La Sapienza creatrice (Proverbi VIII)

La Sapienza creatrice (Proverbi VIII)

[22]Il Signore mi ha generato all'inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, fin d'allora.
[23]Dall'eternità sono stata costituita,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
[24]Quando non esistevano gli abissi, io fui generata;
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
[25]prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io sono stata generata.
[26]Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi,
né le prime zolle del mondo;
[27]quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso;
[28]quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso;
[29]quando stabiliva al mare i suoi limiti,
sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia;
quando disponeva le fondamenta della terra,
[30]allora io ero con lui come architetto
ed ero la sua delizia ogni giorno,
dilettandomi davanti a lui in ogni istante;
[31]dilettandomi sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.

 

Elogio della sapienza (Sapienza VII)

[22]In essa c'è uno spirito intelligente, santo,
unico, molteplice, sottile,
mobile, penetrante, senza macchia,
terso, inoffensivo, amante del bene, acuto,
[23]libero, benefico, amico dell'uomo,
stabile, sicuro, senz'affanni,
onnipotente, onniveggente
e che pervade tutti gli spiriti
intelligenti, puri, sottilissimi.
[24]La sapienza è il più agile di tutti i moti;
per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.
[25]E' un'emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente,
per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra.
[26]E' un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell'attività di Dio
e un'immagine della sua bontà.
[27]Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante,
forma amici di Dio e profeti.
[28]Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza.
[29]Essa in realtà è più bella del sole
e supera ogni costellazione di astri;
paragonata alla luce, risulta superiore;
[30]a questa, infatti, succede la notte,
ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere.

 

Discorso della sapienza (Siracide XXIV)

[1]La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
[2]Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
[3]«Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
[4]Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
[5]Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
[6]Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
[7]Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
[8]Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
[9]Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi generò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
[10]Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
[11]Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
[12]Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
[13]Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
[14]Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
[15]Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
[16]Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
[17]Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
[18]Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
[19]Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
[20]Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
[21]Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà».