Boksic sembra essere, nel
solco della migliore tradizione, il prototipo di calciatore
laziale specializzato nel dividere i tifosi in due fazioni: da
una parte chi lo ha ritenuto giocatore eccezionale e dall'altra
chi ne ha sottolineato piuttosto la discontinuità nell'offrire
prestazioni di rilievo. Certo è che quando arrivò a Roma
l'entusiasmo sollevato dal suo ingaggio aveva fino a quel momento
ben pochi precedenti nella storia della Lazio. Quando
improvvisamente fu annunciato l'accordo con l'Olimpique Marsiglia
furono in molti, perfino tra gli addetti ai lavori, a cadere
dalle nuvole, tenuto conto del fatto che fino a poche ore prima
veniva data per certa la cessione al Milan o, in alternativa,
alla Juventus.
I tifosi laziali, disabituati fino ad allora a operazioni di
mercato così spregiudicate, si legarono immediatamente a questo
calciatore, vedendo in lui il simbolo della rinascita della
società capace, ormai, di competere (almeno fuori dal campo) con
le grandi tradizionali.
E certamente l'entusiasmo iniziale fu ripagato da una serie di
prestazioni eccellenti, le prime partite di Boksic con la maglia
biancoceleste furono la dimostrazione che la fiducia della società
e dei tifosi era ben riposta. L'intesa con Signori faceva
sognare, anche se il giocatore mostrò subito una certa difficoltà
nel "vedere" la porta. Tuttavia alcune giocate restano
negli occhi: il primo gol con la maglia della Lazio, segnato in
una sciagurata partita contro il Torino all'Olimpico, con un un
potente e preciso colpo di testa su calcio d'angolo, oppure (contro
il Genoa) una fantastica traversa colpita da fuori area con un
tiro al volo dopo avere arrestato il pallone di petto! In quella
stagione '92/'93, un ruolo importante nella rinascita della Lazio
dopo gli stenti iniziali lo ebbe proprio Boksic, arrivato a
novembre con un'operazione che anticipò il suo tesseramento
previsto per la stagione successiva.
Negli anni successivi si può ben dire che la sua carriera
laziale sia stata sempre una grande incompiuta. Due buoni
campionati disputati sotto la guida di Zeman (ma sempre
contrassegnati da una serie di alti e bassi), fino alla "fuga"
verso la Juventus dettata dalle incomprensioni con il tecnico
boemo. E, dopo un anno soltanto, il ritorno alla Lazio. La
stagione '97/'98 è stata certamente la migliore tra tutte, non
soltanto per i 10 gol segnati (spesso decisivi) ma anche per una
ritrovata fiducia in se stesso e per il buon rapporto avuto con
l'allenatore Eriksson che ha sempre cercato di responsabilizzarlo.
Alla fine di quella stagione cominciò il calvario
dell'infortunio (e contemporaneamente cominciò a rompersi
qualcosa nel rapporto con i compagni di spogliatoio), poi un anno
di assenza e il ritorno, dopo una breve parentesi in Coppa della
Coppe nella quale riuscì comunque a segnare un gol decisivo,
nella stagione dello scudetto. E va sottolineato, nonostante sia
molto diffusa tra i tifosi l'opinione contraria, che alla
vittoria dello scudetto Boksic ha dato un apporto notevole, con
prestazioni di rilievo e partite giocate con grande temperamento.
Di lui però rimangono negli occhi, purtroppo, soltanto gli
episodi extracalcistici negativi della parte finale del
campionato. Ed è, questa, una costante di tutta la sua carriera
laziale. Troppo spesso il pubblico laziale ha sottolineato i suoi innegabili
demeriti, dimenticando però tutto quello che di buono Boksic ha
fatto con la maglia della Lazio.