Parrocchia"DIVINO CUORE DI GESU'"
Mirto-Crosia (CS)
Archidiocesi Rossano-Cariati
2009/10 ANNO SACERDOTALE - «Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote» «Il sacerdozio è l’amore del Cuore di Gesù» (San Giovanni Maria Vianney) Nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, 19 giugno, che è dedicata alla preghiera per la santificazione del clero, il Papa Benedetto XVI ha indetto l' “Anno Sacerdotale” in occasione del 150° anniversario del “dies natalis” di Giovanni Maria Vianney, il Santo Patrono di tutti i parroci del mondo. Tale anno, vuole contribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi. (Dalla lettera di indizione dell'Anno sacerdotale del Santo Padre ) |
San Giovanni Maria Vianney Sacerdote
IL CURATO D'ARS
Contro
la sua volontà di farsi prete sembra congiurare
l’universo intero: la famiglia povera, il padre
ostile, la Rivoluzione che scristianizza la Francia;
poi Napoleone lo chiama soldato e lui diserta per
non dover servire l’uomo che ha imprigionato papa
Pio VII (lo salva il fratello François, arruolandosi
al posto suo). Diventa infine prete a 29 anni
nell’agosto 1815, mentre gli inglesi portano
Napoleone prigioniero a Sant’Elena. Ma i suoi studi sono stati un disastro, e non solo per la Rivoluzione: è lui che non ce la fa col latino, non sa argomentare né predicare... Per farlo sacerdote c’è voluta la tenacia dell’abbé Charles Balley, parroco di Ecully, presso Lione: gli ha fatto scuola in canonica, l’ha avviato al seminario, lo ha riaccolto quando è stato sospeso dagli studi. Dopo un altro periodo di preparazione, l’ha poi fatto ordinare sacerdote a Grenoble. E Giovanni Maria Vianney, appena prete, torna a Ecully come vicario dell’abbé Balley, che però muore nel 1817. Allora lo mandano vicino a Bourg-en-Bresse, ad Ars, un borgo con meno di trecento abitanti, che diventerà parrocchia soltanto nel 1821. Poca gente, frastornata da 25 anni di sconquassi. E tra questa gente lui, con un suo rigorismo male accetto, con la sua impreparazione, tormentato dal sentirsi incapace. Aria di fallimento, angoscia, voglia di andarsene... Ma dopo alcuni anni ad Ars viene gente da ogni parte. Quasi dei pellegrinaggi. Vengono per lui, conosciuto in altre parrocchie dove va ad aiutare o a supplire parroci, specie nelle confessioni. Le confessioni: ecco perché vengono. Questo curato deriso da altri preti, e anche denunciato al vescovo per le “stranezze” e i “disordini”, è costretto a stare in confessionale sempre più a lungo. E ormai ascolta anche il professionista di città, il funzionario, la gente autorevole, chiamata ad Ars dai suoi straordinari talenti nell’orientare e confortare, attirata dalle ragioni che sa offrire alla speranza, dai mutamenti che il suo parlare tutto minuscolo sa innescare. E qui potremmo parlare di successo, di rivincita del curato d’Ars, e di una sua trionfale realizzazione. Invece continua a credersi indegno e incapace, tenta due volte la fuga e poi deve tornare ad Ars, perché lo aspettano in chiesa, venuti anche da lontano. Sempre la messa, sempre le confessioni, fino alla caldissima estate 1859, quando non può più andare nella chiesa piena di gente perché sta morendo. Paga il medico dicendogli di non venire più: ormai le cure sono inutili. Annunciata la sua morte, "treni e vetture private non bastano più", scrive un testimone. Dopo le esequie il suo corpo rimane ancora esposto in chiesa per dieci giorni e dieci notti. Papa Pio XI lo proclamerà santo nel 1925. Autore: Domenico Agasso (Dal sito www.santiebeati.it) |
IL
MESSAGGIO DEL SANTO CURATO
Uomo di preghiera
Al centro, l’Eucaristia celebrata ed adorata
Assillo per la salvezza degli uomini
Martire del confessionale
Al cuore della sua parrocchia, un uomo
caritatevole
Patrono di tutti i parroci del mondo Un appello
universale alla santità (Dal sito Sanctuaire d'ARS http://www.arsnet.org/index_it.php ) |