Il
triage extra ed intra-ospedaliero:
Introduzione sul Triage:
La parola Triage
deriva dal francese "Trier", che
significa scegliere, selezionare; nell’ambito
sanitario, questa parola viene usata per indicare l’insieme di azioni
finalizzate alla valutazione clinica della gravità, l’assegnazione delle
priorità assistenziali, ed il trattamento di base (Primo soccorso e
stabilizzazione dei parametri vitali), di una persona che necessita di
assistenza sanitaria.
Questo prezioso strumento può essere
utilizzato, apportando le dovute modifiche, nelle diverse fasi del soccorso:
Triage
telefonico: effettuato dagli operatori di centrale 118
(infermieri professionali, od operatori tecnici).
Triage
extra-ospedaliero: effettuato sul territorio da
diverse figure professionali con preparazione ed esperienza disomogenea
(soccorritori volontari, infermieri professionali, medici rianimatori, medici di
guardia medica, …); può essere utilizzato nel soccorso ordinario con più
feriti, ma risulta essere uno strumento indispensabile nella gestione delle
macroemergenze (la gestione deve essere affidata di preferenza a personale
medico ed infermieristico specializzato).
Triage
intra-ospedaliero: necessario negli ospedali sede di D.E.A., deve
essere effettuato da infermieri professionali con adeguata formazione ed
esperienza che operano secondo protocolli concordati con il responsabile del
servizio (Atto di intesa Stato-Regioni in applicazione del DPR 27/3/1992).
Il processo di
Triage:
Il Triage origina le sue fondamenta
scientifiche dal processo del Nursing; tale processo è pressoché identico nei
diversi ambiti applicativi (Centrale Operativa, intra ed extra-ospedaliero),
anche se per ovvi motivi deve tenere in considerazione e conformarsi il più
possibile alle esigenze specifiche delle diverse fasi del soccorso.
Il
processo può essere schematicamente distinto in:
Raccolta
dati ed identificazione del problema principale: mediante l'intervista
"ragionata", l'osservazione del paziente, la valutazione di segni e
sintomi, ecc.
Pianificazione
dell'assistenza ed attuazione degli interventi: questa fase si traduce nella
realtà del Triage, come assegnazione del codice di gravità, e trattamento
primario (nel triage telefonico, si traduce invece nell'invio del mezzo di
soccorso adeguato, ed istruzione sulle manovre elementari di primo soccorso).
Valutazione
dei risultati ottenuti, ed eventuale revisione dell'intero processo:
importante è verificare l'efficacia della valutazione di triage utilizzando dei
metodi il più possibile oggettivi (corrispondenza nell'assegnazione dei codici,
capacità di risposta del sistema ad eventi ordinari/eccezionali, ecc.), che
permettano di valutare i risultati ottenuti, eventuali discrepanze tra la
decisione di Triage e la reale gravità clinica (casi di over o di under-triage),
ecc.
La raccolta dati:
La fase più impegnativa è quella
della raccolta dati, dove l'operatore sanitario (in questa parte parlerò più
specificatamente della figura dell'infermiere nel triage intra-ospedaliero), con
ampia autonomia operativa, dovrà giungere all'assegnazione di un codice di
gravità che rifletta la situazione clinica del paziente; dopo avere escluso la
presenza di condizioni incompatibili o gravemente minacciose per la vita
(arresto cardiocircolatorio/respiratorio, stato di shock, emorragie massive,
insufficienze respiratorie gravi, ecc., che ovviamente verranno subito trattate)
l'infermiere procede ad una valutazione di tipo soggettivo ed oggettivo della
persona:
Valutazione
soggettiva: l'operatore sanitario determina, mediante
intervista, il sintomo principale, i sintomi associati, la presenza di dolore
(sede, tipo, durata ed insorgenza), ed una breve storia clinica (allergie,
patologie sistemiche importanti, ecc.).
Valutazione
oggettiva: l'infermiere procede alla revisione secondo
"criteri scientifici" dei dati raccolti con l'intervista (le 2
valutazioni devono essere effettuate contemporaneamente); gli strumenti a
disposizione sono l'esame fisico mirato e la raccolta della documentazione
clinica.
L'esame fisico mirato
valuta accuratamente i parametri vitali (pervietà delle vie aeree, respiro,
circolo, alterazioni neurologiche) e se necessario esegue una indagine dei
distretti corporei interessati (osservazione, palpazione, ed esami strumentali
di base).
La documentazione clinica serve
per ottenere delle informazioni attendibili sullo stato di salute generale del
paziente (condizioni croniche, aggravanti, ecc.), e su eventuali indagini già
eseguite per lo stesso problema.
Ogni fase del Triage deve essere
basata su delle linee guida chiare che riscuotano il più ampio consenso
possibile, per permettere uniformità di trattamento (possibilmente sia a
livello extra che intra-ospedaliero), e dare la possibilità di avere una
continuità nell'assistenza; altra caratteristica fondamentale delle linee guida
è quella di avere una certa elasticità nell'applicazione, per dare la
possibilità di affrontare situazioni particolari (che nell'ambito
dell'emergenza sono tutt'altro che rare) nel migliore dei modi.
Questo articolo non vuole essere un
trattato scientifico sul triage, ma vuole essere uno spunto per gli
"addetti" dell'emergenza (infermieri e non), ed in generale per tutti
coloro interessati alle tematiche del soccorso, per parlare di un argomento di
grande attualità con il quale si dovrà prendere sempre più confidenza per
offrire una risposta professionale (e questo vale a mio parere anche per i
soccorritori volontari) anche alla fase extra ed intra-ospedaliera del soccorso,
dove ancora poco è stato fatto sia a livello normativo che culturale.
L'articolo è stato scritto da Massimo Missana, infermiere
professionale, diplomato discutendo una tesi dal titolo "Il processo di
Triage in Pronto Soccorso: Risorse umane, strutturali ed organizzative"
presso Università di Milano, sezione di corso H. S. Carlo Borromeo.
Codice rosso | imminente pericolo di vita, il pronto soccorso si ferma e riceve immediatamente l'utente. | |
Codice giallo | non c'è imminente pericolo di vita ma la situazione è grave; tempo di attesa di norma non superiore a 10 minuti | |
Codice verde | urgente, tempo di attesa stimato, entro le due ore | |
Codice bianco | nessuna urgenza, tempo di attesa indefinito. |
(E' evidente che se non ci sono pazienti in trattamento un codice 'basso',anche un bianco, entra subito nei locali.)
Quali patologie possiamo ricondurre ai codici colore?
ROSSO> arresti cardiaci, gravi politraumi ; stati di shock; gravi emorragie;
GIALLO> compromissioni parziali e in via di probabile peggioramento,
VERDE> problemi vari ma non compromettenti le condizioni generali a carico dei
vari apparati e organi.
BIANCO> la prestazione può NON essere di pertinenza del pronto soccorso.