L’accordo
Conferenza Stato Regioni del 22.11.01 (pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta
Ufficiale n. 19 del 23.1.02 - Serie generale) ed il DPCM del 30.11.01 (pubblicato sul supplemento ordinario alla
Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8.2.02 - Serie generale) stabiliscono i livelli essenziali di assistenza (LEA) erogati dal
Sistema Sanitario Nazionale.
I LEA, citati per la prima volta dal D.Lgs 502/92 e
definiti poi nella riforma “Bindi” (D.Lgs 229/99), dovrebbero mettere a
disposizione di tutti i cittadini, tutte le prestazioni ottenibili con il SSN,
con riferimento all’assistenza ospedaliera, specialistica, sociosanitaria e
farmaceutica.
Dovrebbero essere quindi lo strumento atto a garantire
omogeneità di diritti sulla salute per tutti i cittadini italiani, a
prescindere dal tipo di organizzazione sanitaria preposta.
Individuare dei LEA è stato uno degli obiettivi
prioritari in assoluto stabiliti dall’accordo dell’8 agosto 2001 tra Stato e
Regioni, evento questo sancito dall’art.40 della legge finanziaria 2002 (legge
448/01), che prevede il ripristino dell’accordo finanziario precedente
(accordo Stato Regioni del 3.8.00) come sanzione per le Regioni inadempienti
rispetto all’attuazione dei LEA stessi, quindi con taglio dei finanziamenti da
parte dello Stato.
All'indomani
delle modifiche apportate al titolo V della costituzione ciò assume,
indiscutibilmente, ulteriore valenza e infatti la stessa legge di riforma
costituzionale li prevede quali "garanzia di pari diritti civili e sociali
da garantire su tutto il territorio nazionale" (articolo 3, comma 1,
lettera m).
Con
i Lea, nello spirito originale del legislatore, si intendeva quindi dare luogo
ad un riferimento nazionale omogeneo per l’offerta di servizi sanitari, in
termini quantitativi ma anche qualitativi, in relazione a predeterminate risorse
economiche, individuando liste negative di
prestazioni, quelle a rischio di appropriatezza, i percorsi terapeutici ottimali
per l’assistenza farmaceutica, ospedaliera e territoriale.