- PARIGI.
Paralizzato da 10 anni, Marc Merger ha mosso i primi passi
grazie a un intervento effettuatogli in un ospedale di
Montpellier: di questa prima mondiale ci parla il chirurgo
Michel Benichou, che ha realizzato I ‘exploit con il
collega italiano Giorgio Brunelli.
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- Come definire questa
Operazione, un miracolo?
- “Per carità, i miracoli
non c’entrano. E’ stato il frutto di un grande lavoro
di equipe. L’operazione rientra nel quadro del progetto
europeo “Stand up and walk” (alzati e cammina, n.d.r.),
cui aderiscono 6 paesi. Ognuno ha messo a disposizione il
suo staff di kinesiterapeuti, ingegneri elettronici,
esperti di informatica e via dicendo”.
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- Il paziente potrà un
giorno camminare da solo?
- “No, avrà sempre bisogno
delle stampelle”.
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- Ma allora a cosa è
servito i ‘intervento?
- “Il nostro obiettivo non
e’ realizzare la missione impossibile di far camminare
un paraplegico con le sue gambe. Vogliamo ridargli il
piacere, il conforto psicologico, la sensazione di
ritrovata dignità che nasce dalla constatazione di
riuscire a fare qualche passo”.
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- Come
funziona il microchip che avete innestato nell’addome di
Merger?
- “il
microchip serve a trasmettere il segnale elettrico agli
elettrodi. E’ piccolissimo, circa un centimetro
quadrato: ma la scatola che la contiene con tutte le altre
componenti elettroniche (ben 8 mila!) misura 12
centimetri. E’ su questa scatola di plastica che sono
innestati gli elettrodi. Il tutto e’ protetto
ermeticamente da silicone, il materiale meglio
assimilabile dal corpo umano.
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- La
scatola è poi collegata a un piccolo computer...
- “Per
ora si tratta di un computer di taglia normale, ma presto
sarà sostituito da un PC miniaturizzato che il paziente
porterà alla cintura”.
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- E
come riuscirà a
impartirgli l’ordine: “Cammina”?
- “Gli
basterà premere un bottone e il programma comincerà a
stimolare prima un muscolo, poi un altro, e via dicendo.
Questa successione di stimolazioni viene trasmessa dal
computer a una piccola antenna che il paziente ha sul
ventre; il segnale passa dall’antenna al microchip, che
invia lo choc elettrico all’elettrodo”.
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- Quanti
muscoli si attivano per fare un passo?
- “Una
cinquantina, dei quali 4 o 5 sono fondamentali”.
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- Qualsiasi
disabile può fare questo intervento?
- “No,
possiamo operare solo persone che abbiano muscoli vivi,
che rispondono alle
- stimolazioni
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- Si
può sperare a breve in altri progressi?
- “Ne
sono certo: siamo i pionieri di un’avventura che e’
solo cominciata”.
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- Ci
sono rischi?
- “Si:
oltre ai rischi legati alla tecnologia c’è quello di
ledere dei nervi durante l’intervento, che potrebbe
dover essere ripetuto”.
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- Molte
speranze dunque ma nessuna certezza?
- “Siamo
solo agli inizi: viviamo qualcosa che potremmo paragonare
al primo trapianto di cuore. L’evoluzione non mancherà”.
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- E
la selezione dei pazienti?
- “Non
c’è scelta: potremo operare un numero limitatissimo di
persone. Tra queste, Gabriele Tronconi e Ludovico Corrao”.