Midollo Spinale Riparabile
 
Con un trapianto buoni i risultati nel topo, attesa la sperimentazione sull’uomo.
di Patrizia Pisarra
(Tratto dalla e_newletter della rivista Le Scienze del 10/12/1999)

 

Il riparo dei danni subiti dal midollo spinale e’ ancora oggi in molti casi un problema irrisolvibile: l’organismo, infatti, non è in grado di ripristinare le cellule neuronali danneggiate, rendendo irrecuperabile, insieme alla struttura del tessuto, anche la funzionalità ad essa associata.
Promettenti prospettive giungono da uno studio effettuato dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis, USA, apparso nel numero di dicembre di “Nature Medicine”. I risultati, ottenuti per il momento nel topo, sembrano molto incoraggianti: mediante un trapianto di cellule embrionali è possibile riparare il danno tessutale e recuperare in parte la funzionalità motoria persa a causa del trauma.
Per poter giungere a questo risultato, i ricercatori hanno sfruttato le potenzialità delle cellule staminali embrionali: si tratta di cellule indifferenziate dalle quali hanno origine le diverse cellule differenziate dell’organismo. Facendo crescere in opportune condizioni queste cellule, è possibile in parte guidare il loro differenziamento, inducendole, ad esempio a “trasformarsi” in precursori delle cellule neuronali. Ebbene, questo e’ proprio ciò che hanno fatto i ricercatori statunitensi: a partire dalle cellule embrionali, dunque, essi hanno ottenuto i precursori neuronali e li hanno trapiantati in topi che precedentemente avevano subito un danno al midollo spinale.
Il trapianto e’ stato effettuato a livello del tessuto danneggiato e a distanza di nove giorni dal trauma, ovvero quando l’incapacità motoria associata al danno si era già instaurata. In poche settimane, i precursori cellulari trapiantati si sono differenziati nelle diverse tipologie di cellule neuronali circostanti la zona danneggiata, ricostruendo in parte il tessuto.
E non solo: testando la capacita’ motoria volontaria dei topi trapiantati, si è potuto osservare, a un mese di distanza dall’intervento, il parziale ripristino della capacita’ di effettuare movimenti coordinati e di supportare il peso corporeo, entrambi assenti nei topi di controllo.
“La capacita’ di movimento dei topi trapiantati era solo parziale, ma probabilmente questo è dovuto al fatto che solo una porzione di cellule trapiantate è in realtà sopravvissuta nell’organismo ospite”, sostiene McDonald, a capo dello studio. Secondo i ricercatori, se si riuscisse a incrementare il numero di cellule che sopravvivono al trapianto, si potrebbe ottenere il recupero completo dei movimenti. Nel topo la strategia sembra dunque funzionare: resta ora da verificare la sua applicabilita’ anche nell’uomo.

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Ultima modifica: martedì 31 maggio 2005 17.33

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