<< Indietro

VERGINE

SEGNO ZODIACALE VERGINE
     (23 agosto - 22 settembre) SEGNO MOBILE DI TERRA

 

Il segno zodiacale della Vergine coincide con la fase conclusiva dell'estate, le messi sono state falciate, i semi raccolti e le foglie ingiallite incominciano a cadere alle prime brezze settembrine: è il tempo del raccolto, la natura mette a disposizione i suoi frutti, tutto quello che è stato seminato in primavera e maturato nel corso dell'estate. In questo periodo dell'anno, in cui la terra appare sterile e non produttiva, si preparano le condizioni del ciclo successivo: la terra deve recuperare la sua verginità nell'attesa di ricostituire l'humus adatto a ricevere, in seguito, i nuovi semi. Questo segno comprende entrambe le simbologie di sterilità e di fecondità, il simbolo della vergine, infatti, è associato alla copiosità del raccolto, al taglio delle messi, che se da un lato spoglia la terra dei suoi frutti, lasciandola nuda, dall'altro permette la formazione dei nuovi semi e la continuità del ciclo. Ogni frutto, ogni fiore, ogni elemento del mondo della natura è una singola e indispensabile nota di un'armonia più grande, partecipa a un ordine più vasto entro il quale ogni cosa ha il suo posto, il suo tempo, la sua funzione, il suo ciclo. Nella natura, ciò che non muta mai e resta eternamente identico a se stesso, è il processo di trasformazione che ciclicamente si ripete sempre uguale per ogni sua creatura, in questa perenne ripetizione del medesimo processo risiede l'immutabilità, l'immobilità della natura, questo è ciò che rimane al fondo di tutte le sue mutevoli, innumerevoli e transitorie manifestazioni a cui le sue creature danno vita, questa è in un certo modo la sua essenza.

Nel segno della Vergine la visione soggettiva e fortemente individuale dell'esistenza, tipica del Leone, deve cedere il passo ad una più oggettiva ed universale percezione della realtà, alla consapevolezza che la nostra individualità deve essere sacrificata in nome di un bene più grande, la collettività, l'umanità intera cioè, la cui essenza o immutabiltà sta nel perenne e sempre uguale avvicendarsi delle singole e transitorie vite di ciascuno di noi. Il segno della Vergine, dice Barbault, riguarda "il più piccolo di sé", è cioè il tempo del confronto con i nostri limiti, si deve comprendere che l'unico modo per dare un senso compiuto alla nostra esistenza è quello di renderla utile. Cessiamo quindi di sentirci esseri "unici" per diventare, ciascuno, un membro della società, dove ci sono strutture che hanno un nome e delle regole, strutture nelle quali per esserne riconosciuti come individui, è necessario avere un ruolo, che comporta l'assunzione di responsabilità e senso del dovere. Ma per scoprire qual è il posto che ci spetta, è indispensabile guardare dentro di noi con umiltà ed imparzialità, diventare capaci di vedere e accettare i nostri limiti, imparare a giudicare noi stessi, solo ed esclusivamente, in base ai risultati che siamo in grado di ottenere grazie al nostro duro lavoro.

In questa fase cresce dentro di noi un forte desiderio di purezza ed integrità mentale, vogliamo spogliarci di qualsiasi pregiudizio e condizionamento del passato che possano alterare la vera natura di ciò che analizziamo, desideriamo vedere chiaro e saper discernere, passando al setaccio in modo sistematico tutte le esperienze e le situazioni vissute, per poterle cogliere nella loro essenza. Tuttavia, se il desiderio di correggere e di rimettere ogni cosa in discussione è esasperato, saremo indotti ad una razionalizzazione eccessiva, e la fredda analisi dei fatti, spogliata da qualsiasi emozione e sensibilità nei riguardi altrui, ci farà apparire individui troppo critici, duri e cinici, anche se la nostra critica è sempre motivata dal nobile desiderio di aiutare sia noi stessi, sia l'altro a raggiungere la perfezione. Il pericolo che corriamo è quello di sentirci rifiutati, perché considerati ipercritici e perfezionisti, in questo caso l'isolamento potrebbe trasformarci in persone terribilmente acide e scontrose.

Se invece siamo in grado di riconoscere che l'altro, in definitiva, non è che lo specchio di noi stessi, le debolezze che percepiamo nei comportamenti altrui possono condurci ad un profondo lavoro di rettifica personale, sviluppando in noi, un'eccezionale senso di autocritica che ci consentirà di prendere coscienza della nostra vera identità spogliata di tutte le false illusioni e le inutili maschere create dai nostri bisogni e dalle nostre infondate ambizioni.

Torna all'inizio pagina

<< Indietro

Torna alla pagina d'apertura

Copyright @ Norberto. Sito creato da:
Senz@luce
Ultima modifica: domenica 14 ottobre 2007 01.26
Invia una mail all'autore del sito