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CAPRICORNO

SEGNO ZODIACALE CAPRICORNO
     (21 dicembre - 19 gennaio) SEGNO CARDINALE DI TERRA

 

Quando il Sole entra nella costellazione del Capricorno la natura completamente spoglia sembra immersa in un sonno eterno, dorme, spogliata di tutti i suoi colori e profumi, nulla in apparenza si muove, ma la speranza e il desiderio di vita, celati nell'oscurità del grembo della terra, ricominciano a premere: giorno dopo giorno le notti si fanno più brevi e la luce a poco a poco sconfigge le tenebre. Il segno zodiacale del Capricorno che inizia con il solstizio di inverno, rappresenta simbolicamente il nuovo seme nascosto sotto l'arida e gelida terra, come scrive Barbault "esso è il simbolo della mezzanotte celeste. stadio di concepimento, di radice, di matrice e al tempo stesso di un mezzogiorno terreste" quando il Sole raggiunge il punto più in alto nel cielo, lo Zenith, che in astrologia viene chiamato Mediocielo e che, nel tema natale, indica le ambizioni, le aspirazioni e la realizzazione che l'individuo vuole raggiungere. E' la vetta della montagna che l'infaticabile, solitaria e testarda capra scala, saltando fra dirupi e burroni, per ottenere una visione completa dell'orizzonte ed il dominio di ciò che sta sotto, privilegi che paga con la solitudine più immensa. Quella stessa solitudine che ci sommerge quando i sogni che avevamo coltivato nella fanciullezza si scontrano con i fallimenti della vita reale, quando scopriamo che dentro il caldo abbraccio della sicurezza si nasconde il tradimento, ed allora la disillusione e il cinismo tolgono forza e potere ai nostri ideali, poiché, come scrive Liz Greene "il destino del Capricorno non è quello del Sagittario: le braccia del Padre non sono così accoglienti da ricevere il proprio figliuol prodigo a meno che egli non abbia pagato in moneta sonante, poiché questo Padre non vive in cielo bensì sulla terra". Spogliati quindi delle nostre illusioni, dei nostri sogni e del nostro velleitario bisogno di unicità, siamo ora pronti ad affrontare il mondo, e con esso le sfide, i conflitti ed i fallimenti che ci attendono, pronti a lottare per occupare nel mondo il posto che ci spetta e offrire il nostro contributo.

La freccia scoccata dall'arco del Sagittario ha raggiunto le più alte vette del cielo e preparato la via al Capricorno: infatti, sulle acquisizioni filosofiche, scientifiche, religiose ed etiche, create dalla mente sagittariana, si ergono, imponenti, i concetti e le strutture dello " Stato" e del "Potere" del Capricorno che, dall'alto, dominano sopra ogni individuo. Scrive Rudhyar: "Centrato nel proprio Io, l'essere umano non è che un organismo stretto e limitato di vita e di consapevolezza. A livello simbolico è una piccola tribù. il suo orgoglio leonino è un limite perpetuo. I suoi gesti creativi sono radicati soltanto nel piccolo regno della sua esperienza personale e nei suoi dintorni geografici. Ma quando l'uomo cessa di riferire ogni sensazione, ogni valutazione, ogni pensiero al centro del suo stretto essere; quando l'uomo, attraverso una rete di scambi sociali e attraverso l'amore, attraverso l'educazione e la comprensione del mondo, attraverso il commercio, i viaggi e i contatti con l'estero. allora il castello fortificato del suo Io viene abbandonato ed egli sposta la sua residenza nella "metropoli" del suo più grande Sé. In ogni caso può anche accadere che, in questo spostamento dal suo piccolo centro di potere, egli divenga un semplice attendente alla corte di qualche potente Imperatore, partecipante passivo della grandezza e della gloria dell'Impero".

La sfida a cui il Capricorno ci invita sta nella ricerca della propria strada e nella lotta per non essere costretti nei confini e nei limiti imposti da una società che prescrive la stessa ricetta di felicità per tutti, senza fare alcuna distinzione tra le mete e gli obiettivi che ognuno di noi desidera raggiungere per sentirsi compiuto. Se "il bambino" che è in noi verrà sacrificato sull'altare di un "Potere" e di un'"Autorità" il cui unico fine è quello di perpetuarsi, se perderemo l'entusiasmo, il fervore e la nostra spinta idealistica, diventeremo "sepolcri imbiancati" incapaci di accogliere il divenire, incapaci di trasformazione e rivoluzione, perché, come scrive Rudhyar: " La civiltà, il dio del Capricorno, deve sempre distruggere se stessa per aumentare il suo campo e i suoi poteri".

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Ultima modifica: domenica 14 ottobre 2007 01.13
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