Negli atti della visita pastorale dell'arcivescovo Federico Visconti
del 1683 si legge: "... prope Sarigi extructum est oratorium long.
cub. 18 lat. cub. 10 opere cementario tecto ...". Le dimensioni
dettate (metri 7,92 x 4,40) corrispondono abbastanza bene a quella della
navata destra della chiesa di San Giorgio.
Le origini di questa chiesa si possono far risalire al XII secolo (ca.
l'anno 1100); essa presenta, più di ogni altra chiesa della zona,
un'architettura unitaria, capace di rendere al visitatore di oggi il senso
pieno di un'epoca e di uno stile, quello romanico.
Dell'edificio originario restano il campanile e l'abside, costruiti con
grande abilità. E' senz'altro l'esempio più completo dell'architettura
romanica nella pieve di Travaglia ed in quelle vicine, testimonianza dell'eccezionale
fioritura d'arte degli anni attorno al mille, quando quasi ogni paese ebbe
la sua chiesa ed il suo campanile.
Sarigo, poi, ne ebbe - pur in epoche diverse - addirittura quattro: San
Genesio (che risale al 1500), San Carlo (costruita nel 1759), San Salvatore
(della quale si sono perse le tracce, ma è documentata ancora esistente
nel 1640) e San Giorgio (detto "in Bagnilla").
Il campanile, forse ribassato o non ultimato in altezza, è costruito
con pietre ben lavorate; gli archetti sono in tufo.
L'abside è ornata da capitelli lavorati ed ancora da pietre di tufo;
al centro c' una monofora chiusa con un bell'archivolto in un unico
pezzo di pietra; una finestra, forse in corrispondenza di una seconda monofora,
fu aperta e poi chiusa nella parete a sud dell'abside.
La chiesa originariamente doveva essere a navata unica e così lo
era ancora nel 1683, ma già con copertura a volta; successivamente
venne ricavata una seconda navata, forse da un esistente porticato. Nella
stessa epoca, all'interno, sull'abside, c'erano degli affreschi e qualche
traccia ancora affiora.
Della chiesa si hanno notizie dai documenti delle visite pastorali del 6
settembre 1567; del 1574 e del 1581 di San Carlo Borromeo; del 1683; del
13 agosto 1596 quando arrivò a Sarigo il card. Federigo Borromeo.
CHI FU SAN GIORGIO ?
La tradizione ricorda San Giorgio come un cavaliere originario della
Cappadocia, martire, quindi appartenente all'antica chiesa cristiana d'Oriente.
Si conoscono chiese a lui dedicate dal VI secolo. Il suo culto fu introdotto
in Italia dai
Longobardi, quando il cristianesimo entro alla loro corte di Pavia.
Molte sono le chiese antiche dedicate a questo cavaliere, sempre raffigurato
in atteggiamento di uccidere il drago (il demonio); principalmente esse
si trovano in cima a montagne (come le chiese dedicate a San Michele e a
San Martino) proprio in relazione alla vita dei pastori ed ai pericoli che
erano sempre incombenti su di loro.
San Giorgio, prima con San Michele, poi da solo, fu considerato il santo
protettore della monarchia cristiana longobarda e dei suoi fedeli sudditi.
SARIGO: LE ORIGINI DEL SUO NOME
Certamente deriva dal longobardo "sala" o "sara", parola che identificava la residenza del capo in epoca longobarda. Bisogna ricordare che i Longobardi si insediavano e costruivano i propri villaggi presso i centri religiosi (nella nostra zona c'era Domo) e innalzavano nelle vicinanze la torre di difesa (come nella frazione di Torre) e appunto la residenza del loro capo (come a Sarigo).