FIGLIO DI DIO E FIGLIO DELL'UOMO
Tra sottomissione ed inferiorità esiste una
notevole differenza: per natura tutti gli uomini sono uguali, mentre gli
animali sono inferiori agli uomini. Tra gli uomini poi esistono casi di
subordinazione come quella dei figli ai genitori o quella dei cittadini alle
autorità preposte. Una cosa, pertanto, è dire che Cristo è di natura divina,
generato dal Padre e a Lui sottomesso, mentre altra cosa è dire che il Figlio è
di natura angelica, creato ed inferiore a Dio. In Cristo coesistono comunque
due nature: la natura umana e la natura divina. Coloro che attribuiscono a Gesù
una unica natura angelica tentano di giungere ad un compromesso tra le due
nature di Cristo.
Come Figlio dell'Uomo (Matteo 8,20; Matteo 24,30;
Giovanni 3,14; 1 Timoteo 2,5) possiamo dire che il Padre era maggiore di lui
(Giovanni 14,28), che non conosceva il giorno della fine (Marco 13,32), che è
stato fatto inferiore agli angeli (Ebrei 2,7), che il capo di Cristo è Dio (1
Corinzi 11,3), che farà atto di sottomissione al Padre alla fine dei tempi (1
Corinzi 15,28), che il Padre è il Dio del Signore Gesù Cristo (Giovanni 20,17;
Romani 15,6; Efesini 1,17), che vi è un solo Dio, il Padre, ed un solo Signore,
Gesù Cristo (1 Corinzi 8,6). Dopo la morte e resurrezione la natura umana venne
glorificata e Gesù Cristo uomo meritò i titoli Figlio di Dio (Romani 1,4) e di
Signore (Atti 2,36; Romani 14,9; Filippesi 2,9-11).
Per la sua natura divina Gesù Cristo poteva però vantare
il titolo di Figlio di Dio (Matteo 4,3; Luca 1,35; Giovanni 1,18;
Giovanni 10,36) già prima della resurrezione e poteva dire al Padre di
glorificarlo con la gloria che aveva presso il Padre prima che il mondo fosse
(Giovanni 17,5), perché Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre (Ebrei
13,8). Come Figlio di Dio, Gesù Cristo è pertanto anche Dio, come
testimonia tutto il Nuovo Testamento (Giovanni 1,1; Giovanni 20,28; Romani 9,5;
Tito 2,13; 1 Giovanni 5,20).
·
"Dio lo ha sovraesaltato
e lo ha insignito di quel nome che è sopra ogni nome, affinché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua
proclami che Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre" (Filippesi
2,9-11);
·
"E la Parola si fece
carne e dimorò tra di noi e vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal
Padre, pieno di grazia e di verità" (Giovanni 1,14);
·
"Io ti ho glorificato
sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare (Giovanni 17,4);
·
"Pietro e i suoi compagni
erano oppressi dal sonno, ma restarono svegli e videro la sua gloria (Luca
9,32);
·
"Ora Padre,
glorificami davanti a te, con la gloria che io avevo presso di te prima che il
mondo fosse" (Giovanni 17,5);
·
"Egli ricevette onore
e gloria da Dio Padre …" (2 Pietro 1,17);
·
"Quando il Figlio
dell'uomo verrà nella sua maestà, accompagnato da tutti i suoi angeli, allora
si siederà sul suo trono di gloria" (Matteo 25,31);
·
"Allora si vedrà il
Figlio dell'uomo giungere tra le nuvole con grande potenza e gloria" (Marco
13,26).
Un
cristiano dell'antichità, a tal proposito, osservava: "Chi nega che il
Padre sia glorificato attraverso il Figlio ? Ma chi oserebbe negare che anche
il Figlio è glorificato dal Padre? Lo stesso Figlio dice al Padre: Glorificami e
anche: Io ti ho glorificato.
Glorificare, onorare e celebrare sono tre parole che hanno il medesimo
significato, che in greco si esprime con il termine δοξαζειν.
In latino, invece, per la varietà degli interpreti, si traduce ora in un modo,
ora in un altro" [1].
Come Figlio
dell'Uomo, Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre (Filippesi 2,11),
glorifica il Padre (Giovanni 17,4) e tornerà sulla terra a giudicare i vivi e i
morti nella gloria del Padre (Matteo 16,27 e Marco 8,38).
Come Figlio
Unigenito di Dio, Gesù Cristo era nel seno del Padre (Giovanni 1,18)
e nella gloria del Padre (Giovanni 1,14), riceve gloria insieme al Padre
(Apocalisse 5,13-14; Giovanni 13,31; Giovanni 14,13) e tornerà a giudicare i
vivi e i morti nella gloria del Padre e del Figlio (Luca 9,26).
Solo come Dio e YHWH, Gesù Cristo può essere
glorificato in cielo e in terra dal Padre (Giovanni 17,1; Giovanni 17,5; 2
Pietro 1,17), tornare a giudicare i vivi e i morti nella maestà e nella gloria
di Figlio (Matteo 19,28; Matteo 25,31; Marco 13,26) e sedersi sul trono di Dio
e dell'Agnello (Apocalisse 22,1-22,3).
Sta infatti scritto:
·
"Ogni ginocchio si
piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento. Solo in YHWH, si
dirà di me, è la giustizia e la forza" (Isaia 45,25);
·
"Io sono YHWH;
questo è il mio nome; e non darò la mia gloria ad un altro…"
(Isaia.42,8);
·
"Perché dovrei
lasciare profanare il mio nome? Io non darò la mia gloria ad un altro"
(Isaia 48,11);
·
"Nessuno gli è
simile, neppure tra gli angeli di Dio" (Isaia 46,9 e Salmo 89,6).
…….E LA GLORIA
DELLO SPIRITO SANTO
Troviamo
nella liturgia della Chiesa dei primi secoli alcune dossologie trinitarie, del
tipo:
La terza dossologia fu cara agli ariani nel IV secolo, mentre delle prime due danno ampia testimonianza alcuni Padri della Chiesa, già prima del Concilio di Nicea (vedansi, ad esempio, Clemente, Lettera ai Romani, I, 58; Giustino, Apologia, I, 67; Martirio di Policarpo, XIV e XXII; Clemente Alessandrino, Il Pedagogo, III, 12; Ippolito, Contro Noeto, XVIII; Ippolito, Tradizione Apostolica, IV-VI-VII-VIII-XXXI; Dionigi Alessandrino, Sull'accusa e la difesa, fr. 16, PL 5, 128B; Giulio Africano, fr. 19, PG 10, 93A; Basilio, Lo Spirito Santo, I, 3; XXVII, 68; XXIX, 72).
La
formula ariana “Gloria al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo”
è comunque equivalente alle formule cattoliche “Gloria al Padre, al
Figlio ed allo Spirito Santo” e "Gloria al Padre ed al
Figlio con lo Spirito Santo, nella Santa Chiesa” (Vedasi Basilio, Lo
Spirito Santo, XXV, 58). L’uso strumentale della preposizione εν + dativo (cioè la completa equivalenza di “εν = in” , “συν=
con” e “δια = per mezzo di”) è testimoniata sia dalla Settanta
che dal greco del Nuovo Testamento [2].
[2] L’uso strumentale della preposizione εν + dativo (cioè la completa
equivalenza di “εν = in” , “συν= con” e
“δια = per mezzo di”) è testimoniata sia dalla Settanta che dal
greco del Nuovo Testamento. Vedansi, ad esempio:
·
Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna e non marci più
nei nostri eserciti (Salmo 44,9);
·
Entrerò nella tua casa in olocausti, adempirò le mie
promesse (Salmo 66,13);
·
E fece uscire gli Israeliti in argento e oro, e
nessuno vacillò nelle sue tribù (Salmo 105, 37);
·
Egli scaccia i demòni nel principe dei demòni (Matteo 9,34);
·
Tutti quelli che mettono mano alla spada periranno in
spada (Matteo 26,52);
·
I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di
impadronirsi di lui in inganno, per ucciderlo (Marco 14,1);
·
Io battezzo in acqua (Giovanni 1,26);
·
Colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è
colui che battezza in Spirito Santo (Giovanni 1,33);
·
Poiché egli ha
stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra in giustizia in
di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo
dai morti (Atti 17,31);
·
L'opera di ciascuno sarà resa manifesta: la farà conoscere
quel giorno che si manifesterà in fuoco, e il fuoco proverà la qualità
dell'opera di ciascuno (1 Corinzi 3,13);
·
In un ordine, in voce d’arcangelo ed in tromba
di Dio (1 Tessalonicesi 4,16);
·
In questi giorni, ha
parlato a noi in Figlio (Ebrei 1,2);
·
In essa benediciamo il Signore e Padre e in essa
malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio (Giacomo 3,9);
·
Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò
contro di loro nella spada della mia bocca (Apocalisse 2,16);
·
Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per
sterminare in spada, in fame, in morte e con le fiere
della terra (Apocalisse 6,8);
·
Ed un altro angelo uscì fuor del tempio, gridando in
gran voce (Apocalisse 14,15).
Per un'analisi dell’argomento,
vedansi, ad esempio, Robertson, A Grammar of the Greek New Testament in the
Light of Historical Research, 1919, pag. 590; Blass & De Brunner, Greek
Grammar of the New Testament, Chicago: University of Chicago Press, 1961,
pag. 104 [§ 195]; Wallace, Greek Grammar Beyond the Basics, 1996, pp.372-375.