Parrocchia"DIVINO CUORE DI GESU'" Mirto-Crosia (CS) Archidiocesi Rossano-Cariati

Festa Patronale Divino Cuore di Gesù

benedizione statue di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II
antistanti l'entrata principale della chiesa,
alla presenza dell'Arcivescovo di Rossano-Cariati S. E. Mons. Santo Marcianò

e

Solenne Processione in onore del Santo protettore di Mirto

Domenica 9 agosto 2009

OMAGGIO AL PAPATO NELLA CHIESA DEL <<DIVINO CUORE DI GESU’>> DI MIRTO

Evento di gioia e di festa nella parrocchia del “Divino Cuore di Gesù” di Mirto, per la benedizione di due sculture: il Beato Papa Giovanni XXIII e il Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II, poste sul sagrato, antistanti la facciata principale della chiesa.
Le effigi, due monumentali busti di pietra leccese, opera dello scultore Vittorio Russo di Lecce, sono state benedette dal Padre Arcivescovo della nostra Diocesi Rossano-Cariati, S.E. Mons. Santo Marcianò e offerte alla venerazione della Comunità parrocchiale dal parroco Mons. Pietro De Simone e dal Comitato Festa patronale domenica 9 agosto 2009, prima della solenne processione del Divino Protettore di Mirto, il Cuore di Gesù.
La scultura di Giovanni XXIII ritrae il Pontefice pensieroso e quella di Giovanni Paolo II, sorridente, guarda al mondo intero con la pellegrina svolazzata dal vento, come spesso avveniva quando scendeva dagli aerei nei vari aeroporti del mondo.
Una circostanza importante per la Parrocchia al fine di ricordare, nel prossimo anno pastorale, il giubileo del Cinquantesimo anniversario della consacrazione della chiesa, benedetta il 10 aprile 1960 mentre sul seggio di Pietro sedeva Giovanni XXIII.
Giovanni XXIII, ricordato da tutti come il “Papa buono”, fu il Papa innovatore che indisse il Concilio Vaticano II, punto di partenza di indiscussi e fondamentali cambiamenti che hanno dato un nuovo tratto distintivo al cattolicesimo moderno con la riforma liturgica, il rinnovato cammino ecumenico e la positiva apertura al mondo e alla modernità.
La possibilità poi di attuare tutto questo l’ha avuta e l’ha messa in pratica l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II di cui abbiamo assaporato a fondo il pontificato, il Papa dei nostri giorni che la Comunità Parrocchiale ricorda con più affetto per la sua fede infiammante e il suo fervente apostolato.
Grazie a questi monumenti dedicati ai Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ed alle altre numerose immagini di Santi, la nostra chiesa è diventata come un tempio in omaggio alla santità presente nella Chiesa di tutti i tempi.
Nel nostro tempo, dominato da numerosi casi di ingiustizia e dalle molte occasioni di distrazione, che rendono difficile il seguire Cristo, ben vengano le immagini di questi testimoni luminosi di fede per indicarci la via del bene.
Era da tempo che il parroco Mons. Pietro De Simone aveva espresso questo desiderio per arricchire la nostra Comunità di queste due immagini dei Papi dei nostri tempi, due figure importantissime per la cristianità.
Nella nostra chiesa, pertanto, onoreremo questi santi di Dio con rispetto, amore, ammirazione e devozione e li guarderemo, attraverso la venerazione delle loro immagini, affinché ci siano d’incitamento e di conforto in questo nostro mondo tanto bisognoso di santità e di testimoni del Vangelo.

Angela Teresa Marino

Papa Giovanni XXIII

Papa Giovanni XXIII, nato Angelo Giuseppe Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963), è stato il 261º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 260º successore di Pietro), Primate d'Italia e sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). Fu eletto papa il 28 ottobre 1958, e lo fu fino alla sua morte. È ricordato con l'appellativo di «Papa buono». Fu terziario francescano ed è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.

Il pontificato

Il suo pontificato fu segnato da episodi indelebilmente registrati dalla memoria popolare, oltre che da un'aneddotica celeberrima e vastissima. I suoi «fuori programma», talvolta strepitosamente coinvolgenti, riempirono quel vuoto di contatto col popolo che le precedenti figure pontificie avevano accuratamente preservato come modo di comunicazione distante e immanentista del «Vicario di Cristo in Terra», quale è il ruolo dogmatico del pontefice.

Per il primo Natale da Papa visitò i bambini malati dell'ospedale romano Bambin Gesù, ove benedisse i piccoli, alcuni dei quali lo avevano scambiato per Babbo Natale.

Il giorno di santo Stefano sempre del suo primo anno di pontificato, il 26 dicembre 1958, visitò i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli, dicendo loro: «Non potete venire da me, così io vengo da voi...Dunque eccomi qua, sono venuto, m'avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore..la prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari». Memorabilmente, accarezzò il capo del recluso che, disperato, inaspettatamente gli si buttò ai piedi domandandogli se "le parole di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me".

Il Concilio Vaticano II e l'ecumenismo

Il radicalismo di papa Giovanni XXIII non si fermò all'informalità. Fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo le remore e le resistenze della parte conservatrice della Curia, indisse un concilio ecumenico, meno di novant'anni dopo il controverso Concilio Vaticano I, Giovanni XXIII ebbe rapporti fraterni con i rappresentanti di diverse confessioni Cristiane ed in particolar modo con il Pastore David J. Du Plessis, ministro Pentecostale della Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio.

Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall'inizio del concilio, Giovanni XXIII si recò in pellegrinaggio a Loreto e Assisi (Roncalli era dall'età di 14 anni terziario francescano) per affidare le sorti dell'imminente Concilio alla Madonna e a san Francesco.

Per la prima volta, dall'unità d'Italia un papa varcava i confini del Lazio ripercorrendo quei territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio, il breve tragitto chilometrico ripristinò l'antica figura del papa pellegrino che i suoi successori sapranno portare a pieno compimento.

La gente accolse favorevolmente questa iniziativa affollando non solo i due santuari meta del tragitto (ad Assisi persino i frati salirono sui tetti antistanti la basilica), ma anche le varie stazioni dove sostò il treno papale.

Nello stesso anno (1962) approvò il Crimen sollicitationis, un documento redatto dal Sant'Uffizio e diretto a tutti i vescovi del globo, riguardante la procedura da seguire secondo il diritto canonico nelle cause di sollicitatio ad turpia (latino, «provocazione a cose turpi»), cioè quando un chierico (presbitero o vescovo) veniva accusato di usare il sacramento della confessione per fare avances sessuali ai penitenti.

Giovanni XXIII incontrò al Vaticano Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury, per circa un'ora il 2 dicembre 1960. Fu la prima volta in oltre 400 anni che un capo della Chiesa Anglicana visitava il Papa.

Papa Giovanni XXIII scomunicò Fidel Castro il 3 gennaio 1962, in linea con un decreto del 1949 di Pio XII, che vietava ai cattolici di appoggiare governi comunisti.

Il discorso della luna, date una carezza...

Uno dei più celebri discorsi di papa Giovanni, forse una delle allocuzioni in assoluto più celebri della storia della Chiesa, è quello che ormai si conosce come «il discorso della luna».

L'11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, piazza San Pietro era gremita di fedeli che, se pur non comprendendo a fondo il valore teologico dell'avvenimento, ne percepivano la storicità, la fondamentalità, la difficoltà, ed erano nel luogo che simboleggia il cattolicesimo, la piazza appunto. A gran voce chiamato ad affacciarsi, cosa che non si sarebbe mai immaginata possibile richiedere al papa precedente, Roncalli davvero si sporse, a condividere con la piazza la soddisfazione per il raggiungimento del primo traguardo: si era arrivati ad aprirlo, il Concilio.

Il discorso a braccio fu poetico, dolce, semplice, e pur tuttavia conteneva elementi del tutto innovativi.

Nel momento che avrebbe dato un nuovo corso alla religione cattolica, con un richiamo straordinario salutò la luna:

« Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, osservatela in alto, a guardare a questo spettacolo. »

salutò i fedeli della sua diocesi (il papa è anche il vescovo di Roma), e si produsse in un atto di umiltà forse senza precedenti, asserendo tra le altre cose:

« La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità e grazia di Dio (..) (...) Facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al Cielo, e davanti alla Terra: Fede, Speranza, Carità, Amore di Dio, Amore dei Fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del Bene. »

E, sulla linea dell'umiltà, impartì un ordine da pontefice con il parlare di un curato:

« Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza. »

Il Papa ora viveva con la piazza dei fedeli, ne condivideva la serata di fine estate, ne partecipava la sofferenza e la «maraviglia» per quella luna inattesa; la Chiesa era davvero molto più comunitaria di quanto non fosse mai stata in passato. I fedeli avevano il Papa fra loro, con loro. Proprio ciò per cui il Concilio era stato voluto.

La morte

Sin dal settembre 1962, prima ancora dunque dell'apertura del Concilio, si erano manifestate le avvisaglie della malattia fatale: un tumore dello stomaco, patologia che aveva già colpito altri fratelli Roncalli.

Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, papa Giovanni firmò l'11 aprile 1963 l'enciclica Pacem in Terris e, un mese più tardi, l'11 maggio 1963 ricevette dal Presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico. Il 23 maggio 1963, solennità dell'Ascensione, si affacciò per l'ultima volta dalla finestra per recitare il Regina Coeli.

Il Papa morì infatti dopo un'agonia di tre giorni la sera del 3 giugno 1963, alle 19,40. «Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.» furono le sue ultime parole rivolte al suo segretario.

Dal Concilio Vaticano II, che Giovanni XXIII non vide dunque terminare, si sarebbero prodotti negli anni successivi fondamentali cambiamenti che avrebbero dato una nuova connotazione al cattolicesimo moderno; gli effetti più immediatamente visibili consistettero nella riforma liturgica, in un nuovo ecumenismo e infine in un nuovo approccio al mondo e alla modernità.

Chiamato affettuosamente da molti il «Papa buono», Giovanni XXIII venne dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. Viene ricordato il 3 giugno dalla Chiesa cattolica, mentre le diocesi di Bergamo e Milano celebrano la sua memoria per la Chiesa locale l'11 ottobre, giorno di apertura del Concilio.

Giovanni XXIII venne inizialmente sepolto nelle Grotte Vaticane, nel punto in cui ora riposa Giovanni Paolo II, e all'atto della beatificazione, traslato nella navata destra della Basilica di S.Pietro, dove la sua salma è esposta in una teca di vetro. Il perfetto stato di conservazione della salma si deve ad un particolare processo di sostituzione del sangue con un liquido speciale eseguita dal professor Gennaro Goglia subito dopo il decesso, anche se per il processo di imbalsamazione ci si servì anche di una colata di cera per coprire le parti visibili come il volto e le mani.

(Dal sito Wikipedia)

Papa Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Józef Wojtyła (in latino: Ioannes Paulus II; Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 263° successore di Pietro) e sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). Eletto papa il 16 ottobre 1978, all'età di cinquantotto anni, Wojtyła succedette a papa Giovanni Paolo I. Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 - 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia.

Il 2 aprile 2007, a conclusione della prima fase del suo processo di canonizzazione, gli è stato conferito il titolo di servo di Dio.

Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell'area marxista. Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa di ingiustificata sperequazione fra i popoli e, per taluni effetti, lesivi della dignità dell'uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all'aborto e confermò l'approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.

I suoi più di 100 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.

Sul piano dei rapporti con l'Italia, i viaggi sottolinearono l'intenzione di separare l'aspetto politico da quello religioso, come il Pontefice stesso tenne a sottolineare, due anni dopo la revisione del Concordato, nel 1986, a Forlì, ricordando che il precedente papa a visitare quella città era stato Pio IX, in veste anche di capo di Stato: "Da allora, la situazione politica è profondamente mutata, ed è stata come tale ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa".

Papa Wojtyła beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: si calcola che le persone da lui beatificate (all'11 ottobre 2003) siano state 1338 e canonizzate (sempre ad ottobre 2003) circa 482, mentre i predecessori nell'arco dei quattro secoli precedenti hanno proclamato soltanto 300 santi.

Il 14 marzo 2004 il suo pontificato superò quello di Leone XIII come terzo pontificato più lungo della storia (dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo).

Il secondo Conclave del 1978

All'annuncio della sua elezione (l'Habemus papam) il nuovo papa si presentò alla folla riunita in piazza San Pietro, e nel suo breve discorso egli si definì come «il nuovo Papa chiamato da un paese lontano» e superò subito le diffidenze degli italiani, che vedevano per la prima volta da lungo tempo un pontefice straniero, dicendo «se mi sbaglio mi corrigerete!», frase rimasta famosa e che suscitò l'applauso dei presenti. Al termine egli impartì la prima benedizione Urbi et Orbi che fu trasmessa in mondovisione.

Papa Giovanni Paolo II volle iniziare il suo pontificato rendendo omaggio ai due patroni d'Italia e così il 5 novembre 1978 visitò Assisi, per venerare san Francesco, e successivamente si recò anche alla basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma, per venerare la tomba di Caterina da Siena.

L'attentato subìto

Il 13 maggio 1981 subì un attentato quasi mortale da parte di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola in piazza San Pietro, pochi minuti dopo che egli era entrato nella piazza per un'udienza generale, colpendolo all'addome. Wojtyła fu presto soccorso e sopravvisse. Dopo l'attentato fu sottoposto ad un intervento di 5 ore e 30 minuti.

Due giorni dopo il Natale del 1983, volle andare in prigione per incontrare il suo attentatore e dargli il suo perdono. I due parlarono da soli per lungo tempo e la loro conversazione è rimasta ancora oggi privata. Il Papa disse poi dell'incontro: «Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fiducia. Quello che ci siamo detti è un segreto tra me e lui». L'attentatore venne in seguito condannato all'ergastolo dalla giustizia italiana per attentato a Capo di Stato estero. Nel 2000 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia: Ali Ağca, estradato dall'Italia, fu condotto nel carcere di massima sicurezza di Kartal (Turchia), nel quale stava scontando la pena di dieci anni di reclusione per l'assassinio del giornalista Abdu Ipekci, avvenuto nel 1979.

Ali Ağca non ha mai voluto rivelare in modo chiaro la verità e ha ripetutamente cambiato versione sulla dinamica della preparazione dell'attentato, a volte suggerendo di aver avuto aiuti dall'interno del Vaticano. I documenti analizzati dalla commissione Mitrokhin dimostrerebbero che l'attentato fu progettato dal KGB in collaborazione con la polizia della Germania Orientale (Stasi) e con l'appoggio di un gruppo terroristico bulgaro a Roma, che a sua volta si sarebbe rivolto ad un gruppo turco di estrema destra, i lupi grigi. Una relazione di minoranza della stessa commissione negò questa tesi; tuttavia, altri documenti scoperti negli archivi sovietici e resi pubblici nel marzo 2005 supportano la tesi che l'attentato sia stato commissionato dall'Unione Sovietica.

Le motivazioni che avrebbero portato l'URSS a preparare l'attentato non sono state chiarite; probabilmente, l'Unione Sovietica temeva l'influenza che un Papa polacco poteva avere sulla stabilità dei loro Paesi satelliti dell'Europa Orientale, in special modo la Polonia.

Un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede analizza l'attentato, mettendolo in relazione con l'ultimo dei Segreti di Fatima. L'attentato è avvenuto nel giorno della ricorrenza della prima apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima e Giovanni Paolo II, convinto che fu la mano della Madonna a deviare quel colpo e a salvargli la vita, volle che il bossolo del proiettile fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima.

Un altro tentativo di assassinio di Giovanni Paolo II avvenne il 12 maggio 1982 a Fatima: il sacerdote spagnolo Juan María Fernández y Krohn, che si opponeva alle riforme del Concilio Vaticano II e definiva il papa un "agente di Mosca", tentò di colpire il papa con una baionetta, ma fu fermato dalla sicurezza e condannato a sei anni di prigione.

I problemi di salute

Essendo il più giovane papa eletto dai tempi di papa Pio IX nel 1846 (eletto papa a 54 anni), Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato in ottima salute. Era un uomo relativamente giovane che, diversamente dai suoi predecessori, faceva abitualmente escursioni, nuotava e sciava. Tuttavia, dopo oltre venticinque anni sul seggio papale, un attentato ed un gran numero di traumi fisici, la sua salute cominciò a declinare (tumore al colon,  si slogò una spalla, si ruppe il femore, subì l'appendicectomia, soffrì di un'artrosi acuta al ginocchio destro, che aveva sviluppato in seguito all'applicazione di una protesi all'anca, ebbe il morbo di Parkinson). Oltre all'evidente tremore alla mano, cominciò a pronunciare con difficoltà più frasi di seguito, e vennero notati anche alcuni problemi uditivi. Nonostante questi disagi, continuò a girare il mondo. Disse di accettare la volontà di Dio che lo faceva Papa, e così rimase determinato a mantenere la carica fino alla morte, o finché non sarebbe diventato mentalmente inabile in maniera irreversibile. Coloro che lo hanno incontrato dicono che, sebbene provato fisicamente, sia sempre stato perfettamente lucido.

La morte

Fu ricoverato all'Ospedale Gemelli di Roma e fu costretto a saltare gran parte degli impegni previsti per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il 27 marzo, giorno di Pasqua, apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Il cardinale Angelo Sodano lesse il messaggio Urbi et Orbi quando il Papa benedisse la folla di mano sua. Tentò di parlare, ma non vi riuscì. Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Tentò inutilmente di parlare. Fu l'ultima volta che si mostrò in pubblico prima di morire. Morì il 2 aprile 2005 alle ore 21:37 dopo due giorni dal peggioramento del suo stato di salute a causa di un'infezione dell'apparato urinario.

I funerali ebbero luogo sei giorni dopo, venerdì 8 aprile 2005, celebrati dal cardinale Joseph Ratzinger in piazza San Pietro, con la partecipazione di: -  un altissimo numero di capi di stato e di governo (più di 200 delegazioni ufficiali), - rappresentanti di tutte le religioni, - circa 300.000 persone che affollavano la piazza e l'antistante via della Conciliazione, - circa 2 milioni di persone riunite a Tor Vergata e nelle piazze di Roma, tramite maxischermi, - quasi 15 milioni di spettatori collegati in diretta in mondovisione .

L'afflusso di pellegrini a Roma nei giorni precedenti al funerale fu particolarmente intenso e sono state stimate tra i 2 e i 5 milioni di presenze totali. Furono allestite velocemente dalla Protezione Civile, tendopoli e ospedali da campo e furono posizionati nelle piazze cittadine, dal comune di Roma, ventisette maxischermi. La Protezione Civile prevedendo un afflusso straordinario a Roma, inviò, nei giorni precedenti, su scala nazionale a tutti i telefoni cellulari, alcuni SMS che fornivano informazioni sulle condizioni climatiche, i dati d'afflusso, e invitavano i "partecipanti" a seguire l'evento tramite maxischermo poiché piazza San Pietro era divenuta inaccessibile già dal 6 aprile.

(Dal sito Wikipedia)

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