IL REGNO DI DIO








I CRISTIANI E IL SANGUE



 

 

 

 

LA TRADIZIONE CRISTIANA

Secondo la Bibbia, Dio considera sacro il sangue, sia animale che umano. Impiegarlo in maniera impropria significa profanare una cosa sacra. Vedasi a tal proposito:

  1. Genesi 9:3, 4  (non mangerete la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue);
  2. Levitico 1,5 (i sacerdoti, figli di Aronne, offriranno il sangue e lo spargeranno intorno all'altare);
  3. Levitico 17:10-12 (eliminerò dal popolo e volgerò la mia faccia contro ogni uomo…che mangi qualsiasi specie di sangue);
  4. Ezechiele 18,6 (se uno è giusto …..e non si accosta ad una donna durante il suo stato di impurità….);
  5. Atti degli Apostoli 15:28, 29 (abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenetevi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dall'impurità);
  6. Atti degli Apostoli 21:25 (quanto ai pagani che sono venuti alla fede abbiamo deciso ed abbiamo loro scritto che si astengano dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dall'impurità);
  7. Tertulliano, Apologia del Cristianesimo, IX, 9-15 (noi cristiani….non consideriamo ammesso nei pranzi il sangue degli animali);
  8. Ireneo, Lettera ai martiri di Lione, I, 17 ed Eusebio, Storia ecclesiastica, V, 1, 26 (narrano di una giovane vissuta verso la fine del II secolo che, prima di morire sotto le torture, ribadì come ai cristiani fosse proibito persino di cibarsi del sangue di animali senza ragione);
  9. Clemente Alessandrino, Il Pedagogo, II, 7 e Stromata, IV, 15 (richiama il divieto di nutrirsi di sangue animale enunciato dal Concilio di Gerusalemme);
  10. Origene, Contro Celso, VIII, 29-30 (ricorda il decreto contenuto negli Atti degli Apostoli, motivandolo con la credenza pagana secondo la quale il sangue animale e soprattutto l’odore del sangue sarebbe cibo dei demoni);
  11. Agostino, Contro Fausto Manicheo, XXXII, 13 (afferma che la regola aurea sul sangue enunciata dal Concilio di Gerusalemme rimase valida solo fino a quando la chiesa fu composta da gentili e giudei per non scandalizzare i giudei; in seguito, avendo i giudei rifiutato Gesù Cristo ed essendo la chiesa composta solo da gentili nessuno sarebbe più tenuto ad osservare né la circoncisione né la legge del sangue né alcuna pratica giudaica);
  12. Il Concilio Quinisesto [o Trullano], tenuto a Costantinopoli nel 692 (al canone 67 ribadisce la regola aurea del Concilio di Gerusalemme di Atti 15,28-29, prende atto dell'influenza critica esercitata da Agostino in tutto l'Occidente e nel Nord Africa e prevede l'immediata deposizione dei religiosi, nonché la scomunica dei laici che bevono sangue.
  13. Il Concilio di Basilea – Ferrara – Firenze – Roma (alla Sessione XI  del 4 febbraio 1442 tenuta a Firenze), pur ribadendo la necessità di non scandalizzare i deboli (Romani 14,2-3), dichiara definitivamente superate le pratiche giudaiche della circoncisione e del sabato, nonché il decreto di Gerusalemme sulle cose immolate, sul sangue e sulle carni sacrificate.

 

"La sacrosanta chiesa cattolica, quindi, dichiara apertamente che, da quel tempo, tutti quelli che osservano la circoncisione, il sabato e le altre prescrizioni legali, sono fuori della fede di Cristo, e non possono partecipare della salvezza eterna, a meno che non si ricredano finalmente dei loro errori. Ancora, comanda assolutamente a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani, che si deve cessare dal praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, che vi si confidi o meno, non si può in nessun modo praticarla senza perdere la salvezza eterna……..Crede fermamente, confessa e predica che ogni creatura Dio è buona e niente dev'essere respinto quando è accettato con rendimento di grazie (1 Timoteo 4,4); poiché, secondo l'espressione del Signore non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo (Matteo 15,11). E afferma che la differenza tra cibi puri e impuri della legge mosaica deve considerarsi cerimoniale e che col sopravvenire del Vangelo è passata e ha perso efficacia. Anche la proibizione degli apostoli delle cose immolate ai simulacri, del sangue e delle carni soffocate (Atti 15,29) era adatta al tempo in cui dai giudei e gentili, che prima vivevano praticando diversi riti e secondo diversi costumi, sorgeva una sola chiesa. In tal modo giudei e gentili avevano osservanze in comune e l'occasione di trovarsi d'accordo in un solo culto e in una sola fede in Dio, e veniva tolta materia di dissenso. Infatti ai Giudei per la loro lunga tradizione potevano sembrare abominevoli il sangue e gli animali soffocati, e poteva sembrare che i gentili tornassero all'idolatria col mangiare cose immolate agli idoli. Ma quando la religione cristiana si fu talmente affermata da non esservi più in essa alcun Giudeo carnale, ma anzi tutti d'accordo erano passati alla chiesa, condividendo gli stessi riti e cerimonie del Vangelo, persuasi che per quelli che sono puri ogni cosa è pura (Tito 1,15), allora venne meno la causa di quella proibizione, e perciò anche l'effetto. Essa dichiara, quindi, che nessun genere di cibo in uso tra gli uomini deve essere condannato, e che nessuno, uomo o donna, deve far differenza di animali, qualunque sia il genere di morte che abbiano incontrato, quantunque per riguardo alla salute del corpo, per l'esercizio della virtù, per la disciplina regolare ed ecclesiastica, molte cose, anche se permesso, possano e debbano non mangiarsi. Secondo l'apostolo, infatti, tutto è lecito, ma non tutto conviene (1 Corinzi 6,12 e 1 Corinzi 10,22)". [Sessione XI  del 4 febbraio 1442 del Concilio di Basilea – Ferrara – Firenze – Roma]

 

 

      COSE CHE I DEBOLI DOVREBBERO SEMPRE RICORDARE PERCHÉ LA DEBOLEZZA NON DIVENTI PERVERSIONE

        Tantum religio potuit suadere malorum  (Lucrezio, De Rerum Natura, I, 101)