Meta
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Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Monte Ferrara |
2258
|
1100
|
Dalla forcella che precede f.lla Savalons si prende a sinistra, indicazioni in rosso, risalendo facilmente prima far mughi e poi su terreno a zig zag per raggiungere l'anti-cima sud. Ancora pochi minuti per la cima principale. Per abbreviare il ritorno si può proseguire sccendendo verso la cresta nord in direzione della fisibile f.lla S'ciol de Mont. Dopo alcune decine di metri si abbandona la linea di cresta e ci si districa tra mughi anche fitti indovinando i passaggi più convenienti. Talora si incrocia qualche confortante ometto, benchè la forcella di destinazione resti quasi sempre visibile il che riduce i patemi di sbagliare completamente percorso. Guadagnata la forcella si torna a pian di Meluzzo discendendo il dissestato vallone, parzialmente invaso da nevaio, senza grandi opportunità di accelerare i movimenti. |
Anticima sud e cima principale del Monte Ferrara |
Il Turlon |
Cima dei Pecoli |
2352
|
1200
|
Interessante salita di media difficoltà, affrontabile senza l'utilizzo di materiale con la giusta dose di accortezza. Si abbandona il sentiero che porta al biv. Marchi Granzotto quando, in prossimità di due laghetti alla sinistra, si nota ben stagliata la finestra naturale che segna l'inizio della via normale. Raggiunto l'arco con dura salita per ghiaione non segnato si individua subito la cengia di attacco, che merita attenzione nei primi 5/10 metri. Si entra quindi in un canale franoso e si supera il passaggio chiave con un masso strapiombante, scalando la paretina di destra (II-, 4m) comunque non esposta. Il resto del percorso, un po' da cercare ma con limitati pericoli, oppone solo qualche ulteriore passo sul I grado. |
Arco naturale |
L'attacco della cengia |
Sulla cengia |
Canali nella parte mediana della |
In discesa |
Il salto di II |
Cima di San Francesco (tentativo) |
|
|
Cima dirimpettaia alle Caserine, remota e per nulla frequentata. |
Cima di San Francesco col recente distacco |
Il remoto Ciadin di Gasparin |
Inizio delle Inizio delle placconate |
Verso Cima Pussa |
Cima Toro |
2355
|
1250
|
Stupenda Cima, la maggiore tra gli Spalti di Toro, affiancata a sud dalla sinuosa Punta Pia. Dal Biv. Perugini si prende il sentiero diretto a forcella segnata e lo si abbandona poche decine di metri prima della stessa piegando a sinistra per uno scosceso canale. Superate alcune strettoie e dei saliscendi si attacca la normale sotto la cengia principale, che si guadagna scalando con attenzione 10m appoggiati con detrito (I delicato). La cengia avvolge tutto il versante est e sud del monte, senza particolari difficoltà, dovendo scendere in arrampicata per qualche metro poco prima dell'attacco, già in vista di Punta Pia. La via si svolge con alcuni tiri di corda, inizialmente II poi I su gradoni verso sinistra, quindi sormontando il passaggio chiave, 4m III strapiombante. Si prosegue quindi per facili gradoni detritici fino sotto la torretta finale, che si scala con un breve tiro di 15/20m sul II grado. Discesa seguendo la via di salita con alcune doppie nei punti verticali. |
Attacco della via per prendere la cengia |
Inizio della cengia |
Piccola interruzione |
Verso Punta Pia |
Attacco della parete |
Da secondo... |
Sull'articolata parete sud |
Ultimi 20m di II |
Pareva più facile... |
In discesa su placchette |
Cima di Pino Sud |
2057
|
1700
|
Le selvagge cime di Pino coronano a nord l'imponente Col Nudo. Lungamente vagheggiata la cima Sud si approccia da Casera Ditta. La salita è molto lunga, circa 1700m di dislivello inclusi i frequenti sali-scendi. L'orientamento non è facile e rischia di far perdere tempo ed energie. La traccia è pochissimo segnata e solo i tagli di mughi, nella parte finale, aiutano a destreggiarsi in ambiente selvaggio. Le uniche vere difficoltà si accentrano in prossimità del cocuzzolo verde finale. Serve scendere sul versante ovest per una cinquantina di metri per imboccare il canalone che scende dalla stretta forcella ai piedi della cima. Risalendo il canale con attenzione si devono affrontare, verso la fine, 4m di II, meglio con sicura di corda sia a salire che a scendere. La piramide finale, invasa dai mughi, si risale stando ben attenti ai tagli, e in frequente arrampicata vegetale. |
Cima di Pino sud |
cresta |
cresta cresta cresta |
Traccia tra i mughi |
Risalita all'ultima forcella |
Si attacca la piramide finale |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Col Siron
|
1671 |
1030 |
Lasciata
l'auto al parcheggio di Olantreghe si prende la comoda mulattiera diretta a
casera Busnik. Giunti in località Col, presenza di segnavia CAI, si piega
liberamente a sinistra nel bosco, superando in saliscendi alcune doline che
portano alla base dei ripidi prati, macchiati di mughi, sul versante est del
Col Siron. Si individua subito lo stretto intaglio di forcella, tra i verdi,
alla sinistra del corpo principale delle verticali pareti est del monte. Si
risale verso la forcella evitando i mughi e si prende, la cresta sud, prima
aggirando in versante oves un torrione e poi seguendo i rari tagli tra i
mughi, fino alla base del cocuzzolo finale, da attaccare in versante ovest
per evitare alcuni spuntoni rocciosi. |
Il Col Siron da ovest |
Ripidi
prati a est del Col Siron |
La cresta di salita da sud |
Gruppo del Bosconero innevato
|
Bivacco Marchi Granzotto |
2168 |
1000 |
Dal parcheggio
a Pian di Meluzzo, sotto il rif. Pordenone, si prosegue per il 361 della val
di Meluzzo e poi il 359 per la val Monfalcon di Forni fino al panoramico
bivacco. |
Cima del Venier |
2237 |
1100 |
Via di salita
per il Viaz sora la Fopa che si attacca al bivio per il biv. Carnielli de
Marchi rimontando la rampa ghiaiosa verso destra. Giunti su uno spallone, in
presenza di un grosso gendarme, gli ometti fanno perdere quota fino ad un
fitto di mughi. qui serve calarsi per una decina di metri, i primi con
l'aiuto dei mughi stessi, poi altri 5m di II solido per guadagnare una
selletta che segna l'inizio del Viaz. La cengia è spesso molto larga e
assume i connotati di una bancata ascendente. Anche le poche strettoie non
creano particolari patemi. I passi un po' più delicati in uscita, ormai in
vista della forcella Sagrona. Poco prima della forcella, ove la cengia si
interrompe, si prende il canale ghiaioso che scende evidente dalla sinistra.
Il camino si restringe e oppone alcuni passi sul I+ fino ad un
caratteristico foro che si imbocca per discendere in vista della forcella,
spostandosi ora sul versante est. Si resta poi alti su cengia prativa e
aggirando, ancora verso est si risalgono alcune decine di metri facili,
qualche passo di I forse, per poi affrontare gli ampi prati terminali che,
ripidamente portano alla bianca torretta della cima. |
Rampa di accesso al Viaz sora
la Fopa |
Salto di II in
discesa per guadagnare la cengia |
Strettoia della cengia |
Versante est del monte prima
dei prati terminali |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Urtisiel Ovest (tentativo)
|
2100 |
950 |
La salita dal
versante sud, per un lungo e diramato canalone detritico non ha portato alla
vetta. Si abbandona il sentiero diretto a Casera Val Binon (o Val Menon)
appena usciti dal bosco, in corrispondenza di un ripido pendio misto di
mughi, oltre il quale si identifica l'ampio svaso detritico che sale
all'articolato castello della cima Urtisiel Ovest. Tenendo sempre la
sinistra alle successive diramazioni, su ghiaione ripido ma non infido, si
dovrebbe potersi collegare alla via normale che sale da Forcella Pecoli.
|
Su ripido detrito
|
Campanile Gambet |
Sassolungo di Cibiana |
2413 |
1400 |
Via normale
per la dorsale sud. Dl passo di Cibiana si sale a Forc. Bela per poi perdere
quota in versante Campestrin. Puntando una traccia sotto le pareti della
bastionata sud del Sassolungo si contorna il catino ghiaioso e si prosegue
in leggera pendenza sotto i canaloni che scendono dalla linea di cresta.
Superate delle placchette rocciose si affronta con decisione a sinistra una
pala ricoperta di mughi, forzando i passaggi ostruiti. La traccia è precaria.
Raggiunta faticosamente la cresta la si percorre lungamente senza difficoltà
apprezzabili fino al grande cocuzzolo finale che si guadagna risalendo un
facile canalone con alcuni passi di I (bolli rossi). Discesa per la stessa
via prestando attenzione al momento di ridiscendere verso il Campestrin. |
Sotto la dorsale sud |
Passaggio su roccette |
In cresta |
Ultimo canale prima della
cupola sommitale |
Terza Piccola
|
2334 |
1150 |
Via normale
per il canalone est da Lerpa. Dopo lungo percorso su strada sterrata nel
bosco si percorre l'ampio cadin che conduce a Forc. Terza Piccola. La via
inizia aggirando a destra un caratteristico dente roccioso per poi infilarsi
in un canale detritico che va risalito per un centinaio di metri, solo un
passaggio di I in una strozzatura a metà. Si perviene quindi al masso
incastrato che chiude il canale, da superarsi passando sotto dello stesso
con facile arrampicata, 4m di I+. Pochi metri sopra inizia una breve
crestina esposta, circa 30m con un paio di passaggi molto delicati per
l'esposizione ma non difficili, in sostanza si cammina usando le mani solo
per equilibrio. La vetta è a portata di mano, risalendo neanche 50m di
prato. Spettacolare visione sulle montagne di Sappada e sulle altre due
Terze. |
Forcella terza Piccola |
Imbocco del canale |
Il masso incastrato |
La crestina esposta |
Cima Cadin
Cime Postegae
|
2313
2358 |
1500 |
Dal parcheggio
in Val Cimoliana sotto il Rif. Pordenone si prosegue per il facile sentiero
diretto al Passo Pramaggiore. Giunti sull'ampia insellatura erbosa si
prosegue a sinistra per facile cresta ed in breve si risale l'appicco
terminale, più ripido, della panoramica Cima Cadin. La traversata prosegue
per cresta, scendendo ora su ripido pendio erboso e poi in continuo
saliscendi per facile percorso spesso sabbioso. In questo tratto si
arrampicano 3 m di I solido prima di arrivare in vista dell'ultimo erto
tratto che risale il dorso settentrionale della Cima Postegae più elevata.
La discesa, a chiudere un percorso ad anello, prosegue per un buon tratto
ancora in cresta, aggirando una elevazione minore delle Postegae, con bella
visione diretta delle slanciate Torri Postegae. Si scende poi per un tratto
più ripido che richiede un po' di attenzione prima di risalire in breve
all'intaglio di forcella S'ciol de Mont. Non resta che discendere il
ghiaione detritico che ci ricongiunge, qualche centinaio di metri più in
basso, al sentiero diretto a Casera Bregolina grande e poi in falsopiano al
parcheggio. |
Cima Cadin |
Breve salto in arrampicata |
Cima Postegae |
Torri Postegae |
Monte Turlon
(Tentativo) |
2160
|
1950 |
Dalla Stai de
Nuci in Val Settimana si prende il ripidissimo sentiero che sale dietro la
stalla e per diverse centinaia di metri di dislivello si arranca su bosco
quasi verticale. Superato un passaggio di I, alcuni metri su placca rocciosa
in discesa si riprende la salita ora su bosco più rado per poi guadagnare un
primo filo di cresta con vista sulla sella del Turlon. Traversato in quota
con leggera pendenza tra i mughi si accede alla sella da ripidi prati. Ora
ci si sposta sulla cresta prativa in saliscendi e conviene abbandonarla,
scendendo sul versante ovest prima di imbattersi in due torrioni rocciosi
meno agibili. (to be continued) |
Placca inclinata |
Alti sulla Val Settimana |
Profili in controluce |
La cresta del Turlon |
Corno del doge |
2615 |
1600 |
Da Ponte degli
Alberi presso Palus San Marco Si imbocca la sterrata, sentiero CAI 226, che
per oltre un chilometro e mezzo scorre pianeggiante nel bosco e si seguono
ai bivii le indicazioni per il Bivacco Voltolina. Risalita una ripida
faggeta con percorso a zig-zag si perde poi un po’ di quota prima della
biforcazione che porta a seguire il sentiero CAI 278. Superata una parete
appoggiata con attrezzature fisse si giunge in breve in vista del bivacco.
Prestando attenzione a delle segnalazioni su di un masso si volge ora a
destra in direzione della cengia erbose ben evidente che taglia la parete
est del Corno del Doge. Per circa un centinaio di metri si segue il sentiero
CAI 280, Alta via Numero 5, e lo si abbandona quasi subito quando i mughi
lasciano spazio alla sinistra ad una paretina dove si scorge a sinistra un
ometto circa 10 m sopra la traccia. Si sale così su pendio prevalentemente
erboso, tenendo la destra dovendo intercettare la cengia proprio al suo
inizio. Si percorre ora lungamente la cengia, sempre comoda ed in leggera
pendenza ascendente, passando sotto bellissimi appichi di roccia gialla
solidissima. Quando si apre un canale accessibile sulla destra è il momento
di abbandonare la cornice erbosa, rimontando facili salti, sempre con zolle
affioranti, mantenendo la destra come direzione dominante. I radi ometti
portano ad un bel ballatoio erboso dal quale si scorge il tratto chiave
della salita. Ci si abbassa un po’ su cengia fino alla placca verticale che
interrompe il percorso. Sono 4 m di roccia buona da percorrersi in
orizzontale con buoni appigli per le mani, piccole scaglie, mentrei per i
piedi serve qualche appoggio in aderenza. L’esposizione è consistente
pertanto conviene attrezzare una breve corda fissa. All'uscita si doppia uno
spigolo su roccia solida (II-) sempre in orizzontale per poi infilare un
canalone detritico che si risale lungamente per uscirne sulla destra.
Rimontati ancora ripidi pendii erbosi si approccia la dorsale che scende
dalla cima, ormai in vista, e faticosamente senza percorso fisso si
raggiunge la cresta ormai a poche decine di metri dalla vetta. |
Il profilo del Corno |
Parete gialla in cengia |
Il passaggio chiave |
I pendii terminali |
Cima della Beta |
2723 |
1600 |
Seguendo il
sentiero CAI 771 si giunge alla stazione sommitale della ormai dismessa
seggiovia e in breve alla sella erbosa sopra Malga Losch, lasciando sulla
sinistra il Rifugio Scarpa-Gurekian. Si asseconda in quota verso occidente
l’unica traccia senza indicazioni ma ben marcata, che conduce alla base di
un primo canalone dove si scorgono delle opere per una presa d’acqua. Si
mantiene la direzione fino a superare lo sbocco di un successivo canale
caratterizzato dalla presenza di grossi massi erratici. Si risale subito il
primo pendio erboso indovinando l’inizio di una cengia sopra un nero risalto
roccioso poco prima dell’incombere delle pareti. Ci si alza tra mughi e
ripide erbe, si supera un friabile antro caratterizzato da un abete
rinsecchito e si prosegue verso ovest su pale sempre erbose fino a entrare
nel fondo di un largo canale che ospita la Dolada: si tratta di un ripido
pendio di circa 200 m caratterizzato da placche levigate frammiste ad erbe
che costituisce il tratto più insidioso dell’intera salita. Si asseconda la
costola erbosa di sinistra fin sotto le rocce a ridosso di ombrosi antri. Il
passaggio chiave inizia pochi metri sulla destra, dove le rocce appaiono più
cedevoli e una fettuccia su uno spuntone 5 m più in alto segnala il
percorso. I primi movimenti sfiorano il III grado, ma subito le difficoltà
calano e, superata la citata fettuccia, si raggiunge un buon ancoraggio su
clessidra pochi metri più in alto. Si prosegue ora per delicato terreno di
zolle erbose interrotto da rocce affioranti, cercando il passaggio più
conveniente, puntando alla fascia rocciosa sotto l’evidente torrione che
segnala l’uscita dalla Dolada. Gli ultimi 40 metri, decisamente più ripidi e
insidiosi non lascerebbero spazio ad errori, ma una clessidra in uscita e un
chiodo alla base della fascia di rocce prima raggiunte, permettono di
affrontare in sicurezza questo tratto. Si insiste salendo verso sinistra su
prati divenuti più docili, si attraversa un ampio canale e se ne risale il
suo lato sinistro fino a un intaglio da cui appare la maestosa Croda Granda.
Si piega verso destra e per un ripido canalino si esce dalla parte erbosa in
corrispondenza di una più alta forcelletta. Si prosegue nell’opposto
versante salendo verso destra, portandosi così fin sotto le rocce da dove si
inizia ad affrontare un lungo traverso in quota verso sinistra, ricercando
con attenzione gli sporadici ometti, lungo un frastagliato versante che
alterna svariate costole e rientranze, I/I+. Dopo un ultimo spigolo si
accede a una delicata cengia che si affaccia sul profondo canalone che
discende direttamente dalla cima. La si percorre per buon tratto e con
andamento ascendente fino a toccare il fondo detritico del canalone, I/I+
con passi di II-, esposto ma sempre ben appigliato. Si risale ora senza
difficoltà il canale via via sempre più ampio che termina su un’aerea e
panoramica terrazza ormai in vista della cupola finale che si affronta
centralmente con divertente arrampicata di I grado. Si guadagna
finalmente l’isolata cima che sul versante nord precipita vertiginosamente
nella profonda Valle d’Angheraz. |
Nevaio perenne |
Attacco |
La Dolada |
Uscita dalla Dolada |
Appare Croda Granda |
Spostamenti in quota |
La vetta |
Sass de le Snare |
Delicato traverso |
Su cengia esposta |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Mugoni - Cima di Mezzo
Catinaccio |
2750 |
800 |
Dalla Busa de
Vael si individua il canale che spacca la parete ovest dei Mugoni. Qualche
passo di I all'inizio, poi solo ripido e friabile. Nessuna traccia o ometto. A metà canale lo troviamo completamente invaso da una lingua di neve. Piuttosto che traversare 30m sul duro si decide di passare al bordo delle rocce superiore con tanto di passo del gatto in un tunnel di neve. La forcella della Torre
è stupenda sia come ambientazione che come vedute. La normale alla cima di mezzo si individua
più
verso il versante di Vael. Da li in 10 minuti si calca la esilissima cima,
15m di I all'inizio, poi una bancata con zolle e una breve crestina
terminale. |
Salendo la normale |
Verso sud dalla cima |
Punta del Ciadin
s.gruppo Cima Uomo |
2919 |
1020 |
Da Passo S.
Pellegrino (chiesetta) si segue per la normale a cima Uomo fino alla
deviazione, poi gli ultimi 100m verso la forcella sono veramente fastidiosi
per la
pendenza ed il marciume. Arrivati in vista dei segni dell'alta via "Bepi Zac"
si prende a sinistra seguendo questi per un 2/300m in cengia/sentiero in
quota fino a distinguere il canale di salita dopo una forcelletta. Si deve
prendere l'intaglio a sinistra del canale per evitare di finire sotto
i salti che sbarrano il canale una quarantina di metri sopra. Il canalino
è solido sul I discontinuo, qualche passo I+ per una ventina di metri. Poi si esce a destra verso la parte superiore del canale dove si cammina. Ometti, uno anche fuorviante verso sinistra, mentre bisogna puntare il lato destro che sbuca all'esile forcelletta. Da li si identifica un canalino con due staffe in ferro che si imbocca dopo un paio di metri di cengetta leggermente esposta. Fuori dal canale si intravede
già la cima che si raggiunge brevemente superata con un po' di attenzione una crestina finale. |
Cresta finale |
Cime d'Auta |
Cima Urtisiel Est |
2119 |
1000 |
Dal parcheggio
del rif. Pordenone in Val Montanaia si segue in piano verso Casera Valmenon.
Quindi, sempre per sentiero CAI (361) si giunge in prossimità di f.lla
Urtisiel. Abbandonare il sentiero circa 50m sotto la forcella e salire a
destra per una banca di zolle contornata da mughi. Si punta verso destra una
insellatura che, valicata, conduce brevemente alla rampa finale senza
difficoltà alcuna. |
La cima |
Rampa di salita |
Cima Spe |
2314 |
~1300 |
Sentiero A.
Marini dal parcheggio del Rif. Pordenone. Il sentiero presenta alcuni brevi
passaggi in cengia un po' esposti, ma il tratto più scabroso è in
corrispondenza dei canali franati di sabbia cementata che scendono dai
Cadini, nella parte finale del percorso già prossimi al biv. Gervasutti. Da
forcella Spe la salita alla cima non presenta ne problemi di orientamento,
sempre in cresta fino al "testone" finale, ne difficoltà di rilievo.
Arrivati in prossimità della cupola terminale ci si sposta a destra sul
versante nord per una facile cengetta fino ad imboccare un canalone di massi
rotti che porta in cima senza percorso obbligato (passi I pure evitabili). |
Sent. Marini, cengia |
Sent. Marini, esposizione |
Sent. Marini, frana |
Cima Spe |
Canalone finale |
Spunta il Cadin degli Elmi |
Sasso Todesco + tentativo
Campanile dei Campidei |
2541 |
~1400 |
Da Gares si
sale al favoloso pian di Campido, attraversato il quale si attacca la parete
appoggiata del Sasso Todesco in corrispondenza di un canale ad intaglio e
poi uscendo un po' in esposizione per un 5m verso destra (I+, passaggio
chiave) su roccia sempre solida, pur macchiata da zolle. Raggiunta una banca
semi-erbosa, da li le difficoltà svaniscono con solo qualche altro breve
tratto sul I per guadagnare l'ampia e tondeggiante sommità. |
La normale |
Cima Zopèl |
Focobon e Campido |
Altipiano |
Cima Bel Pra |
2917 |
150+1150 |
Il rifugio S.
Marco serve come punto di partenza per la Forcella Grande. Si cammina quindi
in falsopiano per una traccia che corre lungo i ghiaioni alla base della
Torre Sabbioni, fino ad aggirarla completamente sul lato nord. Risulta a
questo punto evidente la cengia che sale verso sinistra (1h 20min), senza
alcuna difficoltà, lungo le bastionate di cima Bel Pra. Aggirato il tornante
la cengia prosegue ora verso destra (sud-est), dovendo risalire alcuni metri
per riprenderla (I) per arrivare dopo poco al passaggio chiave, con un
restringimento su colatoio (possibilmente vetrato), e calata di circa 4m, I
e 2m II. Un altro punto ostico della lunga cengia si presenta nel finale
dovendo aggirare uno spigoletto con poco spazio per i piedi. Risalite alcune
placche in aderenza si sbocca nel faticosissimo ghiaione, circa 300m di
estenuante risalita per affacciarsi sul versante di S. Vito. Da qui si può
già attrezzare una sicura per affrontare una rampa in lieve salita piuttosto
esposta. Pervenuti ad un terrazzo si arrampica per 5m in verticale (II-) e
poi ancora a destra con roccia sempre più friabile (passi di I, vari
spuntoni per assicurazione). L'aggiramento di un ultimo risalto in cengia
costituisce il passaggio più esposto, con appigli malsicuri per le mani.
Infilato un facile canale in direzione nord si affronta un risalto di II in
spaccata per approdare alla cresta finale che porta in vetta con un giro a
ferro di cavallo su roccia rotta (3h dall'attacco). Salita bellissima ed
appagante. |
Cengia ghiacciata |
Cengia |
Torretta finale |
Torretta finale |
Antelao |
Torre Sabbioni |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Colli Euganei - Monte Ceva |
255 |
200 |
Descrizione completa sul sito
Magico Veneto |
La rocca di Monselice |
In cima |
Colli Euganei - Cresta di Rocca Pendice |
320 |
250 |
Descrizione completa sul sito
Magico Veneto |
In cresta |
Da sotto |
Monte Toc |
1920 |
1180 |
Lasciata l'auto poco dopo l'imbocco della
strada che porta in val Mesaz (dopo la diga del Vajont) abbiamo risalito
il fianco destro detritico delle ultime placche della frana verso ovest.
Alla fine dei blocchi franati siamo saliti per un 20m su placche per poi
entrare nel bosco evitando inutili pericoli. Ripreso poi il sentiero
principale in vetta, aggirando anche un po' di neve nel cadin tra cima
Mora e Toc. Numerosi crolli recenti di alberi anche lungo il sentiero e
sciami di zanzare tigre nel bosco, consigliatissimo del repellente. |
Detriti |
Placche |
Crolli |
Cima Mora dal Toc |
Sass da Mezdì - Sora Crep e troi del Buro |
1860 max |
550 |
Partenza dal bivio per Malga Rezila verso
Lusia. Belle vedute su Moena e Val di Fassa. |
Lingua di neve |
|
Punta Ciampac - Catinaccio |
2319 |
~600 |
Partenza dal Hotel Savoy al passo Costalunga.
Cimetta panoramica giusto sopra il rif. Pederiva. |
...fuori pista |
Latemar |
Roda de Vael |
Marmolada |
Monte Zita - Val Zemola |
2190 |
1000 |
Si segue la strada/sentiero che porta a casera Bedin, fino ad evidenti segnalazioni verso forcella Zita (sinistra) che si raggiunge dopo faticoso pendio erboso - m 1960. Dalla forcella si prosegue a destra per lo
più in cresta, con la traccia che si incanala tra i mughi. La cima è solitaria ed isolata, offrendo un bel colpo d'occhio verso le dolomiti di sinistra Piave da un lato, Bosconero, Sfornioi e Cibiana dall'altro. |
Il Duranno |
Parete della Palazza |
Cima Nord di San
Sebastiano |
2488 |
980 |
Da Ponte Caleda si sale al
van di Caleda per sentiero ripido con alcuni tratti di I grado su
terreno tranquillo. Si prende quindi la diramazione verso sinistra che
punta alla forcella di San Sebastiano, ove si perviene risalendo con
fatica i ghiaioni. Da qui restano 20/25 minuti di cresta con sentiero
alternato a brevi tratti di I grado divertente anche su placchette. La
cima offre un buon punto di osservazione centrale verso Pelmo, Civetta,
Antelao a nord-est con bei scorci sui vicini Tamer piccolo e grande.
|
Corvo |
i Tamer |
Van di Caleda |
Cresta finale |
Rif. Locatelli |
2438 |
~200 |
Scampagnata turistica con salita in auto al rif. Auronzo, quindi tra giapponesi in ciabatte e americani in scarpette da ginnastica, abbiamo percorso il panoramico sentiero fino a forc. Lavaredo per poi, quasi in quota per sentiero, raggiungere il rif. Locatelli. Non serve rimarcare la
spettacolarità dolomitica dei paesaggi e l'affollamento degno di un bagno di Rimini. |
Rif. Locatelli |
Pareti nord |
Spiz Belvedere |
~2150 |
~1000 |
Dal Rif Angelini sora l'Sass si prosegue sul 532 fin in vista della forcella La Porta. In corrispondenza dell'alto campanile detto "il Prete" si svolta a sinistra e, per ripido ghiaione si punta alla forcella Belvedere (attenzione alle scariche di sassi). Circa 70m sotto la forcella si inizia ad attaccare le balze semi-erbose alla sinistra cercando un evidente canale che si tiene al margine destro delle rocce. Si risale lo stesso fin quasi alla fine (15m I+) per uscirne verso sinistra e proseguendo in modesta pendenza (mughi) per una ventina di metri. Con pochi passi si guadagna il filo di cresta, ma il risalto
più elevato resta una trentina di metri a destra. Per raggiungere l'appicco finale si prosegue in quota su una sorta di cengetta sempre sul versante degli Spiz, qualche passo un po' delicato. La cima si raggiunge o scalando gli ultimi 5/6m su II- solido oppure proseguendo ancora qualche metro in cenga, fino in vista di forcella Belvedere. Si sale poi sul ripido e marcio, guadagnando la cima con solo gli ultimi 2m in arrampicata. Il sasso di vetta
è molto limitato e non ci stanno più di due persone. |
Spiz
nord-ovest e nord-est |
Canale I+ |
Rif. Sommariva al
Pramperet |
1857 |
~700 |
|
Cima delle Forzelete |
2448 |
~1100 |
Da Ponte di Caleda si segue il sentiero diretto al Pramperet fino ad evidente segnalazione a sinistra per F.lla Larga (di Moschesin), 1h circa. Risalire faticosamente tutto il ghiaione, tenendosi prevalentemente sulla destra negli ultimi 100m, 1h circa. Da qui si attacca decisamente il ghiaione a sinistra che scende dalle Forzelete. Si prosegue duramente accanto alla barriera rocciosa fin quando si apre una conca. A questo punto NON bisogna seguire troppo a sinistra la prosecuzione del ghiaione e NON bisogna puntare troppo a destra una evidente forcella che porterebbe verso il van del Tamer. Il canale giusto e quello centrale, spostato leggermente a sinistra, roccioso fin dalla base. Raggiunto l'attacco si risale il canale: due alternative, tutto a sinistra per terriccio ripido adiacente le rocce, oppure verso destra con facili passi di I grado. In pochi minuti si raggiunge lo stretto intaglio di forcella da dove si attacca la breve via normale, 0,45h da F.lla Larga. Superato un muretto iniziale si aggira verso sinistra un'anticima fino in vista del conoide detritico finale che si risale su traccia mantenendosi al centro, lontani dall'esposizione. Preoccupano un po' gli ultimi metri, aggirando a destra il blocco di vetta, dovendo passare in esposizione su terreno ripido. Conviene stare ben attaccati alla roccia, I. La vetta e' molto stretta, ci stanno al massimo 3/4 persone. Discesa per la stessa via, senza
possibilità di guadagnare gran che sul tempo di salita (poco meno di 6h complessive). |
Su ghiaione ripido |
Il canale giusto |
Passo esposto in vetta |
La Gardesana dalla vetta |
Seebodenspitz
Seekopfl
(Val Venosta) |
2859
2562 |
~800 |
Sentiero facile, quota
rispettabile. Bella visuale verso Resia. |
Cima |
Lago Verde |
Watles
(Val Venosta) |
2555 |
400 |
Sentiero facile. Buon
panorama sulla val Venosta. |
Il Monpiccio |
Ortles sullo sfondo |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Monte Punta |
1952 |
450 |
Neve gli
ultimi 200m. Buon punto di osservazione verso
zoldano e Civetta |
Cime Centenere
(Val Zemola) |
2295 e 2275 |
~1150 |
Dal Rif. Maniago si sale alla forcella Duranno (2220), superando qualche breve passaggio di I nel tratto conclusivo. Quindi per portarsi sulla prima quota (la piu' elevata) delle cime Centenere si risale la cresta erbosa a destra che in pochi minuti porta alla vetta (palo con ometto). Si
può a questo punto anche raggiungere l'altra quota leggermente inferiore
più a sud. Occorre scendere con cautela fino al sentiero che porta a casera Lodina (2m I+ forse evitabili) per poi rimontare l'evidente cresta stavolta per lo piu' rocciosa senza
Difficoltà alcuna (15 min). La zona è popolata da molti stambecchi (per lo
più femmine con cuccioli), che si lasciano avvicinare senza timore. |
Duranno da Sud |
Duranno dalla forcella |
Piccolo di stambecco |
Gruppo dei cima Preti |
Tentativo Spiz nord-est |
~2040 |
850 |
Dal Rif. Angelini Sora l'Sass si prende il sentiero 532
che si inoltra nel "giaron dantre i spiz". Lo spiz nord-est e' il primo
che si trova sulla destra. Per accedere alla evidente cengia della via
normale si risale a zig-zag per le bancate verdi appoggiate sotto la
forcella dei 3 gendarmi. Scartare a destra un 30m sotto la forcella.
Abbiamo sbagliato percorso prendendo una cengia 50m più in alto. Poi
ritirati causa pioggia insistente. |
Cengia sbagliata |
Canalino sbagliato |
Tentativo Cima delle Ciazze Alte |
~2240 |
1530 |
Dal ponte Scandoler in Val montanaia (m. 950) si risale il
vallone dello s'ciol de Tarsia fino a quota 1330, poco dopo evidenti
cascate sulla sinistra. Si risalta su una bancata di mughi e poi per
canalone di sfasciumi. Si incontra quindi una prima zona rocciosa con
colatoi e marmitte (attraversamento delicato con piedi in aderenza, I+
8m in orizzontale). Si guadagna poi qualche centinaio di metri fino alla
fine degli scivoli rocciosi, tenedosi a destra. Per accedere al cadin
alto si attraversa a destra il piccolo ruscello e ci si alza per mughi
fino in vista dell'affilata cima dei Cantoni. Da qui inizia un tratto
piu' facile, misto ghiaioni, puntando una bancata di mughi che fa da
cappello ad un costone roccioso. Da li (1930m) si piega a sinistra
infilando un canalone articolato in roccia (I frequante con qualche
passaggio I+), puntando ormai l'evidente cresta. Giunti in vista della
val Compol si piega a sinistra seguendo la cresta fino all'anticima
(2240) ove iniziano le difficolta su massi seghettati, verso la Cima
delle Ciazze alte (sud-est). Noi ci siamo fermati qui, vista la
esposizione elevatissima del tratto finale, che consigliava sicurezza di
corda...ma ormai si faceva pure tardi. Nel complesso la salita è molto
avventurosa e richiede parecchia attenzione nel tenere la traccia,
peraltro quasi assente. Gli ometti talora potrebbero portare fuori via.
Anche l'impegno fisico è notevole, con circa 1000m di dislivello
praticamente senza sentiero. Le fatiche sono ripagate da
un'ambientazione grandiosa, sin da quando si accede al cadin delle
Ciazze Alte. |
Verso cima Preti |
La cresta finale |
Monte Pizzocco |
2186 |
1350 |
Saliti dalla chiesetta di S. Felice. Usciti dalle nuvole
quasi al rifugio Ere, poi giornata stupenda e visuale importante dalla
cima, con le Pale schierate a nord e tutta la val Belluna sotto di noi. |
3 Pietre |
Schiara |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Monte
Zerten |
1863 |
1000 |
La parte finale della salita nel van esposto a nord si
è svolta in parte su neve anche fonda. La leggera foschia ha pregiudicato in
parte la visione delle imponenti bastionate nord del Col Nudo. |
Erto
|
Ultimi metri
|
Col Nudo da nord
|
Zerten
|
Monte
Porgeit |
1864 |
650+ |
Da casera Galvana si va alla forcella (5 min) e si prende a destra risalendo
il cono terminale per ripida loppa. Al ritorno, 50m sotto la forcella ho
preso il sentiero che in costa, con ripetuti sali-scendi anche consistenti, porta al rif.
Maniago (1720 m).
|
Duranno e Preti
|
Il Borga'
|
Cima
Brica |
2362 |
1200 |
Dal parcheggio sotto il rif. Pordenone (quota 1160) si prosegue in
piano per quasi 1h lungo la val Meluzzo (dir. Nord). Quindi si sale a destra
(indicazioni Cason di Brica) che si raggiunge dopo 500m dislivello. Da qui
il percorso si fa parecchio selvaggio. Occorre salire per un centinaio di
metri dietro il cason tra mughi fitti praticamente senza traccia. Pervenuti
in un ampia e suggestiva conca alla fine di val Brica ci si tiene sulla
destra e si inizia a risalire ancora senza traccia su terreno ripido, fino
ad imboccare il canale che porta a f.lla Brica. Percorso ripido, faticoso e
delicato soprattutto per le pericolose scariche di sassi che si possono
creare. Dalla forcella si vede la cima sulla destra (ovest). Si punta
l'insellatura erbosa alla base del castello finale. Da qui si prende una
cengia in direzione sud (50m qualche ometto fin nei pressi di un banco di
mughi, da dove si deve salire un gradone di 3m circa, II- solido. Poi con
zig-zag abbastanza libero si perviene in cima, con qualche passo di I e
terreno comunque friabile che richiede attenzione soprattutto in discesa.
Bella vista sui Monfalconi e Pramaggiore.
|
Alta val Brica
|
Cima Brica
|
Viaz
del Fonch |
~2200 |
1100 |
Da passo Cibiana per forcella Ciavazole e poi seguendo la normale allo
Sfornioi Nord si arriva all'attacco del Viaz. Si scende per decine di metri,
poi la cengia diventa pressochè orizzontale. Nella discesa occorre
scendere un 3m circa di II . più avanti ci sono un paio di passaggi critici, anche
esposti con scarsa possibilità di assicurazione. Si risale poi con passaggi di I alla Forcella Dantre Sfornioi.
Abbiamo poi proseguito in discesa per il versante Campestrin in direzione
Forcella del Matt. Anche in questo tratto di percorso ci sono passaggi un po' delicati. La risalita a forcella del Matt
è
piuttosto faticosa nel
canalone rotto di massi. Discesa poi al rif. Bosconero.
|
Verso la Rocchetta
|
Viaz del Fonch
|
Pelmo |
3169 |
1630 |
Partenza da Zoppè. Dal rif. Venezia in 20 minuti si giunge all'attacco
dello zoccolo che porta alla cengia. Le segnalazioni in rosso portano ad
arrampicare sul I+ continuo per un 20m con esposizione crescente guadagnando
i metri. Si può comunque partire più a destra vicino alla parete,
riducendo il tratto di arrampicata. I primi 300m della cengia di Ball sono
facili, poi si arriva al primo intaglio ove, o si passa alti con limitati
appoggi per i piedi, o si scende per un paio di metri in piena esposizione
per poi risalire. Qui abbiamo messo il cordino, e si può considerare
passaggio chiave visto che non è attrezzato in loco se non con un chiodo
all'uscita. Seguono un centinaio di metri molto esposti e prima del passo
dello Stemma occorre abbassarsi per passare. Passo dello Stemma attrezzato
con cordini, come anche il successivo passo del Gatto. Solo gli ultimi 100m
della cengia tornano tranquilli, prima sempre in esposizione consistente e
passaggi stretti. Si esce nel van alto e seguono alcune centinaia di metri
di ghiaione abbastanza solido. Occorre poi superare delle facili bastionate
rocciose (max I, anche evitabile) per poi pervenire all'ampio catino
superiore tra le spalle del Pelmo (neve e grotte carsiche). Si attraversa
tutto il van verso sinistra (ovest) fino alla spalla che da verso il
Pelmetto ed il Civetta (3000m circa). Qui si risale tutta la cresta ovest
che presenta solo un paio di passaggi un po' esposti poco prima della cima
(passi I+, chiodo). La visione è superba a 360 gradi vista la posizione
isolata del monte.
|
Attacco normale
|
Bastionate superiori
|
Il Pelmetto
|
Passo del Gatto
|
Pramper |
2409 |
1350 |
Dal Rif. Pramperet si prende il sentiero 521 sino a Forcella Piccola. Da qui
si scende per pochi metri e si segue subito una evidente traccia verso
sinistra che, attraverso mughi prima e poi su bancate misto erbose, ci porta
in direzione della forcella del Palon. Poche decine di metri prima della
forcella conviene risalire l'evidente canale molto ripido che porta in
cresta. Da qui si sale a sinistra lungo la dorsale, sempre abbastanza ampia.
Si seguono gli ometti per evitare salti rocciosi, con solo alcuni passi di
I. Quasi in vetta occorre scendere da un terrazzo per 2m (I+ non esposto).
Nella discesa, arrivato alla forcella del Palon, sono sceso direttamente in
val Pramper. Il canalone richiede attenzione soprattutto nei primi 100/200m
di discesa (ripido e friabile). Poi bisogna seguire le tracce poco evidenti
per trovare il percorso più agevole. Nella parte mediana il canale diventa
greto di ruscello, quindi molto scivoloso. La parte finale e' più facile,
su ghiaione, ma ormai troppo poco ripido per accelerare la discesa.
|
Verso Forc. Palon
|
La cresta, a scendere
|
Coro
(Val Pamper) |
2326 |
1160 |
Risalito lungamente tutto il Giaron de la Fopa fino a forcella del Coro. Il
percorso è misto tra ghiaioni, massi e tratti più compatti con pendenze
elevate nel tratto finale. La segnalazioni sono inesistenti. Dalla forcella
si aggira il primo spuntone tenendosi sul versante orientale per poi
guadagnare l'ampia cresta che porta alla vetta senza Difficoltà alcuna.
|
Giaron de la Fopa
|
Verso il Pramper
|
Pelmetto |
2990 |
1480 |
Da Coi in 1h si arriva all'attacco del canalone della fissura. Si rimonta un
risalato di mughi per poi risalire lungamente per ghiaione o su facili balze
rocciose alla destra del canale. A 2/3 del canalone bisogna superare un
salto di rocce. Seguendo gli ometti verso la destra si superano 3m di II- e
poi si risale un serie di canalini cengette, (max I+) l'ultima delle quali
e' esposta e stretta (10m circa in piano). Poi faticosamente si arriva quasi
alla fissura per prendere l'ampia cengia del Pelmetto (2h.45). La cengia
prima sale leggermente, molto larga. Dopo il primo spigolo tende a
restringersi e gli ultimi 100/150m sono piuttosto su terreno esile e
stretto. Solo un paio di passaggi richiedono attenzione. Girato l'ultimo
spigolo si perviene al salto del mago. Si devono scalare per 6m due gradoni
(II) e poi c'e' il passaggio chiave, 4m IV, che porta ad una cengia
abbastanza comoda con sosta però spostata un 5m a destra rispetto al punto
chiave. Da qui non abbiam più usato la corda e l'arrampicata risulta
piacevole sul I continuo con un paio di passaggi di II-, uno dei quali
esposto ma solido. Gli ultimi metri di dislivello sono più facili, su
sentiero che scavalca una forcelletta di un'anti-cima. 5h.15 alla cima, 3h a
scendere con rapida discesa per i ghiaioni della fissura.
|
Cenge nel canalone
|
Cengia del Pelmetto
|
Salto del Mago
|
Parete superiore
|
Passaggio esposto (II-)
|
In cima
|
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Gena
Alta
(Monti
del Sole) |
800 |
400 |
Seguendo
la strada asfaltata |
Boca
de Rosp
(Serva)
|
1635 |
600
|
Abbiamo
raggiunto la cima seguendo la cresta ovest dei pendii rivolti a sud. Si
incontrano tratti alquanto ripidi, sui 45% che sconsigliano assolutamente
la caduta. Personalmente nella discesa ho indossato i ramponi per un tratto.
|
Sulle loppe
|
In cima
|
Monte
Boccaor
(Grappa)
|
1532 |
950 |
Abbiamo
raggiunto la cima per la ferrata del Sass Brusai. Si arriva all'attacco dopo
circa 500m di dislivello per bosco anche ripido. C'e' un primo strappo quasi
verticale di circa 20m abbastanza impegnativo. Poi la ferrata e' piuttosto
discontinua con tratti di sentiero e altri elementari, ma si incontrano pur
tuttavia dei passaggi ancora impegnativi ma brevi. Poco prima della cima si
passa sulla carrareccia che va verso cima grappa attraversando un ponte
tibetano sospeso della lunghezza di circa 8m. Percorso attrezzato nel
complesso da non sottovalutare visto anche lo sviluppo.
|
Il M. Boccaor
|
Ponte tibetano
|
Piz
Meda
(Monzoni)
|
2200 |
900 |
Salita da Someda e discesa versante San pellegrino. Canale
finale innevato da non sottovalutare.
|
|
|
Forcella
Serra
(Bosconero-Tovanella)
|
2040 |
1550 |
Lasciata
l'auto in val zoldana poco dopo l'osteria da Ninetta. Salita faticosa nel
Bosco, lasciano poi le indicazioni che portano al bivacco Toanella, per
invece piegare a sinistra fin a risalire il cadino ovest di forcella serra.
Neve nei 100m finali. Tornati per il versante est in vista di cima
dell'Albero. Ambiente abbastanza solitario, camosci, attenzione alle zecche.
|
Panorama da forc. Serra
|
|
Monte
Cimone
Monte
Tre Pietre
|
1932
1965 |
1670 |
Partiti
dalle Marianne si sale verso il Palmar, lasciandolo pero' a sinistra per poi
risalire in van erboso ripido che porta alla cresta del Cimone. Si giunge in
cima senza difficolta' ma su pendenze rispettabili (1330 dislivello fin qui,
2h e mezza). Poi in direzione del Tre Pietre per cresta senza difficolta'. Occorre perdere
circa 100m sempre sul versante sud e poi si risale per facili canali misto
erba-roccia. Ci si cala per 2m nel versante nord poco prima della vetta
macchiata di mughi nei paraggi (3h e 10min). Grande visione su Pizzocco e
Sass de Mura/Comedon. Il ritorno l'abbiam fatto seguendo la cresta verso
ovest. Non lontano ancora dalla cima si scalano 5m di I fino un intaglio ove
si trova un anello metallico che permette di far una calata di corda sui 7/8
m della parete sottostante (altrimenti II e III in arrampicata).
Altrenativamente si scende in piena esposizione sul versante nord per questi
pochi metri (II-). Quindi si guadagna la forcella prativa con 3
caratteristici gendarmi e poi a casera Bosc dei Buoi su traccia molto
incerta tra mughi e faggeto. Per chiudere il giro siamo risaliti al Palmar e
poi giu' alle Marianne tagliando nel bosco.
|
Il
Pizzocco
|
Casera Bosc dei Buoi
|
Dent
dela Fopa
(Spiz
di Mezzodì)
|
2161 |
960 |
Si
lascia l'auto in val Pramper al parcheggio a 1200m e si prende il ripido
sentiero che va al biv. Carnielli. La nostra cima e' ben visibile col suo
profilo triangolare a chiudere la valle verso est. Si perviene alla base
della parete che porta al Carnielli (un passaggio di I un centinaio di
metri piu' sotto). Si prende quindi una cengia verso destra che conduce
all'imbocco del canalone alla sinistra del Dent dela Fopa. Subito occorre
superare una difficolta' sul I+ o a sinistra scivolando su un masso lisciato
o piu' a destra su paretina scalinata e poi cengetta friabile. Poi si risale
lungamente il canale per massi senza difficolta' e, ad una biforcazione, si
prende la strettoia di desta. Qui con qualche passo di I si perviene a un piccolo
intaglio di forcella (alternativamente salire direttamente a destra per
gradoni pochi metri prima della forcella (I+). La cima e' in vista sulla
destra e la si raggiunge facilmente senza percorso obbligato, magari usando le mani su qualche placca appoggiata.
Salita nel complesso abbordabile anche perche' breve, ma in ambiente
abbastanza vergine una volta lasciato il sentiero che del biv. Carnielli. Bella
visione d'infilata verso le cime che a sud-est vanno verso il Pramper e
ottimo balcone panoramico per le pareti degli Spiz.
|
Il Moschesin
|
Il Dente
|
Biv. Carnielli
|
Nel canale
|
Sass d'Ortiga
|
2649 |
1350 |
La
via normale presenta subito il tratto chiave con 2m di II+ e
una rampa esposta che finisce ad una sosta con catena. Consigliata la doppia
a scendere per circa 15m. Il resto della salita comporta vari passaggi di I
ed un ulteriore risalto di II, su roccia comunque buona e senza esposizione.
La cima consegna un ripagante panorama sul versante sud delle Pale. |
Rampa iniziale |
Paretina di II |
Verso Croda Grande |
Calata di doppia finale |
Toanella
|
2430 |
1720 |
Escursione
fantastica. Da Pontesei si punta al il rifugio Bosconero e oltrepassatolo si
procede alla forcella della Toanella (m 2100 circa, 1300 dislivello). Da qui
si scende verso destra, abbandonando subito il sentiero che porterebbe al
Biv. Toanella, costeggiando le pareti ed ignorando un primo canale che sale
alla cima. Si sceglie invece il secondo, prima largo e ghiaioso, poi per
massi fino a che si stringe in un primo salto di 3m II-. La salita e' sempre
avvincente con tratti discontinui di I e I+ sempre pero' chiusi nel canale.
Ad una diramazione si segue per il ramo di sinistra, ometto alla base.
Guadagnando quota, con difficolta' paragonabili, la roccia si fa
moderatamente piu' friabile. Usciti su un'aerea forcelletta si prosegue per
una cengia di una cinquantina di metri, stretta ed abbastanza esposta, in
vista della cima. Qui il percorso si fa articolato per cenge ed occorre
anche saltare su una spaccatura di circa 1m. Un ultimo canale porta alla
cima (un passo breve di II in una strettoia) piuttosto esigua e
frastagliata, con una visione a 360 gradi memorabile su dolomiti e prealpi
bellunesi
|
|
|
|
|
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Zimon
del Terne
|
1794 |
1150 |
Da
forcella Mompiana si prende la cresta del Terne aggirando a sinistra (est)
un primo risalto, per poi attaccare una ripida pala mista loppa-roccette.
A meta' di questa abbiam fatto assicurazione su albero, superando un paio
di metri di II. Alternativamente si puo' stare piu' a sinistra ma senza
assicurazione. Quindi, verso sinistra si costeggia un risalto roccioso
abbastanza ripidamente per poi sbucare ancora in cresta. Dopo un po' di
saliscendi e superato anche un tratto a "dorso di mulo" si
perviene ad una cengetta esposta sul versante ovest. Dopo questa si scende
di una ventina di metri per poi risalire all'ultimo intaglio che conduce
alla rampa terminale della montagna. Anche quest'ultima assume pendenza
considerevole prima delle ultime roccette finali. Panorama superbo verso
nord, circa 4h in salita e 1 e mezza in discesa da sud. |
Schiara
e Pelf
|
Passaggio
assicurato
|
Pala
bassa verso Bus Del Diaol
e Agner
|
Burel
|
Assicurazione
su larice
|
Parete
nord-ovest
|
Colombera
|
2066 |
900 |
Tentativo di cresta nord verso il Cimon di Palantina.
Tornato indietro a meta' perche' troppo esposta da farsi in solitaria
|
Da
casera Palantina
|
Verso
il Cavallo
|
Cima
della Palazza (Val Zemola)
|
2210 |
1050 |
Dopo la galleria verso Casera Bedin si prende a destra
ripidamente su per la pala erbosa puntando i massi bianchi dell'anticima.
Giunti li si scende per un 20 metri e poi si aggira a sinstra (ovest) la
piramide finale, passando per una brevissima cengetta.
|
Borga'
|
Duranno
e Cima Preti
|
Rif.
Antelao
|
1796 |
240 |
Da rifugio Costapiana per chiesetta di San Dionisio.
|
Cima
Emilia
|
2369 |
~1300 |
Dal rif. Padova a forcella Montanaia (1050m dislivello). Si scende tenendo
la destra, tracce alla base di Cima Both, fino alla forcella del campanile.
Qui si prende la cresta nord superando con facili passaggi di
arrampicata dei saliscendi (passaggi I, esposto in un caso). Percorsa una
cengia sul versante del campanile si attacca la parete nord-est, salendo per
una settantina di metri, I abbastanza continuo, alquanto detritico che
richiede attenzione per la movimentazione di sassi. Si esce su una spalla
per proseguire in direzione sud per facili creste e canalini fino a
sbucare nella strettissima sommita' che offre una visuale ottima sul
circondario degli Spalti di toro-Monfalconi. Cima nel complesso abbastanza
selvaggia, benche' piuttosto frequentata.
|
Ghiaione
di Forc. Montanaia
|
Il
Campanile
|
Sulla
normale
|
Cima
Both e il Cridola
|
Cima
Gea
(Tentativo)
|
2265 |
~1400 |
Dalla Val montanaia si sale alla casera Laghet de Sora, e
poi alla forcella Val de Frassin. Quindi si prende una traccia in quota
verso sinistra (ovest). Arrivati gia' in vista della cima Gea si deve
scendere per un 80m nel cadin sotto la porta di Gea, per poi risalire il
ripido pendio erboso che porta alla base della roccia terminale. Da qui
parte l'arrampicata su misto roccia/erba abbastanza malsicura, con due
possibilita':
1- praticamente dritti verso la cresta con circa 20m sul II
grado, eventualmente proteggibile dall'alto su dei mughi
2- tagliando obliquamente verso sinistra con prevalenza di
erba e scarse possibilita' di appigli (I+ piuttosto problematico in
esposizione). Io mi sono fermato alla base, gli altri in vetta.
|
Cima
Gea e Antelao
|
La parte finale (Desc. 1)
|
Cima Sella
|
Il Cadin di Gea
|
Gran
Paradiso
|
4061 |
780
+
1350 |
Dal rif. Vittorio Emanuele II si seguono le tracce che
puntano verso nord. Attraversato un vallone con massi (attenzione per la
carenza di luce) si prende una crestina che si segue lungamente per poi
abbandonarla quasi alla fine e scendere a destra in direzione del
ghiacciaio. Montata l'attrezzatura da ghiaccio si risale un primo costone
piu' ripido per poi seguire lungamente la pista che porta alla base della
cresta rocciosa finale. La si scala senza difficolta' segnalabili su misto
ghiaccio roccia incrociando le probabili altre cordate. A 15 metri dalla
vetta occorre superare un masso di cresta esposto sul ghiacciao della
Tribolazione, operazione che sarebbe consigliabile fare in sicurezza. Salita
nel complesso molto faticosa soprattutto per chi non e' abituato alla quota.
|
Il Cianforon al tramonto
|
Verso sud, 5 di mattina
|
Cordate sul ghiacciaio
|
Michele in vetta
|
Scendendo la cresta finale
|
Di ritorno al rifugio
|
Gallerie
del Pasubio (Rif. Papa)
|
1929 |
950 |
Per la strada delle 52 gallerie.
|
Monfalcon di Forni
|
2453 |
~ 1500 |
Dal rif. Pordenone si perviene a Forcella Cimoliana seguendo
il sentiero per il biv. Marchi-Granzotto. Da qui a sinistra verso il
Monfalcon di Cimoliana si sale un 50 m, per poi ridiscendere e puntare la
forc. del Leone. Quindi si scende verso nord-ovest in versante d'Arade,
seguendo le tracce che costeggiano la parete del Monfalcon di Forni. Si
imbocca l'evidente canale verso destra e da qui, saliti per un 70 m (1
passaggio II-) due possibilita':
a) una trentina di metri prima della fine del canale si sale
a destra per un ulteriore canale detritico fino ad una paretina di 5m (bolli
rossi). Si supera il salto di II pieno e si prosegue verso la parete
appoggiata finale.
b) si risale tutto il canale e si affronta la parete
appoggiata a destra (segnalazione rossa) che si mantiene sul I+ costante
(attenzione ai sassi), per poi sbucare allo stesso punto della
variante precedente.
Quindi si sale liberamente verso la torretta terminale
(sentiero e I). Qui attenzione che ad una quindicina di metri dalla vetta si
presentano difficolta' superiori a quelle descritte in letteratura. I segni
rossi portano verso sinistra ad infilare un canalino, 7m di I friablie fin
dove si chiude e si deve arrampicare una fessura per 3m di III-. In
alternativa si puo' scalare direttamente la crestina con un 4/5m iniziali di
II abbondante e poi comunque sbucare in vetta. Nel ritorno, prima della
forc. del Leone abbiamo tagliato in quota per i ghiaioni in direzione di
forcella Montanaia, per poi risalire la forcella Ferrucci tra Punta Koegel e Cima
d'Arade (solo qualche traccia, molto faticoso, 150m di salita con qualche
metro di I+ nel finale) per infine ridiscendere in Val Cimoliana.
|
Monfalcon
di Forni
|
Spigolo vivo del Sigaro
|
Sulla paretina finale
|
Coston di Giaf
|
Cima
Tanzon
+
tentativo cengia Pala Bassana
|
1926 |
900 |
Da Cajada si prosegue per F.lla Caneva per poi piegare a
destra nel bosco senza tracce nei pressi dei ruderi di casera. Faticosamente
si perviene ai salti che conducono all'erbosa cengia della Pala Bassana.Si
devono guadagnare un 7/8 m alternativamente passando per ripida cengetta
erbosa esposta, o salendo in un canale (II) o ancora spostandosi piu' avanti
e risalendo la spalla rocciosa (II-, appoggiato, appigli piccoli ma
abbondanti). Si arriva quindi nei pressi di un camino verticale di una
ventina di metri. La via sale a destra per misto erba roccia con scarse
possibilita' di assicurazione ed esposizione nei primi metri. Qui siamo
tornati per poi salire a cima Tanzon da forcella Caneva e ritorno per
forcella Tanzon.
|
Cengia Pala Bassana
|
Sass de Mel
|
Mangart
|
2677 |
680 |
Al termine della strada carrozzabile del Mangart si risale
la cresta con orride visioni sulla ferrata italiana che sale da nord. Al
bivio abbiam preso a destra verso la ferrata slovena che si sviluppa
seguendo un canale che taglia tutta la piramide del monte. La ferrata e'
facile ma le condizioni di innevamento han reso insidiosi alcuni gradoni di
I non attrezzati. Dalla vetta immenso panorama a 360 gradi, con il Jalovec
che si staglia di fianco verso sud-est. La discesa per la normale e'
elementare con solo alcuni tratti appoggiati provvisti di fune metallica.
|
Jalovec
|
Mangart
|
Cupola
finale
|
Il
Tricorno
|
Meta
|
Quota
|
Dislivello |
Difficoltà / Note / Foto |
Monte San Mauro
(Vette Feltrine) |
1836 |
1200 |
Faticosa la risalita su loppe a forcella
S. Mauro |
Cresta
sommitale
|
Alberto
in cima
|
Forcella
Mompiana e "troi de panza" Gruppo della Schiara, pale dei Pinei -
tentativo |
1700 circa |
1400 |
Da forcella Mompiana spostandosi verso il
Tiron si perviene ad un'ulteriore forcella da dove parte il "troi de
panza" (cartello in legno). Il percorso e' piuttosto selvaggio e segnato
a vernice gialla, ma richiede un po' di attenzione per non perdere la
traccia. Si devono effettuare parecchi sali-scendi e superare un tratto
attrezzato. Dopo 4 ore da forcella mompiana e superati alcuni passaggi
un po' esposti, ci siamo fermati in una delle svariate gole che
scendono dalle pale dei Pinei. Occorreva scendere una rampa molto ripida
e friabile senza alcuna possibilita' di assicurazione e con circa 100m
di salto sotto. Probabilmente affrontando il giro dal lato opposto si
alleviano le difficolta' (partendo dal VII Alpini). Al ritorno siamo
scesi direttamente per bosco in val d'Art, trovando una gola che ha
consentito di evitare dei salti rocciosi. Dieci ore di cammino quasi
ininterrotte. |
Discesa
attrezzata
|
Su
placche
|
Rif.
Treviso in Val Canali |
1624 |
330 |
Era
chiuso per lavori...
|
Monte
Teverone |
2328 |
1300 |
Molto faticoso. Sbagliato percorso dopo la prima ripida
pala boschiva, abbiamo seguito vecchi bolli rossi verso sinistra
fermandoci dopo 50m. Seguire segnavia bianco-rossi verso destra. |
Attraversamento
di nevaio
|
Ultimi
metri
|
Spiz Nord
(Spiz di Mezzodì) - tentativo |
2305 (circa
2200 raggiunta) |
1350 |
Dal rif. Sora l' Sass, raggiungiblie dalla val Pramper
per sentiero o ferrata, si sale a forcella La porta. Gli ultimi 300m di
dislivello sono da farsi su pendenze notevoli e ghiaione (molto dura).
Dalla forcella si scende verso destra per alcune decine di metri fino ad
individuare un bollo rosso su di una cengetta. Seguendo questa dopo
pochi metri si entra in un canale. Superati 4m di II si arriva ad un
terrazzino detritico. Da questo occorre superare un altro salto di circa
4m con masso incastrato (spaccata obbligatoria II+). Io mi sono fermato
qui causa stanchezza. Piu' sopra vi sono ancora alcuni passaggi sul II,
in particolare un canalino per accedere alla cresta sommitale. In cima
gli amici Michele, Alberto e Antonio |
Il
salto iniziale di II
|
Verso lo Spiz Est
|
Cima della
Gardesana |
2446 |
1300 |
Da Pian de Caleda, dopo lungo avvicinamento in
falsopiano si risale la ripida f.lla Larga. Quindi ci gira il massiccio
della Gardesana verso est (val Pramper) fino a giungere alla cresta. Da
qui si prosegue per cenge e pendii detritici sul versante nord-est (1
passaggio esposto, anche evitabile). Si perviene quindi sotto una
bastinata rocciosa. Qui si prende la cengia che per un 20m prosegue
verso sinistra ( si torna sul versante est), fino ad affacciarsi ad un
profondo canale. Questo tratto richiede di scendere alcuni metri per
roccette friabili e un po' esposte I+). Quindi si risale un pendio
semi-erboso per poi piegare decisamente a destra su per un facile canale
(ometto). All'uscita conviene spostarsi ulteriormente a destra e montare
in cresta finale (2m di I+). Alternativamente si puo' proseguire dritti
arrampicando su roccia abbastanza buona (alcuni passaggi II-). La cima
e' estremamente panoramica e la salita e' nel complesso abbastanza
vergine e solitaria. Tornando siamo saliti sino a F.lla Forzelete, e
c'e' chi ha fatto anche questa cima (65m dislivello dalla forcella).
|
Per
cenge
|
Cima
|
Marmolada
(Punta Penia) |
3343 |
650 + 850 |
Ferrata per cresta Ovest a salire, nevaio del Vernel
senza problemi. La ferrata e' lunga ma ben attrezzata. A scendere per la
normale. Terminata la schiena non ripida occorre scendere arrampicando
per circa 200m fino al ghiacciao sottostante; una serie di canalini con
tratti di I+ e I continuo, con roccia spesso levigata dall'uso. Il
ghiacciao era alquanto molle (neve) e solo in una occasione e' stato
necessario saltare un piccolo crepaccetto. |
Sassolungo
e Roda de Mulon al tramonto
|
Ghiacciao
verso le Tofane
|
Banche
ovest del Serva e cresta ovest |
2100 circa |
1200 |
Il percorso parte dalla Boca del Rosp e si sviluppa con
leggero saliscendi sulle banche occidentali del monte. Il sentiero e'
pochissimo segnato e la traccia e' disagevole su erba, con alcuni punti
delicati per l'esposizione. Si perviene a forc. dela ciavala (1615m
circa). Da qui occorre perdere 150m scendendo una pala boschiva di
larici molto delicata data la pendenza elevatissima, con sotto dei salti
di roccia (consigliabile la corda). Pervenuti in un vallone detritico si
deve risalire faticosamente verso nord-est, prima su ghiaie e poi su
erba sempre alquanto ripida e senza traccia. Poi le pendenze
diminuiscono a tratti e sempre con traccia molto incerta si giunge in
vista della cresta ovest che si risale facilmente fin al ripetitore Enel
rettangolare. Discesa per la normale. |
Cimon de la
Pala - tentativo |
3184 |
1200 circa |
Dal Bi.v fiamme gialle prendere le tracce verso
nord-ovest fino alla base delle roccette che si arrampicano fino ad un
intaglio (50m passaggi I). Poi si scende per alcuni metri e si prosegue
per cengia fino all'imbocco della grotta del Bus del Gat (II-, un passo
esposto). Usciti dal bus si aggira verso destra e si risale un canalone
detritico per 30m fino alla base della parete attrezzata con fune
metallica. Io mi sono fermato qui causa freddo e nevischio ghiacciato
(quota 3090 circa). Salire la parete per 40m (II-II+). Piu' oltre si
scala una placca di 4m (III) e quindi un ultimo risalto di 3m (III) per
poi uscire in cresta esposta e malsicura (terre rosse). |
Altipiano
delle Pale
|
Parete
attrezzata
|
Sasso di
Bosconero |
2468
|
1670 |
Risalita abbastanza dura fino a forcella Toanella,
compensata da panorami dolomitici esaltanti. Dalla forcella alla vetta
sono 330m di dislivello su sentiero ben evidente (ometti e qualche
sbiadito segnavia rosso). Lo sviluppo e' abbastanza lungo anche su
cengia (un solo punto richiede un po' di attenzione). Gli ultimi 20m
sono su blocchi accatastati (passaggi di I). Cima estremamente
panoramica ed isolata. |
Verso
Toanella e Rocchetta
|
Verso
il viaz de l'Ors
|
In
vista di forcella Toanella
|
Cima
|
Col Mat
Cima
sora il Ciot
Cima
Secca |
1981
2318
2350 |
1200 circa in salita
1500 in discesa |
Dal parcheggio del rifugio Dolomieu al Dolada si prende
il sentiero naturalistico in direzione nord-est. Prima del Col Mat si
guadagna la cresta che si segue su sentiero segnato (alta via Nr. 6).
Abbiamo evitato di salire il Cimon di Basilighe prediligendo le ultime
due cime prima della forcella bassa del Col Nudo (discesa un po'
avventurosa da cima Secca alla forcella stessa). Impressionanti visioni
sulla maestosa parete ovest del Col Nudo e sulle cime di Pino. Quindi
rientro "interminabile" per la normale del Col Nudo fino in Carota
(usare 2 auto!). |
Il
Teverone tra le nuvole
|
Parete
ovest del Col Nudo |
Meta
|
Quota
|
Dislivello |
Difficoltà / Note / Foto |
Spiz Galina |
1545 |
870 |
La via parte ad uno stretto intaglio sul
versante sud-est. Aiutandosi con una catena si supera un salto verticale
di 5m. Poi ci si inerpica per un costone, nel nostro caso ghiacciato con
sicurezza di corda. Dopo un tratto nel bosco meno ripido si arriva alla
base del canale erboso principale. Circa 150m di "loppe" e radi mughi o
carpini. La pendenza e' molto elevata. Abbiamo fatto tre tiri di corda
da 50m circa. Si esce quindi in cresta da dove ci si sposta verso la
vetta tenendosi sul versante est (percorso obbligato). L'ultimo tratto
e' alquanto vertiginoso. Altrenativamente si possono salire gli ultimi
metri affrontando un salto di 3m meno esposto (III). A scendere sempre
con la corda fino alla catena. |
|
Fratta del Moro,
sommità est |
1673 |
1380 |
Percorsa tutta Val Ru da Molin, poi a
destra verso il Forzelon. Giunti in vista dela forcella prima di
traversare un torrente si piega a sinistra. Salita molto faticosa,
ultimi 200m con neve alta. Visione paurosa dalla sommità est verso la
parete ovest del Burel e verso Val de Piero. La Val Ru da Molin
presenta una cengia molto aerea in alcuni tratti, e nella zona centrale
un paio di passaggi sempre su cengia abbastanza impegnativi per
l'esposizione. |
In
vista del Burel |
Sulla
cengia in Val Ru da Molin |
Dolada |
1938 |
460 |
|
Rif. Sora
l' Sass |
1588 |
600 |
|
Sass dla
Crusc (Fanes)
tentativo Sass dle Diesc |
2907
2942 |
1200 |
La salita si
sviluppa per cengia e risalti attrezzati piuttosto facili, l'esposizione
e' quasi sempre trascurabile. Poi la cresta e' molto semplice e non
molto ripida. Per la cima del Sass dle Diesc occorre affrontare un
tratto di attrezzata con corda verticale alquanto esposto. |
Verso le Odle |
Sulla
cengia in parete ovest |
Cimon del
Froppa |
2932 |
1250 (I giorno)
750 (II giorno) |
Salendo dal
Bivacco Tiziano verso forcella Froppa l'ultimo tratto è molto ripido e
friabile, ci sono corde metalliche per superare uno spallone roccioso.
Sul versante sud la risalita di forcella Kugy presenta tratti di I,
pochissimo esposto. L'attacco della via impone 5/6m di III grado con un
passo leggermente strapiombante, ove abbiamo trovato un cordino inserito
in un chiodo. Poi ci sono altri 5m di II per arrivare alla prima sosta.
più oltre un breve canale di II+ alquanto stretto (pochi metri).
Successivamente la salita è meno difficile e mai pericolosa con qualche
passo di II. Il canalone finale che porta all'intaglio di vetta presenta
Difficoltà sul I+ con roccette piuttosto malsicure. Nel ritorno calata
alla forcella dalla prima sosta attrezzata. La salita è nel complesso
molto faticosa per l'avvicinamento, segnalata a vernice rossa fina a
forcella Froppa e poi con ometti; consigliabile farla in due giorni.
|
Dalla
Cima |
Sulla fessura iniziale |
Verso
l'Oltrepiave |
Il Cristallo |
Cimon del Froppa |
Da forcella Kugy |
Antander |
2185 |
1020 |
Prima del
biv.Toffolon si prende l'ampio ghiaione sulla sinistra. Si risale fino
in cresta, puntando leggermete a destra della cima per ripidi pendii
erbosi intervallati da qualche roccetta. Poi brevemente in cima sulla
cresta (50m). Salita facile ma incontaminata. Qualche passaggio di I
grado evitabile. |
Biv.
Toffolon
|
Duranno
e Cima Preti
|
Ultimi
metri in cresta
|
Pelmo
|
Spiz Sud e
Spiz di Mezzo
(Spiz di Mezzodì) |
2309
2324 |
1300 |
Al biv.
Carnielli si perviene affrontando qualche passo esposto in cengia e
rimontando circa 200m di rocce sul I grado discontinuo (1 passaggio I+).
Dal bivacco si risale l'intaglio tra i due Spiz verso sinistra,
guadagnado qualche decina di metri su sentiero. Poi si puo' continuare a
sinistra nel fondo del canalone con difficolta max I+ fin sotto un masso
incastrato. Li occorre infilarsi in una stretta fessura e forzare il
passaggio (III). Alternativamente alla base del canalone si segue la
traccia verso destra e quindi si rimonta una parete di circa 30m. Anche
qui piu' varianti, passaggi anche di II+ esposti. Raggiunto un gendarme
si risale con difficolta' minori sino ad un'altra paretina in vista
della cengia di salita. Si puo' scalare la paretina o piu' a sinistra
dentro il canale (10m, II). Poi la cengia si presenta stretta solo in un
paio di punti. La cresta finale e' sul I grado o terreno inclinato e
friabile che richiede molta attenzione. Il concatenamento allo Spiz di
Mezzo prevede di risalire un canale sulla zona nord-est del torrione.
Ancora piu' friabile dello Spiz Sud, difficolta' max I+. Per la discesa
si trovano anelli di cordino per calate su un pino mugo, con varie altre
possibilit� di assicurazione su spuntoni o clessidre. |
Spiz
di Mezzo da Spiz Sud
|
Verso
lo Spiz Nord
|
Spiz
Est
|
Moschesin
e Tamer
|
Sass de
Mura (Cima Ovest) |
2520 |
1500 |
Si perviene a
forcella Neva senza Difficoltà . Presa la cresta verso il monte si supera
un intaglio (3m II-), poi lungamente con modesta pendenza fino alla
spalla che volge verso la parete sud (veduta della finestra). Qui si
prende una cengia verso sinistra che porta all'attacco. Si deve superare
una parete di 10m, verticale, roccia solida, II, un passo II+. Quindi
verso destra (sud) per cengia pochi metri, fino ad un camino (8m II- e
II). Piu' oltre lungo la cresta sud si deve superare una paretina di 5m
I+ e poi lungamente per cresta aerea, ma mai esposta, fino alla cima
(libretto in un contenitore metallico). La prosecuzione verso cima Est
e' sembrata molto delicata (osservando un alpinista che l'ha percorsa).
|
Verso
cima Est
|
Camino
di II
|
Piz
de Sagron e Piz de Mez
|
Parete
iniziale
|
Dal
Pass de Mura
|
L'amico
Damiano |
Meta
|
Quota |
Dislivello |
Difficoltà / Note / Foto |
Tentativo al Zimon (Cajada) |
1750 circa |
700 circa |
Arrivati fino nei pressi delle rampe finali. Ritirati per raffiche di
vento e pendio nevoso molto ripido con esposizione a nord (senza ramponi
e piccozza). A scendere percorso libero prima di arrivare alle selle di
Gravedel su erba bagnata e canali innevati.
|
Il
Pelf da Cajada
|
Moschesin/
Pramper da Cajada
|
Val molini dei Frati |
1520 max |
1400 |
Partendo nei pressi di Pian di Vedoia risalita tutta la selvaggia val
molini dei Frati fino ai piedi delle Peverele. Poi salita fino a
forcella Palughet, quindi discesa in Cajada e risalita a Casera Becola
per poi rientrare a Fortogna. Numerosi saliscendi, occhio alle zecche!
|
Tentativo alla Pala Bassa |
1790 circa |
1280 circa |
Val
Medon fin sotto la frana del Tiron: elementare, dopo salita a sinistra
su bosco ripido fino a un bivio (ben segnato fin qui), poi il sentiero diventa abbastanza aleatorio;
segue un attraversamento di roccette/terriccio in parte bagnate con 10m
di salto sotto, poi 8/10m di cordino metallico fine e parecchio lasco,
appoggi per i piedi discreti; risalita su pendio molto ripido- baranci
bruciati-; si arriva a un salto di roccia da affrontare in un mini
diedro di circa 4/5 m, roccia media e media esposizione I+, II- ;
risalita estenuante sotto la parete della Pala Alta. Dalla forcella
(1630m) si va a destra verso la cima, lato sud su cengette, un passaggio
dove o si fa il passo del gatto o fuori con la schiena. Dopo la cresta
diventa assolutamente aerea ed espostissima per alcuni tratti, solo
l'amico Michele arriva in cima (1350m di dislivello totali).
|
Cava di marmo sul Buscada |
1758 |
600 |
Ritorno per il sentiero di salita al Borgà. Pioggia tutto il tempo, la
meta preventivata era la Palazza.
|
Col Nudo |
2472 |
1470 |
Percorso faticoso ed elementare sino all'anticima. Dopo bisogna
percorrere un centinaio di metri in cresta (roccia martoriata dai
fulmini). C'e' un passaggio di 3m da fare in arrampicata scendendo in
una fessura (I+) e dopo la cresta presenta tratti aerei con in
particolare un passaggio alquanto esposto (sconsigliabile a chi soffre
di vertigini).
|
Cresta
del Col Nudo
|
Monte Brentoni |
2547 |
800 circa |
Prima di forcella Brentoni 10m di I, passaggio I+. Dalla forcella parte
una rampa di circa 100m, sulla prima parte ben articolata I grado, nel
tratto finale più liscia (II-). Tre chiodi già in loco per eventuali
manovre di corda. Salita nel complesso molto varia e divertente, senza
eccessivi rischi oggettivi.
|
Dalla
normale al Monte Brentoni
|
Diedro del Monte Brentoni
|
Le Cime (Pale di San Lucano) |
2296 |
1430 |
Scendendo dalla cresta nord su traccia, passaggi delicati su erba ripida
e detriti (I).
|
Cima di Valdarcia
+ giro del Pelmo |
2624 |
700 circa
1000 totali |
Da
F.lla Valdarcia si sale un canale ghiaioso appena sul lato nord e si
attacca una paretina di 10 m, o per cresta, appigli non molto grandi ma solidi (II, II-) poi ci si infila in un
diedro di una ventina di metri, già più detritico, comunque stando sulle
scaglie del diedro si sale bene (I+).
Quindi si esce in cresta che fortunatamente non e' mai esposta. Si alternano tratti meno ripidi su sfasciumi
(occorre non muovere sassi per evitare finiscano in testa a quelli che risalgono la f.lla Valdarcia) o su
placchette di pochi metri, appoggiate, da scalare anche in aderenza con
gli scarponi. Gli ultimi metri sono
su cresta molto solida. (30/40 min dalla forcella. Panorama ottimo,
pochi ometti e roccia pressochè vergine.
|
Pelmo,
spalla ovest
Pelmo,
spalla est |
Pelmo,
attacco della normale
Cima
di Val d'Arcia |
Sass Rigais |
3025 |
940 |
Salita per la ferrata Ovest, discesa per la ferrata sud. Entrambe
piuttosto facili. Sulla sud si devono superare dei tratti sul I grado
(mai esposti) senza cavo. Giornata splendida con panorama a 360 gradi.
|
Puez
|
La
Furcheta dal Sass Rigais
|
Cima Tosa |
3172 |
750 s
1900 d |
Lo zoccolo prima del camino I grado un
passaggio II, poi il camino/spigolo 25 metri II e passaggi II+ sul
verticale, appigli abbondanti ma lisciati dall'uso. Sopra solo passi di
I divertenti, calotta di neve innocua (non portare i ramponi). A
scendere 2 calate in doppia da 10/15 metri.
|
Il
Croz dell'Altissimo
Il
Campanil Basso da sud-ovest
Cima
Tosa
Il
camino sulla normale |
Il
Campanil Basso da est
Verso
l'attacco a Cima Tosa
Il
camino sulla normale
Il
Crozzon di Brenta |
Fradusta |
2919 |
550 s
1400 d |
Siamo saliti a lato del ghiacciaio sul lato
ovest della cresta, con passaggi di I grado su terreno instabile.
|
Altipiano
delle Pale
Ghiacciaio
della Fradusta |
La
Pala di San Martino
|
Croz di Stavel |
2636 |
1280 |
Si abbandona il sentiero che porta al
rifugio Denza circa a quota 2200, puntando a destra su per erti pendii
erbosi. Rarre tracce di sentiero, visione splendida del versante nord
della Presanella.
|
Parete
nord della Presanella
|
Cima Grostè |
2905 |
900 s
1350 d |
Si lascia il sentiero che porta alla ferrata
"Benini", salendo a destra per banche rocciose e cenge anche mediamente
esposte. Si sale un primo camino di 20 metri, molto chiuso, con salti di
I e II- intervallati da comodi ballatoi. Più sopra ancora una paretina
appoggiata di I e un risalto di 15 metri con passaggi di I+ mai
esposti. Bella veduta a sud verso Cima Faulkner e Cima Brenta.
|
Cima
Faulkner da cima Grost�
|
Castello di Moschesin |
2499 |
1150 circa |
Salita durissima a forcella Larga da ovest.
Il primo camino presenta Difficoltà di I e I+ con un passo di II in
uscita. Sulla seconda paretina I+ continuo per 15 metri circa. La via è
segnata con minio rosso. Splendida architettura di montagna isolata nel
contesto Zoldano.
|
Sulla
normale al Moschesin
|
Passaggio
di II sulla normale al Moschesin
|
Monte Messer |
2430 |
1050 |
Cima dell'Alpago facile da salire,
con possibilità di sosta al Bivacco Toffolon. Per la cima passa l'alta via
Nr. 7.
|
Tofana di Rozes |
3225 |
1140 |
Salita facile ma abbastanza faticosa per la
via normale dal Rif. Dibona passando per i ruderi del Rif. Cantore.
Ambientazione grandiosa
|
Terza Grande |
2583 |
1200 |
Dopo un lungo avvicinamento la via si
sviluppa per 350m di dislivello sul versante sud orientale della
montagna. Si tratta quasi sempre di sentiero con un paio di passaggi sul
I grado. Prima della cresta finale si supera un canale di 40/50m di II-
discontinuo con gli ultimi 5m di II. Segue una breve cresta finale con
alcuni passi di I friabile; l'esposizione è praticamente assente su
tutto il percorso. Impressiona l'imponenza della montagna percorrendo il
tratto da Casera Razzo al passo di Ciampigotto.
|
Ultimo
canale
|
Gino
Buscaini in vetta
|
Con
Gino e Silvia
|
|
Monte Zermula |
2145 |
590 |
Ferrata per la parete nord, su placche
inclinate, resa scivolosa dalla pioggia, altrimenti decisamente facile.
|
|
Meta
|
Quota
|
Dislivello
|
Difficoltà / Note / Foto |
Passo Costalunga |
~1700 |
500 |
Da Moena centro |
Rif. Scoiattolo |
2000 |
450 |
Da Pejo paese |
Serva |
2133 |
1100 |
Ultimi 150m neve |
Pasubio |
~1950 |
950 |
|
Monte Borga' |
2228 |
1400 |
Da Erto, ultimi
200m neve a tratti |
Biv. Perugini |
2050 |
850 |
Spalti
di Toro dalla base del Campanile di Val Montanaia |
Zervoi |
1842 |
600 |
Cima
del Zervoi |
Casera Bosch dei Buoi |
1500 |
1000 circa |
Qualche passo
pericoloso nel bosco ripidissimo e bagnato |
Crep Nudo |
2207 |
1050 |
|
Rif. Vazzoler |
1714 |
600 + 200 |
Proseguito verso
il Tissi, fino ai prati pianeggianti con massi |
Cridola |
2581 |
1300 |
Neve sulla
cengia iniziale rivolta ai Gendarmi della Val Cridola. Neve anche in
corrispondenza del muretto di II grado nei pressi dell'uovo. Nel
complesso i 300md della via si mantengono attorno al I grado con brevi
traversate elementari e tre tratti di 4-6 m attorno al II grado, dei
quali l'ultimo abbastanza esposto |
Uovo
del Cridola |
Discesa
normale al Cridola |
Passo Santner |
2736 |
800 |
Da Gardeccia,
ancora neve |
Torri
del Vaiolet dal Santner |
Sassopiatto |
2958 |
650 |
Dal Col Rodella,
discesa fino a Campitello. Lingue di neve |
Burel |
2281 |
~1400s ~1800d |
Dal Bianchet,
forcella del Balcon (tratti di I) poi attraverso ghiaioni al van del
Burel. Primo canalino a sx 4m con passaggio di II, poi traversata su
cengia e secondo canalino (I e 3m II), si esce in cresta prossimi alla
cima. A scendere risalita a forcella Sperti e poi ferrata Sperti fino al
VII Alpini. |
Ore
9 in cima al Burel |
Monte Forato |
2498 |
700 |
Per la normale
slovena, lunghi nevai attraversati, elementare |
Cima Laste (gruppo Duranno Cima Preti) |
2555 |
950
+ 700 |
La via e' breve,
facilmente individuabile con gli ometti, con alcuni passaggi di I grado
ed alcune rampe/cenge piuttosto detritiche che richiedono molta
attenzione in discesa |
Spalti/Monfalconi
da Cima Laste |
Cima
Preti/Duranno da Cima Laste |
verso Cima Scotter |
~2500 |
600
+ 700 |
Tentativo da
sud. La risalita verso il Passo del Camoscio e' massacrante su ghiaione
ripidissimo senza traccia. Poi un lungo terrazzone inclinato
assolutamente marcio porta ad una forcelletta con vista sul Galassi. Qui
inizia la via segnata a bolli rossi che presenta subito un passaggio
esposto di II- e poi una cengia esile ed espostissima. L'amico Michele
Tome' sale da solo fino ad un ultimo canale prima del Passo dove si
trova un masso incastrato (passaggio III). Ritorno per la stessa con
scariche di massi!!! |
Il
Pelmo dal Rif. S.Marco
L'Antelao
dalla via alla Scotter |
Il
Rif. Galassi dalla via alla Scotter |
Rif. Larcher |
2608 |
800 |
|
Vioz |
3645 |
1300 |
Discesa per il
canalone sotto la teleferica. A meta' canalone neve ripida. Poi altri
attraversamenti e discese su nevai ripidi senza ramponi. |
Cima rossa di Saent
Cima Mezzena
Cima Campisol |
3347
3172
3156 |
900 1� g
1100 2� g
|
Da Cima Rossa la visuale e' splendida
verso ovest: ghiacciaio del Careser e relativo lago, gruppo
Vioz-Cevedale; piu' verso nord d'infilata Gran Zebru', Zebru' e Ortles.
Nessuna difficolta' tecnica per queste salite in medio-alta quota.
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Talvena |
2542 |
1500 |
Avvicinamento
lungo dalla Val Pramper per la Costa del Barancion, forc. de Zita' Sud,
forc. degli Erbandoi. La cresta e' facile (forse qualche passo di I-)
ma un po' malsicura per le roccette instabili. Panorama grandioso.
|
Formazioni
sulle cime di Zita'
|
In
cima alla Talvena
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Monte Venal |
2212 |
1070 |
Elegante cima a
nord di Messer e Antander. Dall'alta via N.6 ci si stacca in
corrispondenza di un canale erboso che appare facilmente percorribile.
Si perviene in cima dopo circa 250md con nessuna difficolta', prestando
pero' attenzione alle "loppe" ripide pensili sopra i saltini rocciosi
appena aggirati.
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Carcassa
in cima al Venal
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Jof di Montasio |
2754 |
1250 |
Salita del
14-ottobre, neanche una nuvola caldo quasi fastidioso (!). Si è
preferito fare la via dei Verts da Brazzà sia in salita che in discesa,
visto l'affollamento e le scariche di sassi che si verificavano in
corrispondenza della scala Pipan. Superati alcuni passaggi di I e un
paio di I+, oltre a una cengia un po' esposta nella deviazione dei Verts.
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Parete
sud del Montasio
|
Via
normale da Brazzà al Montasio
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Jof di Miezegnot |
2087 |
720 |
La cupola
sommitale presenta un 50 m friabili con sentiero che sale molto ripido a
zig-zag su terriccio e roccette insicure. Panorama stupendo sul versante
nord di Montasio e Jof Fuart |
Meta
|
Quota
|
Dislivello
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Difficoltà / Note / Foto |
Cima Carega |
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Dolada |
1938 |
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Piani eterni |
max ~1900 |
~1200 |
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Cornetto |
|
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Doss d'Abramo |
|
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Col Ombert |
2670 |
|
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Sasso Vernale |
3058 |
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Cresta finale
tra le rovine della grande guerra, sempre max I-. |
Marmolada
dal Vernale |
L'Uomo
dal Col Ombert |
Cima Frati |
2355 |
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Splendida via da
trovare, si risolve con un canale inizialmente II, poi I+ molto
friabile, infine una costa rocciosa alquanto instabile porta in vetta.
Consigliabile corda da almeno 35/40 m. |
Cima Brenta |
3152 |
700 |
Ottima via
facile su roccia stupenda nel primo canale (I+, II-), piu' delicato
l'attraversamento della forcella che da sullo scivolo ghiacciato a nord.
Nell'avvicinamento tratto di ferrata Bocchette. |
Dalla
Cima Brenta |
Via
normale alla Cima Brenta |
Tamer Grande |
2547 |
900 |
Dopo il cengione
si sale per gole ripide e abbastanza franose, un passaggio piu difficile
in corrispondenza di un salto di 5m (I+ delicato). |
Sulla
cengia del Tamer |
Jof Fuart |
2666 |
|
Salita dal
Corsi, normale e poi Anita Goitan a scendere. Tutti i punti piu
impegnativi sono attrezzati. Nel nostro caso nevicava e le cengette del
castello sommitale erano ghiacciate. |
Dal
Jof Fuart |
Jof
Fuart dal sentiero A. Goitan |
Cimon del Latemar |
2842 |
700 |
Mio
cugino sul Cimon del Latemar |
verso il Castello di Moschesin |
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1000 |
Fallito, in
vetta solo l'amico Michele Tome' (parete di II). |
verso il Paterno |
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Fallito,
ritirati alla ferrata sommitale per troppo traffico. |
Via
normale al Paterno
Croda
dei Tone |
Tre
Cime |