Per
cominciare a comprendere l’astrologia è
necessario abbandonare la veste razionale che la
nostra coscienza è abituata ad indossare e
cercare di entrare in modo libero da pregiudizi
nel mondo della coscienza mitica.
Gli elementi, i segni, ogni simbolo di cui è
fatto il discorso astrologico, nasce nell’ambito
di quel mondo: gli elementi sono le sostanze
semplici e primordiali dalla cui mescolanza deriva
la multiforme varietà del mondo
dell’esperienza; i pianeti, che eternamente si
muovono nel cielo disegnando orbite perfette,
hanno il nome di dei e partecipano intimamente
della loro natura e significato; ogni cosa, ogni
simbolo dell’astrologia parla il linguaggio del
mito, che non è il linguaggio della ragione.
“Ma - vi chiederete - la mitologia o
l’astrologia, non sono forse le favole dei
popoli antichi, le infantili ed irrazionali
manifestazioni dello spirito dell’uomo ai
primordi? Quale significato, valore o funzione può
avere tale linguaggio al giorno d’oggi?”
Esattamente quello di ieri, perché nel mito si
esprime una tendenza originaria dello spirito
umano, una facoltà autonoma e creatrice della
coscienza, che necessariamente continua a
produrre, in forme sempre diverse, i miti propri
di ogni tempo e luogo. Nella mitologia come
nell’astrologia si esprimono l’immutabile
vocazione per l’ordine, l’inestinguibile
esigenza di “finalità”, il persistente
desiderio di un mondo illuminato dal “senso”,
naturalmente insiti nella coscienza umana. Per
quanto possano sembrare lontani e diversi i
prodotti della coscienza mitica, dietro c’è
sempre questa ricerca di ordine, di “principi”
o cause prime, alle quali far risalire ogni cosa.
Così nella visione del mondo propria
dell’astrologia classica, ogni esistenza è
inserita in un comune ordine spaziale, ed ogni
evento in un comune ordine temporale.
Alla spiegazione del mondo nei termini di leggi
fisiche e matematiche prodotta dalla conoscenza
della ragione, si affianca allora, poiché
l’uomo non è solo ragione, la spiegazione per
così dire esistenziale del significato, del senso
dell’”essere così” dell’Universo e
dell’uomo, data dalla mitologia o
dall’astrologia.
Oggi più che mai, questo processo di ricerca dei
fondamenti, di senso e valori è necessario e
vitale: infatti, la demitazzione della coscienza e
del mondo operata dal progresso
tecnico-scientifico ha lasciato un enorme vuoto
esistenziale, che il solo mito del progresso
tecnico-scientifico, oggi imperante, non riesce a
colmare.
Anche l’uomo di oggi, l’uomo del tempo della
scienza e della tecnica è perciò tornato a
chiedersi i suoi “perché”, a chiedersi quale
sia il senso della vita, il significato
dell’avventura di vivere, del destino umano;
domande inerenti a tematiche che non coincidono
semplicemente col mondo delle cause indagate dalla
ragione, ma vanno oltre.
Se la vocazione mitica dell’uomo moderno è
uguale nelle sue richieste a quella dell’uomo
antico, saranno tuttavia forzosamente diversi e più
complessi i prodotti in cui si esprime.
Tale cambiamento è chiaramente testimoniato
dall’astrologia moderna o umanistica, non più
centrata sull’evento come quella di ieri, ma
sulla persona. L’astrologia umanistica è, oggi,
per noi un potente strumento di autoconoscenza ed
evoluzione personale, capace di metterci in
contatto con le parti più nascoste e profonde
della nostra natura e di accompagnarci nel
difficile cammino di dare un “senso” al nostro
esistere. La validità delle affermazioni
astrologiche non sta nella loro verità oggettiva
da dimostrare secondo i criteri della conoscenza
razionale, dimostrazioni che sono del tutto
irrilevanti in ambito astrologico o mitico, ma il
loro valore è nella risonanza intima e profonda
che producono in noi, nella loro capacità di
evocare in noi immagini, lampi d’intuizioni
chiarificatrici sulla nostra intima e profonda
essenza, che spesso è così difficile scoprire
perché avvolta e confusa nella nebbia dei
bisogni, desideri e valori socialmente celebrati,
ma che a volte nulla hanno a che fare con ciò che
veramente siamo.
Nel nostro modo di fare l’astrologia troverete
perciò molti riferimenti ad immagini, miti e
simboli universali, ma allo stesso tempo evocativi
di qualcosa di assolutamente individuale e
personale per ognuno di noi, e ciò perché solo
tramite tali simboli ed immagini è possibile
entrare in contatto vivo e diretto con
l’astrologia.
Infatti come non è possibile tradurre il
linguaggio dell’arte nel linguaggio matematico,
così non è possibile, se vogliamo incominciare a
comprendere l’astrologia, trasformare il suo
linguaggio composto da simboli ed immagini in un
linguaggio di soli concetti che li trascura e
svuota. La ruota dello zodiaco, i segni che hanno
il nome delle stelle, gli elementi senza i quali
non c’è vita, i pianeti che si chiamano come
gli dei, allo stesso modo dei miti o della poesia,
prima di cercare d’interpretarli o spiegarli,
bisogna ascoltarli perché ad ognuno di loro sia
concesso di pronunciare da sé il proprio senso.
Il proprio tema di nascita è allora il mito
personale di ognuno di noi.
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