Il Rifugio Dordona, di recente costruzione, è situato in alta Val Madre, a circa un chilometro e mezzo dall'omonimo passo (sul versante valtellinese).
Lacalità di partenza della nostra escursione è Foppolo, raggiungibile con la statale 470 della Val Brembana.
Percorrendo la via principale del paese, non abbiamo trovato alcun segnavia indicante il rifugio.
Bisogna pertanto fare attenzione e cercare sulla sinistra via Cortivo all'inizio della quale alcuni segnavia indicano solo il Passo
Porcile (ore 2.15), il Passo Tartano (ore 3.15) e San Simone (ore 4.15).
Prendiamo questa strada e la seguiamo fin dove l'asfalto termina.
Qui troviamo finalmente un cartello di legno indicante il Passo Dordona e parcheggiamo la macchina (m. 1650).
Una palina con altri segnavia indica: incrocio per Montebello a ore 0.30, incrocio per il lago delle Trote a ore 1, il Passo Dordona a ore 1.15.
La strada prosegue su fondo sterrato, adatta ad un fuoristrada o a una mountain bike, ma poco interessante per chi procede a piedi.
Meglio prendere un sentiero segnalato con delle bandierine di colore rosso-bianco-rosso, che parte tra il
torrente e la sterrata. Quest'ultima la ritroveremo al passo.
Ci incamminiamo dunque avendo di fronte il Monte Toro (m. 2524). Poco dopo, una scritta su un muro ci conferma che stiamo percorrendo
il sentiero 202 per il Passo Dardano.
Procediamo il leggera salita, con un ponticello attraversiamo il torrente voltando a sinistra, poi, dopo aver superato un rivolo d'acqua,
passiamo tra alcuni muraglioni para slavine.
Una freccia ci indica di girare a destra e successivamente troviamo altri due cartelli posti su dei larici che indicano il Passo Dordona.
Procediamo per prati e radi larici avendo il torrente alla nostra destra, un poco più in basso.
Superati altri due rivoli d'acqua che attraversano il cammino, troviamo un baitello (m. 1770).
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e arriviamo ad un pianoro dove, in fondo a sinistra, vediamo una baita e altre costruzioni.
Però non dobbiamo raggiungere questa baita ma tenerci sulla destra e dirigerci verso un ponticello con il quale attraversiamo il torrente.
Sull'altra sponda, con una stradina, retrocediamo per un centinaio di metri, poi seguendo i bolli bianco rossi risaliamo il prato alla nostra sinistra.
Quasi in piano oltrepassiamo un boschetto di radi larici che poco oltre lasciano il posto a dei cespugli di rododendro.
Superiamo un rivolo d'acqua che scende da una cascata che possiamo vedere in alto a destra.
Iniziamo a salire abbastanza ripidamente, descrivendo un semicerchio e puntando verso il
ben visibile passo dove volgono anche dei tralicci dell'alta tensione.
Percorriamo un breve tratto in piano costeggiando il burrone che si apre sul
sottostante pianoro poi riprendiamo a salire e raggiungiamo l'ampia insellatura.
Il sentiero si mantiene sulla sinistra.
Superiamo una valletta che percorriamo in piano e poi un piccolo laghetto che in
alcuni periodi dell'anno è possibile trovare in secca.
Poco oltre ci sono i ruderi della chiesetta di San Sisto, completamente crollata.
Siamo arrivati al passo Dordona (m. 2061) il punto più alto della nostra escursione.
Sulla sinistra ci sono le trincee risalenti alla prima guerra mondiale; in centro c'è una madonnina e da destra arriva la sterrata che
avevamo lasciato all'inizio del nostro cammino.
Di fronte a noi la Val Madre in fondo alla quale troneggia il Monte Disgrazia (m. 3678).
Il rifugio è ben visibile sotto di noi. Ci immettiamo sulla sterrata e iniziamo a scendere.
Troviamo sorgenti, cascatelle e vari rivoli d'acqua che scendono dalla montagna
alla nostra sinistra e attraversano la strada, quasi sempre scorrendo tra delle canaline di legno. Infine arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello m. 411 fino al passo e -131 dal passo al rifugio.
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