Centro Rita Levi Montalcini per 
il riparo dal danno nervoso
 
di Aldo Fasolo, Università di Torino 
(Pubblicato dal quotidiano la Stampa il 19/04/2000)

 

Il 25 settembre del 2002, Christopher Reeve si ripropone di brindare per il suo 50° compleanno reggendosi sulle gambe. La sfida è immensa: lo sfortunato attore, che ha interpretato al cinema il ruolo di Superman, dal 1995, in seguito ad una rovinosa caduta da cavallo, è completamente paralizzato. Da allora con forza sovrumana lotta per sopravvivere e mantenere dignità di vita, ma la sottile ferita fra la seconda e la terza vertebra cervicale ha interrotto il suo midollo spinale impedendo che i circa 2 milioni di fibre nervose che vi transitano potessero riconnettersi nel modo corretto. Questo blocco, apparentemente irreversibile è dovuto in parte alla morte di cellule nervose in prossimità del trauma, ma molto di più alla reazione da parte delle cellule nervose di sostegno (cellule gliali), che rimarginando i lembi della ferita impediscono alle fibre di riconnettersi. In pratica, le cellule nervose conserverebbero grandi capacità di rigenerare le loro fibre, anche nell'adulto, ma l'ambiente è ormai completamente cambiato. Mancano infatti quegli stimoli chimici che durante lo sviluppo fetale e postnatale, hanno guidato le fibre al corretto bersaglio. In aggiunta, la cicatrice gliale che si è formata dopo il trauma non permette il transito delle fibre stesse. Due risultati recentissimi aprono tuttavia nuove vie d'indagine e offrono concrete speranze di uscire da queste difficoltà. Un gruppo di ricerca spagnolo, guidato da Almudena Ramon-Cueto, ha infatti ottenuto un recupero funzionale piuttosto soddisfacente in ratti paraplegici (Neuron, vol. 24: pp. 425-435, febbraio 2000). Trapiantando nel sito di lesione del midollo spinale cellule gliali in coltura si otteneva, parecchi mesi dopo il trapianto, un buon recupero delle capacità motorie e l'insieme dei riflessi sensoriali e motori era, almeno in parte, ristabilito.
La novità grande è costituita dal tipo di cellule trapiantate. Sono state infatti usate cellule derivanti dalla regione olfattiva, regione nella quale avviene, durante tutta la vita, la rigenerazione delle fibre nervose sensoriali ed in cui quindi la gliale non si oppone, ma è anzi permissiva. Si è ottenuta così una rigenerazione soddisfacente delle fibre nervose del midollo spinale, che riuscivano a passare attraverso la cicatrice gliale ed a ristabilire parte delle connessioni. Il risultato ancora più stupefacente è che le fibre rigeneranti avevano preso in realtà un percorso diverso da quello normale, ma le funzioni perdute venivano comunque recuperate.
Questo significa che è avvenuta una riorganizzazione anatomo-funzionale. Probabilmente non sbaglia allora chi stima che basterebbe ristabilire un 10% delle connessioni lese per avere miglioramenti significativi delle funzioni perdute. L'altro grande risultato è stato l'identificazione di una proteina, chiamata molto opportunamente Nogo (Alt, non si passa), prodotta dalle cellule che formano la guaina mielinica delle fibre nervose (Science, vol. 287: pp. 8-9, febbraio 2000). La presenza di fattori che inibiscono la crescita delle fibre nervose nel tessuto adulto è nota da tempo e costituisce un formidabile ostacolo ad ogni tentativo di ristabilire le connessioni nervose, dopo traumi come dopo fenomeni neurodegenerativi.
Pioniere in questi studi era stato Martin Schwab a Zurigo, che già da qualche anno aveva trovato alcune molecole con tale funzione inibente associate alla mielina. Ora sia il suo che altri gruppi di ricerca hanno identificato Nogo-A (che è stato trovato anche nell'uomo) e sono stati sviluppati anticorpi specifici contro tale proteina, prodotta dalle cellule che formano la mielina. Diviene quindi pensabile una strategia farmacologica mirata e l'uso di vaccini che permettano di bloccare Nogo e favorire la rigenerazione. In pratica, si potrebbe immaginare di combinare tecniche diverse, tese a bloccare da una parte i fattori inibenti del tessuto nervoso adulto e dall'altra a creare "ponti" gliali per la ricrescita delle fibre nervose. Queste terapie, integrandosi con altri trattamenti farmacologici, con tecniche riabilitative, con stimolatori elettronici ed altri strumenti bioingegneristici, possono offrire sui tempi medi speranze concrete di alleviare sofferenze umane e costi sociali enormi. Solo negli Stati Uniti sono registrati ogni anno 250.000 casi di trauma spinale (con un costo di 10 miliardi di dollari per anno). In questo settore si sta compiendo oggi uno sforzo scientifico enorme in cui ha un ruolo importante l'associazione intitolata a Christopher Reeve, rendendo possibile l'augurio che forse proprio non nel 2002, ma abbastanza presto, il nostro Superman possa fare il suo brindisi in piedi.
 

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Ultima modifica: martedì 31 maggio 2005 17.29

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