L'équipe del Settore Giovani diocesano di AC.

E’ con grande gioia che le diamo il benvenuto nella nostra comunità che è anche la Sua Casa. Noi tutti conosciamo il suo grande amore per questa porzione di popolo di Dio. Anche Lei, Eccellenza, conosce il nostro grande amore, la stima, il rispetto, la riverenza che nutriamo per la sua persona.

Quest’anno, eccellenza, saranno rinnovate le cariche dei vari settori dell’AC parrocchiale, quindi ringrazio a nome di tutti i soci il nostro presidente Doris per il contributo, sicuramente edificante, che ha dato alla nostra associazione parrocchiale . grazie anche a tutti i vari responsabili di ogni settore , un grazie di cuore anche alle suore per il loro valido contributo quotidiano. Un grazie particolare va al nostro amatissimo parroco che da sempre attento e sensibile all’esperienza dell’AC come valido momento di formazione e di crescita.

La nostra associazione conta in tutto 130 tesserati di cui : 64 adulti, 16 giovani-issimi, 40 ragazzi ACR. Il gruppo degli adulti si riunisce ogni 15 giorni e la formazione la cura il parroco, quest’anno tutta improntata sulla Parola; i giovani e giovanissimi si riuniscono ogni venerdi la formazione la cura una laica , suor Luisa e Don Pino, l’Acr si riunisce ogni sabato con i rispettivi educatori per fasce d’età.

L’esperienza personale, eccellenza, mi suggerisce che il senso di appartenenza all’AC si coltiva e matura nella misura in cui si riconosce nella vita associativa una dimensione rilevante per il proprio cammino di maturazione umana e cristiana; nella misura in cui l’esperienza vissuta all’interno dell’associazione non lascia indifferenti, ma dona pace e dà gusto.

Pace a tutti, perché tutti possano sperimentare la bellezza di vivere in comunione con Dio, con le figure dei santi di AC, con i fratelli, con i compagni di strada piccoli e grandi, nella Chiesa, perché tessendo la trama di relazioni autentiche e significative intravedano le modalità per cui l’aspirazione ai carismi più alti diventi esperienza di vita.

Ecco dunque perché l’adesione è una opportunità: come si potrebbe fare a meno di aderire a un’esperienza come quella dell’AC? Come si potrebbe rinunciare a una bella occasione che fa sentire più persona, più vivi, più cristiani, più a immagine del Signore Gesù?

L’AC deve diventare il luogo in cui si verifica in maniera ricorrente l’incontro di ciascuno con il Risorto, incontro che, condiviso in una esperienza comunitaria, provoca giorno dopo giorno passi in avanti sul cammino della santità, da laici.

Dentro questa dinamica positiva, l’aderente scopre di appartenere a una storia , storia dei primi 140 anni, caratterizzati dalla scelta religiosa compiuta con il Concilio Vaticano II, cioè la riscoperta della formazione come elemento centrale della missione dell’associazione, chiamata ad educare alla fede attraverso la testimonianza e la relazione. Scopre di far parte di una grandissima famiglia e che contribuisce alla edificazione della Chiesa universale.

E così il proprio “ ci sto “ diventa un forte impegno personale.

Dopo aver aperto gli occhi, dopo averla riconosciuta, dopo aver sentito il nostro cuore ardere in petto, non ci resta che partire senza indugio, far ritorno nei nostri ambienti

di vita e riferire a tutti cosa ci è accaduto e come l’incontro con il Signore ci ha sconvolto la vita.

Ecco allora l’impegno missionario, e un impegno di annuncio nuovo del Vangelo.

La Chiesa italiana ha bisogno dell’AC, una forza viva che, mentre accompagna il cammino quotidiano della comunità, sperimenta vie nuove e non cessa di unire il pensiero all’azione ( Mons. Bagnasco presidente CEI in occasione dell’incontro per i 140 anni a Castel San Pietro Terme ).

La Chiesa non può fare a meno di un gruppo di laici, che fedeli alla loro vocazione e stretti attorno ai legittimi Pastori, siano disposti a condividere, insieme con loro, la quotidiana fatica dell’evangelizzazione in ogni ambiente ( Giovanni Paolo II, discorso all’XI assemblea nazionale dell’AC, 26 aprile 2002).

Concludendo siamo pronti, Eccellenza, a riprendere il cammino associativo, nella nostra comunità parrocchiale, e oggi vogliamo rinnovare i propositi, rilanciare i progetti. Cristo ci invita a liberare il nostro cuore dalle paure e dall’ombra dell’incertezza, per essere segni di speranza nell’Azione Cattolica e nel mondo.

“ Spe Salvi facti sumus “ – nella Speranza siamo stati salvati, dice San Paolo ai Romani e anche noi ( Rm 8,24). La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi posiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso…( Spe Salvi, enciclica di Benedetto XVI, 30 novembre 2007).

Il mondo contemporaneo ha bisogno di fiori che abbiano la forza e il coraggio di nascere nel deserto, nel cemento, tra i sassi. Ai piedi del Risorto prendiamo la forza di farci strada lì dove sembra sia impossibile.

E allora buona strada. Insieme però!

Mirto,li 19/12/2007                                                            Ins. Romano Antonio