Interventi Chirurgici ed Elettrostimolazioni 
 
Intervista con Michel Benuchou, il chirurgo francese che ha rimesso in piedi un paziente paralizzato.
di Giovanni Serafini
(Tratto dal Quotidino il Resto del Carlino del 23/03/2000)

 

PARIGI. Paralizzato da 10 anni, Marc Merger ha mosso i primi passi grazie a un intervento effettuatogli in un ospedale di Montpellier: di questa prima mondiale ci parla il chirurgo Michel Benichou, che ha realizzato I ‘exploit con il collega italiano Giorgio Brunelli.
 
Come definire questa Operazione, un miracolo?
“Per carità, i miracoli non c’entrano. E’ stato il frutto di un grande lavoro di equipe. L’operazione rientra nel quadro del progetto europeo “Stand up and walk” (alzati e cammina, n.d.r.), cui aderiscono 6 paesi. Ognuno ha messo a disposizione il suo staff di kinesiterapeuti, ingegneri elettronici, esperti di informatica e via dicendo”.
 
Il paziente potrà un giorno camminare da solo?
“No, avrà sempre bisogno delle stampelle”.
 
Ma allora a cosa è servito i ‘intervento?
“Il nostro obiettivo non e’ realizzare la missione impossibile di far camminare un paraplegico con le sue gambe. Vogliamo ridargli il piacere, il conforto psicologico, la sensazione di ritrovata dignità che nasce dalla constatazione di riuscire a fare qualche passo”.
 
Come funziona il microchip che avete innestato nell’addome di Merger?
“il microchip serve a trasmettere il segnale elettrico agli elettrodi. E’ piccolissimo, circa un centimetro quadrato: ma la scatola che la contiene con tutte le altre componenti elettroniche (ben 8 mila!) misura 12 centimetri. E’ su questa scatola di plastica che sono innestati gli elettrodi. Il tutto e’ protetto ermeticamente da silicone, il materiale meglio assimilabile dal corpo umano.
 
La scatola è poi collegata a un piccolo computer...
“Per ora si tratta di un computer di taglia normale, ma presto sarà sostituito da un PC miniaturizzato che il paziente porterà alla cintura”.
 
E come riuscirà  a impartirgli l’ordine: “Cammina”?
“Gli basterà premere un bottone e il programma comincerà a stimolare prima un muscolo, poi un altro, e via dicendo. Questa successione di stimolazioni viene trasmessa dal computer a una piccola antenna che il paziente ha sul ventre; il segnale passa dall’antenna al microchip, che invia lo choc elettrico all’elettrodo”.
 
Quanti muscoli si attivano per fare un passo?
“Una cinquantina, dei quali 4 o 5 sono fondamentali”.
 
Qualsiasi disabile può fare questo intervento?
“No, possiamo operare solo persone che abbiano muscoli vivi, che rispondono alle
stimolazioni
 
Si può sperare a breve in altri progressi?
“Ne sono certo: siamo i pionieri di un’avventura che e’ solo cominciata”.
 
Ci sono rischi?
“Si: oltre ai rischi legati alla tecnologia c’è quello di ledere dei nervi durante l’intervento, che potrebbe dover essere ripetuto”.
 
Molte speranze dunque ma nessuna certezza?
“Siamo solo agli inizi: viviamo qualcosa che potremmo paragonare al primo trapianto di cuore. L’evoluzione non mancherà”.
 
E la selezione dei pazienti?
“Non c’è scelta: potremo operare un numero limitatissimo di persone. Tra queste, Gabriele Tronconi e Ludovico Corrao”.

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Ultima modifica: martedì 31 maggio 2005 17.34

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