sabato 22 giugno 2013
Menu principale
Home
Novità
Itinerari
Rubriche
Storia Apuana
Shop
Recapiti
FAQ
Gli articoli preferiti

Le Apuane che non vogliamo

Per non rimanere inermi!

Sostieni AlpiApuane.com
AlpiApuane.com è un portale che si avvale della collaborazione di volontari ed appassionati; non beneficia di contributi pubblici di nessun genere e viene gestito ed aggiornato esclusivamente con risorse private.
Abbonamento notizie
Alpi Apuane
Rubriche e Utilità
Il giornale delle Apuane
Siti da non perdere
Leggi posta
Mappe Apuane
Webcam
Download



<< Index < Prec. 106 Pross. >
Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/16 00:29 By: dok Status: Utente  
Karma: 7  
Rocciatore

Posts: 138
graphgraph
bon, e ora, se la parentesi <riflessiva> si può considerare chiusa [almeno su questo topic], vorrei cercare di riportare l'attenzione al punto dov'eravamo rimasti, cominciando col ripresentare la pagina, ulteriormente riveduta e corretta, da cui partirò per alcune considerazioni su ...di che si stava parlando?...ah già, del Sentiero della Libertà...

...

ed ecco qui, per i lettori fondisti, una piccola maratona di appunti tratti dal libro di Davide, preziosissimi per farsi un quadro del passo del fronte dal punto di vista Monterosa e, nel successivo post, qualche significativo episodio tra le linee alpine nei luoghi di interesse:

[Davide Del Giudice, Penne nere sulle Apuane, pag. 16]
[27 ottobre, Garfagnana] [...] Altri Partigiani ci circondarono togliendoci la possibilità di reagire. Fummo disarmati e condotti in un paesino mezzo bruciato. Il comandante dei partigiani, un maggiore inglese (Oldham? N.d.A.) ci rassicurò, dicendoci che saremmo stati trattati come prigionieri di guerra; ci propose di passare le linee per consegnarci agli americani o essere trasferiti in Emilia: De Grandi ed un altro scelsero l' Emilia. Quella sera partimmo e si giunse due giorni dopo presso un paesino a pochi km da Massa (Antona? N.d.A.), si aggiunsero a noi 5 tedeschi disertori e 3 piloti inglesi.
Gli stranieri tentarono per primi di attraversare il varco del fronte sui monti ad est di Massa (attraverso il passo della Focoraccia o Pitone in gergo locale, N.d.A.), ma furono uccisi dai tedeschi: ormai non si passava più. [...] nei giorni segueni Brovelli saltò su una mina mentre stava attraversando il Passo della Focoraccia ed il suo corpo non fu mai ritrovato.

[pag. 17]
DISLOCAMENTO DELLE COMPAGNIE IN LINEA

Il 28 ottobre, tempo pessimo, con forti precipitazioni a carattere temporalesco, il Btg. Intra assunse il controllo di un tratto della Linea Gotica occidentale nel suo tratto più impervio delle Alpi Apuane, rilevando gli Jager della 42^ Div. tedesca. Il Btg. si piazzò tra l'Altissimo (1589 m l.s.m.) e Le Rocchette (999 m l.s.m.).[...]

[pagg. 19-20]
LA MANCATA SALDATURA DEL FRONTE

Sulla sinistra, nella zona delle Rocchette, il Battaglione prese contatto con la 6^ Comp. del 2° Btg./6° Rgt. Fanteria di Marina Div. San Marco. A destra invece, l' Intra non aveva un contatto diretto con i tedeschi del 281° Rgt. Granatieri/148^ ID, poiché tra gli ultimi presidi tenuti stabilmente dagli alpini sulla sommità del Monte Altissimo e la prima postazione tedesca (ridotta a soli 14 uomini), sulla cresta che dalla sommità del monte Focoraccia (1149 m l.s.m.) degrada verso le cave della località Granaiola (1050 m l.s.m.), vi era un tratto di fronte non fortificato per via del terreno estremamente impervio. In questo caso la natura stessa aveva provveduto ad ostruire virtualmente una possibile via d'accesso verso nord, non sarebbe stato possibile per gli Alleati che spostarvi con grande rischio qualche pattuglia.
I tedeschi, nel fortificare l'Altissimo e il M. Focoraccia, evidentemente confidarono di poter difendere questo varco - esteso per circa 3 km in linea d'aria - mediante la posa di campi minati e con l'invio di pattuglie giornaliere. Inoltre essi potevano tener d'occhio le vie di approccio ai Passi della Focoraccia (1050 m l.s.m.) e della Greppia (1200 m l.s.m.), col fuoco incrociato di mitragliatrici e mortai. Il Passo degli Uncini (1407 l.s.m.) a nord-ovest dell'Altissimo era ben fortificato, ma gli alpini dell' Intra non ne occuparono stabilmente le posizioni difensive, se non negli ultimi giorni di guerra. Fino a quel periodo le fortificazioni sul Passo vennero occupate solo dagli uomini lasciati in copertura alle pattuglie che si appostavano sul Passo della Greppia.
I partigiani e i civili che intendevano passare la linea del fronte, approfittarono di questo varco per recarsi in territorio alleato, dove il primo presidio americano era ad Azzano. Coloro che passavano il fronte salivano ad Antona, nel massese, dove si trovava un comando tappa partigiano tenuto dal Gruppo Patrioti Apuani dell'ex frate Petro Del Giudice, poi venivano avviati da guide per un sentiero in località Campiglia.
Da qui raggiungevano il Passo della Focoraccia, scendevano quindi il Canal del Prato di Greppia, per giungere nel letto del torrente Serra in località la Polla, da dove risalivano infine per giungere ad Azzano. Questo itinerario fu usato fino al dicembre 1944, dopodiché venne abbandonato per le perdite subite sulle mine o incontrando pattuglie tedesche. Dal gennaio 1945 alla fine di marzo, l'itinerario prese una strada più alta: Antona, Tecchia e Passo della Greppia. Dal Passo della Greppia, un sentiero mal messo scendeva a congiungersi infine col vecchio itinerario nel Canal del Prato di Greppia. In questo frangente, partigiani e civili ebbero a che fare più direttamente cogli alpini dell'Intra, i quali intensificarono la loro presenza sul Passo degli Uncini, dal quale a mezzo della discesa di un canale erboso si accede al Passo della Greppia.

Sul Passo furono compiuti numerosi appostamenti, in realtà molto disagevoli, in quanto gli alpini dovevano trascorrere lunghe ore esposti a temperature rigide, alla neve e alla pioggia, senza poter contare su ripari predisposti. Rammenta un civile, poi noto professionista a Massa, che in una gelida mattina d'inverno si trovò a transitare sul Passo della Greppia. All' improvviso balzò fuori un alpino che pareva un brigante tanto i suoi indumenti erano laceri e consunti, questi puntò contro il gruppo di sfollati il mitragliatore, verificando che non vi fossero partigiani, poi con un gesto fece loro cenno di proseguire.[...]

[pagg. 68-69]
UN SALVATAGGIO DI CIVILI AL PASSO DELLA GREPPIA

Nel mese di gennaio, continuava incessante il passaggio di civili attraverso il varco cosiddetto della "Focoraccia". I Partigiani del Comandante Pietro per regolare il flusso di civili ed aiutarli a passare le linee con valide guide, organizzarono un comando tappa ad Antona, all'inizio del tragitto ed uno ad Azzano all'arrivo. Ciò avvenne anche per identificare eventuali informatori dei tedeschi, i quali passavano facilmente le linee mischiandosi ai civili. Spesso il transito avveniva di notte, per questo il comando dell' Intra ordinò l'invio di pattuglie notturne, in aggiunta alle altre. Il s. ten. Giglio ci ha fornito in merito un' interessante testimonianza: "Si organizzavano pattuglie, anche in collegamento con i reparti tedeschi di base al M. Focoraccia. L' appuntamento era nel fondo del canalone erboso degli Uncini, sceso con uso di corde in presenza di neve e ghiaccio. Si sorvegliava il Passo della Greppia per ore, più che altro per prevenire il transito di gente armata.
Una notte di gennaio fermammo una fila di gente. Venivano su dal massese arrancando alla peggio; gente anche scalza, intirizzita, con principi di congelamento, senza il minimo vestimento adatto. Pur di passare! Così ci capitò di soccorrerne un gran numero. Erano allo stremo, affamati e senza soldi. Li portammo al Comando di Compagnia, dal capitano di Pierro. Tutti gli alpini fecero una colletta: ebbero vestiti, scarpe, cibi e bevande. Furono identificati, non per essere rinviati in forma coatta, ma per tornare dov' erano partiti. Qualche volta le nostre pattuglie, se accertavano la presenza di soli civili, chiudevano un occhio. Umanità, null' altro, ma non è poco".
Un giorno gli alpini videro transitare sul Passo della Greppia addirittura un gregge di pecore! Aprirono il fuoco con le MG 42 ed abbatterono un gran numero d'animali; poi scesero a recuperare tutte le bestie che potevano, integrando così per qualche giorno il rancio sui capisaldi dell' Altissimo. Alcune carcasse ormai decomposte rimasero sul Passo e furono osservate dal Comandante partigiano di Pietro, in uno dei suoi spericolati transiti (era un valido montanaro e profondo conoscitore dei sentieri delle Apuane) per recarsi in missione presso il Governo Italiano del sud.
Una delle notti successive, l'alpino Ravasio fu inviato di pattuglia al passo della Greppia, sentiamo il suo ricordo: "Si partiva per queste ricognizioni con la dotazione extra di una coperta di lana, un telo da tenda ed un quarto di cognac od anche più, per proteggerci dal freddo durante l'appostamento. Quella notte salimmo sul Passo degli Uncini dal Canal delle Gobbie; una squadra rimase sugli Uncini a protezione, io scesi con gli altri lungo il canale erboso. Sul Passo della Greppia scoprimmo un gruppo di partigiani, i quali scapparono dopo averci visti, lasciando un notevole bottino: scatolette di viveri e stecche di sigarette appena ricevute ad Azzano dagli americani. Ricordo infine che sul Passo c'erano dei cadaveri insepolti, morti a causa delle mine, tra i quali un ufficiale americano".



[didascalia foto]
Il Passo della Greppia, visto da una postazione tedesca sul M. Focoraccia - da qui i tedeschi spararono per errore su Tullio Nadin ai primi di aprile del 1945 -. Il valico del Passo avveniva nella zona erbosa dietro al "gendarme" isolato. Si nota dietro al Passo, il lungo ed erto canalino erboso, percorso giornalmente dalle pattuglie dell' Intra, che conduce alla sommità del Passo degli Uncini dopo la visibile deviazione a sinistra nell'ultimo tratto. A sinistra dello sbocco del sentiero, sulla roccia più alta si trova la postazione dalla quale i bersaglieri spararono sugli americani, provocando una dura reazione di artiglieria.
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in scrittura.

Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/16 13:34 By: dok Status: Utente  
Karma: 7  
Rocciatore

Posts: 138
graphgraph
docche ha scritto:
bon, e ora, se la parentesi <riflessiva> si può considerare chiusa [almeno su questo topic], vorrei cercare di riportare l'attenzione al punto dov'eravamo rimasti, cominciando col ripresentare la pagina, ulteriormente riveduta e corretta, da cui partirò per alcune considerazioni su ...di che si stava parlando?...ah già, del Sentiero della Libertà...
...ma prima un'altra piccola parentesi: o Marco, recentemente sono stato con Paola e Marianne a verificare lo stato del collegamento dai <Loghi> a <Tiglia> e quindi con la marmifera poco sotto il Palazzo [al <Canal de' Pistelli>, dove c'è quel traliccione soprastrada che pare una torre di Pisa...].
la via che abbiamo praticato è quella <del santantonio>, alias catastale <strada vicinale di Tiglia>, chiamata del santantonio perché vi fu fatta edificare, a quanto pare nel 1897, una marginetta con statuetta del santo, statuetta che è poi sparita...la marginetta meno male è sempre lì.





se nel primo tratto ai Loghi è evidente lo stato di strada [con provenienza da' <Piari> presso Azzano], con ampia carreggiata e muretti laterali, prima del <Serrone> si assottiglia fino alla marginetta, per poi praticamente sparire, il passo va cercato su labili tracce.
tracce più consistenti di viottolo si ritrovano più avanti nella selve di Tiglia, caratterizzata dalla presenza di piane artificiali e di grotte.



ma per quanto riguarda la possibiltà di utilizzarla come <variante>, come mi accennavi quel sabato di Mignani, la vedo male, basta che ci vai per rendertene conto...e poi credo che il CAI farebbe già gran cosa a tenere aperto, si sta richiudendo proprio in questo momento, il tratto della <Via degl' Omini> dalla <Grotta di Parà> alla marmifera, che è soggetto a vegetazione a rapido sviluppo.
ciao
Luca
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in scrittura.

Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/18 18:36 By: dok Status: Utente  
Karma: 7  
Rocciatore

Posts: 138
graphgraph
e ora un paio di considerazioni.
quello che documenta Davide è chiarissimo e non richiede commenti. e mi permette di riprendere in mano alcuni punti che erano rimasti <irrisolti> nel dibattito.

cominciamo dalla <questione epistemologica>...ovvero del <cosa si cerca>, <di cosa stiamo parlando>.
si cerca la <Via della Libertà>: qualcosa che prima di essere <della libertà> è una via, una strada...e come tutte le vie e strade è definita essenzialmente da tre dati: un punto di partenza, un punto di arrivo, e un percorso che unisce questi due punti.
essendo poi una strada decisamente particolare, con una funzione specifica, c'è un qualcosa in più, un aspetto formale, che la connota come Via della Libertà: e questo abbiamo visto che è un determinato modulo organizzativo.
credo si possa affermare che i due aspetti, quello geografico e quello formale, siano andati grossomodo di pari passo: intendo dire che prima dell'implementazione di quel modulo organizzativo [gennaio-febbraio '45] non c'erano verosimilmente ancora le condizioni per parlare propriamente di via o strada [della libertà] perché variava o il punto di partenza, o il punto d'arrivo, o il percorso.
è solo da quel periodo [dopo dicembre] che al comando tappa di Antona si aggiunge quello di Azzano [F3, Contegiò] e il collegamento militarmente organizzato tra questi due punti su quella che, per un concorso di ragioni, veniva a rimanere l'unica via praticabile per attraversare le linee.

una di queste ragioni potrebbe avere a che fare con quel sistema di accordi tra i comandi di cui parla espressamente Sciamino:

[Giorgio Giannelli, Versilia kaputt, pagg. 153-154]
Di solito la traversata durava tre ore ed avveniva in certi punti che solo le capre avrebbero potuto superare. Più tardi mi giovai di un accordo tra tedeschi e partigiani in modo da lavorare in una vera e propria zona franca. Facevo comodo a tutti, ormai. Quell'accordo che Pietro riuscì a strappare al comando germanico di Massa aveva le sue regole come quella di seguire un solo sentiero e di percorrerlo senza che nessuno avesse armi addosso. I tedeschi su questi due punti non transigevano, e così, per essere più sicuri, minarono tutti i passi...
insomma se i partigiani-alleati riescono a <forzare la mano> ai tedeschi sulla possibilità di far transitare i civili almeno in una <zona franca>, o grossomodo tale, verosimilmente la controparte ottiene di far avvenire il passaggio in una zona tatticamente ben difendibile [passo della Greppia] e alla pesante condizione di un controllo si può dire <faccia a faccia>, quello che ipotizzavo in passato per un passaggio dal Canal d'Angiola-Uncini, in realtà mai documentato.
questo controllo veniva effettuato, come si è visto, quotidianamente e a grave prezzo da pattuglie diurne e notturne sul passo della Greppia, con copertura dagli Uncini.

...le pecore!
chi avrebbe mai detto che sarebbero state proprio delle pecore, un intero gregge sterminato sotto il passo della Greppia nel Canal dal Prado sulla linea delle Grotte di Celè, a risolvere la questione aperta con Bergame a pag.89 ASdL in riferimento al presente video:

[intervista a Pietro Del Giudice a La Cappella]

è ormai fuor di dubbio che Pietro, quel 5 dicembre, passò di lì, e quando indicava da La Cappella il <passo del Pitone> intendeva proprio il passo della Greppia, segnalato da un'evidente <V>, un marcato cuneo d'ombra nella gola del passo: e non tra la Barba del Professore, dove qualche...visionario?...ha voluto vederci una <V>, eh eh!
quello fu anche il passo percorso i primi di febbraio '45 e descritto con dovizia di particolari da Renato Putamorsi, ma soprattutto fu il passo delle formazioni allo sbando il 2 dicembre '44, di cui abbiamo ancora in Mignani la conferma vivente, il <passo del Pitone> di Vinci Nicodemi che in quella circostanza guidò la traversata: quello stesso <passo del Pitone> che Vinci dice essere rimasto, dopo dicembre, la sola via di valico disponibile per il collegamento tra i comandi tappa di Antona e Azzano, la Via della Libertà.

un'ultima cosa: Davide Del Giudice parla un linguaggio <ufficiale>: parla di passo della Greppia e passo della Focoraccia [del Pitone in gergo locale], e di Canal del Prato di Greppia...intendendo verosimilmente con quest'ultimo la discesa diretta dalla Foce Capraia, per il percorso cui accenno a pag.88 ASdL...poste dove tra l'altro, questo lo dico per Enzo, ricordo che apportai una per me iirrilevante correzione alla data in cui Marianne lo fece coi cacciatori di Azzano, che non era, come vagamente ricordavo dal suo racconto, il '95-'96, ma il '94 come mi precisò lei in seguito mostrandomi le foto: spero non nasca per questo un altro incidente diplomatico...sisiziocane!
ciao
Luca
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in scrittura.

Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/18 23:29 By: Marco di AS Status: Utente  
Karma: 9  
Master

Posts: 924
graphgraph
Non riesco a postare un intervento che avevo archiviato... appena ci riesco ci risentiamo! Ora mi accetta quello che scrivo ma non il copia e incolla... Mah!
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in scrittura.

Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/20 06:26 By: dok Status: Utente  
Karma: 7  
Rocciatore

Posts: 138
graphgraph
e ora una considerazione <metodologica>: non sono mai state fatte, nel corso della ricerca su questo forum, grosse dichiarazioni di metodo.
e in effetti non si vede come si possa, su un oggetto in corso di definizione, stabilirne uno a priori, nè se convenga farlo: secondo me in questo caso una buona dose di asistematicità non ha fatto che giovare alla ricerca.
ma questo non vuol dire che non siano state condotte ricerche sistematiche su diversi piani: quello della storia, delle fonti documentarie, delle testimonianze, del territorio.

e proprio quest'ultimo piano, quello della ricerca sistematica sul territorio, in relazione alla topografia e alla toponomastica, è la specificità e il punto di forza di questo lavoro su alpiapuanepuntocomme, oltretutto focalizzato sulla <grande incognita> del versante versiliese della linea gotica, il che lo connota come un'impresa pioneristica, ma pure con l'attenzione a riesaminare luoghi comuni del versante massese, in cui si dava per scontato che vi fosse una certezza per così dire istituzionalizzata.

in questo compito di ricostruzione critica ci è stato d'aiuto quello che di fatto è un punto di debolezza: il fatto di avere ormai in gran parte perduto quel tesoro di testimonianze viventi, senza le quali è una sfida uscire dal campo delle ipotesi.
come dicevo al Nino Mignani con Marco, presentandoci, siamo di quelli che non hanno avuto un contatto diretto coi partigiani [questo per varie ragioni: età, distanza, epoca dell'interesse], per cui ci è mancato il collegamento diretto con la tradizione, e quindi invece di una naturale assimilazione ci tocca un compito di ricostruzione della memoria.

ma questo è anche, a ben vedere, il nostro punto di forza di ricercatori, rendendoci per così dire il <prototipo> della nuova generazione, che può attingere, in questo lavoro di ricostruzione della memoria, solo a fonti indirette e alle proprie risorse: il che ci forza a essere molto più critici di chi ci ha preceduto nei confronti di quelle fonti, portandoci a rilevare incongruenze e contraddizioni che inceppano questo lavoro mica da poco.

e questa è l'altra novità, a quanto pare, emersa da questo dibattito, in cui ognuno ha avuto una parte importante: la scoperta che il patrimonio di letteratura sull'argomento non offre ancora, evidentemente, un quadro chiaro ed esauriente.

quello che voglio dire, ed è ormai sotto gli occhi di tutti, è che non mancano certo le informazioni necessarie, e anzi ci sono opere di grande pregio e utilità: ma che per estrarre queste informazioni dalle varie fonti, dare loro il corretto valore, e riassemblarle per costruire un quadro esplicativo coerente, ci vuole una potenza di calcolo ma soprattutto una finezza filologico-ermeneutica [bon, ecco qua altri due bei paroloni!]...che scoraggerebbero persino un agguerrito teologo protestante...sisiziocane!

perciò direi ci sono gli estremi per poter affermare che di un'opera di questo tipo, che permetta almeno di orientarsi senza perdersi tra le varie narrazioni di cui disponiamo, c'è veramente bisogno.
ciao
Luca
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in scrittura.

Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/22 10:39 By: dok Status: Utente  
Karma: 7  
Rocciatore

Posts: 138
graphgraph
Marco di AS scritto:
Non riesco a postare un intervento che avevo archiviato... appena ci riesco ci risentiamo! Ora mi accetta quello che scrivo ma non il copia e incolla... Mah!
o Marco...hai provato col superàttacche?
ciao
Luca
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in scrittura.

<< Index < Prec. 106 Pross. >

Apuane Shop


Solo nel nostro esclusivo negozio i capi ed i gadgets ufficiali!

Eolo

A partire da 19,50 € + IVA al mese per una connessione a 10 mbps in download con minimo garantito.
Abiti in zona Apuane e non sei soddisfatto della tua chiavetta o dell'ADSL?

0 spese di installazione per Eolo10 fino al 31/06/13!

Accesso





Password dimenticata?
Nessun account? Registrati
Topic attivi
1: Re:Altissimo - Sentiero della libertà ? by dok
2: Re:Crollo sulla Cresta Garnerone by lasco
3: Re:Info monte Focoletta by bonatti
4: Re:Terremoto by Alex
5: Re:La montagna e i suo brutto by Cima
6: Re:Una serata con Franco Miotto by bonatti
7: Re:Rifugio Casentini al Mercatello by lasco
8: Re:Carchio by bonatti
9: Re:Pizzo D'Uccello - Diedro Sud + Tiziana by Ale_Climber
10: casco salewa by derrick
11: Re:pania secca pilastro montagna by derrick
12: Re:incidenti in montagna by derrick
13: Re:Incidente mortale sul Pizzo d'Uccello by Marco di AS
14: Re:Topic monografici apuani... by bonatti
15: Perso cellulare torre Francesca by rip 32

   Post ultime 4 ore - 24 ore
Foto Apuane
I più letti
Non solo Apuane

L'Essenziale on-line
Meteo Apuane
MTB in Friuli V.G.

Friulweb


AlpiApuane.com è un contenuto editoriale di Friulweb.

© 2013 AlpiApuane.com - Alpinismo, turismo e informazione locale