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Marco di AS scritto: Ciao a tutti e ben ritrovati. Enzo, mi fa piacere che tu ti sia rimesso a leggere il topic; da parte mia lo sto trasferendo pazientemente su un file stampabile che ne consenta una consultazione più agevole... Quanto agli eventuali "ricordini" bellici - come quello citato da nonnomassese o l'altro postato dallo stesso dok nelle prime pagine del topic - è una domanda che mi sono posto anch'io; non vorrei certo ritrovare casualmente in questo modo il punto esatto del sacrificio di Marchini e Antolini...
Luca, sono totalmente d'accordo sul fatto che tra i tanti valichi del fronte dovremmo riuscire a individuare con certezza quello del passaggio organizzato; finché però non ci arriviamo (se mai ci arriveremo, ma sono fiducioso!) è bene proseguire su più fronti a lavorare sul ripristino, tanto più che anche Francesco Vettori (dell'Unione di Comuni Alta Versilia) si è detto disponibile a valutare i progetti che potremo presentargli. Ecco perché ho usato due espressioni diverse, ma complementari e non antitetiche. E questo lavoro da presentare a Vettori sarebbe bene farlo in tempi relativamente rapidi, meglio cioè se prima di agosto.
Quanto all'incontro al Pasquilio, sono più che d'accordo e spero ci possiamo essere tutti. Maria intanto mi ha dato i recapiti di Nino Mignani e dello storico Massimo Michelucci, ma non li ho ancora contattati nell'attesa di avere qualche giorno a disposizione per venire a Massa. Naturalmente possiamo anche andarli a trovare assieme.
Enzo, non mi sono dimenticato della cosa che mi avevi chiesto di trovarti in biblioteca; purtroppo non ho trovato ancora tempo ma voglio andarci anche per vedere se trovo qualche informazione interessante sul sentiero, non tanto sui giornali d'epoca ma su eventuali cronache di anniversari e commemorazioni... potrebbe essere anche questa una buona pista da seguire!
Marco Ciao Marco, nell'attesa di una auspicabile pubblicazione di dok, magari il file stampabile che stai preparando lo metterai anche a nostra disposizione...? Mi sono riletto tutto il topic, e mi sembra che i punti di vista di dok siano diventati sempre più autorevoli. Ieri ho percorso il tratto superiore del sentiero degli Agheti, dal sentiero orizzontale alla Greppia. Va benissimo sistemarlo (anche perché non è soggetto a infrascamento), ma mi sembra più che altro una traccia di pastori, con passaggi anche delicati (uno perfino di II, benché non esposto). La discesa diretta dalla sella accanto al Pizzo del Tabarrani, giù nell'invaso di stipe, è meno elegante, ma forse è ed era più pratica e sicura, considerando che ci si poteva aggrappare appunto alle stipe. Mi sembra che una delle tante testimonianze storiche citate nel topic alludesse appunto a una discesa di questo genere. A questo proposito segnalo, per quel che vale, che negli ambienti CAI di Prato, ai miei esordi, per scendere dalla Greppia alla marmifera l'itinerario era proprio quello che ho detto, e cioè giù per l'invaso di stipe nel fondo e per la massima pendenza (e quindi senza piegare sulla destra), fino a poco sopra la 'Guglia Angelo' (che faceva da utile punto di riferimento), a monte della quale si traversava a sinistra a intercettare il sentiero orizzontale. Mi interessano molto anche le questioni toponomastiche ancora aperte (Griffaia, Orso/Orsone ecc.). Se hai novità, dok, per favore diccele. Enzo
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/26 18:44
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ciao Enzo e nonnomassese! o Enzo, il sospetto è tutt'altro che ingenuo, direi: ecco dove può essere finito, era un po' che me lo domandavo, l'inestricabile <trio de'bombaroli>, che un se n'ha più notizia veruna, eh eh ...verrebbe da dire: chi di bomba ferisce...! battute a parte, il rischio più grosso in questi casi è piuttosto quello di ritrovarsi, come mi è successo il 24 aprile a Tecchia alla maestà partigiana, tutte quante le serrature forzate e di doversi improvvisare meggaiver [e i maldestri scassinatori avrebbero da imparare qualcosa] per poter entrare in macchina e ripartire. l'auto era rimasta per più di mezza giornata in Darola mentre esploravo l'area Darola-Campiglia-Caprara-Madielle, e mi è poi bastato allontanarmi una mezz'oretta da Tecchia, dove mi ero portato per il pasto, per trovare la sorpresa. sic!
per quanto riguarda l'epica impresa di rileggersi tutto il topic, suggerirei di farne una doppia lettura complementare, partendo anche da pag.93: se prima infatti l'andamento della discussione è grossomodo sequenziale, da quel punto ho tentato un nuovo inizio, basato su un diverso approccio: se prima si era partiti da una incognita, il versante lucchese, cercando di raccogliere più informazioni possibile, ma col risultato di incrementare esponenzialmente le incognite, poi ho cercato di partire dal noto: pochi dati, ma certi. e la richiesta di consultare i due archivi menzionati viene proprio da questo: accrescere il numero di questi dati chiave. la <manovra a tenaglia> direi che sta dando i suoi frutti: e per quel che mi riguarda, o Marco, alla certezza sono già arrivato, resta da chiarire che tipo e grado di certezza vuoi raggiungere: non hai che da spiegarti, magari in maniera meno <politica> delle ultime repliche: e così gli altri partecipanti [o ex?] alla discussione, in maniera meno <omertosa> dell'attuale.
Marco ha scritto: Quanto all'incontro al Pasquilio, sono più che d'accordo e spero ci possiamo essere tutti. Maria intanto mi ha dato i recapiti di Nino Mignani e dello storico Massimo Michelucci, ma non li ho ancora contattati nell'attesa di avere qualche giorno a disposizione per venire a Massa. Naturalmente possiamo anche andarli a trovare assieme. e un mi par vero, e se riuscisse di incontrare anche Torre con Michelucci ancora meglio. ciao Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/26 19:01
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Enzo scritto: Ciao Marco, nell'attesa di una auspicabile pubblicazione di dok, magari il file stampabile che stai preparando lo metterai anche a nostra disposizione...? Mi sono riletto tutto il topic, e mi sembra che i punti di vista di dok siano diventati sempre più autorevoli. Ieri ho percorso il tratto superiore del sentiero degli Agheti, dal sentiero orizzontale alla Greppia. Va benissimo sistemarlo (anche perché non è soggetto a infrascamento), ma mi sembra più che altro una traccia di pastori, con passaggi anche delicati (uno perfino di II, benché non esposto). La discesa diretta dalla sella accanto al Pizzo del Tabarrani, giù nell'invaso di stipe, è meno elegante, ma forse è ed era più pratica e sicura, considerando che ci si poteva aggrappare appunto alle stipe. Mi sembra che una delle tante testimonianze storiche citate nel topic alludesse appunto a una discesa di questo genere. A questo proposito segnalo, per quel che vale, che negli ambienti CAI di Prato, ai miei esordi, per scendere dalla Greppia alla marmifera l'itinerario era proprio quello che ho detto, e cioè giù per l'invaso di stipe nel fondo e per la massima pendenza (e quindi senza piegare sulla destra), fino a poco sopra la 'Guglia Angelo' (che faceva da utile punto di riferimento), a monte della quale si traversava a sinistra a intercettare il sentiero orizzontale. Mi interessano molto anche le questioni toponomastiche ancora aperte (Griffaia, Orso/Orsone ecc.). Se hai novità, dok, per favore diccele. Enzo ciao Enzo, abbi pazienza ti risponderò in seguito, leggo ora il tuo intervento, in effetti ho ancora qualcosa da riportare sull'argomento.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/27 18:30
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Ciao Luca, mi dispiace per quanto accaduto, non è la prima volta che da quelle parti (ma anche sul versante d'Arni) succedono queste cose, se n'era parlato anche qui sul forum...
Abbi pazienza per la precisazione meno "politica", aspetto appunto di chiarirmi meglio le idee con l'epica impresa che si diceva... Certamente il file sarà a disposizione di tutti; manca qualche foto che bergame deve ripostare nelle prime pagine perché scomparse, poi riprenderò il lavoro e vedrò di andare veloce.
Di Torre non so niente, ma vedrò di fissare con gli altri nella prima quindicina di giugno, probabilmente un sabato. Comunque ti contatto prima. Quanto all'archivio Del Giudice, Maria ci ha fatto un libro che credo tu abbia e che comunque ho acquistato al Pasquilio: l'ho già scorso con una certa attenzione ma non mi sembra ci siano notizie significative in merito. E non mi ha detto che possa esserci altro di significativo, comunque ritentar non nuoce.
Enzo, per quanto riguarda gli Agheti alti verso la Greppia anche Angelo Nerli è di questo avviso; non è la via migliore da recuperare e anche Luca aveva già suggerito varianti più abbordabili. Ciò non toglie che la si possa risistemare come variante del sentiero CAI, comunque dopo averne completata la realizzazione fino al passo dell'Orso (sempre che si chiami così...).
Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/27 19:05
By: dok
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eccomi Enzo, interessante quello che dici: come sai concordo pienamente sulla possibilità di un passo in tempi di guerra in quell'invaso di stipe e ginestroni [pag.34 ASdL, anche foto] e l'elemento indicativo è proprio la presenza [attuale] di una macchia di ginestroni [era ben evidente in questo periodo per la fioritura] come da testimonianza di Idea Rustighi:
...se la salita era stata faticosa, la discesa che ci si presentò di fronte era molto pericolosa, ghiacciata e lucente nella tenue luce dell'alba. in quella discesa non si poteva camminare, ma bisognava strusciare seduti sul ghiaccio, attaccandoci a delle ginestre lunghe e forti che sbucavano fuori e che ci tagliavano i guanti già malridotti, facendoci sanguinare le mani. Anche le gambe, le cosce e il sedere venivano graffiate profondamente da queste ginestre taglienti... quello che non sapevo è che un passo lì dentro fosse in uso [CAI Prato] anche in tempi così recenti, forse una continuità con passi precedenti?
il tracciato che ho suggerito a pag.95 è secondo me il migliore [una volta ripulito] sotto tutti gli aspetti in quell'area, ma evidentemente non è quello cui si riferiscono anche altre testimonianze della discesa dal Passo, cui calzerebbe a pennello l'appellativo di <Grattaculo>, insomma non doveva essere così elegante e tantomeno ergonomico, un prezzo da pagare per la protezione dalle traiettorie di tiro:
[Guerra sulle Apuane, pag. 56] Arrivati al Passo trovammo che la visibilità era molto scarsa e cominciammo la discesa quasi seduti, aiutandoci con le mani e i piedi per il lungo, scosceso sentiero che, attraverso il Monte Altissimo, conduce al paese di Azzano. Era buio, un buio profondo non rischiarato da alcuna luminosità, non la luna, non le stelle. La notte era di un nero intensissimo al punto che era impossibile distinguere alcuna traccia del sentiero e nemmeno vedere il compagno che ci precedeva e camminava immediatamente avanti a noi. Ci si vedeva talmente poco che per far aiutare da Alessandro Tonazzini, pratico dei luoghi, mio fratello Renato giovanissimo ed inesperto, dovetti suggerirgli di fare attenzione, per non perderlo in quella profonda oscurità, alla mancanza dei pantaloni che mio fratello aveva perduti strusciando sulla nuda roccia. Cosicché in quella notte buia appariva scoperto il suo bianco didietro e questa era l'unica cosa visibile di mio fratello.
[Renato Putamorsi, Passaggio del fronte e rientro, in Atti del convegno della Lunigiana, pag. 220] [...] Le difficoltà maggiori le incontrammo nella ripida discesa ghiacciata, fummo costretti a tenerci per mano per trattenere chi scivolasse sul ghiaccio. Le donne in particolare procedevano in modo penoso ed erano costantemente aiutate; ciononostante, quando la discesa fu terminata, i loro vestiti nella parte posteriore non esistevano più e mostravano le carni sanguinanti per le ferite. anche Pietro accenna nello scritto del Miniati alla difficoltà del valico:
[Ezio Miniati, Massa sulla linea gotica, testimonianza di Pietro, pag, 105] Subito dopo il passo inoltre, nella immediata ed impervia discesa verso le cave e le ca' di Rho a causa dell'esile striscia di sentiero si dovrà procedere per oltre sessanta metri con le braccia e le mani attaccate alla roccia a tastoni, adagio adagio onde evitare facili cadute. Il sentiero infatti proprio in quel tratto diventa talmente sottile che è un vero gioco di equilibrio passarvi sopra. ...
arrivando alle questioni toponomastiche, mi chiedo perché in presenza di una tradizione toponomastica vivente non ci possa/debba appoggiare a quella per verificare e se del caso rettificare le voci della CTR o altre mappe attuali? a) Fosso Griffaia: da dove salta fuori? [vedi l'approfondimento dok/Bergame sul topic Cave e Lizze Storiche]...e poi va a <confondere le acque> del Canal dal Prado, mentre a quanto pare corrisponderebbe al locale <Canale dei Macelli o del Macello>: da verificare. b) Agheti: dovrebbe venire da Aguti, nome locale anche presente nel catasto lorenese. ma la localizzazione non dovrebbe essere quella della CTR, perché come faceva notare Bergame nel topic CLS, la localizzazione lorenese è in corrispondenza degli Uncini. e credo che Uncini [Ancini] e Aguti siano sinonimi anche localmente: da verificare. c) Passo dell'Orso: da dove salta fuori? non risulta da nessuna mappa. pure <Foce dell'Orsone> non c'è su nessuna mappa, ma il suo uso è consolidato localmente e identifica univocamente il passo del Vaso Tondo. a quel che mi risulta la foce sovrastante la cava della Tela non ha un nome locale e passo dell'Orso non s'è mai sentito dire: anche a proporlo come nuovo nome poi va a finire che di orsi ce n'è anche troppi sull'Altissimo...e quando mai? da cestinare direi.
...
e a ultimo riporto integralmente, per l'interesse e i dettagli, la parte della testimonianza di Renato Putamorsi relativa al passaggio del fronte: ma di che valico parla? ciao Luca
[Renato Putamorsi, Passaggio del fronte e rientro, in Atti del convegno della Lunigiana, pagg. 219-222] [primi di febbraio 1945] [...] Il giorno seguente, attraversate le pendici del Sagro, scendemmo a Forno e risalimmo ad Antona. Il paese, presidiato dai partigiani del gruppo Patrioti Apuani comandati da Pietro Del Giudice, costituiva la base di organizzazione e di partenza per l'attraversamento del fronte tra il monte Altissimo e il Carchio. Quasi tutte le sere colonne di una cinquantina di persone partivano con la scorta dei partigiani. Erano uomini, donne, bambini che raggiungevano nell'Italia liberata famigliari o parenti, prigionieri evasi dai campi di prigionia, elementi della resistenza in missione presso il Comando alleato o le Autorità del Governo Italiano. Per trasportare i bambini venivano pagati portatori del luogo che li prendevano in spalla dentro zaini o sacchi. Partimmo, sull'imbrunire, per un sentiero, prima in leggera salita poi sempre più ripido, quasi formato esclusivamente da gradini, poi ricoperto da neve ghiacciata. La colonna saliva sempre più lentamente concedendosi sovente soste. La scorta raccomandava il silenzio, specialmente dei bambini, dovendo passare vicino alle postazioni tedesche. Giunti sullo spartiacque, per un tratto il sentiero era appena accennato e scavato in un roccione a strapiombo. Le difficoltà maggiori le incontrammo nella ripida discesa ghiacciata, fummo costretti a tenerci per mano per trattenere chi scivolasse sul ghiaccio. Le donne in particolare procedevano in modo penoso ed erano costantemente aiutate; ciononostante, quando la discesa fu terminata, i loro vestiti nella parte posteriore non esistevano più e mostravano le carni sanguinanti per le ferite. Poco prima dell'alba raggiungemmo il posto di guardia delle truppe alleate in una capanna fra i castagni ad Azzano di Seravezza. [...]
...
[...] Poi un mattino all'alba fummo portati ad Azzano, un paesino situato sui primi contrafforti delle Alpi Apuane sulla linea del fronte, ed iniziammo la scalata del monte Altissimo. Detta linea si poteva attraversare in una sella fra il Carchio e l'Altissimo. Era la stessa strada che avevo percorso, di notte, alcuni giorni prima in senso contrario. Appena iniziata la salita si presentò alla nostra vista un triste spettacolo. In mezzo al greto di un torrente, trascinatovi dalle acque, giaceva il corpo nudo e tumefatto di una giovane donna con le gambe penzolanti, le braccia allargate come in croce, i capelli sciolti mossi dal vento e lo sguardo rivolto al cielo quasi a invocare pietà. Seppi poi che si trattava di una partigiana emiliana uccisa dai tedeschi mentre attraversava il fronte per una missione. Lungo la salita notammo anche le carogne in via di decomposizione di numerose pecore che un pastore aveva tentato di portare oltre le linee ed, intorno, quel caratteristico, dolciastro odore di morte. A metà salita i tedeschi ci avvistarono e ci fermarono negli anfratti delle rocce sotto una pioggia di cannonate. Per nostra fortuna una fitta nebbia calò ben presto dalle cime dell'Altissimo e ci nascose. Riprendemmo subito la salita ed attraversammo le linee senza subire alcun danno. A mezzogiorno eravamo ad Antona con Pietro, comandante del gruppo Apuano.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/27 19:16
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Marco di AS scritto: Ciao Luca, mi dispiace per quanto accaduto, non è la prima volta che da quelle parti (ma anche sul versante d'Arni) succedono queste cose, se n'era parlato anche qui sul forum...
Abbi pazienza per la precisazione meno "politica", aspetto appunto di chiarirmi meglio le idee con l'epica impresa che si diceva... Certamente il file sarà a disposizione di tutti; manca qualche foto che bergame deve ripostare nelle prime pagine perché scomparse, poi riprenderò il lavoro e vedrò di andare veloce.
Di Torre non so niente, ma vedrò di fissare con gli altri nella prima quindicina di giugno, probabilmente un sabato. Comunque ti contatto prima. Quanto all'archivio Del Giudice, Maria ci ha fatto un libro che credo tu abbia e che comunque ho acquistato al Pasquilio: l'ho già scorso con una certa attenzione ma non mi sembra ci siano notizie significative in merito. E non mi ha detto che possa esserci altro di significativo, comunque ritentar non nuoce.
Enzo, per quanto riguarda gli Agheti alti verso la Greppia anche Angelo Nerli è di questo avviso; non è la via migliore da recuperare e anche Luca aveva già suggerito varianti più abbordabili. Ciò non toglie che la si possa risistemare come variante del sentiero CAI, comunque dopo averne completata la realizzazione fino al passo dell'Orso (sempre che si chiami così...).
Marco ciao Marco, di Torre dell'ANPI Massa puoi chiedere a Michelucci...quanto al libro della Maria di che stai parlando? in Un uomo di pace in tempo di guerra> è allegato un CD coi soli titoli e collocazione dei documenti dell'archivio, ma non di più. aspetto tue notizie Luca
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