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YORK - Le lesioni al midollo spinale potrebbero essere
guarite con stimoli elettrici: è quello che sperano i
ricercatori delle due più importanti Università
dell'Indiana, da tempo occupati nella ricerca di un rimedio
ai danni subiti dalla colonna vertebrale. Entro la fine
dell'anno, per la prima volta, un nuovo dispositivo
elettronico, in grado di stimolare la ricrescita dei nervi
sarà impiantato su di un essere umano. La speranza è che i
deboli campi elettrici introdotti nella ferita possano
stimolare la crescita dei nervi rimediando al danno e
facendo in modo che il soggetto riesca a recuperare, almeno
in parte, la motilità e la sensibilità persa. Si realizza
così il progetto intrapreso dai due centri universitari
sotto la guida di Scott Shapiro e di Richard Borgens.
Il primo scopo dell'esperimento è quello di accertare
quanto il nuovo dispositivo possa essere sicuro per gli
esseri umani, ma i ricercatori dell'Indiana University
School of Medicine sono fiduciosi sul buon esito del test.
"Qualcosa accadrà, il problema è quanto significativa
sarà la risposta dell'organismo. Dobbiamo solo attendere e
vedere" dice Scott Shapiro, professore di
neurochirurgia e supervisore dell'esperimento. I risultati
del test saranno resi pubblici non prima di un anno.
Il
protocollo che regola i test è particolarmente rigido: tra
il giorno dell'incidente e quello dell'impianto del piccolo
generatore non dovranno passare più di 18 giorni. I
risultati degli esperimenti su animali da laboratorio hanno
infatti dimostrato che i nervi rispondono alla stimolazione
solo entro due settimane dal verificarsi dell'incidente. I
pazienti dovranno inoltre avere un'età compresa tra i 18 ed
i 65 anni e dovranno aver subito un danno completo alla
porzione del midollo spinale che controlla l'attività
motoria dell'individuo e la lesione dovrà essersi
verificata al di sotto della quarta vertebra. Gli
impulsi prodotti dall'apparecchio sono di 600 millivolts per
millimetro ed imitano le stimolazioni naturali che si
verificano durante lo sviluppo embrionale di uomini ed
animali e che promuovono la crescita dei nervi.
Lo stimolatore, che è grande come due pile stilo, verrà
rimosso dopo 14 giorni dall'impianto: i sei microelettrodi
che partono dal dispositivo saranno piazzati sopra e sotto
la lesione del midollo in modo che i nervi, stimolati dai
campi elettrici, crescano verso il centro della ferita e si
incontrino al termine della terapia, ristabilendo i contatti
interrotti dall'incidente. Richard
Borgens, direttore del Purdue's Center for Paralysis
Research, stava lavorando a questo strumento già dagli anni
ottanta e all'inizio degli anni novanta l'aveva testato con
esiti positivi su un cane affetto da paraplegia congenita. Il
progetto congiunto è inserito in un piano mondiale per la
lotta contro le lesioni al midollo spinale di cui fa parte
anche il tanto controverso trapianto di cellule embrionali
su pazienti paralizzati.