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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2024

 

GIOVEDI’ 1° AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Alfonso M. de’ Liguori; S. Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI ESSERE TUOI TESTIMONI CREDIBILI.

 

HANNO DETTO: Camminare con un amico al buio è meglio che camminare da soli nella luce. (Hellen Keller)

SAGGEZZA POPOLARE: Per questo mese ci accompagneranno proverbi della Francia. Amore, tosse e fumo non possono essere mantenuti segreti. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Cartesio, benché fosse cagionevole di salute, compiva scrupolosamente tutti i suoi doveri senza calcolare i sacrifici. Ad un amico che se ne meravigliava confidò: “Che vuoi? Non avendo potuto trovare un mezzo sicuro per conservare la vita, prendo almeno il mezzo sicuro per non temere la morte”.

PAROLA DI DIO: Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53

 

Vangelo Mt 13,47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?”. Gli risposero: “Sì”. Ed egli disse loro: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

IL REGNO DEI CIELI È SIMILE ANCHE A UNA RETE GETTATA NEL MARE, CHE RACCOGLIE OGNI GENERE DI PESCI

Nella parabola odierna noi vediamo  due azioni distinte. La prima è la rete che raccoglie tutto e la seconda è la cernita. Lasciando a Dio questa seconda fase, fermiamoci un momento sulla prima. La rete va buttata. Un cristiano non è un buon discepolo se non butta la rete. Se la fede rimane nascosta non è fede, se la gioia del Vangelo non si comunica vuol dire che il Vangelo non è arrivato al cuore. E non bisogna scoraggiarci di gettarla anche se, almeno all’apparenza, sembra non prendere granché o raccogliere alghe e pietre e, qualche volta, spazzatura. Dobbiamo soprattutto evitare di selezionare troppo, fare la cernita. Occorre piuttosto tirare a riva tutto ciò che c’è nella rete. Non sappiamo veramente ciò che arriverà sulla sponda dell’eternità e quali saranno i criteri adottati dagli angeli. Dobbiamo, perciò, stare attenti a non anticipare la cernita finale che implica una sapienza divina. E, ricordiamoci, la testimonianza cristiana non è fatta soltanto di parole o di prediche; quindi, da relegare a qualcuno ‘esperto’ di queste cose, ognuno di noi ha mille occasioni, ogni giorno, di “gettare le reti”, cioè di seminare un buon esempio, un atto di carità, un gesto di giustizia, una parola di benevolenza, un riferimento alla fede. Ma, sarà il momento giusto?

È opportuno o meno?

Come verrò giudicato?…

Non preoccupiamoci neppur troppo: buttiamo la rete, Dio farà il resto.

 

 

VENERDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Eusebio di Vercelli; S. Pietro Giuliano Eymard

Una scheggia di preghiera:

 

GESÙ', È NEL BANALE QUOTIDIANO CHE TI  POSSO INCONTRARE.

 

HANNO DETTO: Non aspettare grandi opportunità. Cogli le occasioni comuni e rendile grandi. Le persone deboli aspettano le opportunità; le persone forti se le creano. (Orison Swett Marden)

SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna saper essere profondi con chiarezza e non con parole oscure. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Saint Foix, una sera, trovandosi vicino ad un ufficiale gli disse che puzzava molto; l'altro, naturalmente chiese soddisfazione dell'ingiuria e i due vennero sul terreno. Quando furono pronti, in presenza dei testimoni il Sain Foix disse: “Signore mio, che pazzi siamo a batterci per queste cose: se voi mi ammazzerete, puzzerete tuttavia come prima, e se sono invece io che vi ammazzo, puzzerete anche di più.

PAROLA DI DIO: Ger 26,1-9; Sal 68; Mt 13,54-58

 

Vangelo Mt 13,54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

“NON È EGLI FORSE IL FIGLIO DEL CARPENTIERE?”

Nella sinagoga di Nazaret, la patria di Gesù, si manifesta ancora una volta la figura del vero Messia, quali siano le sue scelte e le sue prospettive ed anche quali i criteri secondo cui la nostra fede può fondarsi in Lui. Quello che agli occhi dei suoi connazionali era un motivo di disprezzo (“Altro che Messia, è figlio di un artigiano, operaio pure lui”), per Gesù è motivo di grandezza: il Figlio di Dio è l’artigiano, l’operaio che, in tutto simile a noi, ci insegna attraverso il lavoro delle nostre mani ad essere collaboratori di Dio stesso. Il Messia non è da ricercare alle corti dei potenti terreni, il Messia è l’amore di Dio incarnato nelle realtà del quotidiano che ci dice il valore di quello che noi viviamo tutti i giorni e che spesso ci appare terribilmente banale.

 

 

SABATO 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Martino; S. Lidia; S. Nicodemo

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO, FORZA DEI MARTIRI, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Come è meraviglioso che non vi sia nessun bisogno di aspettare un singolo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo. (Anna Frank)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che il puledro impara in gioventù lo continua in vecchiaia. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un pastore, mentre conduceva dentro la stalla le pecore, era sul punto di chiudere insieme a queste anche un lupo, se un cane, vedendolo, non gli avesse detto: «Come pretendi di conservare sano e salvo il tuo gregge, se fai entrare insieme anche questo lupo?». La compagnia dei malvagi può procurare un grandissimo danno e addirittura la morte. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12

 

Vangelo Mt 14,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni, infatti, gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE MANDO’ A DECAPITARE GIOVANNI NEL CARCERE”.

Nel nostro mondo di solito succede così: quando qualcuno grida una verità, magari in un primo tempo lo si guarda interessati ed ammirati, ma poi la verità gridata comincia a dare fastidio, soprattutto a coloro che hanno interessi personali a tener nascosta la verità o a far apparire la propria verità, e allora?  Bisogna far tacere quella persona!

Gli uomini pensano che per far tacere la verità basti tagliarle il collo; e la cosa può essere cruenta o attuata in mille altri modi, magari blandendo il personaggio scomodo, offrendogli posti di onore all’interno del sistema oppure tagliandogli i ponti attorno, distruggendo la persona con falsità sul suo conto, insomma  la storia si ripete continuamente dalla gelosia di Caino, alla crocifissione di Gesù, da Giovanni Battista ai martiri di ieri e di oggi uccisi dai totalitarismi di sinistra o di destra che si sentono disturbati da voci diverse dalla loro. Eppure, dovremmo averlo imparato: il tagliare una testa, l’imbavagliare una bocca fanno gridare ancora più forte la verità. Il marcio non basta rivestirlo di vesti sontuose: la sua puzza infetta comunque. Non sarebbe più semplice e più giusto, quando sentiamo qualche voce che ci disturba nel nostro comodo e nelle nostre abitudini, prima di volerla far tacere, chiederci se non ha un messaggio di verità anche per noi?

 

 

DOMENICA 4 AGOSTO: 18^ DOM. TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Maria Vianney

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DACCI SEMPRE QUESTO PANE.

 

HANNO DETTO: Il destino non è una questione di fortuna, è una questione di scelte. Non è una cosa da aspettarsi, è una cosa da raggiungere. (William Jennings Bryan)

SAGGEZZA POPOLARE: Due specie di scrittori hanno vero talento: quelli che pensano e quelli che fanno pensare. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Pio X, ad un cattolico che parlava in forma esagerata ed esagitata dei non credenti disse: “Voi non potete costruire la fede sulle rovine della carità.”

PAROLA DI DIO: Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

 

Vangelo Gv 6,24-35

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore

 

“VOI MI CERCATE PERCHE’ AVETE MANGIATO QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI”.

Gesù sa che c’è il pericolo che la gente lo segua non per fede, ma per sete di miracoli. E il rischio è lo stesso anche oggi: cercare una religione per assicurarsi un paradiso, andare da Gesù quando si ha bisogno di una grazia, sperare in un Signore che risolva Lui i nostri problemi, che con qualche bel miracolo ci tolga dai nostri fastidi. Gesù non è un’agenzia di assicurazioni, un mago buono e neanche uno che si possa comprare con qualche preghiera o con qualche raccomandazione. Gesù è il Figlio di Dio, è “il pane che non perisce”. Non si va da Gesù per un miracolo, si va da Gesù per Lui, per incontrarlo, per lasciarci salvare, per amarlo; il miracolo avverrà dopo, quello di avere un cuore nuovo a misura del suo.

 

 

LUNEDI’ 5 AGOSTO: DEDICAZIONE BASILICA S. M. MAGGIORE

Tra i santi ricordati oggi: S. Emidio; S. Osvaldo

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI A CONDIVIDERE I DONI CHE CI HAI DATO.

 

HANNO DETTO: Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione; loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario. (Steve Jobs)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa quel che devi accada quel che può. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Parlandosi di egoismo, Renard raccontò di un certo governatore della Martinica che vedendo un giorno la terra tremare, si stropicciò gli occhi e fu preso da una grande angoscia. Vennero a dirgli in quel mentre che c'era stata una scossa di terremoto e che tutto un quartiere della città era crollato. - Ah, voi mi ridate la vita! - esclamò con sollievo il governatore - credevo di aver avuto un capogiro.

PAROLA DI DIO: Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14,13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore

 

GLI DISSERO GLI APOSTOLI: “CONGEDA LA FOLLA PERCHÈ VADA NEI VILLAGGI A COMPRARSI DA MANGIARE”.

È la risposta diplomatica degli apostoli davanti ad una folla di cinquemila uomini (“senza contare né donne, né bambini”).

Detta in parole più crude: “Si arrangino... non siamo mica organizzatori di weekend sull’erba!”

E questa frase continua a riecheggiare nel nostro mondo. C’è la fame, la povertà, le miserie... “Sono fatti loro...  E io che ne posso... Non è compito mio... Ci sono strutture apposta, paghiamo  le tasse proprio per questo...qualcuno dovrà  pur pensarci. Mica posso portarmi a casa tutta quella gente... E poi, diciamola tutta, anche loro devono darsi da fare, mica pretendere sempre dagli altri... Noi abbiamo già guai a sufficienza per conto nostro... E Gesù ci butta in faccia con la massima naturalezza: “Non occorre vadano:  date voi stessi da mangiare”. Concretamente, Lui mi dice: “Poche storie. Tocca a te. È faccenda tua, non puoi tirarti indietro!”.

 

 

MARTEDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore

Una scheggia di preghiera:

 

TRASFIGURACI IN VERI FIGLI DI DIO.

 

HANNO DETTO: Preoccupati di ciò che pensano gli altri e sarai sempre loro prigioniero. (Lao Tzu) 

SAGGEZZA POPOLARE: Guerra e pietà non si conoscono. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Duquesne aveva vinto tre grandi battaglie navali e la Francia ne era fiera, però il Re Sole si rifiutava di ricompensarlo, scusandosi col dire che l'ammiraglio era Calvinista. Il vincitore protestò: - Ma Sire, io non vi ho domandato che  religione professavate al momento di combattere per voi.

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14 oppure 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9,2-10

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore

 

“SI TRASFIGURO’ DAVANTI A LORO”.

È un momento difficile per gli apostoli. Gesù deve mettere in crisi ciò che essi pensavano del Messia. Il Cristo non è il re glorioso e potente che libera dai poteri terreni, è il Dio che viene per servire e che accetta l’ignominia e la morte come l’ultimo dei peccatori. Perciò Gesù, per aiutarli, anticipa la gloria della sua risurrezione e il Padre indica ancora una volta in Gesù il Figlio delle sue compiacenze e aggiunge un comando: “Ascoltatelo”. Sono molti i segni di questo brano di Vangelo: il monte, luogo della preghiera; la nube segno della presenza di Dio; i personaggi dell’Antico Testamento che indicano la legge e i profeti; gli apostoli smarriti un po‘ come noi; la veste bianca che ci ricorda il battesimo… ma vorrei oggi fermarmi sul volto di Gesù: noi dobbiamo scorgere il vero volto di Gesù quando è luminoso e quando è deformato. Gli apostoli presenti alla trasfigurazione saranno anche testimoni della sofferenza e dell’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi, così come saranno testimoni della sua risurrezione. Ma Gesù è presente anche nei nostri fratelli e spesso il loro volto è deturpato dall’ingiustizia, dalla violenza, dal sopruso. Se vogliamo vedere Gesù dobbiamo riconoscerlo nelle persone che gioiscono e nelle persone che soffrono. Spesso corriamo il rischio di annunciare la vittoria del Signore sul peccato e sulla morte, dimenticando le tenebre del Venerdì Santo e il grave silenzio del Sabato Santo. Potremo parlare di vittoria, di risurrezione solo se intanto sapremo accettare la passione col Signore e se ci faremo carico delle pene, delle sofferenze del nostro prossimo. Cerchiamo dunque i momenti di contemplazione, di preghiera prolungata, di silenzio davanti a Dio, per ridiscendere a valle, nella città degli uomini che soffrono, che sono bisognosi di aiuto concreto e generoso. Più che le nostre parole saranno i nostri gesti a testimoniare la nostra fede nel fatto che tutti i volti sfigurati dal peccato, dal male, dalla morte, saranno trasfigurati nella luce della gloria di Cristo risorto.

 

 

MERCOLEDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Sisto II e c.; S. Gaetano; S. Donato

Una scheggia di preghiera:

 

PIETÀ DI ME, SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE!

 

HANNO DETTO: Invece di preoccuparti di ciò che le persone dicono di te, utilizza il tuo tempo cercando di realizzare qualcosa che gli altri possano ammirare. (Dale Carnegie)

SAGGEZZA POPOLARE: I piccoli regali conservano le grandi amicizie. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un pavone derideva una gru, canzonandola per il suo colore: «Io mi rivesto di oro e di porpora, – diceva – tu invece non hai niente di bello nelle tue ali». La gru allora rispose: «Io però ho un canto che arriva a sfiorare le stelle e volo fino ai punti più alti del cielo. Tu invece, come un gallo, cammini a terra insieme alle galline». È preferibile essere ammirato in povere vesti che vivere senza fama ostentando la propria ricchezza. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“I DISCEPOLI GLI DISSERO: ESAUDISCILA, VEDI COME CI GRIDA DIETRO”.

Qual è la preoccupazione più grande degli Apostoli davanti ad una donna che chiede con insistenza a Gesù la guarigione della figlia? Farla star zitta! “Accontentala, Signore, altrimenti non ci lascia in pace e ci fa fare brutta figura!”

“A quel povero che bussa alla porta, diamo pochi euro, così ce lo togliamo dai piedi e ci sentiamo buoni!” È il modo sbrigativo della carità che però non tocca il cuore né di chi la fa né di chi la riceve. Costa di più ascoltare, magari rimproverare, come fa Gesù, dare consigli, confrontarsi, e poi, nella propria povertà, dare sé stessi; ma è proprio da questo che nascono i miracoli!

 

 

GIOVEDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Domenico; S. Famiano

Una scheggia di preghiera:

 

“TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”.

 

HANNO DETTO: Sii te stesso, non la vile imitazione di qualcun altro, ma la tua parte migliore. C’è qualcosa che puoi fare meglio degli altri. Ascolta la tua voce interiore e obbediscile con coraggio. Fai le cose che sai fare meglio, non quelle a cui non sei mai stato incline. (Ralph Waldo Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sacrestano della parrocchia è sempre dell'opinione del signor parroco. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Santa Teresina si divertiva a raccontare questo episodio della sua infanzia. Il padre l'aveva condotta a visitare la zia suora, la quale le aveva regalato due paffute ciambelle, dicendo: “Una è per te e l'altra per la sorellina Celina”. Nel ritorno la vivace bambina, saltellando, fece cadere dal paniere uno dei due dolci. Quando se accorse scoppiò in pianto ed al babbo che le chiedeva il motivo, rispose: “Ho perduto la ciambella di Celina”.

PAROLA DI DIO: Ger 31,31-34; Sal 50; Mt 16,13-23

 

Vangelo Mt 16,13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Parola del Signore

 

"LA GENTE CHI DICE SIA IL FIGLIO DELL'UOMO?… VOI CHI DITE CHE IO SIA?".

Gesù, partendo dalle risposte che la gente dà sulla sua persona, vuol portare, poco per volta, i discepoli all'atto di fede in Lui. Ma proviamo oggi a porre la domanda in modo diverso: "La gente che cosa dice di noi cristiani?"

A seconda delle risposte potremo avere delle indicazioni sul nostro modo di essere credenti. Ecco alcune risposte: "La nostra storia in questi due millenni si è talmente impregnata di cristianesimo che siamo tutti cristiani". "Cristiani sono coloro che appartengono a quella religione che facendo riferimento a Gesù è guidata dal Papa e dai Vescovi". "Ci sono cristiani e cristiani. Ci sono i battezzati, quasi tutti lo siamo. Ci sono i cristiani non praticanti, quelli della domenica e delle grandi occasioni, quelli fissati, e i praticanti". Mi fermo un momento su quest'ultima definizione. È vero, non corriamo il rischio di confondere i cristiani  con l'elenco dei nomi che troviamo nei registri parrocchiali. Magari fossero tutti cristiani, il mondo sarebbe cambiato un po'!

Il discorso dei praticanti o meno non mi ha mai convinto; infatti, o la fede investe la tua vita, le tue scelte, o non è fede, è abitudine, veste da mettersi nelle grandi occasioni, ipocrisia. E poi, che cosa vuol dire 'praticante'?

Normalmente si intendono le pratiche religiose, la Messa, i Sacramenti, qualche elemosina, ma questo è restrittivo. Il praticante è uno che soprattutto pratica Gesù, è pratico di Vangelo perché cerca di viverlo e di metterlo in pratica, è uno che il titolo di cristiano cerca di meritarselo ogni giorno. È un titolo che deve venirci dato da altri. E allora chiediamoci: chissà se i miei compagni di lavoro o di ufficio, coloro che sono in ferie con me, ogni tanto, vedendomi agire, hanno almeno avuto un sospetto: "Che sia un cristiano, costui?"

 

 

VENERDI’ 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; S. Fermo

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO, DONACI LA VERA SAPIENZA.

 

HANNO DETTO: Se ritengo di non dover onorare chi entra alzandomi, mi alzo ugualmente per onorare me stesso. (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: L'inchiostro di uno scolaro è più incoronato del sangue di un martire. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Il penalista Carrara insisteva con gli allievi sull'importanza di soppesare scrupolosamente il valore e il significato di ogni parola. Un  giorno portò questo esempio: “Sul margine di una palude stanno immobili tre rane. Una di esse risolve improvvisamente di saltare in acqua. Io ho finito la deposizione. Ebbene, voi giudici istruttori ditemi: quante rane sono restate sul margine del pantano? Gli allievi risposero in coro: “due”. “Come due corresse Carrara. Io ho detto che una delle tre risolse di saltare in acqua, ma non ho detto che si sia saltata”

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13 

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A DIECI VERGINI CHE, PRESE LE LORO LAMPADE USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO”.

Tutti sono chiamati a conoscere Dio; tutti vanno incontro a Lui perché tutte le strade conducono a Lui. Tutti vanno, ma non tutti entrano. Delle dieci ragazze della parabola di Gesù cinque sono sagge e cinque stolte: pensavano non fosse necessario applicare l’intelligenza ma che fosse sufficiente la pratica. Stolto è colui che non sa che le lampade da sole non stanno accese senza olio. Stolto è chi crede di poter mantenere la fede in Dio senza cercare Dio, senza impegnarsi a conoscerlo, senza approfondire quello che si dice di Dio. Stolto è anche colui che crede di poter tenere accesa la sua lampada con la provvista di olio che hanno gli altri. Nel momento della crisi si è sempre soli e non basta ciò che hanno gli altri. Così è di tutti gli uomini nei confronti di Dio. Si crede, si ama, si tribola, si è forse staccati da tante cose, si fanno tante pratiche di pietà, eppure si può essere stolti. Non bastano le parole, né i sentimenti. Né le lacrime per trattenere Colui che abbiamo trascurato di conoscere. Ognuno sarà conosciuto e quindi accolto, per ciò che avrà conosciuto, per ciò che si sarà impegnato a conoscere personalmente, ogni giorno, con semplicità, ma anche con fatica.

 

 

SABATO 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Lorenzo; S. Ugo di Montaigu

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, SPECIALMENTE QUANDO SI FA SERA.

 

HANNO DETTO: Se foste stati nutriti da Dio nella preghiera, dovreste essere in grado di dare l'olio della tenerezza e il vino della compassione a tutti quelli che incontrate. (Catherine de Hueck Doherty)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ira ardente del gatto spaventa anche l'acqua fredda. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Dumas padre era generosissimo nel soccorrere miserie quotidiane, però lo faceva nella massima segretezza e agli intimi ne spiegava il motivo: “Bisogna fare elemosine anonime. Hanno il gran vantaggio di sopprimere l'ingratitudine.

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

 

Vangelo Gv 12,24-26 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

“SE IL CHICCO DI FRUMENTO CADUTO IN TERRA NON MUORE, RIMANE SOLO”.

È duro il tuo parlare, Signore Gesù. Come facciamo a desiderare la morte?

Come facciamo a odiare la nostra vita?

Come facciamo a prendere le distanze da questo mondo?

Come facciamo ad amare la condizione dei servi?

Come facciamo a seguirti sulla strada della croce?

Ci viene voglia di andarcene perché pensavamo di essere invitati ad una festa…”. “Vi ho invitati ad una festa – risponde Gesù – vi ho concesso il tempo, il luogo, la vita. Vi ho regalato un mondo così bello da sembrare un paradiso. Non sempre riuscite ad accorgervene, non sempre riuscite a rispettarlo, non sempre riuscite a goderlo. Ma un giorno, ed è questo, vi ho detto la verità. Voi siete in un mondo limitato, voi siete sotto il dominio della morte, voi siete servi e non padroni, voi uomini imperfetti, continuate a caricarvi gli uni gli altri di semplici o sofisticate croci. Ma il Padre non ci ha abbandonato. Non mi ha salvato facendomi saltare l’ora della sofferenza. Non sarei stato uomo fino in fondo. Ha dato gloria al suo nome re-inventando la Vita, aprendole la strada per il Sempre. La mia storia è ora la vostra storia, perché oggi e sempre attirerò tutti a me. Perché anche voi superiate il turbamento, oltre questi limiti, abbandonandovi come bambini, in braccio alla madre, a Me.”

 

 

DOMENICA 11 AGOSTO: 19^ DOM. TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Chiara; S. Rufino; S. Cassiano

Una scheggia di preghiera:

 

PERDONACI, GESU', PER AVER BANALIZZATO LA COMUNIONE CON TE.

 

HANNO DETTO: Ci sono cattivi esploratori che pensano che non ci siano terre dove approdare solo perché non riescono a vedere altro che mare attorno a sé. (Francis Bacon)

SAGGEZZA POPOLARE: La consolazione dei sofferenti è di avere dei compagni. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Una pecora, che veniva tosata malamente, disse al suo tosatore: «Se cerchi lana, taglia più in alto; ma se desideri carne, uccidimi una volta per tutte e smettila di torturarmi a poco a poco». La favola è adatta a coloro che svolgono male il loro mestiere. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30 – 5,2; Gv 6,41-51

 

Vangelo Gv 6,41-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come, dunque, può dire: "Sono disceso dal cielo"?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore

 

“IO SONO IL PANE VIVO, DISCESO DAL CIELO. SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE, VIVRÀ IN ETERNO”.

Non è difficile paragonare la nostra vita ad un cammino, un pellegrinaggio. Anche la nostra esperienza ce lo insegna: si nasce piccoli e con lo sviluppo si diventa adulti; si nasce in un luogo ma non si è perpetuamente legati ad esso. Siamo dunque in “viaggio” e non sempre questo cammino è chiaro, senza difficoltà. Gesù si fa pane di vita per essere il “viatico”, pane per il cammino. Non possiamo andare a Dio senza Cristo. Ricevere l’Eucaristia è unirsi, assimilarsi a Cristo; è decidere di pensare come ha pensato Lui, mettere i nostri piedi nelle sue orme, agire come ha agito Lui.

 

 

LUNEDI’ 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ercolano; S. Eusebio da Milano

Una scheggia di preghiera:

 

GESÙ', CON IL TUO AMORE TU CI SALVI.

 

HANNO DETTO: Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. (George Orwel)

SAGGEZZA POPOLARE: La generosità non ha bisogno di salario; si paga da sé. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un povero chiese l'elemosina a De Bormida promettendo preghiere. Il generale fu generoso nell'elemosina, ma rettificò: “Prega Dio per tuo conto, io non do soldi ad interesse”.

PAROLA DI DIO: Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27

 

Vangelo Mt 17,22-27 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».  Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te». Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?”

Una delle parole più odiose è la parola ‘tasse’. In teoria non dovrebbe essere così in quanto la tassa dovrebbe essere quanto ciascuno mette del suo utile per il bene comune; ma, visto come sono esosi coloro che le chiedono e come spesso non vengono usate per il bene comune, ma ‘per il bene di qualcuno’, ecco che parlare di tasse non è piacevole. Le tasse, con i loro esattori, hanno poi per abitudine di raggiungere tutti ed anche Gesù viene avvicinato da questi individui. Pensate: vanno da Gesù, il Figlio di Dio a chiedere la tassa per il Tempio. Gesù lo nota con estrema ironia e risolve la questione in un modo del tutto insolito, mandando Pietro a pescare un pesce con una moneta d’argento in bocca. Gesù è venuto sulla terra non a riscuotere le tasse per conto di Dio suo Padre, anzi è venuto Lui a ‘pagare’ il nostro debito (il racconto del pesce con la moneta in bocca non sarà forse anche un riferimento a questo?

I primi cristiani, specialmente durante le persecuzioni per indicare Gesù disegnavano il pesce che in greco si dice ixtus che nelle sue iniziali, quasi un rebus indicava Jesus Cristus). Non solo, ma essendo ora saldato in Lui ogni debito, il cristiano ha assunto la dignità di figlio; quindi, non ha più “tasse” da pagare. Quanto cambierebbe se noi vivessimo la nostra fede sapendoci liberi e non pagando alcuna tassa. Ad esempio, la messa domenicale non sarebbe mai un qualche cosa che io devo dare a Dio, ma un momento meraviglioso in cui io, Dio e i fratelli siamo in comunione attraverso il sacrificio di Gesù. La preghiera non sarebbe un obbligo ma una gioia, il condividere i beni non una sottrazione di qualcosa ma lo sperimentare giustizia, verità, fratellanza. La religione del dovere, delle tasse è ben triste a confronto con la religione della verità e dell’amore!

 

 

MARTEDI’ 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Ponziano e Ippolito; S. Landolfo; S. Benildo

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE GESU' AMI SEMPLICITA' E PICCOLEZZA.

 

HANNO DETTO: Quando si è fatta la scelta dei poveri, si è sempre sicuri, doppiamente sicuri, di aver fatto una buona scelta. Si è scelto come Gesù e si è scelto Gesù. (Henry De Lubac)

SAGGEZZA POPOLARE: La giornata più sprecata è quella in cui non si ride. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Il signore impellicciato al mendicante che gli chiede l'elemosina: “Ma non vi vergognate a chiedere la carità?” “Se indossassi come voi una bella pelliccia, mi vergognerei, ma mi vergognerei di più se, indossandola, rifiutassi l'elemosina ad un povero diavolo qual sono io”.

PAROLA DI DIO: Ez 2,8 – 3,4; Sal 118; Mt 18,1-5.10.12-14

 

Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi, dunque, è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli». Parola del Signore

 

“E CHI  ACCOGLIE  ANCHE  UNO SOLO DI QUESTI BAMBINI IN NOME MIO, ACCOGLIE ME”.

Don Bosco sentiva molto l’urgenza di questa parola di Gesù e per realizzarla ci mise tutto il suo ottimismo, la preghiera e l’impegno umano. La nostra epoca non è molto diversa da quella di don Bosco. Anche oggi, seppur in altri modi, i bambini e i giovani rischiano di essere disorientati nelle loro scelte. Esternamente, molto più liberi ma guidati e schiavizzati da tanti interessi di adulti egoisti stentano a volte a trovare il giusto indirizzo delle loro forze di bene. Non possiamo essere di quelli che giudicano il mondo giovanile ma non fanno nulla per loro. Dobbiamo, per quanto ci è possibile anche noi accogliere i più piccoli e i più deboli collaborando con chi si occupa di loro in spirito di servizio. Oltretutto dare fiducia ai giovani significa anche sperare in un mondo migliore.

 

 

MERCOLEDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Massimiliano Kolbe; S. Callisto, vescovo di Todi

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE PER CHI MI AIUTA AD ESSERTI FEDELE.

 

HANNO DETTO: La disperazione più grave che possa impadronirsi d'una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile. (Corrado Alvaro)

SAGGEZZA POPOLARE: La povertà non è un vizio. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Ad un antico compagno che nascondeva buona parte dei suoi anni, Cicerone obiettò: “Allora, quanto studiavamo insieme, tu non eri nato!”

PAROLA DI DIO: Ez 9,1-7; 10,18.22; Sal 112; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18,15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità, e, se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore

 

“SE TUO FRATELLO COMMETTE COLPA, VA’ E AMMONISCILO...”.

La correzione fraterna è una delle cose più difficili. A nessuno piace essere ripreso, quindi partire per andare da un altro a dirgli “Guarda che hai sbagliato!” non è la cosa più facile! C’è poi anche il pericolo di ergerci noi giudici dell’altro e questo è tutt’altro che cristiano. Quali sono i motivi per cui Gesù ci invita a correggerci vicendevolmente?

Il primo motivo è la fraternità che deve esserci tra i cristiani: non siamo degli isolati, ci salviamo insieme. Il secondo è l’amore per la verità, per la giustizia: qualche volta il tacere, il nascondere è diventare conniventi del male. Ciò che conta, prima di tutto, è il ricupero del fratello, ma occorre discrezione, delicatezza, tatto, rispetto, ossia, si corregge perché si è fratelli, si ammonisce perché si ama.

 

 

GIOVEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE B.V. MARIA

Tra i santi ricordati oggi: S. Tarcisio

Una scheggia di preghiera:

 

ANDRÒ' A VEDERLA UN DI' IN CIEL PATRIA MIA.

 

HANNO DETTO: I torti e le ragioni costituiscono un intreccio complesso e inestricabile, che solo il perdono può risolvere. (Bruno Maggioni)

SAGGEZZA POPOLARE: La vera filosofia si vede nella condotta e non nei discorsi. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: In una bella giornata d'estate, due innamorati parlano sotto una tenda piantata sulla riva di un fiume. “Mi ami molto?”, chiede lei. “Moltissimo, amor mio”. “Più di quanto Adamo amasse Eva?” “Molto di più, naturalmente” “Perché naturalmente?” “Perché Adamo non aveva scelta”.

PAROLA DI DIO: Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse:  «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“IN QUEI GIORNI MARIA SI MISE IN VIAGGIO VERSO LA MONTAGNA”.

Oggi, festa dell’Assunta ci aiuta questo pensierino-preghiera di Pino Pellegrino: Tu, Maria, amavi le salite. Ti sei messa in viaggio “verso la montagna” per andare a trovare la cugina Elisabetta. “Salisti” in Giudea per farti registrare nel censimento. “Salisti” a Gerusalemme con Gesù dodicenne e con Giuseppe per la festa della Pasqua. “Salisti” al calvario. “Salisti” al piano superiore con gli Apostoli in attesa della Pentecoste. Infine, sei salita al Cielo. Vergine delle salite, tirami su dal basso in cui, troppe volte, ristagno.

 

 

VENERDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Stefano d’Ungheria; S. Rocco; S. Ambrogio di Ferentino

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI E RAFFORZA LE NOSTRE FAMIGLIE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il cristiano preferirà sempre essere incudine piuttosto che martello, derubato che ladro, ucciso che uccisore, martire che tiranno. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel vero amore è l’anima che abbraccia il corpo. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Una signora domandò un giorno a Jean Rostand di spiegarle la differenza tra tempo ed eternità. “Signora – rispose l'illustre biologo – se avessi il tempo di spiegarvelo, vi occorrerebbe un'eternità per comprenderlo!”.

PAROLA DI DIO: Ez 16,1-15.60.63 oppure 16,59-63; Cant. Is 12,2-6; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19,3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti, vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

“L’UOMO SI UNIRÀ A SUA MOGLIE E I DUE SARANNO UNA CARNE SOLA”.

Gesù riporta la famiglia al suo ideale primitivo, quello per cui Dio l’ha voluta. Se si comincia a pensare solo a sé stessi, alle difficoltà, quell’unità voluta all’inizio dei matrimonio può incrinarsi e allora il cuore si inaridisce. Non puntiamo il dito contro nessuno, ma specialmente nei momenti di crisi o di difficoltà ritorniamo all’inizio: “lo non sono più io, siamo noi”. Ogni attentato al matrimonio e alla famiglia non è solo contro l’altro o gli altri ma è anche contro me stesso e contro Dio che ha un progetto su di noi. Oggi con troppa facilità si parla di divorzio e poi ci si lamenta che i giovani non hanno valori, tardano a sposarsi, vedono la coppia esistente solo in funzione del proprio soddisfacimento. Le famiglie di domani hanno la loro radice nelle famiglie di oggi.

 

 

SABATO 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giacinto; S. Chiara della Croce

Una scheggia di preghiera:

 

COME UN BIMBO HO BISOGNO DI TUTTO, MA SOPRATTUTTO DEL TUO AFFETTO.

 

HANNO DETTO: Perché arrabbiarti, se arrabbiandoti offendi Dio, molesti il prossimo, passi tu stesso un brutto quarto d'ora... e alla fine non ti resta che calmarti? (Escrivà de Balanguer)

SAGGEZZA POPOLARE: Niente nuoce tanto alle leggi quanto il loro numero. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Fu rimproverato ad una dama di avere troppo orgoglio. Ella rispose: “Sono fiera e non orgogliosa” “Che differenza fate voi tra la fierezza e l'orgoglio?” “L'orgoglio è offensivo, la fierezza è difensiva”.

PAROLA DI DIO: Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50; Mt 19,13-15

 

Vangelo Mt 19,13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore

 

“LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME, PERCHÈ DI QUESTI È IL REGNO DEI CIELI”.

Come mai Gesù ha preso a modello di accoglienza del Regno proprio un bambino?

Il bambino è innanzitutto speranza di vita; poi è necessità di tutto; poi ancora è semplicità non ancor troppo contaminata. Il Regno può accoglierlo     solo chi ha speranza nel futuro, chi, non legato troppo alle cose del presente, non è pessimista, chi si apre con semplicità e meraviglia al dono della vita, chi sa di non avere in sé forze sufficienti ma contemporaneamente si fida dell’amore degli altri. Oh, non è che i bambini siano perfetti!

Sono naturalmente egocentrici, qualche volta dispettosi, qualche volta anche cattivelli e ombrosi, ma che cosa c’è di più semplice e di più profondo dello sguardo di un bimbo?

Il bimbo non conosce teologia, ma ha un enorme bisogno di essere amato. Gesù è venuto proprio per questo: per amarci immensamente.

 

 

DOMENICA 18 AGOSTO: 20^ DOM. TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Elena; Ss. Floro e Lauro

Una scheggia di preghiera:

 

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO.

 

HANNO DETTO: L'umiltà è il vestito di Dio. Chiunque riveste questo mantello nel quale il nostro Creatore si è rivelato, riveste lo stesso Cristo. (Isacco il Siro)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si prende la lepre battendo sul tamburo. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un lupo, morso da alcuni cani e ridotto male, si era sdraiato a terra e non riusciva a procurarsi da mangiare; allora vide una pecora e le chiese di prendergli dell’acqua dal fiume che scorreva lì accanto: «Se infatti mi procuri l’acqua, io mi troverò da solo il cibo». La pecora gli rispose: «Se ti darò da bere, tu mi userai anche per mangiare». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58

 

Vangelo Gv 6,51-58

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Parola del Signore

 

“COME PUO’ COSTUI DARCI LA SUA CARNE DA MANGIARE?”

Penso che anche noi, spesso, ci siamo posti questa domanda che i Giudei rivolgono a Gesù. La risposta, pur contenendo un mistero stragrande è poi molto semplice: colui che ci ha amato fino a dare la sua vita per noi, dà sé stesso nel suo Corpo. Scopriamo allora che il termine “Comunione” si allarga a dismisura. Non è “l’andare a prender l’ostia” o “l’andare a prender Messa”. È essere consci del dono, è entrare in sintonia con il Signore che ci parla, è diventare talmente “parenti” con Gesù da essere una cosa sola con Lui, è comunicare e partecipare alla sua vita, alla sua misericordia, alla sua solidarietà con tutti gli uomini. Qualche volta, un po’ stupidamente, noi ci chiediamo quali siano le preghiere che dobbiamo dire dopo aver fatto la comunione. Se fossimo coscienti di ciò che ci fa la Comunione Eucaristica, in fondo non ci fideremo tanto delle parole da dire, ma dovrebbe esserci nel cuore l’ammirazione, la lode, il ringraziamento, la gioia.

Chi dovrebbe essere allora il devoto dell’Eucaristia?

Il devoto dell’Eucaristia è un patito di fraternità, condivisione, unità. Un operatore di pace, un appassionato per la giustizia. È uno capace di perdono, solidarietà, rispetto, tolleranza, accettazione della diversità. È un geloso custode della dignità e della sacralità del fratello. Lo si riconosce non tanto dalle mani giunte ma dalle maniche rimboccate e dal cuore non  rattrappito, ma dilatato, reso sensibile, vulnerabile. Il devoto dell’Eucaristia non si segnala per i sospiri, le lamentazioni o le invocazioni, ma per l’impegno concreto a favore della comunione fra tutti gli uomini. Se c’è un profumo caratteristico dell’Eucaristia, non è certamente quello dell’incenso, ma quello penetrante dell’umanità. Guai se l’Eucaristia perde il suo inconfondibile sapore di pane.

 

 

LUNEDI’ 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; S. Sisto III

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: È bene avere coscienza delle proprie mancanze, ma ciò non dev'essere una preoccupazione costante, altrimenti sprofonderemo di nuovo nella disperazione. (San Bernardo da Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si scagliano pietre che all'albero carico di frutti. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Elisabetta I di Inghilterra, dotata di eccellente senso pratico, era avversaria dell'etichetta. Una sera, vedendo fumigare una lampada del salotto ne regolò lei stessa la fiamma tra le meraviglie degli invitati. La regina ridendo spiegò: “Se avessi chiamato la dama e le avessi detto: - Guardate la lampade che fuma, ella avrebbe chiamato il gran cerimoniere di corte, questi il ciambellano, questi a sua volta un servo, e così la lampada fumerebbe ancora.”

PAROLA DI DIO: Ez 24,15-24; Cant. Dt 32,18-21; Mt 19,16-22

 

Vangelo Mt 19,16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore

 

“MAESTRO, CHE COSA DEVO FARE DI BUONO PER OTTENERE LA VITA ETERNA?”

Anche noi siamo concreti: vorremmo un bell’elenco di cose per dirci cristiani, per avere il passaporto alla vita eterna. Ma la vita è imprevedibile. Non c’è un manuale che copra tutte le situazioni, e allora?

È vero che i comandamenti ci danno delle indicazioni, ma non sempre sono validi per tutto. Gesù risponde a quest’uomo buono indicando due movimenti: la spoliazione, la liberazione da ciò che ti lega troppo alle cose della terra; e l’acquisizione di Lui. E le due cose sono legate: non puoi metterti alla sequela di Gesù se sei affardellato di troppe cose. La povertà in sé stessa non è una bella cosa. Diventa però valida quando serve per incontrare Colui che può riempirci di sé stesso. Provate a pensare se non è vero questo anche per la Chiesa: ogni volta che ci fidiamo di noi stessi, delle nostre risorse, ogni volta che la Chiesa fa affidamento sulle cose e sul potere, si allontana “triste” da Gesù. Ogni volta che ci si fida della povertà, che si diventa semplici, si scopre la bellezza dell’amore di Dio che ci chiama a camminare gioiosamente insieme.

 

 

MARTEDI’ 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardo; S. Filiberto

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL DIO GENEROSO CHE CI DA' SÉ STESSO.

 

HANNO DETTO: Fate tutto nell'amore di Dio e vedrete che non sentirete il peso di nulla. (Madre Francesca Rubatto)

SAGGEZZA POPOLARE: Pietra che rotola non accumula sporcizia. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: L'infermiera, presentando il neonato al padre: “Ma certo che il suo figlio è il più bello di tutti!” “Perché dovrebbe fare eccezione?”

PAROLA DI DIO: Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-36; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19,23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

È PIÙ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI”.

Gesù dice questa frase perché conosce bene noi uomini. Gli uomini, infatti, sono generalmente assillati dal problema del proprio benessere: hanno continuamente l’impressione di rimetterci qualcosa di tasca loro. Gli altri stanno sempre meglio di noi. Guadagnano di più, possiedono di più e tutto è molto più bello di ciò che abbiamo. La sensazione radicata di non aver abbastanza è come una spirale senza fine. Quando si insinuano nella nostra vita la gelosia e l’avarizia, diventiamo schiavi dei nostri desideri. A questo modo non saremo mai contenti. Chi crede in Gesù, riceve la forza di infrangere la spirale del “voler avere sempre di più”. Chi segue Gesù ed ha presente il suo ammonimento: “Non fatevi dei tesori sulla terra’, viene liberato da un gran peso. Egli può stabilire delle priorità e, con l’aiuto del Signore, usare responsabilmente quanto egli ha veramente a disposizione. Ricordiamo il consiglio che Gesù ci dà nella lettera agli Ebrei: “La vostra condotta sia senza avarizia: accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: non ti lascerà e non ti abbandonerà. Così possiamo dire con fiducia: “Il Signore è il mio aiuto,

non temerò. Che mi potrà fare l’uomo?” (Eb 13,5-7).

 

 

MERCOLEDI’ 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pio X; S. Baldovino di Rieti

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, O DIO, CHE MI HAI PERMESSO DI VIVERE TUTTA VITA CON TE.

 

HANNO DETTO: La giovinezza è felice, perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza, non invecchia mai. (Franz Kafka)

SAGGEZZA POPOLARE: Più si giudica e meno si ama. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Una volta un lupo, sottratta una pecora a un gregge, la stava portando nella sua tana, quando s’imbatté in un leone, che, a sua volta, gliela rubò. Il lupo, che se ne stava a debita distanza, gli disse: «Porti via ingiustamente quanto mi appartiene». Il leone si mise a ridere; quindi, gli rispose: «Perché ti è stata data, nel rispetto della giustizia, da un amico?». La favola accusa i ladri e gli avidi furfanti, che, quando si trovano nelle sventure, si incolpano a vicenda. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore

 

“NEL RITIRARE IL DENARO, MORMORAVANO CONTRO IL PADRONE”

Sempre, ma direi  particolarmente oggi, in quasi tutti i campi, vige la meritocrazia. La società del benessere e del denaro che a tutto dà un prezzo, valuta secondo i meriti e secondo il valore presunto. Anche Dio dovrebbe comportarsi così!

Siamo dunque come quegli operai che brontolano perché anche a noi sembra che il padrone (Dio) dovrebbe dare di più a chi ha lavorato maggiormente. Dio non fa così. Il Dio di Gesù non è così!

Ma il motivo per cui Dio non agisce secondo i parametri umani non è dovuto alla sua ingiustizia, ma alla sua generosità. Qual è lo scopo della parabola raccontata da Gesù?

Biasimare coloro che lo criticano per la sua attenzione agli ultimi e ai peccatori, rimproverarli perché non si rallegrano con Lui della gioia di quelli che erano perduti, morti, smarriti, abbandonati, e soprattutto perché sono incapaci di essere in comunione con la gioia di Dio quando Egli esercita la sua prerogativa fondamentale: la misericordia. Quando noi mormoriamo siamo delle persone che pensano che la religione sia ciò che io do a Dio, mentre essa consiste soprattutto in ciò che Dio fa per noi. Non corriamo il rischio di ridurre la generosità di Dio al conto che noi gli presentiamo. Il vero operaio, secondo Dio è quello che si disinteressa del salario, anzi, è quello che gioisce perché, se è stato chiamato, a qualunque ora della giornata, sa già di essere nel Regno. Chi mercanteggia, chi ha occhio maligno nei confronti di Dio e degli altri, in fondo è nemico di sé stesso, rischia di guastarsi la vita, di non cogliere la generosità di Dio, di non saper gioire con gli altri e di guastarsi pure l’eternità.

 

 

GIOVEDI’ 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: S. Augusta; Ss. Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

ACCRESCI IN NOI LA GIOIA DI SAPERCI AMATI DA TE.

 

HANNO DETTO: Essere buoni è qualche cosa, fare il bene è molto meglio. (Baden Powell)

SAGGEZZA POPOLARE: Prova a ragionare sull'amore e perderai la ragione. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: All'epoca di Cromwell il fanatismo repubblicano divenne nevrosi collettiva e si arrivò a sostituire nel Pater noster la parola “regno”. Infatti, invece di pregare “Venga il tuo Regno” si diceva “Venga la tua repubblica”.

PAROLA DI DIO: Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22,1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

"IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN RE CHE FECE UN BANCHETTO DI NOZZE PER SUO FIGLIO".

La prima cosa che ci sorprende: quando Gesù parla del Regno lo presenta come un banchetto di nozze, cioè un momento di festa e di gioia. Noi ci saremmo aspettati magari un regno dove Dio è giudice, siede in tribunale, fa i conti in base a leggi predeterminate, procede a un rigoroso controllo dei documenti. Invece abbiamo una festa a cui siamo invitati. Ma c'è un rischio: qualcuno pur essendo invitato non accoglie questo dono, ha altro da fare, si perde la festa e questo succede quando si ripone la propria gioia nelle cose.

Proviamo a chiederci con sincerità se noi accettiamo o meno questo invito . Sono più preoccupato delle cose che oggi ci sono, domani passano e ci lasciano solo delle preoccupazioni o se davvero approfittiamo della fiducia che Dio ripone in noi?

Come apprezzo i doni di Dio. la mia vita, la salute, il prossimo, gli affetti, i sacramenti?

Ad esempio, davanti all'invito che tanto spesso il Signore mi fa per la sua Eucaristia, come rispondo?

È per me una festa o una noia?

Ci vado volentieri o accampo facili scuse?

E, se partecipo all'Eucaristia come la vivo poi?

 

 

VENERDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Rosa da Lima; S. Filippo Benizi

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A PASSARE DAL SAPERE AL VIVERE.

 

HANNO DETTO: C'è un vuoto a forma di Dio nel cuore di ogni persona e non può mai essere riempito da nessuna cosa. (Blaise Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il cane scherza col gatto, se ne va col naso sanguinante. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un amico sosteneva con Dickens che non si deve nutrire la fantasia dei fanciulli con racconti meravigliosi, perché questo si verifica sempre a scapito dell'intelligenza ed impedisce al ragazzo di avanzare nella sua carriera. Mentre l'accusatore della fantasia si accalorava, entrò nella stanza una bellissima farfalla: Dickens riuscì a prenderla, poi in silenzio le scosse di dosso tutta la povere iridescente e la fece volar via. L'amico non seppe astenersi dall'esclamare: “Voi siete crudele! Perché avete tolto alle ali della farfalla tutto il loro splendore?” Il celebre romanziere rispose: “Io ho applicato alla farfalla il vostro sistema di educazione: le ho tolto l'inutile ornamento che forse le avrebbe impedito di volare in alto e di andare lontano.”

PAROLA DI DIO: Ez 37,1-14; Sal 106; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

“MAESTRO, QUAL È IL PIÙ GRANDE COMANDAMENTO DELLA LEGGE?”

Domanda assurda, quella di questo dottore della legge, quasi come domandare se l’acqua è bagnata. Ogni buon ebreo ripeteva per almeno 4 o 5 volte al giorno la frase: “Ricorda Israele, il Signore è il tuo solo Dio, amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutta la tua vita”, quindi sapevano benissimo qual era il comandamento. Anche noi abbiamo la bocca piena di parole di amore, sappiamo benissimo che amare Dio e il prossimo è la chiave della vita, ma poi?

Ogni cristiano che vada a Messa se lo sente ripetere in ogni celebrazione, chi dice le preghiere ogni giorno ripete al Signore “Ti amo con tutto il cuore”, ma è proprio vero?

Forse proprio l’abitudine a certe frasi, a certe parole che consideriamo scontate le fa scivolare su di noi come l’acqua sulla pietra; finita l’acqua, un raggio di sole, e tutto è perfettamente asciutto e impermeabile.

 

 

SABATO 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bartolomeo ap.; Santa Emilia di Vialar

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI IL FIGLIO DI DIO!

 

HANNO DETTO: Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L'uno senza l'altra diventa una menzogna distruttiva. (Edith Stein, Santa Teresa Benedetta della Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Sermone e melone, ogni cosa al suo momento. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Una ballerina assai famosa per la sua bellezza inviò una dichiarazione d'amore a Bernard Shaw, formulata in questi termini speranzosi: “Lei è l'uomo più intelligente del secolo ed io la donna più bella; sposiamoci, e il nostro figlio sarà la perfezione”. L'acuto scrittore rispose: Ma chi potrà garantirci che il nostro figlio non avrebbe la mia faccia e la vostra intelligenza?”

PAROLA DI DIO: Ap. 21,9b-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51

 

Vangelo Gv 1,45-51 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù, intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“FILIPPO INCONTRO’ NATANAELE E GLI DISSE: ABBIAMO TROVATO IL MESSIA… VIENI E VEDI!”.

Oggi festa di San Bartolomeo (il Natanaele del Vangelo) ci viene proposta la sua chiamata. Essa avviene ad opera di Filippo, il quale sente di dover comunicare all’amico la sua scoperta del Messia. Il cristiano dovrebbe essere uno che, incontrato Gesù, non può fare a meno di dirlo agli altri, di comunicare la sua gioia perché anche altri facciano questa esperienza. Vedete, noi, uomini di Chiesa, spesso impieghiamo molto tempo a chiederci: “Come si fa ad essere missionari?”, “Quale sarà il modo migliore di dire Cristo agli uomini del nostro tempo?”, “Quale dovrà essere la nuova evangelizzazione?”, e questa nostra preoccupazione di comunicare Cristo denota che abbiamo capito che è proprio di ogni cristiano essere testimone di Gesù. Però poi, spesso ci perdiamo in mille cose, stiliamo progetti e piani pastorali infiniti che rischiano di diventare fini a sé stessi, ci nascondiamo dietro a false paure: “Ma chi sono io per annunciare Gesù… Non sono capace di parlare… Perché proprio io a fare il catechista?”, vediamo le difficoltà sociali, personali, ecclesiali e… torniamo a casa ancor prima di esserne usciti. Filippo con Natanaele ha usato un altro metodo: gli ha detto la sua esperienza e, davanti alle obiezioni dell’altro gli ha semplicemente detto: “Vieni e vedi”. L’annuncio sta tutto qui. La difficoltà forse risiede in altro: che cosa riusciamo a far vedere di Gesù agli altri?

Se posso esprimere un pensiero personale, a me sembra che gli uomini di oggi abbiano particolarmente desiderio di Dio, di fede; forse proprio perché il mondo ha cercato di addormentarci con le cose, queste spesso non bastano più. L’annuncio della Buona notizia, dell’amore di Gesù, della sua liberazione vengono a rispondere a tante domande dell’uomo di oggi ma egli ha bisogno di vedere più che di sentire, ha bisogno di vedere una Chiesa che non pensa e parlo troppo di se stessa, ma che parlando di Cristo opera a favore dell’uomo; ha bisogno di vedere dei cristiani non troppo attaccati ai soldi e alle cose, non troppo uniformati al mondo; ha bisogno estremo di vedere sul mio volto la gioia della mia fede, ha bisogno di trovare non una serie di norme ma persone  che con libertà e grande coraggio fanno delle scelte anche difficili; ha bisogno di trovare dei segni, i Sacramenti,  che non addormentano in liturgie stantie, ma che indicano davvero e concretamente ciò che significano. Quante volte nella mia esperienza di parroco ho incontrato persone desiderose di fare l’esperienza di Cristo, ma spesso davanti al “Vieni e vedi” ho con amarezza dovuto vedere queste stesse persone recedere, non perché non fossero venute, ma perché non si sono sentite accolte da chi c’era, perché hanno trovato preti buoni predicatori ma privi di umanità, perché hanno visto comunità litigiose per un pezzetto di potere. Filippo poteva essere sicuro di dire a Natanaele: “Vieni e vedi”, perché lo portava da Gesù in persona; anche noi ci fidiamo di Gesù, ma Gesù può fidarsi di ciò che noi facciamo vedere di Lui?

 

 

DOMENICA 25 AGOSTO: 21^ DOM. TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA E NOI ABBIAMO CREDUTO E CONOSCIUTO CHE TU SEI IL SANTO DI DIO

 

HANNO DETTO: Quattro cose noi dobbiamo al nostro prossimo: sopportarlo nei difetti, aiutarlo nei bisogni, consolarlo nelle sue pene, edificarlo con i nostri buoni esempi e con la nostra condotta. (Beato Tommaso Maria Fusco)

SAGGEZZA POPOLARE: Si fa dire alle campane tutto ciò che si vuole. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Dei pescatori tiravano a terra una grossa rete: poiché era pesante, si rallegravano e ballavano per la felicità, ritenendo di avere fatto un’abbondante pesca. Tuttavia, come la trassero a riva, trovarono pochi pesci; infatti, la rete era piena di pietre e di altro materiale. Allora si rattristarono molto, non tanto per la delusione dovuta allo scarso risultato, quanto piuttosto perché avevano immaginato il contrario. Uno di loro, un vecchio, allora disse: «Smettiamola, amici: la gioia, a quanto sembra, ha come sorella la sofferenza e noi, che abbiamo pregustato tanto piacere, dovevamo andare incontro anche a un po’ di dolore». Pertanto, anche noi, vedendo quanto la vita è mutevole, non dobbiamo sempre rallegrarci, confidando nella stabilità degli eventi: consideriamo che inevitabilmente arriva la bufera, dopo che c’è stato a lungo bel tempo. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

 

Vangelo Gv 6,60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù, infatti, sapeva fin da principio chi fossero quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore

 

“SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA”.

Gesù non è un maestro “facile”. Gli Apostoli stentano a farlo rientrare nelle proprie categorie. Ed ecco serpeggia tra loro il dubbio, gli interrogativi, il malumore. Qualcuno deluso se ne va. Gesù sente profondamente la tristezza dell’incomprensione e chiede ai dodici: “Volete andarvene anche voi?”

Il momento più difficile è anche il momento della scelta più profonda della fede. Quando ci riesce, difficile conciliare il Vangelo con la vita; quando Dio non rientra più nei nostri schemi; quando tutto sembra dirci: vale la pena credere? quando Dio sembra essere latitante davanti al nostro dolore o muto davanti ai tanti perché: ecco il momento favorevole per la fede. Non hai più nulla di tuo su cui appoggiarti, non rischi di farti un Dio su tua misura e allora puoi scegliere Lui, la sua parola. Non sai neppure dove ti condurrà... questo però è proprio il momento di fidarti di Lui.

 

 

LUNEDI’ 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Alessandro; S. Zefirino

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SII TU LA GUIDA AL NOSTRO CAMMINO

 

HANNO DETTO: Il tempo di cercare Dio è la vita, il tempo di trovarlo è la morte, il tempo di possederlo è l'eternità. (Beato Tommaso Maria Fusco)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutti i successi più felici sono contaminati dalla tristezza. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un esempio delle fasi attraverso cui si evolve la psicologia del figlio nei rapporti col padre: A 5 anni: mio padre sa tutto. A 10 anni: mio padre sa quasi tutto. A 15 anni: io so molte cose che mio padre non sa. A 20 anni: mio padre è un povero ignorante. A 30 anni: per i problemi delicati sento sempre il parere di mio padre. A 50 anni: oh, vivesse ancora mio padre!

PAROLA DI DIO: 2Ts 1,1-5.11b-12; Sal 95; Mt 23,13-22

 

Vangelo Mt 23,13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geenna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra, e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, GUIDE CIECHE”.

È un rimprovero, quello di Gesù, che sento sovente sulla mia pelle. In particolare, io, prete, ma ognuno di noi, cristiano, ha, fin dal suo Battesimo, il compito di essere testimone del Vangelo, ma quanto siamo poveri, quanto ciechi, quante volte trasmettiamo una fede fatta di parole, di tradizioni. Per guidare gli uomini verso la felicità a cui Dio li chiama bisogna far loro conoscere Dio e il suo amore e non una casistica di regole senza nessun rapporto con la realtà di chi è invitato ad osservarle. Per dire Gesù agli altri, bisogna lasciarci guidare da Gesù, essere innamorati di Gesù, sentirlo dentro, lasciarci portare dallo Spirito di Gesù e allora... Lui fa il resto.

 

 

MARTEDI’ 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Monica; S. Cesario di Arles.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALL’IPOCRISIA E DAI FALSI SCRUPOLI.

 

HANNO DETTO: Osservare tutto, sopportare molto, correggere una cosa alla volta. (San Bernardo di Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: Un nemico tiene più posto nella nostra testa che non un amico nel nostro cuore. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Un tale che era andato a trovare George Bernard Shaw, si stupì nel vedere che  lo scrittore non aveva fiori in casa: “Credevo che i fiori vi piacessero”, disse. “Sì, anche i bambini mi piacciono, ma non per questo ne taglio le teste e le metto nei vasi”.

PAROLA DI DIO: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26

 

Vangelo Mt 23,23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI CHE PULITE L’ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL PIATTO MENTRE ALL’INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E DI INTEMPERANZA”.

Quando, nella mia gioventù, sentivo parlare di “protocollo” mi veniva subito in mente quei grandi fogli di carta con due grandi margini che si usavano durante gli esami, oggi invece sempre più sovente ci troviamo davanti a questa parola per indicare l’insieme di norme e di regole alle quali attenersi per lo svolgimento di una manifestazione o a quella che la forma abituale per lo svolgersi di una operazione per cui vai in ospedale per un determinato male e magari senza ascoltarti ti fanno fare tutta una serie di esami di cui alcuni inutili perché “il protocollo vuole così” e tu diventi uno che segue il “Protocollo tal dei tali”. Anche in campo religioso c’è qualcuno che vorrebbe che tutto si svolgesse secondo protocolli: “Per salvarsi bisogna fare questo e quest’altro”, “a quel peccato corrisponde tale penitenza”, “quella liturgia non è valida se non si è seguito allo scrupolo il rubricismo canonico”, “le norme (spesso della tradizione) sono queste, se non ti attieni sei tagliato fuori”. E noi ci accodiamo, subiamo, spesso ci sentiamo incapaci di combattere contro certi “protocolli” e allora ci “omologhiamo” (altro termine terribile per dire che accettiamo supinamente quello che ci viene imposto). Gesù dice chiaramente che questa è un’altra forma di ipocrisia perché è vendere sé stessi a delle norme e non è assolutamente riconoscere Dio che ci vuole liberi davanti a Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agostino; S. Adelina; S. Alfrico

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI, MI CONOSCI QUANDO MI SEGGO E QUANDO MI ALZO.

 

HANNO DETTO: Il “Folle” e la “folla”, sono due parole abbastanza imparentate. (Adolfo L'Arco)

SAGGEZZA POPOLARE: È cosa essenziale della fede di non vedere e di credere ciò che non si vede. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Quando Cromwell entrò trionfalmente a Londra, una massa umana si pigiava sul suo passaggio per applaudirlo. Il trionfatore, tra mesti sorrisi, sottovoce ripeteva ai vicini: “Se mi conducessero al patibolo ce ne sarebbe altrettanta!”

PAROLA DI DIO: 2Ts 3,6-10.16-18; Sal 127; Mt 23,27-32

 

Vangelo Mt 23,27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE RASSOMIGLIATE A SEPOLCRI IMBIANCATI; ESSI ALL’ESTERNO SONO BELLI A VEDERSI, MA DENTRO SONO PIENI DI OSSA DI MORTI E DI OGNI PUTREDINE”.

Questi rimproveri di Gesù ci danno occasione di pensare a quella forma di ipocrisia che è la bugia. Forse mai, come oggi, lo stato di salute della sincerità del mondo fu così cagionevole. Al limite del collasso!

Le bugie non si contano più. Dalla prima, quella inventata dal diavolo al mattino dell’umanità (Gn 3,5), si sono aggiornate, raffinate, infiltrate ovunque. Cesare Marchi ha tentato di farne un elenco, del tutto provvisorio. “Bugia pietosa: quella del medico. Bugia spavalda: quella dei cacciatori. Bugia editoriale: centomila copie vendute. Cimiteriale padre esemplare, cittadino integerrimo. Scolastica, dopo un ponte abusivo mio figlio ieri è rimasto assente causa forte mal di testa. Teatrale: a grande richiesta. Telefonica: attenda un attimino. Televisiva: la trasmissione sarà ripresa tra qualche istante. Turistica: tutto compreso. Oratoria: sarò breve. Ferroviaria: treno rapido. Ministeriale: si assicurano i cittadini che, in occasione dello sciopero dei trasporti, saranno garantiti i servizi essenziali”. A queste possiamo aggiungere: “La mia modesta persona”. “Giornale indipendente”. “Giovane onesto, di buona famiglia, cerca... Eppure, è scritto: “Meglio un povero che un bugiardo” (Pr 19,22). “Non mentitevi gli uni gli altri” (Col 3,9). “Sia il vostro parlare sì sì, no no” (Mt 5,37).

 

 

GIOVEDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di S. Giovanni Battista; S. Adelfo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ASCOLTA, PADRE PERDONA, FA CHE VEDIAMO IL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Per trovare la felicità, bisogna cercare la felicità degli altri. Il migliore, l'unico modo di servire sé stessi, è servire gli altri uomini. (Leone Tolstoij)

SAGGEZZA POPOLARE: È sempre troppo caro ciò che non ci serve realmente. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: Metternich, reduce da un viaggio in Francia, diceva: “Sono così stomacato dell'abuso che in Francia si fa della parola 'fraternità' che, se avessi un fratello lo chiamerei mio cugino”

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,1-9; Sal.144; Mc.6,17-29

 

Vangelo Mc 6,17-29 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni, infatti, diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“NON TI È LECITO!”

Questa frase, che il Battista dice con fermezza ad Erode e che poi gli costerà la vita, può far nascere in noi una domanda: è giusto nella comunità, davanti a certe situazioni dire: “Non ti è lecito”?

Gesù nel suo Vangelo parla di correzione fraterna e invita ad usare da una parte grande attenzione e misericordia ai fratelli e dall’altra ad essere fedeli a quelli che sono i comandamenti di Dio, però Lui stesso, l’unico che poteva farlo a pieno titolo pur lanciando molti “Guai!” li lancia sempre prima di tutto non in vista di una condanna ma per una conversione. Davanti ad una pubblica peccatrice, le dice con chiarezza che il suo comportamento non è secondo la volontà di Dio ma le offre anche la possibilità di essere perdonata e di ricominciare da capo. Ecco allora qual dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei confronti del peccato e di chi lo opera: il Cristiano deve informare il suo agire alla morale del Vangelo perché le norme che ci sono date non sono una imposizione ma sono la strada della felicità  che Dio ci indica. Il Cristiano vede il male e non può non stigmatizzarlo come un qualcosa che fa del male a tutti. Il cristiano ha il diritto e il dovere di dire la sua parola in campo morale, ma attenzione al come e alla persona a cui ci si rivolge. Ricordiamoci che siamo tutti fragili e deboli e che tutti abbiamo bisogno di misericordia e di perdono. Ricordiamoci anche che, se esiste un male oggettivo che va blandito ci sono poi mille situazioni soggettive in cui le persone che lo compiono possono trovarsi, e poi, non sempre tutto quello che è bene è realizzato a fine di bene e tutto quello che è male è fatto con la volontà e la coscienza del male. Chi di voi ha una certa età ricorda che, quando andavamo al catechismo noi ci veniva insegnato che perché ci sia un peccato grave occorrono materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso. Quindi ogni volta che ci correggiamo vicendevolmente, oltre alla carità che Gesù ci ha insegnato, teniamo conto anche di queste cose.

 

 

VENERDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gaudenzia; S. Pietro di Trevi

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DI AVERMI INVITATO ALLA GIOIA DEL TUO REGNO

 

HANNO DETTO: La preghiera di supplica non ha la finalità di istruire Dio, ma di costruire l'uomo. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Uno stupido sapiente è più stupido di uno stupido ignorante. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: De Musset aveva tre anni quando la mamma lo aiutava a calzare un paio di scarpine nuove. Siccome la brava signora andava adagio, il piccolo la esortò così: “Presto, mamma, altrimenti le scarpine nuove diventano vecchie”. Dio ha creato il tempo, non la fretta.

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A DIECI VERGINI CHE, PRESE LE LAMPADE USCIRONO INCONTRO AL LORO SPOSO…”.

Questa piccola bella parabola può offrirci diverse piccole ma sostanziali riflessioni. La prima, la più bella è che il Regno di Dio è paragonato ad una festa di matrimonio. Le nozze sono gioia, e Gesù ha deciso di amarci fino a sposare la nostra umanità. L’uomo come le dieci ragazze invitate alla festa ha solo un compito, sentire la gioia di queste nozze e prepararsi per poter partecipare a questa festa. Tutte e dieci hanno le lampade. Ognuno di noi ha i suoi doni e non c’è nessuno che non possa rispondere a questo invito. L’olio invece è la fede e dobbiamo procurarcelo noi. Poi occorre saper aspettare; noi vorremmo vedere subito i risultati, invece occorre solo non perdere la speranza e la fiducia nello Sposo che sta per arrivare. Ci si può anche addormentare ma occorre essere sempre pronti “a rendere conto della speranza che è stata seminata in noi” per non farci cogliere di sorpresa e impreparati e per non trovare la porta chiusa.

 

 

SABATO 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Raimondo; S. Domenico del Val

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALLE PAURE CHE AMMORBANO LA NOSTRA VITA.

 

HANNO DETTO: Come la cera si scioglie accanto al fuoco, così l'anima si svuota se cerca le lodi. (Santa Sincletica, eremita del IV secolo.)

SAGGEZZA POPOLARE: La scuola di vita non ha mai vacanza. (Proverbio Francese)

UN ANEDDOTO: In una conversazione a cui partecipava De Croisset, si parlava di due persone che, appena s'erano viste, si erano innamorate perdutamente una dell'altra. “E' il famoso colpo di fulmine”, sentenziò uno dei presenti, ma il famoso commediografo rettificò: “Si dovrebbe piuttosto chiamare corto circuito, perché di solito è seguito dalla più profonda oscurità”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25,14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

 

"COLUI CHE AVEVA RICEVUTO UN SOLO TALENTO, ANDO' A FARE UNA BUCA NEL TERRENO E VI NASCOSE IL DENARO DEL SUO PADRONE".

Dio ci ha fornito intelligenza, mani, cuore per recare i suoi doni il più lontano possibile e noi spesso usiamo le nostre doti e le nostre mani per afferrare una pala e per scavare una buca dove nascondere i suoi regali. Quante buche scavate in tutti i terreni religiosi!

Castità custodite nell'aridità, nella sterilizzazione dei sentimenti, nella paura di amare; celibati utilizzati unicamente per costruire esseri freddi e duri. Quante volte è come se noi dicessimo al Signore: "Eccoti la tua vita, Signore… te la restituisco quasi intatta. Non mi sono mai azzardato a vivere. Troppa paura di sbagliare!

Eccoti la tua libertà. L'ho accantonata, non me ne sono quasi mai servito. Troppo impegnativa!

Eccoti il cuore che mi hai dato. L'ho sorvegliato, l'ho usato raramente. Troppo rischioso il seguirlo!

Eccoti la tua fantasia. Un regalo superfluo e pericoloso. L'ho sempre tenuta sottochiave. Chissà dove mi avrebbe portato!"

E c'è pure la preghiera sotterrata e asfissiata nel devozionismo e ritualismo, senza alcun contatto con la carità, la lotta per la giustizia, il rispetto degli altri, la condivisione. C'è la fede asettica fatta di formule e di linguaggio spento, c'è il Vangelo imbalsamato nel moralismo, nel giuridismo, il lievito sotterrato sotto cumuli di conformismo, c'è la profezia sequestrata dalle istituzioni, il coraggio imbavagliato dalla diplomazia, la misericordia strangolata dal rigore, c'è la parola di Dio diventata lettera morta, ripetitiva, senz'anima, senza calore, senza poesia, anonima, impersonale, soffocata che non è più grido, appello, interrogativo. Signore, se scopro tutte queste buche fa che dia ancora mano alla pala per tirar fuori almeno qualcosa di quanto vi ho sepolto prima di essere seppellito anch'io.

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

     
     
 

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