Stimoli elettrici per midollo spinale  
 
Entro la fine dell'anno, per la prima volta, in America, un nuovo dispositivo elettronico, in grado di stimolare la ricrescita dei nervi sarà impiantato su di un essere umano.
di Cristiano Carniel
(www.ilnuovo.it del 20/12/2000)

 

NEW YORK - Le lesioni al midollo spinale potrebbero essere guarite con stimoli elettrici: è quello che sperano i ricercatori delle due più importanti Università dell'Indiana, da tempo occupati nella ricerca di un rimedio ai danni subiti dalla colonna vertebrale. Entro la fine dell'anno, per la prima volta, un nuovo dispositivo elettronico, in grado di stimolare la ricrescita dei nervi sarà impiantato su di un essere umano. La speranza è che i deboli campi elettrici introdotti nella ferita possano stimolare la crescita dei nervi rimediando al danno e facendo in modo che il soggetto riesca a recuperare, almeno in parte, la motilità e la sensibilità persa. Si realizza così il progetto intrapreso dai due centri universitari sotto la guida di Scott Shapiro e di Richard Borgens.
Il primo scopo dell'esperimento è quello di accertare quanto il nuovo dispositivo possa essere sicuro per gli esseri umani, ma i ricercatori dell'Indiana University School of Medicine sono fiduciosi sul buon esito del test.
"Qualcosa accadrà, il problema è quanto significativa sarà la risposta dell'organismo. Dobbiamo solo attendere e vedere" dice Scott Shapiro, professore di neurochirurgia e supervisore dell'esperimento. I risultati del test saranno resi pubblici non prima di un anno. Il protocollo che regola i test è particolarmente rigido: tra il giorno dell'incidente e quello dell'impianto del piccolo generatore non dovranno passare più di 18 giorni. I risultati degli esperimenti su animali da laboratorio hanno infatti dimostrato che i nervi rispondono alla stimolazione solo entro due settimane dal verificarsi dell'incidente. I pazienti dovranno inoltre avere un'età compresa tra i 18 ed i 65 anni e dovranno aver subito un danno completo alla porzione del midollo spinale che controlla l'attività motoria dell'individuo e la lesione dovrà essersi verificata al di sotto della quarta vertebra. Gli impulsi prodotti dall'apparecchio sono di 600 millivolts per millimetro ed imitano le stimolazioni naturali che si verificano durante lo sviluppo embrionale di uomini ed animali e che promuovono la crescita dei nervi.
Lo stimolatore, che è grande come due pile stilo, verrà rimosso dopo 14 giorni dall'impianto: i sei microelettrodi che partono dal dispositivo saranno piazzati sopra e sotto la lesione del midollo in modo che i nervi, stimolati dai campi elettrici, crescano verso il centro della ferita e si incontrino al termine della terapia, ristabilendo i contatti interrotti dall'incidente. Richard Borgens, direttore del Purdue's Center for Paralysis Research, stava lavorando a questo strumento già dagli anni ottanta e all'inizio degli anni novanta l'aveva testato con esiti positivi su un cane affetto da paraplegia congenita. Il progetto congiunto è inserito in un piano mondiale per la lotta contro le lesioni al midollo spinale di cui fa parte anche il tanto controverso trapianto di cellule embrionali su pazienti paralizzati.

 

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Ultima modifica: martedì 31 maggio 2005 17.32

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