Parrocchia"DIVINO CUORE DI GESU'"
Mirto-Crosia (CS)
Archidiocesi Rossano-Cariati
San Francesco di Paola e il suo messaggio di umiltà e carità San Francesco di Paola un uomo “grande” perché umile… S. Francesco, nato a Paola in Calabria il 1416, visse in umiltà, penitenza e carità. Fondò l’Ordìne dei Minimi. Eccelse nel dono dei miracoli. Morì a Tours in Francia il 1507. Dodici anni dopo fu canonizzato da Leone X. Nel 1943 Pio XII lo proclamò celeste Patrono della gente di mare. Giovanni XXIII, nel 1962, lo dichiarò Patrono principale della Calabria. Nella Bolla di
canonizzazione (1-05-1519) il papa Leone X indica San Francesco di Paola come
l’uomo inviato dalla Provvidenza per far luce fra le tenebre che avvolgevano il
suo tempo. Espressione tipica della curia romana dell’epoca per dire quanto
fosse ritenuta importante l’azione svolta da S. Francesco di Paola nel suo
tempo.
Si narra che quando nacque, le fiamme avvolgevano la casa dei suoi genitori, ma senza che nulla andasse bruciato. Si dice che sollevava, come fuscelli, le grosse pietre che servivano per l’erezione dei santuari. Si racconta Che raccomandava sempre di osservare i comandamenti e di avere timore di Dio. Per dimostrare a tutti la presenza viva di Dio, cominciò ad operare molti miracoli. Si ricorda che, quando i messi del Papa andarono a cercarlo per giudicarne la vita e chiedergli come compisse i suoi prodigi, avesse preso una fiamma fra le mani esclamando: «A chi crede in Dio nulla è impossibile». La roccia, l’acqua, il fuoco, il Vangelo. Le forze della natura, la fede dell’animo umano. La vita di Francesco di Paola è tutta qui: segnata da miracoli eclatanti, lunghi silenzi e costante confronto con la Parola di Dio. Quest’anno, in cui ricorrono i cinquecento anni della sua morte, avvenuta a Tours, in Francia, il 2 aprile 1507, la Calabria e i calabresi si trovano a fare i conti con questa figura aspra che ha costantemente richiamato umili e potenti alla conversione. E che, ancora oggi, torna a dire alla sua terra – ma non solo – che l’unica cosa che conta è credere al Vangelo. "Il nostro Signore Gesù Cristo, che dà a tutti la giusta ricompensa, vi renda merito delle vostre fatiche. Guardatevi da ogni male, fuggite i pericoli, in qualunque luogo abbiate a recarvi o a dimorare. Noi, con tutti i nostri fratelli, benché siamo indegni, pregheremo sempre l'eterno Dio Padre e il Figlio suo Gesù Cristo e la gloriosa sua madre, la Vergine Maria, che vi aiutino sempre e vi guidino alla salvezza dell'anima e del corpo, e vi facciano progredire di bene in meglio fino alla fine. D'altra parte, fratelli, vi esorto e vi prego, quanto posso, di esser prudenti e diligenti circa la salvezza dell'anima vostra, pensando che la morte è sicura per tutti, che la vita è breve e altro non è che fumo che presto svanisce. Ricordatevi della passione del nostro Signore e Salvatore e pensate quanto infinito fu quell'ardore che discese dal cielo in terra per salvarci, che per noi soffrì tanti tormenti e subì la fame, il freddo, la sete, il caldo e ogni umana sofferenza, nulla rifiutando per amor nostro e dando esempio di perfetta pazienza e di perfetto amore. Siamo dunque tutti pazienti nelle nostre avversità e sopportiamole con amore, pensando che Gesù Cristo nostro Signore soffrì tanti affanni e tribolazioni per gli altri. Deponete dunque ogni odio e ogni inimicizia, guardatevi diligentemente dalle parole più aspre e, se ne uscissero dalla vostra bocca, non vi rincresca trarne il rimedio dalla stessa bocca da cui vennero inferte quelle ferite. E così perdonatevi a vicenda e poi non pensate più all'ingiuria arrecatavi. Il ricordo della malvagità è infatti ingiuria, colmo di follia, custodia del peccato, odio della giustizia, freccia rugginosa, veleno dell'anima, dispersione della virtù, tarlo della mente, confusione dell'orazione, lacerazione delle preghiere fatte a Dio, abbandono della carità, chiodo infisso nelle nostre anime, peccato che non viene mai meno e morte quotidiana. |
MIRTO: PEREGRINATIO DELLA RELIQUIA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA Preparata e attesa, nei giorni 18 e 19 ottobre si è realizzata la visita alla nostra Comunità parrocchiale e a tutto il comprensorio della Vicaria di Longobucco della insigne Reliquia della calotta cranica di San Francesco di Paola. L’arrivo in piazza Dante è stato trionfale. Un’immensa folla ha atteso con trepidazione e gioia l’arrivo del furgoncino con la venerata Reliquia. Tra la folla, il parroco Mons. Pietro De Simone ed alcuni parroci della Vicaria, il Correttore dei Parlotti di Corigliano, il Sindaco di Crosia insieme ad altri cinque colleghi di paesi dello stesso distretto diocesano con le insegne, i labari delle Comunità cittadine e rappresentanze dei Vigili Urbani in grande uniforme, il Maggiore dei Carabinieri della Compagnia di Rossano, il Maresciallo della locale Caserma dei Carabinieri, i Dirigenti Scolastici della Direzione Didattica locale, della Scuola Media “Padula” e rappresentanza dell’Istituto di Istruzione Superiore locale. Un’ovazione prolungata ha salutato, poi, il reliquiario che si è avviato verso la chiesa parrocchiale del “Divino Cuore” scortato da quattro tedofori, da una marea di flambeaux variopinti e da due Carabinieri in grande uniforme, che, poi, hanno prestato servizio lodevole anche durante la Celebrazione Eucaristica. Le campane, suonando a distesa e a festa, hanno salutato l’arrivo della Sacra Reliquia sul sagrato della chiesa parrocchiale e il suo ingresso diretto verso la corsia sinistra della stessa parrocchiale, fino al tronetto preparato davanti alla statua del Santo Paolano. Un giardino di fiori ha circondato il Reliquiario per tutta la sua permanenza in mezzo a noi. Fra il coro festoso della corale parrocchiale, ha avuto inizio una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Padre Correttore Giovanni Cozzolino, il quale nell’omelia ha rievocato, da par suo, l’epoca, la figura e l’azione di San Francesco, che concluse la sua avventura terrena all’età veneranda di 91 anni in terra di Francia a Tours, sempre accompagnato e confortato dalla presenza affettuosa del Suo Confessore Padre Bernardino Otranto da Propalati. La notizia dell’ingiuria inferta alla tomba del Santo di Paola e ai suoi resti mortali, trovati dopo 26 anni incorrotti, da parte degli Ugonotti, ha commosso l’uditorio, il quale ha riconosciuto nella Reliquia bruciacchiata del Santo eremita quasi la presenza fisica del Santo nella nostra chiesa e nel territorio della Vicaria. Dopo la Santa Messa un pellegrinaggio ininterrotto di fedeli si è avvicendato al Reliquiario con devozione e commozione. Alle ore 22,00, poi, i tanti fedeli presenti in chiesa hanno potuto seguire un filmato eccezionale sul nostro Patrono della Regione Calabria, realizzato nell’anno del Giubileo 2000. Come devoto omaggio conclusivo della giornata è seguita una Veglia di Preghiera fino a mezzanotte. Alle ore 7,30 del giorno successivo è ricominciato il pellegrinaggio in chiesa per venerare le Sacre Reliquie e la partecipazione alla Santa Messa parrocchiale. Fino alle ore 16,30 gruppi di pellegrini di alcuni paesi della Vicaria e scolaresche locali si sono avvicendati davanti al reliquiario per implorare dal Santo di Paola, Protettore fra l’altro della Gente di mare, protezione su tutto il territorio calabrese tanto amato dal Santo. Il distacco della Sacra Reliquia, dopo un rito d’addio, è stato commuovente. Hanno accompagnato il furgoncino con la Reliquia diretto a Cariati, il parroco De Simone e il Sindaco Avv. Russo. Mons. Pietro De Simone |
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