Il capo è idiota e mobbizza? Un manuale accende la rivolta

 

In migliaia alle prese con superiori incompetenti. Un docente di Stanford: ora basta, reagiamo!

 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BERLINO — Giunto alla vigilia della sua terza stagione, il sequel televisivo Stromberg è ormai un culto. Lui, il protagonista, guida l’ufficio liquidazione sinistri di una grande assicurazione tedesca. È un capo di quelli che si vorrebbe solo prendere a schiaffi: odioso, incompetente, cinico, vendicativo con i sottoposti, volgarissimo con le segretarie, macho, arrogante, meschino, sempre intento a organizzare intrighi che volge regolarmente a proprio vantaggio. Dal prossimo 5 marzo, milioni di tedeschi lo aspettano ogni lunedì per odiarlo di nuovo.

Il successo di Stromberg, impersonato dall’attore Christoph Maria Herbst, segnala un disagio crescente non solo in Germania. Il fenomeno del capo idiota e cattivo angoscia folle di dipendenti ed esce progressivamente dall’aneddotica d’ufficio, per diventare oggetto di interesse sistematico da parte di studiosi, esperti di management, ex vittime di qualche tiranno, che dalla loro esperienza hanno saputo tirar fuori preziose pillole d’insubordinazione. Coraggio, insomma, se il vostro superiore è un imbecille, ora non siete più soli a soffrire, masticando rabbia e studiando tattiche di galleggiamento o di legittima guerriglia aziendale. «Il mio capo è uno stronzo, il vostro anche? », è il titolo del libro che tre anni face la fortuna di Margit Schoenberger, ex responsabile delle relazioni pubbliche per Bertelsmann.

Ricordate, avvertiva l’autrice, «i pessimi capi sono in genere persone che hanno paura, mancando loro la sovranità con se stessi». La scorsa estate, la Schoenberger è uscita con un nuovo lavoro, un vero a proprio «training di sopravvivenza in ufficio »: pubblicato da Goldmann, «Chi ha colleghi non ha bisogno più di nemici» prende di mira in realtà non solo i capi, ma anche i rapporti di lavoro tra pari grado, denunciando una mancanza di solidarietà, che spesso fa da fertilizzante all’arroganza dei superiori.

Il manuale della Schoenberger si inserisce in un filone sempre più ricco e articolato. Su come affrontare «il nemico in ufficio» esistono infatti pile di manuali di comportamento, decaloghi, corsi di motivazione psicologica. Ma l’esempio più celebre, diventato testo di riferimento ancor prima di essere pubblicato, è lo studio di un professore di Stanford, Robert I. Sutton, uscito all’inizio del mese negli Usa e contemporaneamente in diversi Paesi europei, fra quali la Germania: a furor di popolo, «Il fattore stronzo» è già stato eletto aBibbia della rivolta contro i capi ufficio idioti. A distinguerlo dal resto è il drastico vocabolario. Già il titolo suona come un grido liberatorio, che dà voce alla disperazione di migliaia e migliaia di persone.

Sutton ha creato anche un sito Internet, dove le vittime dei capi imbecilli raccontano le loro esperienze, in un’incredibile Spoon River vivente di offese personali, battute sarcastiche, invasione della sfera intima, ricatti morali, sessismo. Una conferma della tesi di Sutton, secondo il quale l’arsenale del capo stronzo è inesauribile, non mancando neppure di forme più sottili e raffinate di mobbing. Certo, ogni capo può avere una cattiva giornata, cedere allo stress. Per questo l’autore distingue tra stronzi saltuari e «stronzi ufficiali», quelli veri alla Stromberg o alla Meryl Streep del film «Il diavolo veste Prada».

«Che fare?», si sarebbe chiesto Lenin. Esiste una possibilità di opporsi con successo ai superiori idioti? Sutton ne è assolutamente convinto. Anzi, solo una tolleranza zero nei loro confronti, può impedirne il proliferare, che poi è un danno incalcolabile per l’azienda. Almeno a parole le ricette sono semplici: solidarietà e cooperazione con i colleghi che la pensano allo stesso modo e non sopportano i soprusi; lavoro sulla personale capacità di sviluppare distacco emotivo nelle situazioni di conflitto, in casi estremi frequentazione di un corso psicologico, per evitare di farsi trascinare nel ruolo di vittima. Sutton definisce «gestione efficace della stronzaggine» la buona cultura d’impresa, quella che non tollera da parte dei dirigenti comportamenti privi di rispetto e umilianti verso i sottoposti.

Paolo Valentino

(fonte www.corriere.it, 6 febbraio 2007)

(Torna alla Sezione Mobbing)