichi: uno portava cesti pieni di denaro, l’altro sacchi gonfi di un’ingente quantità di orzo. Quello che porta il prezioso carico avanza a testa alta e scuote il campanello tintinnante con il collo, mentre il compagno gli tiene dietro con passo placido e tranquillo. All’improvviso piombano loro addosso dei briganti, tendendo un agguato, e, nella cruenta mischia, trafiggono il mulo con la spada, sottraggono il denaro e trascurano il vile orzo. Mentre il mulo depredato, dunque, piangeva il suo destino, l’altro disse: «Sono proprio felice di essere stato disprezzato, infatti non ho perso nulla e non ho subito alcuna ferita». (Fedro)

PAROLA DI DIO: Gb 19,21-27b; Sal 26; Lc 10,1-12

 

Vangelo Lc 10,1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore

 

“GESÙ DESIGNÒ ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIÒ”.

Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprendere quali siano le caratteristiche della missione che Gesù affida ai discepoli e a noi. Questa missione nasce dalla preghiera: “Pregate il Padrone della messe...”. Non è iniziativa del singolo ma incarico dato da Gesù stesso. Il buon annuncio o la missione è per tutti i popoli della terra, nessuno escluso. Infatti, il numero di settantadue discepoli inviati corrisponde al numero di tutti i popoli della terra, secondo la credenza ebraica. È tutta la comunità che diventa missionaria e testimone: l'andare a due a due è infatti comprovare a vicenda ciò che si fa e si dice. La missione è resa possibile dalla povertà. Non conta sull’avere o su grandi mezzi. La missione non si fonda sulla sapienza umana. Bastano parole semplici ma profonde come “Pace” e “Il Regno dei cieli è vicino”. Se c’è da fare qualche preferenza esse devono rivolgersi ai malati, ai diseredati, alle persone comuni. Non ci sono poteri straordinari all’infuori di quello di guarire, liberare, restituire l’uomo alla pienezza del suo essere. La missione non è conquista, ma invito, proposta, appello. Un altro aspetto caratteristico della missione è la debolezza: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Gesù non dice di rivaleggiare con i lupi mostrando i denti, battendo i pugni, urlando più forte, ma presentandosi disarmati, come agnelli. Non basta neppure stare dalla parte degli agnelli, delle vittime. Occorre essere agnello, vittima. Come Cristo stesso. Ma se la missione può apparire difficile è anche esaltante: siamo incaricati da Dio di manifestare la sua bontà e il suo amore a tutti gli uomini e abbiamo la certezza che, se pur non ci libererà dalle difficoltà Egli ci accompagnerà in ogni momento non lasciandoci mai soli.

 

 

VENERDI’ 4 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Chi cerca nell'amore quale premio solo la gioia dell'amore, troverà la gioia dell'amore. Chi invece cerca nell'amore altro che l'amore, colui perde l'amore e insieme la gioia dell'amore. (S. Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche il vento che non soffia ha una voce. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Il cardinal Fischer, anch’egli martire come Tommaso Moro per non aver ceduto alle ingiuste richieste del re d’Inghilterra, Enrico VIII, a chi gli annunciava che in mattinata doveva essere decapitato, chiese: “A che ora?”. “Alle nove”. “Va bene”, rispose, “e adesso che ore sono?”. “Le cinque”. “Se sono le cinque posso ancora dormire due ore buone in pace con il Signore”, e si riappisolò. Alle sette in punto si vestì come se quella mattina avesse avuto pontificale in cattedrale. Davanti al palco buttò via il bastone e disse: “Orsù, piedi miei, fate questi pochi passi che vi rimangono”. Morì serenamente dopo aver intonato il “Te Deum”.

PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

«VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO. PRENDETE IL MIO GIOGO SOPRA DI VOI E IMPARATE DA ME, CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE, E TROVERETE RISTORO PER LA VOSTRA VITA. IL MIO GIOGO, INFATTI, È DOLCE E IL MIO PESO LEGGERO». 

Imparare da Gesù significa fare come Lui e così diventare come Lui. Quando si è attaccati, non agire per vendetta, quando si è desolati, non lasciarsi guidare dallo scoraggiamento. Come riuscirci?

Guardando a ciò che conta nella vita, concentrandosi sull’essenziale: stare con Lui, seguirlo, vivere della gioia dell’incontro con Lui; consapevoli che su questa strada faticosa Lui ci ha preceduto e con la sua vita ci indica i passi da compiere. È il Maestro di vita perché l’ha vissuta fino in fondo. Per chi sono valide queste parole?

Per tutti, nessuno escluso, nessuno è estraneo alla sua Logica noi e gli altri.

 

 

SABATO 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Maria Faustina Kowalska

Una scheggia di preghiera:

 

TUO È IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

HANNO DETTO: Un giorno ho visto una luce. Mi parve più bella delle altre cose belle e la seguii. Mi accorsi che era la Verità. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Attento mentre parli. Con le tue parole tu crei un mondo intorno a te. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: C'era una volta una piccola formica. Quando, per la prima volta, uscì dalla tana, guardandosi attorno si stupì nel vedere i colori dei fiori, dell'erba, del cielo, delle farfalle. Una sera, con le lacrime agli occhi, si confidò con la formica regina: "Perché sono nera? Le altre creature sono colorate. Ho visto persino delle formiche rosse. Solo noi di questo formicaio siamo nere. Io poi sono la più piccola e la più nera di tutte. Non mi sembra giusto... Ho visto una coccinella con un abito rosso vivo e delle macchioline nere. Anch'io vorrei un vestito simile!". La regina, paziente, rispose: "Tu vuoi un abito sgargiante per farti notare, per soddisfare la tua vanagloria. Ma l'apparenza non è tutto. Non credere per esempio, che le formiche rosse siano migliori di noi; anzi, stai alla larga da loro! L'importante è sapere che qui ti vogliamo bene, per come sei. E poi anche il Creatore ti ama!". "Allora, perché il Creatore non mi ha fatto un vestito colorato? Come può accorgersi di me, così nera e così piccola?". "Il Creatore ti vede sempre, perché ti ama e si prende cura di te, così come sei". "Ma se è notte e cammino su di una pietra nera?". "Lui ti vede anche al buio!". Quella sera la formichina uscì dal formicaio e si posò sopra una grossa pietra, nera come il carbone. Il cielo era nero come la pece. A un certo punto urlò: "Creatore, mi vedi?". Sentì una voce dentro il petto che diceva: "Torna subito dentro, si stanno avvicinando le formiche rosse. Potrebbero essere pericolose!". In quel momento si accorse che stava avvicinandosi un esercito di formiche pericolose e ritornò di corsa alla tana. Messasi al sicuro, con il fiatone grosso, disse: "Chi sei tu che mi parli? Non ti vedo!". "Io sono il tuo Creatore, ti vedo sempre, perché ti porto nel cuore. Non è importante che tu veda me. È importante che io ti veda e che tu ne sia convinta!" Da quella notte la formica fu fiera del suo abito. Tutte le mattine si bagnava le zampette con la saliva, lustrandole a puntino. Un giorno una farfalla le disse: "Ma lo sai che sei carina? Sei proprio elegante: il nero ti dona!". 

PAROLA DI DIO: Gb 42,1-3.5-6.12-16; Sal 118; Lc 10,17-24

 

Vangelo Lc 10,17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“NON RALLEGRATEVI PERCHÉ I DEMONI SI SOTTOMETTONO A VOI; RALLEGRATEVI PIUTTOSTO CHE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”.

Anche nella religione siamo portati a quantificare, quasi che la fede aumenti o diminuisca a seconda dei battesimi, della partecipazione alle messe o, peggio ancora, dalle offerte raggranellate. Gesù ci insegna ad essere servi ma anche servi inutili che dopo che hanno fatto tutto quello che devono fare lasciano al Signore che faccia Lui. Noi siamo seminatori chiamati a buttare il seme a tempo opportuno e inopportuno, in terreno buono, sassoso o spinoso, ma chi fa crescere e raccoglie è Dio stesso. Qual è la nostra gioia?

È essere consapevoli che Dio si fida di noi, nonostante tutto, e ci affida la sua Parola e questo fa sì che noi siamo nel suo cuore, che i nostri nomi siano destinati all’eternità del suo amore.    

 

 

DOMENICA 6 OTTOBRE: 27^ DOMENICA  DEL T.O.  ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta; S. Magno

Una scheggia di preghiera:

 

PER TUTTE LE NOSTRE FAMIGLIE, NOI TI PREGHIAMO.

 

HANNO DETTO: Si muore veramente solo quando non riusciamo a mettere radice in altri. (Leon Tolstoj)

SAGGEZZA POPOLARE: Attenzione all'uomo che non parla, e al cane che non abbaia. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Preghiera di Madre Teresa. Ti ho trovato in tanti posti, Signore. Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi, nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota, nell'unità di cuore e di mente di un'assemblea di persone che ti amano. Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e spesso ti trovo. Ma sempre ti trovo nella sofferenza. La sofferenza è come il rintocco della campana che chiama la sposa di Dio alla preghiera. Signore, ti ho trovato nella terribile grandezza della sofferenza degli altri. Ti ho visto nella sublime accettazione e nell'inspiegabile gioia di coloro la cui vita è tormentata dal dolore. Ma non sono riuscito a trovarti nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri. Nella mia fatica ho lasciato passare inutilmente il dramma della tua passione redentrice, e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata dal grigiore della mia autocommiserazione. Signore, io credo. Ma aiuta la mia fede. 

PAROLA DI DIO: Gen 2,18-24; Sal 127; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16

 

Vangelo Mc 10,2-16, (forma breve Mc 10,2-12)

Dal vangelo secondo Marco

(In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».) Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore

 

"L’UOMO NON SEPARI CIÒ CHE DIO HA UNITO".

Tutte le volte che celebrando un matrimonio, dopo il consenso degli sposi, ho detto questa frase si sono accumulate nel mio pensiero il ricordo delle tante coppie che ho conosciuto: dalle tante famiglie felici che io ho incontrato alle coppie divise, a chi tuttora è in difficoltà. Gesù con questa frase riporta tutto il discorso a quello che è il piano originale di Dio sulla famiglia e a quello che dovrebbe essere il sigillo d'amore che unisce all'amore oblativo e creativo di Dio stesso. Questa volontà ha tenuto unite tante famiglie ed ha aiutato tante altre a superare le difficoltà che indubbiamente si presentano nelle coppie per il logoramento dei rapporti e per i problemi più o meno grossi che insorgono lungo gli anni. Ma ci sono anche coppie che magari, pur avendo consacrato il loro matrimonio con il sacramento cristiano, non avevano questo principio. È giusto allora giudicare con alterigia chi si è trovato a separare ciò che forse neppure Dio, presente ad un matrimonio ma non invitato, non aveva unito?

 

 

LUNEDI’ 7 OTTOBRE: B.V.M. DEL ROSARIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giustina; S. Augusto

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' IL NOSTRO CUORE È FATTO PER TE E NON HA PACE FINCHE' IN TE NON RIPOSA.

 

HANNO DETTO: Salì al cielo non per riportarsi in cielo, lui che in cielo era sempre rimasto, ma per condurvi te, dopo averti liberato dalle catene e averti sottratto all'inferno. (San Pietro Crisologo)

SAGGEZZA POPOLARE: Baci avuti facilmente si dimenticano facilmente. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un ricco ateniese stava facendo un viaggio in nave insieme ad altri passeggeri. A un certo punto si scatenò una grande tempesta e la nave venne rovesciata: allora tutti si misero a nuotare, mentre l’ateniese continuava a invocare Atena, promettendole molte offerte se si fosse salvato. Uno dei naufraghi, che nuotava lì vicino, gli disse: «Insieme ad Atena, anche tu aiutati muovendo le braccia».

PAROLA DI DIO: Gal 1,6-12; Sal 110; Lc 10,25-37

 

Vangelo Lc 10,25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  Parola del Signore

 

“MAESTRO CHE COSA DEVO FARE PER EREDITARE LA VITA ETERNA?”

Chissà se questo dottore della legge era uno che voleva solo mettere alla prova Gesù, se era uno che voleva sapere, discutere di religione o se era uno che faceva questa domanda per una profonda esigenza interiore?

Perché, in fondo, questa è la domanda base della vita. Oggi potremmo tradurla così: “Signore, che senso ha la vita?

Quindi, che devo fare per essere felice, per essere davvero me stesso, per costruirmi nel tuo progetto?”

Non esistono interrogativi più decisivi di questi. La più grossa povertà, infatti, è quella di chi non sa perché vive. Diceva già Bernanos: “A che serve tanta scienza se non sai perché vivi?”

Poiché la domanda è decisiva, Gesù risponde con chiarezza e senza esitazione, sollecitando il dottore della legge a dire che cosa Dio ha insegnato ad Israele: “Amerai Dio senza misura, senza limiti”. Potremmo dire: “Me la aspettavo questa risposta. Che c’è di nuovo?”

Certamente, se Gesù si fosse fermato qui, non avrebbe detto niente di straordinario, niente di nuovo. Infatti, ogni religione in qualche modo predica l’amore di Dio e, fatto curioso, ogni credente è convinto di amare il suo Dio. Ma ecco la novità di Cristo: “Ama Dio e ama il prossimo tuo: solo così avrai la vita eterna”. Qui c’è l’incredibile salto cristiano, un salto che ha cambiato la storia religiosa: Dio e il prossimo non si possono separare. Per cui: Vuoi sapere quanto ami Dio?

Guarda quanto ami il prossimo!

Vuoi sapere se credi in Dio?

Guarda come tratti il tuo prossimo!

Vuoi sapere se la tua preghiera è vera?

Verifica, controlla se ti spinge ad amare di più il tuo prossimo. Con la sua risposta al dottore della legge Gesù ha messo il prossimo al centro di tutto, al punto tale che Dio stesso non si può amare senza il prossimo. Allora se l’odio di Dio ci fa paura ed è peccato gravissimo, anche l’odio del prossimo è peccato gravissimo. San Giovanni scrive: “Chi odia suo fratello è un omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in sé stesso la vita eterna”. Chi odia il fratello non possiede la vita eterna: dentro di sé ha già l’inferno. È ancora San Giovanni che afferma: “Chi non ama (il prossimo) non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. “Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da Lui: chi ama Dio ami anche il suo fratello”. È questa la grande verità cristiana, una verità che ci sembra troppo alta e allora cerchiamo di minimizzare, di accomodare. Ma il Vangelo resta e non cambia. Da qualsiasi parte lo leggiate, il Vangelo conduce a questo comandamento. Ascoltiamo ancora Gesù: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con cui misurate sarete misurati”. Sono parole severissime. Gesù vuol dire che il prossimo è il banco di prova della nostra fede.

 

 

MARTEDI’ 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Felice di Como; S. Reparata

Una scheggia di preghiera:

 

SE IL MIO CUORE HA TE, GESU', ANCHE IL FRATELLO MI APPARE DIVERSO.

 

HANNO DETTO: Sepoltura e resurrezione si trovano insieme nel Battesimo: depone il vecchio uomo, prende il nuovo e risorge. (S. Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Cerca la saggezza, non la conoscenza. La conoscenza è il passato, la saggezza è il futuro. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un bell'esempio di San Giovanni della Croce ci parla di alcuni nostri legami che ci 'impediscono di volare': Che importa che l'uccello sia legato a un filo o a una corda! Per quanto sottile sia il filo, l'uccello resterà legato alla corda, finché non riuscirà a strapparlo per volare. Lo stesso vale per l'anima legata a qualche cosa: nonostante tutte le sue virtù non perverrà mai alla libertà dell'unione con Dio.

PAROLA DI DIO: Gal 1,13-24; Sal 138; Lc 10,38-42

 

Vangelo Lc 10,38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore

 

“MARTA, MARTA, TU TI PREOCCUPI E TI AGITI PER MOLTE COSE. MA UNA SOLA È LA COSA DI CUI C’È BISOGNO. MARIA SI È SCELTA LA PARTE MIGLIORE CHE NON LE SARÀ TOLTA”.

Gesù non intende opporre due diversi stati di vita. Non ci sono da un lato gli aristocratici della vita cristiana e dall’altra le truppe semplici del ministero apostolico di cui la Chiesa ha bisogno quaggiù ma che sarebbero condannati ad una santità di secondo grado. La risposta di Gesù a Marta non è assolutamente rivolta a fornire una buona coscienza a chi ritenesse di potersi riconoscere in Maria. Gesù vuole soltanto ricordare che c’è una cosa indispensabile: ascoltare la parola del Signore per serbarla nel proprio cuore e metterla in pratica. Questo è ciò che fa il vero discepolo. Anche la Madonna non ha smesso di fare le faccende di casa per tutta la sua vita ma le ha fatte in un certo modo e con un certo spirito proprio perché ascoltava e “serbava nel suo cuore” le promesse e i misteri della Parola.

 

 

MERCOLEDI’ 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Dionigi e c.; S. Giovanni Leonardi

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, SEI CON NOI, IN OGNI MOMENTO.

 

HANNO DETTO: Gli animali si capiscono senza parlare e gli uomini si parlano senza capirsi. (G. Martinelli)

SAGGEZZA POPOLARE: Che cos'è la vita? É la luce di una lucciola di notte. É il respiro di un bisonte in un alba invernale. É una piccola ombra che corre sull'erba e si perde al tramonto. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: «Mentre, stamattina, ti svegliavi, ti osservavo, e aspettavo che mi rivolgessi la parola, magari per poco, per chiedermi un parere, o per dirmi, anche solo: «Grazie!», per qualcosa di bello, che ieri hai vissuto! Ma ho visto che eri molto occupato, a cercare i vestiti da metterti, per recarti al lavoro, e trovare le chiavi dell'auto... Ho continuato ad attendere, mentre giravi per casa, per preparare la colazione, dare l'ultimo colpetto ai capelli. Speravo, che tu potessi trovare qualche minuto, per fermarti, e dirmi: «Ciao»! ma eri troppo occupato... Per questo, ho illuminato il cielo per te, l'ho riempito di colori, e dolci trilli di uccelli, e un'arietta frizzante! Ma non te ne sei, neppure, accorto! Ti osservavo, mentre andavi, veloce, al lavoro,
un po' nervoso, e ho atteso, pazientemente, per tutto il giorno. Con tutto il tuo da fare, pensavo che fossi troppo occupato, per dirmi qualcosa! Quando sei tornato a casa, ho visto tutta la tua stanchezza, e ti ho mandato una pioggerella, per irrorarti un po', affinché l'acqua lavasse via il tuo "stress". Pensavo di farti contento, per farti pensare un po' a me,
ma ti sei infuriato, e hai imprecato di brutto! Desideravo tanto, che tu mi parlassi: non ti avrebbe portato via troppo tempo... Poi, hai acceso il computer, e ho aspettato, con pazienza,
mentre lo guardavi, e cenavi, ma, di nuovo, ti sei dimenticato di parlare con me! Ti ho visto stanco, e ho compreso il tuo silenzio, così ho smorzato lo splendore del cielo, ma non ti ho lasciato al buio... L'ho cambiato, con una strepitosa girandola di stelle, anche se non ti interessava! Dopo aver augurato: «Buonanotte!», ai tuoi cari, sei corso in camera, e ti sei addormentato...
Io veglio sempre il sonno dei miei figli, e ho cullato i tuoi sogni, perché, anche se non te ne accorgi, io sono sempre lì, per te! Ho più pazienza, di quanto immagini... Vorrei, con questo, insegnarti quanta pazienza bisogna avere, con gli altri! Tutto quello che ti piace, l'ho fatto, solo per te... Ti amo tanto, e attendo, ogni giorno, una tua preghiera! Abbi una buona giornata!
Ti stai alzando di nuovo, e io starò, un'altra volta, ad aspettare un tuo ricordo. Il mio amore non ti abbandonerà, neppure per un istante!
Il tuo "amico" Dio!»

PAROLA DI DIO: Gal 2,1-2.7-14; Sal 116; Lc 11,1-4

 

Vangelo Lc 11,1-4

Dal vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore

 

“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”.

Quale sarà il motivo che spinge gli apostoli a fare questa richiesta a Gesù?

Penso che il motivo fondamentale sia stato il vedere che Gesù, il loro Maestro, sovente prega. Spesso, infatti, specialmente prima di momenti importanti della sua vita o prima di scelte decisive, Gesù si ritira a pregare e sembra quasi che i discepoli non sopportino questa quasi inaccessibilità di Gesù. Desiderano ‘entrare’ nella preghiera di Gesù, capirne lo stile, afferrarne i contenuti. E la soluzione migliore che sembrano auspicarsi è che Gesù come tutti gli altri maestri insegni loro qualche formula di preghiera. E Gesù, rispondendo alla loro richiesta non insegna la preghiera Padre nostro, ma con essa insegna a loro e a noi la strada della preghiera. Dio non ha bisogno di preghiere, non ci punisce se ‘non diciamo le preghiere’, siamo noi che abbiamo bisogno di preghiera, cioè, abbiamo bisogno di incontrare Lui; non possiamo farne a meno se vogliamo scoprire la nostra dignità di ‘figli’. Ma come pregare?

Una volta ero convinto anch’io che ci fossero scuole e tecniche di preghiera, oggi, pur non disprezzando chi può trasmettermi la sua esperienza, parto da un altro punto di vista. Quando due persone si vogliono bene, amano stare insieme, hanno bisogno di comunicare di fare insieme delle cose. La preghiera, penso, sia questo nostro stare insieme con Dio, dove le parole contano fino ad un certo punto, ma dove riconosciamo chi è Colui che ci ama, dove gli parliamo ma soprattutto dove stiamo bene con Lui. E Gesù, insegnandoci il Padre nostro ci indica proprio questo stile di confidenza. Infatti, questa preghiera ci schiude davanti un programma la cui vastità è tale da mettere i brividi addosso. È una preghiera che ci svela Dio ma che ci apre gli occhi perché ci fa scoprire ciò che dobbiamo fare. Ci apre le orecchie perché ci fa ascoltare ciò che Dio si aspetta da noi. Ci mette in piedi perché ci libera dall’inerzia e dalla pigrizia.

 

 

GIOVEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Cerbonio; S. Tanca; S. Daniele Comboni

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI QUANTE COSE HO BISOGNO: TU PUOI TUTTO E VUOI IL MIO BENE.

 

HANNO DETTO: Il destino è un'invenzione dei vigliacchi e dei rassegnati. (Ignazio Silone)

SAGGEZZA POPOLARE: Che cosa è l’uomo senza gli animali? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali presto capiterà all’uomo. Tutte le cose sono collegate. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un grande, e Santo Abate, giaceva, sul letto di morte! Intorno a lui, si erano raccolti i suoi Monaci, e decine di affezionati studenti, che si erano ispirati alla sua vita, e alle sue idee luminose... I più vicini a lui, gli sussurrarono: “Maestro, quando tu sarai morto, metteremo una grande, e magnifica pietra, sul tuo Sepolcro...» «Che cosa vuoi, che le scriviamo, sopra?». Il vecchio saggio, tacque un po’, e, poi, sorrise: «Scrivete: "Io, non sono, sotto la pietra!"». "Noi, non saremo, sotto la pietra.

PAROLA DI DIO: Gal 3,1-5; Cant. Lc 1,68-75; Lc 11,5-13

 

Vangelo Lc 11,5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

“EBBENE, IO VI DICO: CHIEDETE E VI SARÀ DATO, CERCATE E TROVERETE, BUSSATE E VI SARÀ APERTO”.

La preghiera di domanda può sembrare la forma più facile di preghiera o, per lo meno, quella che usiamo maggiormente. Spesso però le nostre domande al Signore sono così circostanziate che più che un atto di supplica sembrano essere un’imposizione: “Dio, tu devi farmi questo e quello, e in quel modo!”

Domandare significa riconoscere di aver bisogno e riconoscere che c'è Qualcuno in cui si ha fiducia che può rispondere a questo bisogno. Ma non significa affatto lavarsi le mani dalle proprie responsabilità o pretendere un Dio a nostra misura. Non bisogna vergognarsi di chiedere ma avere anche la percezione chiara che noi chiediamo quello che in quel momento sembra il meglio per noi, tante volte senza sapere (“voi chiedete male perché non sapete quello che chiedete”). Dio sa quello di cui abbiamo veramente bisogno e come un padre buono ce lo dà, magari non secondo le nostre richieste, ma secondo la sua misericordia. “Papà è cattivo, non mi ha fatto il regalo che gli avevo chiesto” mi diceva un bimbetto tutto imbronciata. “E cosa gli avevi chiesto?” “Una pistola vera”.

 

 

VENERDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni XXIII; S. Santino

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI ESSERE COERENTI.

 

HANNO DETTO: Lascia che Dio ti usi senza consultarti. (Santa Madre Teresa)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuole fare grandi cose non dovrebbe tentare tutto da solo. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Il nibbio aveva in origine un’altra voce, acuta. Poiché sentì un cavallo che nitriva magnificamente, prese a imitarlo di continuo e tuttavia non riuscì ad apprendere bene il suo verso; così perse la propria voce, non riuscendo né ad acquisire quella del cavallo né a mantenere quella precedente. Gli inetti che, per invidia, imitano quanto è contrario alla loro natura, perdono anche le doti che derivano dalla loro indole. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gal 3,7-14; Sal 110; Lc 11,15-26

 

Vangelo Lc 11,15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore

 

CHI NON È CON ME, È CONTRO DI ME, E CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE.

Quanto sono larghe, spaziose e numerose le strade dei compromessi, dei mezzi impegni, del "salviamo capra e cavoli": "Voglio bene al Signore ma devo badare ai miei interessi!"

"Andrei a messa, la domenica, ma i miei mille impegni, e poi il Signore lo si può amare in mille altri modi!"

"Amare, voler bene, perdonare, si ma non nella giungla del mondo del lavoro: lì devi tirar fuori le unghie, far vedere i tuoi peli sullo stomaco!"

"Signore fino a quando devo perdonare, fino a sette volte? (mi sembra già tanto)".

Eppure, Gesù è intransigente: per Lui non c'è spazio al compromesso: non si può tenere il piede in tante staffe diverse. Bisogna seguirlo e totalmente, bisogna avere il coraggio di comprometterci con Lui sapendo che la sua via conduce al paradiso ma che prima passa da un posto che noi vorremmo aggirare volentieri ma che è inevitabile: la croce.

 

 

SABATO 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Rodobaldo; S. Serafino da Montegranaro

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE PER AVERMI FATTO CRISTIANO!

 

HANNO DETTO: L'anima umana è come un abisso che attira Dio, e Dio vi si getta. (Julien Green)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci vogliono mille voci per raccontare una sola storia. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Una grande siccità si abbatté un giorno su di un paese. Mentre tutti i contadini iniziarono a scavare canali con pazienza e di primo mattino, poiché il sole era furente, Wunfen decise che non avrebbe smesso di lavorare sino a che non avesse collegato al fiume il proprio canale. Le ore trascorrevano, il sole era sempre più implacabile, ma Wunfen zappava e zappava come un dannato. Venne la moglie a portargli del cibo, ma egli la scacciò furente. Venne la figlia con le bende per detergergli il sudore, ma non ebbe miglior sorte. Vennero i genitori a portargli dei panni di ricambio, ma Wunfen manco li guardò. Venne la notte e Wunfen continuò lo scavo al lume di una lucerna. Finalmente, nel buio più pieno, udì il mormorio del fiume e terminò l'opera. Ma nel frattempo, senza che se ne accorgesse, grandi nubi avevano occupato l'orizzonte; lampi guizzanti cominciarono a percorrere il cielo e infine cadde una pioggia pesante e fredda. Wunfen corse a casa in cerca di ristoro, ma non trovò nessuno. I suoi, avviliti dai maltrattamenti subiti, erano andati al tempio a pregare. Stanco, affamato, zuppo, ubriaco per il troppo sole e per la troppa pioggia, Wunfen fu scosso da brividi di febbre. E dovette chiedere perdono ai suoi, e chiedere scusa a Dio di aver troppo presunto di sé, per poter guarire molto tempo dopo.

PAROLA DI DIO: Gal 3,22-29; Sal 104; Lc 11,27-28

 

Vangelo Lc 11,27-28

 Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».  Parola del Signore

 

“BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO?”

“Beato, fortunato, felice.” questa formula di benedizione si trova ben cinquanta volte nell’insieme del Nuovo Testamento e venticinque volte sulle labbra di Gesù stesso nel Vangelo. Dio porta beatitudine, benedizione, felicità fortunati, benedetti, felici sono i poveri, i miti, gli afflitti, i puri, i costruttori di pace, i perseguitati a causa della giustizia. Beato è quel servitore che il Signore troverà vigilante al suo ritorno, beati sono coloro che ascoltano la parola e la mettono in pratica, beata è Maria, perché ha creduto al compimento delle parole che le sono state dette, fortunato  è colui per il quale Gesù non è occasione di scandalo, felici sono gli occhi che hanno visto Gesù. “Beati voi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. Beati voi se  vi farete servitori gli uni degli altri fino a lavarvi i piedi. Beati coloro che crederanno senza aver visto”. Ma quella che meditiamo oggi è una beatitudine che viene proclamata da una donna che in mezzo a tanti personaggi importanti, scribi e farisei che accusano il Salvatore di essere servo di Beelzebùl esprime la propria ammirazione per la Madre di Gesù. Il testo greco è ancora più diretto e realistico della nostra traduzione, dice: “Fortunato il ventre che ti ha portato e i seni da cui tu hai succhiato”. È un’espressione tipicamente giudea per parlare della maternità, e questa donna elogiando la maternità di Maria vuole elogiare la grandezza di Gesù. Questa donna non si è lasciata suggestionare delle parole malevoli dei farisei, ella è stata soggiogata dalla grandezza di Gesù ed esprime l’invidia per sua madre. Non dobbiamo dimenticarcene neanche oggi. Una delle grandi fortune, uno degli onori e delle gioie più profonde che una donna può provare sono i figli a cui ha dato la vita e che ha fatto crescere. Ma Gesù va ancora oltre, ed ecco un’altra ‘beatitudine’: “Benedetti piuttosto coloro che ascoltano e vivono la Parola di Dio”. Quasi a superare il dono grandioso della maternità, Gesù esalta la grandezza della fede. Notiamolo ancora una volta: Gesù non mette in alternativa, in opposizione la contemplazione e l’azione: la vera beatitudine non mette in opposizione i due aspetti inseparabili l’uno dall’altro, infatti, per Gesù, bisogna contemplare, ascoltare, pregare ma anche agire, mettere in pratica la parola, impegnarsi. Eccoci allora coinvolti anche noi. Maria, la ‘fortunata’ ci fa capire, attraverso suo Figlio che altrettanto ‘fortunati’ possiamo essere noi concependo la fede in Gesù e generandolo nella gioia del cuore con le opere che Egli stesso ci ha suggerito.

 

 

DOMENICA 13 OTTOBRE: 28^ DOMENICA  DEL T.O.  ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Romolo; S. Venanzio; S. Chelidona

Una scheggia di preghiera:

 

DONA FORZA, SIGNORE, ALLA NOSTRA VOLONTA'.

 

HANNO DETTO: L'idea diffusa è che i cristiani debbano osservare un'immensità di divieti e che senza si sia più liberi. Io invece vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore non è un fardello e che è bello essere cristiani. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che si apprende penosamente, si tiene a mente più a lungo. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Sant'Antonino era vescovo di Firenze; ma restò sempre umilissimo e povero. Quando gli dissero che il papa lo voleva far cardinale, egli andò a rifugiarsi nei boschi di Corneto, nascondendosi in mezzo al folto degli alberi e rifiutandosi di veder gente. Tuttavia, il corriere pontificio, a furia di cercarlo, lo ritrovò, e dopo che gli ebbe data la notizia, gli chiese una mancia.

“Una mancia, per una così cattiva notizia?” - esclamò il santo uomo - “e che cosa ti darei del resto? Fuor della cappa che tu mi vedi addosso, non ho altro.”

PAROLA DI DIO: Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

 

Vangelo Mc 10,17-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Parola del Signore

 

“UNA COSA SOLA TI MANCA: VA’, VENDI QUELLO CHE HAI E DALLO AI POVERI E AVRAI UN TESORO IN CIELO; POI VIENI E SEGUIMI”.

Il giovane che nel Vangelo di oggi va da Gesù è buono, è un osservante della legge, ma ha avvertito che Gesù chiede qualcosa di più. Infatti, ormai non basta più la Legge. Là si diceva di amare il prossimo, ma ora bisogna amarlo come Gesù l’ha amato. Là si diceva di amare Dio con tutte le proprie forze, ma ora che Dio si è fatto presente in Gesù, amarlo vuoi dire seguirlo. Dai comandamenti vissuti per obbedienza si deve passare a seguire Gesù per amore e questo richiede un mutamento coraggioso. Come posso seguire il mio maestro, novità assoluta, se resto quello di sempre?

In questo senso avviene la richiesta di Gesù di trasformare la ricchezza terrena in carità e amore. Se sei attaccato ai beni, sei diviso tra loro e Gesù, se ti liberi da questi legami puoi andargli dietro con leggerezza.

 

 

LUNEDI’ 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Callisto I; S. Donaziano; S. Domenico Loricato

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN TE, GESU' FIGLIO DI DIO, SIGNORE NOSTRO, VIVENTE IN ETERNO.

 

HANNO DETTO: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto”. (Gilbert K. Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Condividere e dare sono le vie di Dio. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Nel IV secolo, l’imperatore Giuliano, detto l’Apostata, domandò con tono beffardo a un seguace di Cristo: “Che cosa fa il figlio del falegname?”. Al che rispose quello: “Sta preparando la cassa della tua sepoltura”.

PAROLA DI DIO: Gal 4,22-24.26-27.31–5,1; Sal 112; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11,29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARÀ DATO NESSUN SEGNO FUORCHÉ IL SEGNO DI GIONA”.

Anche noi, a volte, vorremmo dei segni che ci garantissero la fede, o dei facili miracoli a seconda delle nostre esigenze, ma Dio non lo si comanda a bacchetta. Gesù dice alla generazione dei suoi contemporanei che non sarà dato alcun segno se non sé stesso. Proviamo ad aprire gli occhi: anche noi abbiamo il segno di Gesù, il Figlio di Dio, morto e risorto per noi: non ci basta questo?

Non ci basta un Dio fatto uomo che soffre e muore come noi e per noi?

Non ci basta il Cristo risorto che è testimonianza vivente di risurrezione e salvezza per noi?

 

 

MARTEDI’ 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa di Gesù; S. Barsen; S. Tecla

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU CI INSEGNI LA CONDIVISIONE VERA.

 

HANNO DETTO: “Per meschina e povera che sia, ogni vita possiede istanti degni di eternità”. (Nicolas Gomez Davila)

SAGGEZZA POPOLARE: Dare la dignità all'uomo è all'origine di tutte le cose. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Uno studente cileno che era negli Stati uniti grazie ad un programma di scambio spiegava ad un americano come nel suo paese si viva con minor affanno. “Forse capirete meglio quel che intendo, se vi dico che in Cile si lavora tra un pasto e l'altro mentre negli Stati Uniti si mangia tra un turno di lavoro e l'altro”.

PAROLA DI DIO: Gal 5,1-6; Sal 118; Lc 11,37-41

 

Vangelo Lc 11,37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».  Parola del Signore

 

“PIUTTOSTO DATE IN ELEMOSINA QUEL CHE C’E’ DENTRO, ED ECCO PER VOI TUTTO SARA’ PURO”.

Spesso il desiderio giusto di spiritualità ha portato a cercare quale sia il modo migliore, perfetto per realizzare la fede, il cristianesimo. È vero noi dobbiamo essere “perfetti come è perfetto il Padre nostro celeste”, ma questa ricerca esasperata di perfezione ci ha spesso portati a guardare solo a noi stessi, all’osservanza esteriore delle minime norme, all’ipocrisia. Gesù invita il fariseo osservante, che però lo aveva subito giudicato, a non fermarsi alle esteriorità, ma ad imparare ad andare al nocciolo delle cose e credo che in fondo dica a lui e a noi più o meno così: “Quando uno sta morendo dalla fame, ha bisogno di trovare un piatto pulito o del cibo?

Quando uno bussa alla tua porta per chiederti aiuto bada alle belle parole che tu puoi dirgli o a ciò che concretamente tu puoi fare per lui?

La Chiesa mostra il suo vero volto perché tanti cristiani parlano o perché qualcuno si sforza di fare le stesse scelte che Gesù ha fatto?”

La purezza di cuore non è legata alle esteriorità formali della legge, anche se queste potrebbero essere di aiuto, ma è legata al dare agli altri ciò che vi è dentro. Dio non si lascia ingannare dalle apparenze e dalle maschere che noi mettiamo per apparire più buoni di quello che siamo. Gesù in pratica ci  dice: “Liberatevi dalla preoccupazione di voler apparire perfetti, dalla tentazione del voler raggiungere le vette di una virtù disincarnata, e rendetevi disponibili con semplicità, all’incontro con ogni persona; liberatevi dalla religiosità della fredda osservanza, da quella della paura e lasciate che il vostro cuore ripieno di Dio debordi e vi conduca per strade nuove con la fantasia dello Spirito Santo che abita in voi”.

 

 

MERCOLEDI’ 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Edvige; S. Margherita M. Alacoque

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, TI SEI FATTO MENDICANTE DI AMORE!

 

HANNO DETTO: “Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore degli altri”. (Santa Madre Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio dorme nella pietra, sogna nel fiore, si desta nell'animale, e sa di essere desto nell'uomo. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Oche e gru becchettavano su uno stesso prato. Quando comparvero di fronte a loro dei cacciatori, le gru, leggere, volarono via; invece, le oche, bloccate a terra a causa del peso dei corpi, furono catturate. Così anche fra gli uomini, quando scoppia una guerra in una città, i poveri, che si spostano con facilità, si salvano agevolmente passando da una città all’altra; invece, i ricchi, trattenuti dalla grande quantità dei loro beni, diventano schiavi. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gal 5,18-25; Sal 1; Lc 11,42-46

 

Vangelo Lc 11,42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI…”

Gesù ritorna ancora sugli adempimenti esteriori che vengono visti come unica risposta della nostra fede e come espressione unica della nostra adesione a Dio, quasi che Dio fosse comprabile a base delle nostre opere esteriori. Essere obbedienti alle leggi decretate dagli uomini è certamente espressione di giustizia, ma non possiamo limitare a tali adempimenti il nostro rapporto con il Signore e neanche quello con il nostro prossimo. La giustizia e l'amore di Dio debbono avere il primato assoluto nella nostra vita perché hanno una dimensione e una profondità diversa; non si fermano alle apparenze, ma ci coinvolgono nella sincerità della vita. È ancor peggio poi trarre un futile vanto da un'appartenenza solo esteriore traendo in inganno il nostro prossimo. Non sono certo i titoli e le onorificenze che veramente ci qualificano agli occhi di Dio. Potremmo anche occupare i primi posti, strappare una certa stima dalla gente, che intimorita, ci saluta e ci onora, ma se noi non corrispondiamo a quanto appare inganniamo solo noi stessi, e gli altri ma Dio non lo possiamo ingannare. La predica senza la pratica è una menzogna conclamata, che genera scandalo e rende non credibile quanto proclamiamo solo con la voce. Sono ancora numerosi coloro che in nome di Dio tuonano sentenze e condanne dai pulpiti delle nostre chiese, mentre essi stessi si auto assolvono da ogni iniquità. Se siamo tra questi ci colpisce la parola di Gesù che ci indica come coloro che mettono pesi sulle spalle altrui ma non vogliono toccarli neanche con un dito. La vera “decima da dare a Dio” non sono né soldi, né candele, né preghiere rituali e neppure osservanza formale. A Dio possiamo dare solo il nostro cuore e la nostra veridicità.

 

 

GIOVEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio di Antiochia

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: “Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire”. (Georges Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove non c'è tigre, anche la lepre spadroneggia. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un diplomatico domandò a Papa San Giovanni XXIII quante persone lavorassero in Vaticano. “Oh, non più della metà”, rispose il Pontefice.

PAROLA DI DIO: Ef 1,1-10; Sal 97; Lc 11.47-54

 

Vangelo Lc 11,47-54

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GUAI A VOI DOTTORI DELLA LEGGE, CHE AVETE TOLTO  LA CHIAVE DELLA SCIENZA. VOI NON SIETE ENTRATI E A QUANTI VOLEVANO ENTRARE LO AVETE IMPEDITO”.

Più di una volta mi è capitato di partecipare a celebrazioni anche importanti che richiamano migliaia di persone e di trovarmi davanti a un celebrante che invece di infervorarsi e trasmettere la gioia di una celebrazione, la festa della comunità, la parola di Dio viva, era di una freddezza formale, di una verbosità rituale e compassata che alla fine della celebrazione, al di là della preghiera e del “bagno di folla” non ho portato con me proprio nulla. Quanto è triste trovarsi anche oggi davanti a ‘‘dottori della legge” che con arzigogoli verbali sembrano conoscere tutte le ultime novità della interpretazione biblica, ma che impediscono alla novità della parola di Dio di penetrare nei cuori e nella vita. Anche noi diventiamo “dottori della legge” quando usiamo della Parola di Dio per giustificare i nostri comodi, quando pensiamo di essere cristiani perché siamo formali osservanti, quando abbiamo la presunzione di spiegare i misteri di Dio con facili formule. Il “Guai” di Gesù è per metterci in guardia: la parola di Dio ridotta così non serve né a noi, né agli altri.

 

 

VENERDI’ 18 OTTOBRE: S. LUCA ev.

Tra i santi ricordati oggi: S. Amabile; S. Pietro d’Alcàntara

Una scheggia di preghiera:

 

SANTI DI DIO, MOSTRATECI LA STRADA PER VIVERE DI LUI.

 

HANNO DETTO: “Nel tempo della desolazione non bisogna mai fare cambiamenti, ma rimanere saldi e costanti nei propositi e nella decisione in cui si era nel giorno precedente a quella desolazione.” (Sant’Ignazio di Loyola)

SAGGEZZA POPOLARE: È impossibile svegliare chi fa finta di dormire. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: “Quale differenza passa tra la vita e la valigia?” - chiese un giorno il maestro ai suoi discepoli. Questi dissero di non saperlo e allora il maestro spiegò: la differenza è questa: la valigia più la riempi e più pesa; la vita più la riempi, meno pesa!”

PAROLA DI DIO: 2Tm 4,10-17b; Sal 144; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“IL SIGNORE DESIGNO ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIO”.

La festa di San Luca e il brano di Vangelo che abbiamo letto ci invitano a pensare al dovere cristiano di essere testimoni e missionari del Vangelo. Luca lo fu  in quanto non solo scrisse il Vangelo che noi leggiamo ma lo testimoniò con San Paolo in lunghi viaggi missionari. Gesù chiama e manda. Dio ha bisogno di uomini non per sé, non per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo), ha bisogno di noi per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di poter assomigliare a Lui, che è altruista all’infinito. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato non è un cristiano. Se sei cristiano, sei apostolo. Ma, nel vangelo di oggi, quello che colpisce ancora di più è il modo della missione. Non si tratta di andare con tanti mezzi ad imporre, si tratta di proporre con amore. Ecco le parole fortissime di Gesù: “Vi mando indifesi in un mondo violento”. Noi ci aspetteremmo: “Armatevi almeno del bastone per difendervi”, invece Cristo dice il contrario: “Vincerete se sarete agnelli, se sarete miti, se sarete poveri e distaccati perché convinti e attratti da un’altra ricchezza”. Così deve essere la vera comunità cristiana. Il mondo ci fa paura quando lo combattiamo con i suoi stessi mezzi: violenza con violenza, orgoglio con orgoglio, torto con torto, dispetto con dispetto, cattiveria con cattiveria. Ma il mondo non fa più paura quando si combatte con i mezzi di Dio: mansuetudine, pazienza, perdono, generosità, preghiera. D’altra parte, guardiamo a Gesù stesso: Lui chiede a noi di essere agnelli perché Lui il mondo l’ha vinto salvandolo come ‘agnello innocente, condotto al macello’. Finché la Chiesa e noi cristiani  pensiamo di vincere il mondo combattendolo, facendoci lupi anche noi, perderemo perché ci mancherà l’aiuto e la forza del Signore che è il Buon Pastore delle pecore e non dei lupi.

 

 

SABATO 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Giovanni de B. e Isacco J. e c.; S. Paolo d. Croce

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU TUTTO PUOI.

 

HANNO DETTO: Raccomanderei ai genitori di vegliare attentamente sulle persone che avvicinano i loro figli per il danno che questi ne possono avere. La nostra natura è più portata ad imitare il male che il bene. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: È meno grave essere poveri, che disonesti. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: L’imperatore romano Antonino, genero dell’imperatore Adriano, fu detto «Pio» per il suo altissimo senso della giustizia improntato alla più umana bontà. Infatti, egli soleva dire: «Meglio salvare un cittadino che uccidere mille nemici!». Quando fu fatto imperatore, regalò la maggior parte dei suoi beni ai suoi amici. La moglie lo rimproverò  ma Antonino le rispose: “Penso che dal momento che siamo stati posti sul trono, quel che possediamo ha cessato di essere nostro.”

PAROLA DI DIO: Ef 1,15-23; Sal 8; Lc 12,8-12

 

Vangelo Lc 12,8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato, ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore

 

‘CHI BESTEMMIERÀ LO SPIRITO SANTO NON GLI SARÀ PERDONATO”.

Quando sentiamo la parola bestemmia ci vengono subito in mente certe parole rivolte contro Dio, contro la Madonna che, purtroppo, sentiamo sempre più in bocca a tante persone che il più delle volte non sanno neppur cosa dicono. Ma qui Gesù parla di una bestemmia che il più delle volte non è neppur fatta di parole. Si bestemmia contro lo Spirito Santo quando il nostro atteggiamento di vita esclude allo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di noi e dei nostri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonare. È allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.

 

 

DOMENICA 20 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DEL T.O.  ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Cornelio; S. Adelina

Una scheggia di preghiera:

 

NON CONTA  L'ESSERE  IL PRIMO, CONTA AMARE COME AMI TU.

 

HANNO DETTO: Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa”. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa che sia il tuo cuore a scegliere la meta, e la ragione a cercare la via. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: C’era una volta un re, il cui unico figlio era appassionato di caccia. Una notte il re ebbe un sogno in cui il suo unico e amato figlio veniva ucciso da un leone. Temendo che il sogno si realizzasse, fece costruire  per il principe un piacevole palazzo pieno di divertimenti e alle pareti fece disegnare degli animali a grandezza naturale e molto realistici, tra i quali c’era anche un leone. Una volta terminati i lavori del palazzo, vi fece rinchiudere in principe. Povero ragazzo, era davvero disperato, il palazzo era incantevole, ma si trattava pur sempre di una prigione. Il principe si sedette piangendo ai piedi del disegno del leone e disse: – Oh leone, tu  sì che sei  il più detestabile tra tutti gli animali! Cosa devo fare adesso qui rinchiuso e tutto per colpa di un sogno? Mentre diceva queste parole cercò di strappare un ramo da un albero lì vicino, per colpire il disegno del leone. Ma il ramo si spezzò e una brutta e grossa spina graffiò il principe, che morì per una brutta infezione dopo alcuni giorni. Morale: i nostri figli devono imparare a scoprire il mondo e noi dobbiamo essere delle guide per loro e non dei carcerieri. Per quanto li amiamo e desideriamo proteggerli, la miglior soluzione è fornire loro i mezzi per vivere al meglio nonostante i pericoli e gli errori.

PAROLA DI DIO: Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45

 

Vangelo Mc 10,35-45, (forma breve 10,42-45)

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi cori Giacomo e Giovanni. Allora [Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».] Parola del Signore

 

"GESU' HA DATO LA SUA VITA IN RISCATTO PER TUTTI".

Se siamo onesti è facile scoprirci poveri, senza meriti, con le mani vuote. Ma se siamo anche umili, consapevoli dei doni di Dio, riconoscenti, c'è qualcuno che ci vuol bene, ci accompagna, ci salva: “Aveva sciupato la vita in preoccupazioni, che ora sul letto di morte non contavano niente. Ebbe però il coraggio di chiamare un sacerdote. Questi, per l'infinita misericordia di Dio, gli perdonò tutti i peccati della vita e lo riconciliò con Dio. Ma il moribondo, triste, guardava le sue mani e sospirava: Come sono vuote di opere buone le mie mani, come sono vuote!

Allora il sacerdote staccò dalla parete il crocifisso, lo pose tra le mani di quel povero uomo pentito e gli disse: Ora le tue mani non sono più vuote!

I meriti di Gesù, che ti ama, sono diventati tuoi. Ora possiedi il più grande tesoro, il lasciapassare per il Regno del Padre. A queste parole il povero uomo si strinse felice il Crocifisso al cuore e morì sereno”. Ma non solo in punto di morte, la croce ci parla della misericordia di Dio in Gesù, ma già durante la vita può riempirci di speranza, di misericordia, di pazienza, di amore.

 

 

LUNEDI’ 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Orsola e c.; S. Malco

Una scheggia di preghiera:

 

MIO UNICO BENE È STARE CON TE, GESU'

 

HANNO DETTO: Chi ama non si agita, non ha fretta, non offende, non ingiuria. Chi ama si domina, è dolce, è mite, è paziente. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Giorno e notte non possono abitare insieme. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Una pentola di terracotta e una di bronzo erano trascinate dalla corrente di un fiume. La pentola di terracotta disse a quella di bronzo: «Stai lontana e non avvicinarti; infatti, se mi urti, vado in pezzi». Un povero che sta vicino a un ricco avido non ha una vita tranquilla. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ef 2,1-10; Sal 99; Lc 12,13-21

 

Vangelo Lc 12,13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla gli disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».  Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO È NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI”.

Una frase del genere scandalizzava i contemporanei di Gesù abituati a pensare che ricchezza e benessere fossero una benedizione del Signore, e lascia perplessi anche noi. Sembra quasi che Gesù ci faccia paura o ci inviti a disprezzare le cose di questa terra. Gesù, invece, ha come unico scopo quello di aiutarci a fondare le nostre speranze non su cose passeggere ma su Dio stesso. I beni di questo mondo, la natura, le persone, le cose, i sentimenti sono cose buone. Ma se il benessere è fine a sé stesso è fonte di ingiustizie, preoccupazioni, avidità, odio. Con tutti i soldi, gli amici, gli intrallazzi di questa terra non posso comprarmi neanche un’ora della mia vita: con Dio ho in offerta l’eternità, ma non solo quella futura, la beatitudine dopo la morte, ma l’eternità che comincia qui, cioè, pur nella lotta e nella tribolazione quotidiana ho Dio già fin da adesso e se il mio cuore riposa in Lui non ho più bisogno di tante cose ma, anzi, so servirmi bene delle cose senza esserne schiavo.

 

 

MARTEDI’ 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Paolo II; S. Abercio; S. Donato Scoto

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO QUELLO CHE SIAMO ED ABBIAMO È DONO TUO.

 

HANNO DETTO: La ragione prima di ogni turbamento con il fratello la si trova nel fatto che nessuno incolpa sé stesso. (S. Doroteo di Gaza)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Sai che cosa successe a quel pulcino che diceva: “Io dal mio guscio non mi muovo finché non so bene che cosa ci sia lì fuori”! Morì soffocato nel suo guscio.

PAROLA DI DIO: Ef 2,12-22; Sal 84; Lc 12,35-38

 

Vangelo Lc 12,35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore

 

“SIATE SIMILI A QUELLI CHE ASPETTANO IL LORO PADRONE QUANDO TORNA DALLE NOZZE, IN MODO CHE, QUANDO ARRIVA E BUSSA, GLI APRANO SUBITO”.

Dedicato a tutti quelli che dimenticano una bella parola: "GRATITUDINE". Un re aveva dieci cani selvatici. Quando un servo commetteva un errore, lo lanciava ai cani perché lo mangiassero. Quindi uno dei servi più anziani ha fatto qualcosa di sbagliato. King ha ordinato che lo gettassero ai cani. Il servo ha detto: "Ti ho servito per dieci anni, per favore dammi dieci giorni prima di buttarmi in pasto ai cani?”

Il re glielo concede. In prigione il servo ha detto alla guardia che vorrebbe servire i cani per i prossimi dieci giorni. La guardia era d'accordo e il servo poteva dare da mangiare ai cani, pulire il canile e bagnarli con tutto affetto. Alla fine dei dieci giorni, il re ordinò che il servo venisse gettato ai cani come punizione. Quando è stato lanciato, tutti sono rimasti sorpresi di vedere solo i cani rabbiosi leccare i piedi del servo!

Il re, perplesso da quello che vedeva, disse: "Cos'è successo ai miei cani?”

Il servo rispose: "Ho servito i cani solo per dieci giorni e non hanno dimenticato i miei servizi. Ti ho servito per dieci anni e te ne sei dimenticato nel mio primo errore." Il re si rese conto del suo errore e ordinò che il servo fosse riammesso in carica.

 

 

MERCOLEDI’ 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Capestrano; S. Severino Boezio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO NON TI DELUDA.

 

HANNO DETTO: Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. (San Cipriano)

SAGGEZZA POPOLARE: Il coyote è sempre là fuori in attesa, e il coyote ha sempre fame. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Durante le feste natalizie di alcuni anni fa, fu chiesto ad un 'rosa' di personaggi famosi quale regalo avrebbero voluto fare ai loro bambini. Folco Quilici, regista ed esploratore ebbe questa interessante risposta: “Regalerei a mio figlio quello che gli inglesi chiamano “sense of humour, quella disposizione particolare che aiuta a prendere allegramente le cose o almeno a non prenderle troppo sul serio”.

PAROLA DI DIO: Ef 3,2-12; Cant. Is 12,2-6; Lc 12,39-48

 

Vangelo Lc 12,39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

“A CHI FU AFFIDATO MOLTO, SARÀ CHIESTO MOLTO DI PIÙ”.

Ciascuno di noi si esamini su questo: Dio ti ha affidato molte cose: una famiglia, un figlio, un lavoro responsabile. Ti ha affidato la fede, i sacramenti, la comunità cui partecipi, ti ha dato dei doni personali. Perché questo a te e non ad altri?

Perché ad altri ha dato doni che tu non hai?

Perché da te si aspetta quella risposta, perché Egli sa che tu puoi darla. Se ti tiri indietro tutto il mondo sarà più povero e Dio deluso nell’essersi fidato di te.

 

 

GIOVEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Claret; S. Luigi Guanella

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE!

 

HANNO DETTO: Le mie impotenze, i miei disgusti, le mie oscurità, le mie stesse colpe narrano la Gloria dell'Eterno. (J. H. Newman)

SAGGEZZA POPOLARE: Il danaro è la spada che separa gli amici inseparabili. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Torquato Tasso non era un santo ma un sincero credente. Un giorno il re di Francia Carlo IX gli chiese qual fosse l'essere più felice. Il poeta rispose: “Dio!” Il re ribatté: “Questo lo so, ma io volevo sapere qual è l'uomo più felice sulla terra”. Allora il poeta: “ È semplice: il più felice è l'uomo che cerca di avvicinarsi il più possibile a Dio.

PAROLA DI DIO: Ef 3,14-21; Sal 32; Lc 12,49-53

 

Vangelo Lc 12,49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore

 

“SONO VENUTO A GETTARE  FUOCO SULLA TERRA, E COME VORREI CHE FOSSE GIA’ ACCESO”.

Gesù sente bruciare dentro  sé stesso il desiderio forte e prepotente di donare agli uomini ciò che Dio gli ha consegnato per loro. Quando uno ama non usa mezze misure, è disposto a tutto, e Gesù è Dio che ci ama. In questo suo atteggiamento mi pare di poter cogliere la sua voce accorata ma decisa che ci richiama in questo senso: “Caro amico, cari  cristiani, sono venuto sulla terra per dirvi che Dio vi vuole bene, che è un Padre misericordioso, e per farvi capire questo mi sono messo contro a mentalità e religioni che riducevano Dio o che ve lo facevano solo temere, ma per molti  di voi non sembra una buona notizia. Per molti, Dio è solo Colui che dovrebbe intervenire quando c’è qualcosa che  non va; per altri è il Dio della domenica, da tirar fuori come il vestito buono di certe circostanze e da riporre in armadio, ben chiuso, mi raccomando, nei giorni feriali. Caro amico, cari cristiani, sono venuto sulla terra e vi ho amati fino a versare il mio sangue perché il perdono giungesse fino a voi, e molti fanno di tutto per dire  che il peccato non esiste, è solo un errore, e molti riducono la confessione (altri bellamente la escludono) ad un sentimento, a un elenco studiato di  peccatucci, a una lavanderia a gettone. Caro amico, cari cristiani, ho visto le vostre fami di buono, di bello, di giusto e non vi ho dato pane secco, mi sono fatto io vostro schiavo, vostro pane per il cammino, e voi trascurate questo pane, avete ridotto l’Eucaristia ad un rito, al massimo ad un simbolo, per andare a cibarvi di tanti pani che non tolgono la fame. Caro amico, cari cristiani, ho acceso un fuoco e vi ho messo nelle mani delle capacità tali da trasformare voi e il mondo e avete fatto di tutto per spegnere questo fuoco, per ridurre la fede a chiacchiere da sacrestia, per rintanarvi in tradizioni trite, per addormentare le coscienze. Dovreste gridare e sussurrate, dovreste essere splendenti di gioia e siete musoni, siete liberi e vi comportate da schiavi, avete in mano i sacramenti che vi danno una grazia continua e la forza di vincere il mondo e li avete ridotti a celebrazioni noiose. Insomma, è possibile che non sentiate dentro di voi, almeno il desiderio di cambiare un po’!”

 

 

VENERDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Miniato; S. Gaudenzio; S. Frontone

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU' AIUTACI A NON PERDERE LE OCCASIONI QUOTIDIANE DI BENE.

 

HANNO DETTO: L'uomo nuovo che è rinato e restituito a Dio dice innanzitutto "Padre", perché è diventato figlio. (S. Cipriano di Cartagine)

SAGGEZZA POPOLARE: L'illusione degli uomini, di trovare spiegazioni nelle religioni artefatte e gioia nelle cose materiali, somiglia a quella dei bambini che credono di poppare il latte mentre si succhiano il pollice. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Una lampada ebbra d’olio, che produceva una luce splendente, si vantava di essere più brillante del sole, ma ci fu un soffio di vento e subito si spense. Un tale la riaccese di nuovo e le si rivolse in questo modo: «Splendi, lampada, e taci: la luminosità degli astri non si spegne mai». Non bisogna gonfiarsi d’orgoglio nei momenti di fama e di gloria; infatti, tutto quello che si acquisisce ci è estraneo. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-6; Sal 23; Lc 12,54-59

 

Vangelo Lc 12,54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore

 

“SAPETE VALUTARE L’ASPETTO DELLA TERRA E DEL CIELO; COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE VALUTARLO?”

È facile confondersi, avere giudizi erronei sulle cose. Anche Gesù normalmente ci invita a non giudicare ma a lasciare ogni giudizio a Dio. Però Lui ci dice che abbiamo abbastanza sapienza, abbastanza segni e dati per poter riconoscere e giudicare i tempi che stiamo vivendo, non tanto per poter dire che sono migliori o peggiori di quelli di ieri, quanto per poter capire che, in questi giorni che ci sono dati,  noi ci giochiamo l’eternità. Se voglio, riesco a capire che il tempo è dono; se uso il dono della sapienza, capisco che Gesù è venuto per amore nei miei confronti e mi offre oggi la possibilità di rispondere a questo suo amore; se appoggio la mia sapienza a quella del Vangelo, capisco in cosa consista lo scegliere il bene per rispondere con generosità a Dio che mi ha amato tanto; se ho occhi di amore, capisco che il prossimo non è il nemico ma il fratello , che Dio è il Padre buono di tutti, che il perdono vale di più dell’odio e del rancore. Ecco che cosa significa saper giudicare il tempo presente: è cogliere in esso tutte le prospettive di salvezza che esso ha nei nostri confronti ed approfittarne.

 

 

SABATO 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Luciano e Marciano

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SULLA TUA PAROLA...

 

HANNO DETTO: Non prendere mai a modello l'uomo per santo che sia. Imita invece Cristo. (S. Giovanni della Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: La gru, sperando di mangiare pesce secco con il prosciugarsi del mare, deperì aspettando. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Una leggenda indiana narra... che la piuma di una giovane aquila cadde accanto ad una donna... ed ella contemplandola imparò il segreto del volo.

PAROLA DI DIO: Ef 4,7-16; Sal 121; Lc 13,1-9

 

Vangelo Lc 13,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».  Parola del Signore

 

“UN TALE AVEVA PIANTATO UN ALBERO DI FICHI NELLA SUA VIGNA E VENNE A CERCARVI FRUTTI, MA NON NE TROVÒ”.

“Ho dato tanto amore a mia figlia, gli ho insegnato i principi della carità, della fede e oggi la trovo così egoista, così arida.” “Ho provato a seminare amore, sensibilità, servizio tra i miei colleghi di ufficio e più che calci in faccia”. E il padrone del fico, con dispiacere decide di tagliare la pianta. Ma c'é un vignaiolo, Gesù, che invita alla pazienza: “Proviamo ancora!”

Prova ancora, non darti per vinto, continua a concimare con amore, con speranza: d’altra parte Dio non sta facendo la stessa cosa con te?

 

 

DOMENICA 27 OTTOBRE: 30^ DOMENICA DEL T.O. ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Evaristo; S. Gaudioso

Una scheggia di preghiera:

 

FIGLIO DI DAVIDE, GESÙ, ABBI PIETÀ DI ME!

 

HANNO DETTO: Quando Dio vedrà che ti affidi a lui più che a te stesso, allora una forza a te sconosciuta verrà ad abitare in te. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: La legge di un uomo cambia a seconda del suo pensiero. Solo le leggi dello spirito rimangono sempre le stesse. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Si racconta che la regina Cristina di Svezia andò personalmente a fare visita al pittore Francesco Barbieri, detto il Guercino, e non appena lo vide gli strinse la mano dicendogli: Mi faccia toccare la mano che crea tante meraviglie!

PAROLA DI DIO: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52

 

Vangelo Mc 10,46-52

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore

 

«LA TUA FEDE TI HA SALVATO»

Uno dei molti incontri tra un uomo e Gesù per le strade della Palestina, anche questa volta sorprendente e determinante. Bartimeo, il mendicante cieco, l’aveva subito intuito. Poter parlare al Messia era la grande occasione della sua vita, per questo non teme di scomporsi urlando per strada, per questo gli corre incontro gettando via la sua unica proprietà, il mantello, sapendo che per un cieco non sarebbe stato facile ritrovarlo. L’incontro supera le sue aspettative: il cieco chiede la vista, Gesù gli dona la salvezza (cioè, la dignità di figlio, l’unione con Dio, la serenità) della quale la vista recuperata è solo il pallido simbolo. È la sua fede a smuovere il cuore di Dio: quell’uomo ha fiducia in Lui, sa affidarsi alla sua onnipotenza, lo chiama “Rabbunì”, maestro mio, e forse è stata proprio questa parola piena di modestia e di affetto l’arma vincente di Bartimeo.

 

 

LUNEDI’ 28 OTTOBRE: Ss. SIMONE e GIUDA Ap.

Tra i santi ricordati oggi: S. Ferruccio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA' DI NOI CANALI, PER PASSARE LA TUA GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Io non mi preoccupo dei mali di stagione: contro l'influenza del diavolo c'è sempre pronto il vaccino della preghiera. (Del Vaglio)

SAGGEZZA POPOLARE: La sola cosa necessaria, per la tranquillità del mondo, è che ogni bambino possa crescere felice. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Quando un laico torna a casa dopo una predica, non ricorda a lungo ciò che il prete ha detto, ma porta con sé il fascino, la forza di convinzione con cui ha parlato. (Jean Guitton). 

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

“NE SCELSE DODICI AI QUALI DIEDE ANCHE IL NOME DI APOSTOLI”.

Sovente, leggendo la lista dei dodici, mi risulta facile ‘allungarla’. Per esempio, già nelle comunità primitive avevano capito che il termine ‘apostolo’ (cioè: inviato) non era riservato solo a quelli della lista, infatti anche Paolo e Barnaba vengono chiamati così. È allora bello pensare che la mia fede di oggi si fonda sulla base della parola e della testimonianza degli apostoli, sul sangue dei martiri, sulle preghiere e le opere dei santi, quelli autenticati dalla Chiesa e quelli autentificati dalla fede e da Dio stesso. E scopro (non solo in quanto prete) che anch’io sono chiamato personalmente da Gesù all’apostolato; fin dal giorno del mio Battesimo sono stato chiamato per nome da Cristo per conoscere e rivestirmi di Lui e per avere la gioia di comunicare agli altri la fede, tutti siamo eredi del passato e il futuro erediterà il nostro presente. Siamo eredi della fede bimillenaria degli apostoli attraverso generazioni di cristiani che credettero in Cristo e lo seguirono al ritmo quotidiano delle sofferenze e delle speranze dell’umanità. E le prossime generazioni riceveranno questa fede da noi. Pertanto, nessuno è insignificante nel disegno di Dio. Siamo un anello della lunga catena di trasmissione della fede; siamo soltanto un minuto, ma necessario, nell’orologio di Dio e della sua storia di salvezza. Situati a metà tra il passato e il futuro, la nostra responsabilità di credenti e di testimoni ci impone di non far spegnere la fiaccola della fede nelle nostre mani per essere capaci di passare il testimone a quelli che ci rileveranno nella corsa. E l’essere inviati, testimoni, apostoli, non è neanche solo ‘convertire gli altri’, insegnare loro la teologia o il catechismo, ma lasciare che la bellezza, la grandezza, la gioia di Cristo, trabocchi da noi. Il Vangelo di oggi termina con una frase riferita a Cristo che dice: “Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da Lui usciva una forza che sanava tutti”. Noi non siamo Gesù, ma il nostro apostolato dovrebbe essere un po’ così: gli altri dovrebbero accorgersi che in noi c’è una forza non nostra che opera la guarigione dei cuori.

 

 

MARTEDI’ 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Zenobio; S. Gaetano Errico

Una scheggia di preghiera: 

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Il Signore mi assume in sé, così come sono, con tutta la mia miseria, per annientare in sé ciò che è male e per riempirmi di tutta la sua ricchezza congiungendosi intimamente con me. (S. Gregorio Nazianzeno)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio avere meno tuoni nella bocca e più luce nella mano. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un uomo offriva generosi sacrifici a un eroe di cui teneva in casa la statua. Poiché per quei sacrifici spendeva in continuazione e consumava molto denaro, l’eroe gli apparve una notte e gli disse: «Caro mio, smettila di dilapidare le tue sostanze; infatti, una volta consumato tutto, diventerai povero e darai la colpa a me!». Così molti, infelici a causa della loro sconsideratezza, danno la colpa agli dèi.

PAROLA DI DIO: Ef 5,21-33; Sal 127; Lc 13,18-21

 

Vangelo Lc 13,18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO È SIMILE AD UN GRANELLO DI SENAPE”.

Gli uomini sono portati a guardare le grandi cose e a disprezzare le piccole. Gesù, invece, per parlarci del suo Regno parte da un granello di senapa. Noi, oggi, conosciamo i dinosauri solo dalle loro ossa. Se fossimo vissuti al tempo del dinosauro non avremmo di certo sospettato che un animale così grosso e forte fosse destinato all’estinzione. La loro “arroganza del potere” non è servita a nulla. Il Regno di Dio non è nato dalla forza ma dalla povertà. Non si fonda sulle armi ma sulla non-violenza. Nasce da un uomo, Gesù, che dà la vita per gli altri, eppure dopo duemila anni, nonostante la povertà dei suoi aderenti è ancora vitale, grazie proprio ai piccoli, ai poveri, ai semplici che si appoggiano solo su Dio e sulla sua misericordia. Anche nella tua vita, se vuoi cogliere i segni di questo regno cercali nei giorni feriali, in fondo alle cose familiari, nella debolezza lì troverai ancora quell’albero cresciuto “dove gli uccellini possono fare il nido” e un ramo su cui appoggiarsi per poter cantare.

 

 

MERCOLEDI’ 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Marciano di Siracusa; S. Germano di Capua

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDICI PER MANO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Dobbiamo al benessere opulento e all'orgoglio della tecnica se la fede in Dio va scomparendo. Abbiamo moltiplicato il rumore e riempito tutto di noi stessi. Dopo ciò ci meravigliamo se il Signore non si manifesta? (Andrei Sinjavskij)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c’è nulla di più convincente della coda di un serpente a sonagli. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un pescatore tirò su un piccolo pesce. Poiché era molto piccolo, il pesce pregò il pescatore di lasciarlo andare: Quando poi sarò cresciuto e diventerò un grosso pesce, mi prenderai, e ne avrai un vantaggio anche tu. - Eh – osservò il pescatore, – quando tu fossi diventato un pesce grosso, faresti finta di non riconoscermi.

PAROLA DI DIO: Ef 6,1-9; Sal 144; Lc 13,22-30

 

Vangelo Lc 13,22-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Parola del Signore

 

“SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”

Una domanda “teologica” quella che vien fatta a Gesù. E di solito chi fa di queste domande dà per scontato il fatto di appartenere al numero degli eletti. Si mostra curioso di sapere se la compagnia sarà numerosa, lasciando intendere che gradirebbe presenze selezionate. Gesù, ancora una volta non si lascia invischiare da questo tipo di problematica fasulla. E, dopo aver fatto entrare in scena uno “scandaloso” corteo di inattesi, vorrei dire di intrusi (“verranno da oriente e da occidente...”), sposta il dibattito su un altro piano. E piazza in mezzo un’in­quietante, ma assai concreta “porta stretta”. Dice che non è questione di conoscere il numero. Che la quantità non deve interessarci. È nemmeno necessario immaginare che cosa c'è aldilà di quella porta. L’unica cosa che importi sapere è questa: cosa vuole Dio, da me, qui, oggi. Insomma, lo gradiamo o meno, dobbiamo fare i conti con quella porta stretta.

 

 

GIOVEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Quintino; S. Volfango

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SENZA DI TE NON POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Il santo è colui che è talmente affascinato dalla bellezza di Dio e dalla sua perfetta verità da esserne progressivamente trasformato. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Non perseguitare e non deridere mai un tuo simile per la sua Religione. Rispetta invece ciò in cui lui crede, se vuoi che lui, in cambio, rispetti te. (Saggezza degli Indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Previsioni del tempo: Forse l'ultima previsione del tempo veramente precisa fu quando Dio disse a Noè che sarebbe sicuramente piovuto.

PAROLA DI DIO: Ef 6,10-20; Sal 143; Lc 13,31-35

 

Vangelo Lc 13,31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» Parola del Signore

 

“GERUSALEMME, GERUSALEMME, CHE UCCIDI I PROFETI E LAPIDI COLORO CHE SONO MANDATI A TE, QUANTE VOLTE HO VOLUTO RACCOGLIERE I TUOI FIGLI COME UNA GALLINA LA SUA COVATA SOTTO LE ALI E VOI NON AVETE VOLUTO! ECCO, LA VOSTRA CASA VI VIENE LASCIATA DESERTA!”

Gerusalemme, città dei doni di Dio, città dell’intimità di Dio... Gerusalemme, città della rivolta contro Dio, città del rifiuto di Dio… È tutta la terra e tutta l’umanità che è simbolizzata in questa città. E su questa città scende il pianto affettuoso e amaro di Gesù, ma lo stesso pianto potrebbe essere per noi. Proviamo a sentire la stessa frase di  Gesù mettendoci il nostro nome: “.......... quante volte ti ho amato, quante volte ti ho protetto e difeso, quante grazie, quanti sacramenti, quanta Parola di Dio ho versato nella tua vita, e tu ancora fai il sordo, e tu ancora ti vendi a falsi idoli, prendi in giro e giudichi i miei profeti, vuoi fare solo di testa tua. Fai attenzione che la tua casa non resti vuota, fa attenzione, perché rischi di non riconoscermi più!

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

     
     
 

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