Meteorologia elementare
(Parte seconda)



I fattori meteorologici




LA PRESSIONE ATMOSFERICA
Lo strumento di gran lunga più diffuso per la misurazione della pressione atmosferica è il barometro aneroide. Per l’osservazione meteo i seguenti fattori sono determinanti:
  • L’aumento o la diminuzione della pressione
  • La rapidità dell’aumento o della diminuzione
  • La scala barometrica è tarata in millimetri di mercurio (mm Hg) oppure in millibar (mb), oppure in ettopascal (HP). (Nei paesi anglosassoni si usa misurare la pressione in pollici di mercurio oppure in millibar).

Il Pascal è la nuova unità di misura per la pressione, adottata in Europa (negli U.S.A. continuano ad essere usati i pollici di mercurio). Il pascal (pa) è la pressione risultante dalla forza di un newton sulla superficie di un metro quadrato. La tabella accanto è stata costruita partendo dalla relazione:
1 Atm = 760 mm Hg = 1013 mb = 101,325 Kilopascal

Livello barometrico assoluto, LBA - E’ il valore della pressione atmosferica reale del luogo di os­servazione.
Livello barometrico medio, LBM, (relativo) - La diminuzione media della pressione atmosferica, con il crescere della quota nell ‘ atmosfera normale. A 0 metri di quota si assume LBM 760 mm Hg, 1013 mb. A 500 metri di quota si assume LBM 716 mm Hg, 954,5 mb. A 1000 metri si assume LBM 674 mm Hg, 899 mb. Negli strati inferiori si assume una diminuzione di pressione di 1 mb ogni 8 metri circa.
Livello barometrico ridotto, LBR - Il livello barometrico assoluto, tramite apposite comparazioni, viene ridotto a quello medio del mare, per ottenere la comparazione tra le singole località.

La cosa migliore da fare è di tarare il proprio barometro secondo i valori indicati dal più vicino ufficio meteorologico. L’andamento della pressione atmosferica presenta una caratteristica variazione giorna­liera: tendenza all’aumento di mattina e di sera, e diminuzione nel pomeriggio per effetto del riscalda­mento (soprattutto d’estate). Queste oscillazioni sono minime, da 1 a 3 mb. Sono riscontrabili anche variazioni annue: tendenza a pressioni superiori nei mesi estivi e pressioni in­feriori in quelli invernali.

Esistono dei casi che sembrano contraddire le normali regole (pressione in aumento = bel tempo, pressione in diminuzione = peggioramento). Ecco qualche esempio: Siamo in Valpadana, nella stagione invernale. Il barometro indica una tendenza alla diminuzione molto pronunciata, ciononostante il tempo non accenna a peggiorare. Spiegazione: aria tiepida scorre in quota sopra uno strato superficiale di aria fredda con nebbie o foschie. All’improvviso, dalle Alpi ir­rompe aria fredda da nord. La corrente discendente, asciutta, dissolve le nebbie e fa splendere il Sole. E’ una situazione di föhn, annunciata da una sensibile caduta del barometro.
Altro esempio: il barometro indica una tendenza all’aumento, ciònonostante il tempo diventa nuvoloso e può piovere. In questo caso, l’aria fredda a bassa quota proviene da levante e si umidifica attraver­sando l’Adriatico. A mano a mano che la pianura padana si restringe verso occidente, l’aria si solleva per “effetto imbuto”, intensificando il processo di condensazione. Il barometro segnala un aumento di pressione dovuto all’addensamento di aria fredda, più densa. L’aria superiore, meno densa, si solleva e ciò comporta precipitazioni.



LA TEMPERATURA DELL'ARIA
Nella scala Fahrenheit, così detta dal fisico danese Daniel Fahrenheit (1686 - 1736) i gradi sono 180, mentre nella Réamur, da René Réamur (1683 - 1757) sono 80.
Ecco i punti fissi nelle tre scale e alcune temperature corrispondenti.

La temperatura dell’aria ha un andamento giornaliero con oscillazioni più ampie sulla terraferma che sul mare. In entrambi i casi, la minima si ha subito prima della levata del Sole e la massima due o tre ore dopo il mezzodì (parte superiore della figura). La temperatura dell’aria ha anche una variazione annua con sensibili differenze tra località di mare e di terraferma (visibili nella parte inferiore della fi­gura. In essa sono raccolte le osservazioni di quattro località, su un'isola del Mare del Nord, Helgoland, e in tre località sempre più all'interno della Germania).

Stabile si dice di uno stato che si mantiene inalterato (a sinistra, nella figura, le sferette rotolano insieme nella coppa). Instabile si dice di uno stato che tende a cambiare (a destra, sopra la coppa, le sferette ro­tolano separatamente, in direzioni diverse). Le stratificazioni stabili e instabili dell’atmosfera hanno un’importanza notevole nell’evoluzione meteorologica. Una situazione è instabile quando, ad esem­pio, dell’aria fredda (pesante) circola negli strati superiori, mentre al di sotto si hanno masse d’aria surriscaldate. Aria fredda a bassa quota rende invece la situazione stabile. Sotto il profilo della nuvo­losità, le cappe di nuvole stratificate sono indice stabilità, mentre le nuvole a sviluppo verticale (a ca­volfiore) alternate a zone di sereno, sono indice di una situazione meteo instabile.



LE INVERSIONI TERMICHE
Indubbiamente nei processi meteo si ha una continua immissione di aria calda negli strati superiori dell’atmosfera. Ciò non toglie che nella troposfera (cioè fino a circa 15 km di altezza) la temperatura diminuisca di 0º,65 C ogni 100 metri di altezza. Soltanto oltre la troposfera la temperatura rimane dapprima costante e poi aumenta con la quota.
I meteorologi parlano di inversione termica (nella troposfera) se la temperatura anziché diminuire con l'altezza, secondo la regola, aumenta (per un breve tratto, più o meno breve). Nel caso di inversioni al suolo, queste si verificano fino a una certa altezza. Le inversioni al suolo si instaurano dopo il tramonto e presup­pongono cielo sereno e calma di vento.
In meteorologia è della massima importanza il diverso riscaldamento di masse d’aria contigue. Ciò dà luogo a differenze di pressione atmosferiche che sono la causa dei venti. I diversi contenuti di vapore acqueo di masse d’aria contigue influenzano anche lo stabilirsi delle differenze di pressione. Si dicono isoterme le linee, tracciate in genere su carte meteo, che uniscono punti nei quali è stata ri­levata la stessa temperatura.

Alle pendici dei monti, direttamente esposte alle radiazioni solari, si formano strati d’aria surriscaldata che salgono in quota. Proseguendo il movimento verso l’alto, se l’aria è abbastanza umida, si arriva alla sua condensazione sotto forma di cumuli. La corrente ascendente causata dall’aria calda che sale dal basso è molto importante per il volo a motore e a vela, per l’aereomodellismo, gli aquiloni, ecc.



MISURAZIONE DELL'UMIDITA' RELATIVA
Per la misurazione dell’umidità relativa dell’aria i meteorologi utilizzano due strumenti: (1) l ‘ igrome­tro a capelli e (2) lo psicometro.
Il primo è basato sulla proprietà dei capelli umani e di alcune fibre sintetiche di variare di lunghezza con il variare dell’umidità. Le dilatazioni o contrazioni, opportunamente amplificate, vengono tra­smessi a un indice. Prima della sua messa in funzione l’igrometro a capelli va tenuto avvolto in un panno umido per circa mezz’ora, regolandone l’indice su un’umidità relativa del 95%. In presenza di nebbia fitta, se tarato correttamente, esso dovrebbe indicare un’umidità relativa del 100%.

Nello psicometro si utilizza il principio secondo cui l’aria secca favorisce l’evaporazione, mentre quella umida la ostacola. L’apparecchio consiste di due termometri uguali e di identica taratura. Il bulbo di uno dei due è avvolto in una garza di cotone e immerso in acqua distillata, in modo che la garza resti costantemente bagnata. Il bulbo bagnato viene esposto a una piccola corrente d’aria pro­dotta da un piccolo ventilatore. L’evaporazione che ne deriva sottrae calore, per cui il termometro bagnato indicherà una temperatura inferiore a quella indicata dal termometro secco. Evidentemente, lo scarto tra i due è tanto maggiore quanto più è bassa l’umidità relativa (lo scarto è zero con umidità relativa del 100%). Ricordando che la capacità dell’aria di contenere vapore acqueo è direttamente proporzionale alla temperatura, si capisce come il valore di umidità relativa dipende anche dalla tem­peratura. Vediamo un esempio.

Consideriamo aria caldo umida in ascesa. Supponiamo che si trovi alla temperatura di 25º C e che abbia un contenuto di vapore di 15 grammi per metro cubo.. Sappiamo che ciò indica un’umidità re­lativa del 65%. Se l’aria, salendo, si raffredda a 20º, ammettendo che mantenga lo stesso contenuto di vapore acqueo, la sua umidità relativa aumenta a circa l’87%, e sappiamo anche che in quelle condi­zioni non vi può essere condensazione. La formazione di nubi incomincia solo quando l’aria è a una quota per la quale si abbia una temperatura di circa 17º-18º C (livello di condensazione).

Finchè non si condensa vapore acqueo, l’aria in ascesa si raffredda di 1ºC ogni cento metri, per cui, nel nostro esempio, la formazione di nubi avrà inizio a 700-800 metri di quota.Se gli strati d’aria vicini al suolo non si riscaldano a sufficienza , l’aria in ascesa non raggiunge il livello di condensazione (a sinistra della figura). Se invece l’aria caldo-umida giunge alla quota in cui si formano i cumuli, tale quota indica il livello di condensazione (a destra nella figura). Decisive a tale proposito sono la temperatura e l’umidità dell’aria.

Al pari della pressione e della temperatura, anche l’umiDità relativa dell’aria, in assenza di modificazioni delle Masse d’aria che si trovano sul luogo di osservazione, presenta un andamento giornaliero. In una calda giornata estiva l’igrometro registra un’umidità ridotta. A sera e durante la notte essa aumenta però costantemente, giungendo non di rado al 100% e determinando la formazione della rugiada. I banchi di nuvole, limitando sensibilmente la dispersione notturna di calore, possono ostacolare questo processo.
Di notte, il punto di rugiada segna il minimo possibile di temperatura, a condizione che durante la notte la composizione delle masse d’aria non cambi. Se il punto di rugiada cade in prossimità degli 0º C, si avrà la brina. Un’elevata umidità relativa dell’aria all’inizio di una notte stellata (senza vento e nuvole) è spesso indice di nebbie imminenti. Qual’ora invece in una notte serena l’umidità relativa dell’aria sia di scarso valore, la dispersione di calore sarà molto intensa e dovremo attenderci un forte abbassamento di temperatura.

Il contrasto tra aria calda e aria fredda è forte soprattutto d’estate: si formano enormi nubi “a cavolfiore” con venti ascendenti fortissimi al loro interno. L’ascesa dell’aria calda provoca le ben note nubi temporalesche (cumulo-nembi). Le velocità verticali dell'aria raggiungono i 10 m/s. Nella parte inferiore la nube temporalesca si compone di goccioline d’acqua. In quella di mez- zo si trovano gocce sopraffuse (cioè ancora allo stato liquido ma con temperatura giusto al di sotto dello zero), mentre nella parte superiore si hanno solo cristalli di ghiaccio.



LA DENSITA' DELL'ARIA
In base a leggi fisiche, è noto che con il crescere della quota la densità dell’aria diminuisce. Vi sono inoltre differenze nella composizione dell’aria, da luogo a luogo. Le percentuali dei gas leggeri (ad esempio l’elio e l’idrogeno) aumenta con la quota, mentre ossigeno e azoto sono concentrati negli strati inferiori. La densità dell’aria è direttamente proporzionale alla pressione atmosferica, ma inversamente proporzionale alla temperatura.

Oggi sappiamo che fino a una quota di quasi cento km la composizione dell’aria praticamente non varia. Ciò è evidentemente dovuto a processi di mescolanza su vasta scala, che permettono un ricambio continuo dei gas, impedendone allo stesso tempo la stratificazione, secondo i pesi specifici. A livello del mare e a 0º C essa è all’incirca di 1,29 grammi/litro. A 17 km di quota la densità è di circa 1/10 di quella iniziale.
Da notare che la densità dell’aria registra fluttuazioni sistematiche secondo l’ora del giorno e la stagione. Si hanno poi ulteriori valori in presenza dell’attività solare. I corpi estranei presenti in prossimità del suolo (polvere sollevata dal vento, prodotti della combustione industriale e privata, non influenzano la densità dell’aria. Questa particelle (dette pulviscolo atmosferico) svolgono invece un ruolo primario nelle precipitazioni.



IL VENTO
La classificazione del vento secondo i dodici gradi della Scala Beaufort è ampiamente diffusa. Una forza di vento del dodicesimo grado di questa scala corrisponde a una velocità di 120 km orari. Ma in molti tifoni e cicloni tropicali vengono raggiunte velocità del vento di oltre 200 km orari.
La velocità del vento aumenta con la quota perché diminuisce la forza di attrito dovuta alle irregolarità della superficie terrestre. Negli strati superiori della troposfera, tra i 6 e i 15.000 metri si ha anche il fenomeno (già visto) dei jet-streams, fasce tubolari lunghe parecchie centinaia di chilometri caratterizzate da venti fortissimi, anche di oltre 400 km orari.

L’aria tende a muoversi da un’area di alta pressione verso un’area di bassa pressione. Il vento è appunto espressione di questo movimento e la sua velocità è indicazione di questo divario di pressione. Quanto più elevata e la differenza di pressione in rapporto alla distanza, tanto più forte soffia il vento. Il divario di pressione in relazione alla distanza viene denominato gradiente barico.
Le correnti aeree non si dirigono dalla zona di alta pressione a quella di bassa pressione per la via più breve come sembrerebbe logico, ma subiscono deviazioni più o meno ampie. Nell’emisfero nord tutti i venti vengono deviati verso destra (rispetto alla direzione teorica alta pressione - bassa pressione), mentre nell’emisfero sud vengono deviati verso sinistra. La deviazione è massima alle latitudini medie ed è nulla all’equatore e ai poli. Questa deviazione è provocata dalla rotazione terrestre ed è spiegata fisicamente con l’accelerazione di Coriolis.



LE CARTE METEOROLOGICHE
Nell’elaborazione delle carte meteorologiche vengono analizzati gli elementi meteorologici principale di ogni zona. Questi sono: pressione, temperatura, umidità dell’aria, e vento a cui si aggiungono i dati relativi alla nuvolosità e alle precipitazioni. Le stazioni e gli osservatori, nei loro messaggi, indicano i seguenti elementi:
  • Nuvolosità totale espressa in ottavi di cielo coperto, da 0/8 a 8/8
  • Tipo di nubi
  • Quota delle nubi (limite inferiore)
  • Pressione atmosferica
  • Variazione della pressione nelle ultime 3 ore
  • Tendenza della pressione (aumento o diminuzione)
  • Temperatura dell’aria
  • Direzione del vento
  • Forza del vento
  • Visibilità orizzontale
  • Punto di rugiada
  • Quantità di precipitazioni nelle ultime 6 ore
  • Stato del tempo nell’ultima ora e tipo dell’ultima precipitazione
  • Stato del tempo nelle ultime 6 ore

I messaggi che arrivano dalle stazioni vengono riportati sulle carte meteo sotto forma di simboli (in particolare l’intensità del vento è indicata da numero e lunghezza dei trattini di barbette: una barbetta intera = 10 nodi e 2 punti della scala Beaufort, una mezza barbetta la metà). Ogni stazione rileva tutti i dati meteo ogni ora. Quindi i dati di ogni stazione pervengono, ogni tre ore, a centri di raccolta (in Italia esso è gestito dal Ministero Difesa Aeronautica a Roma).

Sulla carta, la zona tratteggiata indica l’area delle precipitazioni (se la carta è colorata, il tratteggio è in verde). Le frecce piene in nero indicano la direzione dell’aria fredda (sulle carte colorate sono in blu). Le frecce bianche indicano aria calda (sulle carte colorate sono in rosso). A destra è visibile il fronte caldo (sulle carte colorate è in rosso) con in semicerchietti pieni. A sinistra del fronte caldo c’è il fronte freddo (sulle carte colorate è in blu) con i triangolini pieni. Nel breve tratto di unione dei due fronti si ha il fronte occluso (sulle carte colorate in violetto) con cerchietti e triangolini alternati.

La codificazione dei dati meteorologici consente di redigere con relativa rapidità le carte del tempo. All’occhio del profano la carta del tempo a scala nazionale o europea appare piuttosto caotica, ma, con l’aiuto dell’apposita legenda dei simboli essa diviene subito comprensibile. Tuttavia si è ancora lontani dalla previsio- ne vera e propria. A questo punto i meteorologi si dedicano ad analizzare i dati raccolti. Al termine dell’analisi fanno un lavoro di sintesi allo scopo di:
  • delimitare, attraverso il tracciamento delle isobare le aree di alta e di bassa pressione
  • individuare le discontinuità (fronti) che separano le masse d’aria a diversa temperatura.
Questa tabella contiene tutti i simboli di cui si fa uso sulle carte meteo.

La carta meteorologica analizzata è una istantanea relativa a un determinato momento.
Ma l’evoluzione meteorologica continua. Con l’aiuto della carta analizzata i meteorologi stabiliscono le variazioni che ci si devono attendere a breve e a medio termine. In base a esse si elabora la carta prevista e un pronostico di massima, cioè quale dovrebbe essere la tendenza nell’evoluzione delle condizioni atmosferiche. In ciò i meteorologi seguono normalmente due vie: (1) previsioni con l’aiuto delle regole sinottiche e (2) previsioni con l’aiuto di equazioni matematiche.

Questa carta è il risultato di osservazioni eseguite nell’ora sinottica indicata. Comprende tutti i messaggi inviati dalle stazioni periferiche al centro di raccolta a mezzo radio o telescrivente. I messaggi sono redatti in cifra secondo un codice internazionale. Tra i tecnici del servizio meteorologico vi sono cartografi che riportano i dati sulle carte. Esistono anche pantografi elettronici che riportano le informazioni sotto forma di nastri perforati e sono guidati da un calcolatore elettronico.
I tratteggi che si osservano talvolta sulle carte indicano le aree con pioggia, gli asterischi le aree con neve, le frecce vuote il movimento dell’aria calda, le frecce piene quello dell’aria fredda. Per quanto riguarda lo stato del tempo e la sua probabile evoluzione sulla nostra penisola, questa carta va interpretata nei seguenti termini: l’Italia è in prevalenza sotto l’influenza della grande zona di alta pressione centrata sull’Europa Nordorientale, che fa affluire dai Balcani, debolmente, aria fredda continentale. Tuttavia sulle regioni tirreniche una estesa nuvolosità alta stratificata è il primo segno dell’influenza di una perturbazione che si estende dal Golfo di Guascogna al Mediterraneo Occidentale ed entroterra algerino.

Detta perturbazione, collegata con la depressione con minimo a sudovest della penisola iberica, si muove lentamente verso levante.. Essa tenderà pertanto a influenzare più direttamente nelle prossime 24 ore la penisola, favorendo una ulteriore intensificazione della nuvolosità sulle regioni e sulla Sardegna, con precipitazioni deboli e intermittenti, che potranno essere a carattetere nevoso anche in pianura. Temperatura in aumento sulle regioni tirreniche.

In aggiunta alla carta “A”, di cui sopra, che è una carta di superficie e che serve di preferenza per la valutazione delle masse d’aria e dei fronti, questa, "C", che dà la situazione in quota, rappresenta un complemento indispensabile relativo alla libera atmosfera, sede effettiva dei principali fenomeni. Nella carta in quota vengono elaborati i dati delle misurazioni eseguite dalle radiosonde inviate oltre la troposfera a mezzo di palloni contenenti idrogeno o elio. Di norma vengono eseguiti due lanci nelle 24 ore. Le curve che compaiono nelle carte in quota non sono isobare ma linee di livello altimetrico (isoipse) di una pressione atmosferica standard. Per esempio, il valore “540” che identifica una di queste curve, indica che a 5400 metri di altezza è situata la superficie isobarica di 500 mb. Le aree A e B che vengono delimitate dalle isoipse sono equiparabili alle aree di alta e bassa pressione. L’andamento delle isoipse è assai più regolare di quello delle isobare, perché non risente delle irregolarità del suolo.

E’ importante tenere presente che la carta in quota non è in alcun modo una continuazione di quella al suolo. Il quadro dell’una può essere molto diverso da quello dell’altra. Lo sviluppo delle aree di bassa pressione in superficie può essere rapido, mentre in quota l’evoluzione avviene più lentamente. Di regola, il centro della depressione o saccatura in quota risulta spostato a sinistra rispetto al centro della depressione al suolo che si muova verso levante. Un esempio di situazione diversa in quota rispetto al suolo è ben rappresentato in questa carta. Della depressione in forma allungata che interessa l’Adriatico non v’è traccia nella carta in superficie. L’individuazione di tali depressioni dette vortici freddi in quota è importante perché a esse sono associate, soprattutto d’estate, situazioni di marcata instabilità.

La figura “B” dà alcune osservazioni meteorologiche che costituiscono la base per la redazione della carta al suolo “A”. Compito fondamentale del meteorologo è quello di formulare, sulla base del materiale così raccolto, rappresentativo di una situazione reale (appunto data dalla carta al suolo “A”), la previsione. Si tratta cioè di prevedere quale potrebbe essere la carta del giorno dopo. All’uopo è importante tenere presente che le aree di bassa pressione, nella fase iniziale di sviluppo, si muovono a velocità relativamente alta da ovest verso est (indicativamente con velocità di circa 800 km nelle 24 ore). La velocità di traslazione della depressione diminuisce a mano a mano che il fronte freddo raggiunge quello caldo, dando luogo alla fase di occlusione.

La carta “D” è quella che si prevede possa dare la situazione per le ore 01.00 del 18 gennaio 1979, ed ovviamente, essa si basa sulla carta “vera”, cioè su una carta di dati effettivamente osservati il giorno prima. Si confronti ora questa carta “D” con la carta ”A”. L’analisi prevista appare abbastanza corretta: la distribuzione delle isobare, i valori della pressione e la localizzazione delle aree di alta e bassa pressione sono abbastanza in accordo con quelli della situazione reale. Il sistema frontale appare un po’ arretrato ma bisogna considerare che la sua posizione prevista è quella delle ore 01.00 e non delle ore 07.00.

Attraverso osservazioni di una lunghissima serie di carte si è giunti a chiarire esattamente i rapporti tra distribuzione della pressione e andamento del tempo. Per esempio, vi sono le cosiddette situazioni meteorologiche tipiche che sono di grande aiuto nella previsione del tempo. Si parla, per esempio, di situazione atmosferica occidentale, di situazione settentrionale, meridionale e orientale, oppure di situazioni di alta e bassa pressione.

Nel prossimo capitolo verranno illustrate le situazioni meteorologiche tipiche sull’Europa. Di esse vengono riportate di volta in volta le carte relative e le carte previste in superficie. Il riquadro piccolo rappresenta la carta in quota per il livello di pressione atmosferica di 500 mb. All’opposto della carta al suolo che indica la pressione atmosferica con linee di egual valore (isobare), nelle carte in quota la distribuzione della pressione è data da linee di un determinato livello barometrico (isoipse). Il livello di 500 mb corrisponde a una quota di 5500 metri. Al di sotto di tale livello si trova circa la metà delle masse d’aria meteorologicamente attive.









Alcune situazioni meteo tipiche in Europa




ANTICICLONE SULL’EUROPA CENTRO-MERIDIONALE - 31 gennaio1968
Situazione - Una vasta area di alte pressioni, con massimi di 1030 mb sulle Alpi e sull’Albania ricopre l’intero Mediterraneo, Spagna, Francia, Germania e Balcani. Sul Nord Atlantico e sull’Europa settentrionale giace invece una estesa area depressionaria, con vari minimi. Un marcato flusso di correnti occidentali, dall’Atlantico alla Russia, convoglia aria marittima tiepida e una serie di veloci onde perturbate (alternanza di fronti caldi e freddi senza che si produca una vera e propria ciclogenesi autonoma). A livello di 500 mb (5500 metri circa) si osserva un ampio promontorio dalla Azzorre all’Europa Centrale e una importante depressione fredda presso l’Islanda, che rappresenta il centro motore della circolazione generale.
Stato del tempo - Condizioni atmosferiche perturbate con piogge intermittenti lungo l’asse Isole Britanniche - Germania settentrionale - Polonia, accompagnate da venti forti e temperatura molto mite. Sull’Europa meridionale e il Mediterraneo tempo buono, venti deboli e aria molto tiepida. In particolare, sull’Italia nebbie estese e persistenti interessano la pianura padana, mentre sulle Alpi il cielo è sereno e estremamente mite. Foschie e nebbie anche lungo i litorali e nelle vallate dell’Italia centrale durante la notte. In giornata bel tempo generalizzato.

Evoluzione probabile - Una situazione meteo di questo tipo presenta di solito elementi di notevole stabilità. In particolare l’area di alta pressione anche alle alte quote significa che siamo di fronte a un anticiclone dinamico, e non semplicemente termico, alimentato dalle correnti calde da sud ovest, evidenziate dalla freccia vuota a sud ovest dell’Inghilterra. Pertanto per l’indomani si possono prevedere condizioni atmosferiche pressochè invariate, con indicazioni analoghe anche per i giorni immediatamente successivi, almeno per quanto riguarda l’Italia. Durante l’estate, una situazione meteo di questo tipo apparta sulla nostra penisola temperature molto elevate e afa opprimente soprattutto in Valpadana. La visibilità in pianura non è buona a causa di dense foschie, specie di primo mattino. Sulla regione alpina sono frequenti rovesci pomeridiani o temporali “di calore”.



ANTICICLONE SUL MEDITERRANEO CENTRO-OCCIDENTALE - 15 gennaio 1968
Situazione -La situazione è abbastanza simile alla precedente però l’anticiclone è a latitudini più basse e più centrato verso occidente. Il dinamismo delle correnti e i contrasti termici sono più accentuati. L’area di alte pressioni presenta i massimi sulla Spagna e sulla Tunisia. Il flusso zonale Ovest-est, dall’Atlantico all’Europa è più marcato. Nella zona di confluenza tra l’aria fredda artica, convogliata dal centro depressionario dell’Islanda, e l’aria calda tropicale che proviene da sud-est delle Azzorre, prendono vita attive perturbazioni. Una di queste è allo stadio di massimo sviluppo sull’Inghilterra e sul Mare del Nord, associata a un centro ciclonico assai profondo a est della Scozia (960 mb). Un’altra è in embrione a nord-est delle Azzorre. In quota, un ampio promontorio “caldo” interessa l’Europa sud-occidentale. Si noti sulla cartina a 500 mb l’elevata differenza di temperatura (gradiente termico) esistente tra il 50º e il 60º parallelo.
Stato del tempo - Piogge estese su Scozia, Mare del Nord e Germania settentrionale. Rovesci dietro il fronte freddo sull’Inghilterra. Ovunque venti fortissimi tra ovest e sud-ovest, con punte di tempesta sulle coste atlantiche dell’Irlanda e Inghilterra. Temperatura mitissima su tutto il settore. Sull’Italia cielo parzialmente coperto da nubi medie e basse stratificate. In Valpadana marcata inversione termica con strati nebbiosi. In montagna tempo bello e relativamente caldo. Ovunque venti deboli oppure calma.

Evoluzione probabile - Tempo assai perturbato in corrispondenza delle singole perturbazioni senza che si intravveda un prossimo miglioramento. Pericolo di tempesta entro poche ore sulla Danimarca e zone circostanti per l’avvicinarsi del “minimo” sulla Scozia. La neve che sta cadendo sulla Polonia sarà tra poco sostituita dalla pioggia e la temperatura aumenterà di parecchi gradi. Sull’Italia non si prevedono importanti mutamenti a breve termine e pertanto le condizioni atmosferiche si manterranno discrete. Invece, a media scadenza, ci si potrà attendere un ulteriore ritiro verso sud dell’anticiclone per l’avanzare dell’aria fredda dal Nordatlantico, e di conseguenza, le successive perturbazioni, in particolare quella nascente al largo della Spagna, potranno marginalmente interessare l’Italia settentrionale.



DEPRESSIONE SULL'EUROPA NORD-OCCIDENTALE - 25 maggio 1976
Situazione - Il fronte polare lungo il marcato flusso zonale ovest-est corre tra il 40º e il 50º parallelo, cioè a latitudini relativamente basse. Il centro d’azione è rappresentato dalla grande area di basse pressioni, con epi­centro di 985 mb localizzato a nord-ovest delle Isole Britanniche. Lungo il suo bordo meridionale una “famiglia” di per­turbazioni in vari stadi transita veloce­mente verso l’Europa centrale. Una atti­vità di depressione secondaria interessa la Francia con un vasto campo di precipita­zioni. Sulla cartina a 500 mb è ben evi­dente l’intensa corrente da ovest e l’elevato gradiente termico poco sotto il 50º parallelo. Sulla Spagna e sul Mediter­raneo meridionale è presente una fascia residua di alte pressioni, collegata all’anticiclone delle Azzorre.
Stato del tempo - La perturbazione sulla Polonia e i Balcani è ormai invecchiata e quasi dissolta, trovandosi in un’area di divergenza delle correnti al suolo e in quota. Piogge estese, invece, sulla Francia per la presenza della citata depressione secondaria che fa confluire aria calda da sud-ovest e da nord-ovest aria fredda instabile. L’Italia è interessata da venti meridionali in ulteriore intensificazione. Il tempo è ancora prevalentemente soleggiato e la temperatura elevata e afosa.

Evoluzione probabile - Su gran parte dell’Europa le condizioni atmosferiche si manterranno prevalentemente perturbate: le piogge diffuse sulla Francia saranno seguite da rovesci alternati a schiarite. La temperatura tenderà a diminuire. E’ probabile che altre perturbazioni seguano a breve termine con traiettorie più meridionali delle precedenti. Sull’Italia settentrionale rapido peggioramento, con copertura di nubi stratificate, cui faranno seguito precipitazioni specie lungo la catena alpina. Sull’Italia centro-meridionale aumento dei venti tra sud-ovest e sud e intensificazione della nebulosità sulle regioni tirreniche. A media scadenza è previsto un peggioramento più marcato per probabile ciclogenesi sul Tirreno, all’arrivo dell’aria fredda atlantica.



DEPRESSIONE SUL MEDITERRANEO OCCIDENTALE - 27 novembre 1967
Situazione - L’elemento predominante della situazione è dato da una ben delineata depressione sul Mediterraneo occidentale, con minimo principale di 1000 mb a nord-ovest della Sardegna e secondario a sud-ovest delle Baleari. L’area di bassa pressione è ben alimentata da aria fredda che scorre su Francia e Spagna. Sul fianco orientale della depressione, un altrettanto marcato afflusso di aria calda proveniente dall’entroterra libico e tunisino, interessa con venti di scirocco-libeccio l’Italia peninsulare. Tali masse d’aria si caricano di umidità nell’attraversare il Mediterraneo, dando origine a precipitazioni prolungate sull’Italia del Nord, favorite anche dall’effetto di “stau” indotto dalle Alpi. Un’altra depressione vasta e profonda interessa l’Atlantico settentrionale, mentre l’anticiclone delle Azzorre è ben pronunciato al largo del Portogallo.
Stato del tempo - Piogge estese sull’Italia settentrionale e sull’alto versante tirrenico. Rovesci e temporali su Corsica e Sardegna, cioè lungo il fronte freddo della depressione. Sulla Germania cadute di neve o pioggia mista a neve lungo il fronte freddo stazionario che delimita l’aria continentale dell’Europa orientale e l’aria marittima di quella occidentale. Tempo fresco e ventoso su Francia e Spagna.

Evoluzione probabile - Persistenza di cattivo tempo sull’Italia centro-settentrionale e aggravamento su quella meridionale per l’avvicinarsi del fronte freddo da ovest. I venti di scirocco, sensibili soprattutto al sud, ruoteranno a ovest nelle prossime ventiquattr’ore, e la temperatura inizialmente elevata, escluse le regioni padane, diminuirà di alcuni gradi. Un temporaneo miglioramento è invece previsto sull’Europa centrale, per l’espandersi del cuneo di alta pressione. Ben presto però, nuove perturbazioni atlantiche, accompagnate da aria più tiepida, investiranno l’Europa nord-occidentale e centrale.



DEPRESSIONE SU EUROPA ORIENTALE ED EGEO - 12 gennaio 1968
Situazione - Una vasta area di basse pressioni si estende dall’estremo nord della Russia al Baltico e alla Grecia con due minimi su Polonia (990 mb) e su Mar Egeo (985). Sull’Oceano Artico e a ovest del Portogallo, due massimi di alta pressione sono tra loro collegati attraverso le Isole Britanniche. Una situazione siffatta determina un forte afflusso da nord di aria artica sulla Scandinavia, sull’Europa centro-occidentale e sull’Italia. Sull’Atlantico settentrionale si osserva una notevole attività depressionaria con due minimi a sud-ovest dell’Islanda ai quali sono associate perturbazioni in movimento verso nord-est. In quota l’anticiclone delle azzorre si espande con un pronunciato promontorio fino al Mar di Norvegia. Sull’Europa orientale, invece, la configurazione è opposta: vasta depressione allungata secondo i meridiani caratterizzata da termperature molto basse (-43º in Austria alla quota di 5100 m).
Stato del tempo - L’elemento predominante è rappresentato dall’aria artica che, attraverso impulsi via via più freddi, scende sull’Italia e il Mediterraneo, e in parte proviene anche dai Balcani. Le punte di freddo sono notevoli: fino a -32º sulla Finlandia, -12º sulla Germania settentrionale, -15º sui Balcani, ecc. Estese cadute di neve in prossimità della depressione e soprattutto lungo il versante nord delle Alpi per effetto di “stau”. Venti gelidi a carattere di tramontana sull’Italia centrale e di maestrale sulla Sardegna e la Sicilia. In Valpadana, invece, soffia il föhn, e quindi il tempo è bello e la visibilità è ottima. Tempo prevalentemente perturbato sul medio e basso versante adriatico con neve fino a basse quote.

Evoluzione probabile - La fascia di alte pressioni presenta il suo punto debole sull’Inghilterra. E’ perciò prevedibile che da quel settore l’aria mite atlantica penetrerà nuovamente sull’Europa occidentale ove, contrastando con quella artica preesistente, potrà dar vita a perturbazioni che si dirigeranno sul Mediterraneo occidentale. Sull’Italia per qualche giorno ancora il tempo sarà generalmente molto freddo e instabile con precipitazioni anche nevose al centro-meridione. Prevalentemente sereno, rigido asciutto in Valpadana.



DEPRESSIONE SU EUROPA NORD-ORIENTALE E SU MEDITERRANEO - 11 marzo 1968
Situazione - Rispetto alla situazione precedente troviamo la depressione europea più spostata verso nord-est sulla Russia settentrionale. Essa inoltre si presenta come un gigantesco vortice freddo a tutte le quote dell’atmosfera, senza fronti di perturbazione direttamente collegati. Anche l’area di alte pressioni atlantica è situata a latitudini più settentrionali. Sull’Europa centro-settentrionale forti venti tra nord e nord-ovest, convogliano aria artica marittima di diretta estrazione polare. Dall’Islanda alle Alpi, lungo la superficie di contatto tra l’aria artica e quella temperata atlantica, veloci perturbazioni scorrono verso sud-est. Un primo fronte freddo poco attivo si estende dalla Slovenia alla Spagna.
Stato del tempo - Sull’Europa centro-orientale e settentrionale l’invasione di aria artica è massiccia. La temperatura è perciò molto bassa per la stagione e il vento abbastanza sostenuto. Le condizioni atmosferiche sono variabili con intermittenti e isolati rovesci di neve. Tempo perturbato, invece, anche per effetto di “stau”, lungo il versante nord-alpino e in corrispondenza delle onde perturbate. Relativamente mite la temperatura sull’Inghilterra e sulla Francia, interessate dal settore “caldo”. Sull’Italia il tempo è ancora discreto, pur in regime depressionario, salvo una discreta instabilità nelle ore più calde. La tendenza è tuttavia verso un aggravamento.

Evoluzione probabile - Sull’Italia l’evento più scontato per i prossimi giorni è una sensibile diminuzione di temperatura e un peggioramento importante sulle regioni peninsulari, specie nel settore adriatico. All’arrivo imminente dell’aria fredda ci si potrà attendere inoltre un approfondimento della depressione sulla Tunisia e un conseguente richiamo di aria calda sulle estreme regioni meridionali. In Valpadana, invece, tempo soleggiato fino a quando persisteranno le correnti settentrionali. In caso di assenza notturna di vento e di cielo sereno, si avranno estese brinate.



ANTICICLONE SU ISOLE BRITANNICHE E DEPRESSIONE SU RUSSIA - 27 maggio 1966
Situazione - La situazione meteo indicata sulla carta, spesso è uno stadio successivo della precedente. Comunque, in questo caso abbiamo ancora un regime di correnti settentrionali dal Baltico al Mediterraneo con afflusso di aria fredda e instabile. L’area di alte pressioni presenta il suo massimo poco a nord della Scozia ed è presente in quota (vedi cartina a 500 mb) con un ampio promontorio dal Nord-Africa all’Islanda. L’azione di “blocco” esercitata da questo anticiclone è totale: infatti i sistemi perturbati atlantici percorrono una traiettoria sud-nord lontano dall’Europa. Soltanto intorno al 40º parallelo esiste un corridoio di minor resistenza, dalle Azzorre al Portogallo. L’area di basse pressioni ricopre l’Europa orientale, i Balcani e l’Italia.
Stato del tempo - Su gran parte dell’Europa temperatura sensibilmente inferiore alla normale e venti moderati da nord, anche forti, sulla Germania settentrionale. Un’area di pioggia piuttosto estesa sull’Europa sull’Europa centrale con prevalente carattere di rovescio o temporale è la conseguenza della forte instabilità indotta dall’aria molto fredda in quota. A nord-est del Mar Nero, lungo il bordo orientale della depressione europea, si intravvede un marcato influsso di aria molto calda (30º C circa). Tempo instabile anche sull’Italia, soprattutto sulla Valpadana orientale, ove agiscono le infiltrazioni di aria fredda attraverso le Alpi.

Evoluzione probabile - E’ facilmente prevedibile una persistenza delle condizioni di instabilità in atto e di basse temperature. Solo più avanti, la probabile estensione dell’anticiclone verso l’Europa centrale favorirà un miglioramento a nord delle Alpi. Altrettanto probabile, a breve termine, una più massiccia discesa verso l’Italia dell’aria fredda situata in quota, tra Baltico e Danimarca. Di conseguenza, temporali sparsi, anche di notevole intensità, sono prevedibili su molte zone della penisola italiana, in particolare nel settore del medio e basso Adriatico.



ANTICICLONE TRA INGHILTERRA E ISLANDA E DEPRESSIONE SULL'EUROPA - 22 agosto 1966
Situazione - Pur essendo una situazione estiva, cioè con andamento delle isobare piuttosto irregolare e gradiente barico non elevato, si delinea chiaramente un’area di alte pressioni dalla Groenlandia alle Isole Britanniche, con epicentro a sud-est dell’Islanda. Sull’Europa centro-orientale giace invece una complessa area di basse pressioni in cui sono inserite numerose perturbazioni in gran parte del tipo “fronte occluso”. L’anticiclone è il centro motore di tutta la situazione in quanto fa affluire da settentrione aria fredda che va ad alimentare la depressione centro-europea. Sulla Costa Azzurra una piccola depressione secondaria richiama debolmente aria tropicale umida dal Mediterraneo centrale verso il Nord Italia. Dai Balcani alla Russia centrale giace aria molto calda continentale (circa 32º C).
Stato del tempo - Il tempo è prevalentemente buono in seno alla zona anticiclonica, ma con accentuata ventilazione da nord sull’Inghilterra e temperatura assai fresca. Tempo abbastanza perturbato sulla Francia, Germania e Polonia. Ampie schiarite mattutine e in nottata ma sviluppo di numerosi focolai temporaleschi nelle ore più calde e in serata. I venti sono irregolari per direzione e intensità, pur prevalendo la componente occidentale. Sull’Italia cielo prevalentemente sereno, salvo nel settore nord-occidentale e sulle Alpi ove l’attività temporalesca è in aumento.

Evoluzione probabile - Mentre sull’Europa centrale la forte instabilità, caratterizzata da rovesci e temporali prevalentemente diurni, tenderà a spostarsi lentamente verso levante. Un peggioramento marcato è da attendersi sull’Italia settentrionale a breve termine. Infatti la piccola depressione in prossimità del Golfo di Genova dovrebbe muoversi verso l’alto Adriatico, convogliando al suo seguito l’aria fredda che si trova appena al di là delle Alpi. Tale evoluzione provocherebbe una intensa attività temporalesca e locali grandinate in Valpadana. La diminuzione della temperatura sarà abbastanza sensibile, debole o nulla, invece, sulle regioni centro-meridionali.




ANTICICLONE SULL'EUROPA NORD-OCCIDENTALE E DEPRESSIONE SU NORDEUROPA - 8 aprile 1968
Situazione - E’ una situazione meteorologica piuttosto frequente in primavera e che determina ritorni di freddo tardivi spesso dannosi all’agricoltura. L’elemento fondamentale è rappresentato dall’afflusso di aria artica che può spingersi fino al Mediterraneo. Le correnti aeree a componente settentrionale trovano la loro matrice nella dislocazione dei centri barici principali. L’anticiclone è centrato sulle Isole Britanniche ma si estende anche con un ampio promontorio fino alla Groenlandia e agisce da “blocco” per le perturbazioni atlantiche. Contemporaneamente, una vasta area di depressioni staziona dalla Scandinavia al Mar Glaciale Artico, risucchiando verso il meridione masse d’aria polare. La presenza di una saccatura fin verso il Mediterraneo facilita l’ulteriore discesa dell’aria fredda verso sud.
Stato del tempo - Temperatura bassa con valori anche inferiori allo zero sull’Europa centrale. L’afflusso di masse d’aria fredda, con ascesa forzata lungo il versante nord delle Alpi (stau) provoca precipitazioni estese su quell’area e prolungate nevicate fino a quote basse. Condizioni perturbate sull’Adriatico anche perché in quota è ancora presente un ramo di correnti sud occidentali.

Evoluzione probabile - Il fronte freddo sull’Italia settentrionale è in movimento verso sud-est e darà luogo al suo passaggio a fenomeni di temporali e rovesci. In Valpadana è imminente una fase di föhn con rasserenamenti notturni che potrenno provocare brinate e gelate, specialmente nelle campagne. Sul resto dell’Europa il tempo si manterrà ancora per qualche giorno freddo e instabile con venti moderati settentrionali e locali rovesci anche di neve. Un piccolo sistema perturbato tra Scozia e Islanda, convogliato dal flusso di correnti verso sud-est, provocherà probabilmente un temporaneo aggravamento a nord delle Alpi.



DEPRESSIONE SULL'EUROPA CENTRALE - 31 dicembre 1967
Situazione - Dal Nord Atlantico all’Europa occidentale è presente un flusso di correnti da nord-ovest ben delineate, lungo il quale scorrono le perturbazioni oceaniche. L’anticiclone delle Azzorre si trova poco più a nord delle isole omonime e si presenta molto robusto (all’epicentro la pressione è di 1040 mb). Esso dunque ha grande influenza sui fronti e le masse d’aria che investono l’Europa. Una depressione interessa l’Europa centrale ed ha il suo minimo di 990 mb sulla Danimarca. A essa è associato un fronte perturbato che provoca precipitazioni prevalentemente nevose. Dalla Tunisia al Basso Adriatico, Balcani e Russia una serie di onde depressionarie scorrono verso nord-est. Infine, un’attiva depressione con un ben marcato sistema frontale completo si trova a sud dell’Islanda.
Stato del tempo - Precipitazioni nevose sulla Germania, Svizzera e Francia meridionale. Tempo ventoso con brevi schiarite alternate a brevi rovesci sull’Inghilterra, interessata dalla corrente fredda postfrontale di nord-ovest. Variabile e moderatamente ventoso il tempo su gran parte dell’Italia. Dalla Libia alla Grecia, e più oltre, verso il Mar Nero è sensibile l’afflusso da sud-ovest di aria tropicale che determina in tali zone temperature alquanto elevate per la stagione.

Evoluzione probabile - Sull’Italia settentrionale è da attendersi un marcato peggioramento per l’indomani all’avvicinarsi della perturbazione europea. Il flusso di correnti da nord-ovest subirà una più spiccata curvatura ciclonica proprio in corrispondenza dell’Alta Italia per lo scontato spostamento verso latitudini più meridionali del vortice freddo in quota a nord della Scozia. E’ appunto tale considerazione che induce a un pronostico sfavorevole. Come si può presumere osservando la struttura delle correnti aeree sulla cartina a 500 mb, è facile prevedere il sopraggiungere molto prossimo della nuova perturbazione atlantica sull’Inghilterra prima, e sulla Francia poi.



ANTICICLONE SULLA RUSSIA E DEPRESSIONE RELATIVA SULLA POLONIA - 9 gennaio 1966
Situazione - Situazione tipicamente invernale, caratterizzata dalla presenza di un robusto anticiclone termico sulla Russia del nord. All’epicentro troviamo un massimo di pressione di ben 1050 mb. La presenza di una debole depressione relativa sulla Polonia, in lento movimento “retrogrado” (da est verso ovest, anziché l’opposto, come di norma) favorisce il convogliamento verso l’Europa centrale dell’aria artica continentale che ricopre la pianura russa. Sul Mediterraneo occidentale, a ovest della Sardegna, un sistema perturbato associato a una piccola depressione, si muove lentamente verso l’Italia. Sull’Atlantico troviamo una vasta e profonda depressione con isobare pressochè circolari, a uno stadio vitale molto avanzato. La perturbazione, in fase di occlusione inoltrata, è ancora molto attiva.
Stato del tempo - Estese nevicate si osservano sulla Germania, sulla Polonia e zone limitrofe, per la presenza di aria umida a tutte le quote. Il fenomeno è favorito dalla curvatura ciclonica delle correnti aeree per la presenza di un importante vortice freddo tra Balcani ed Egeo (vedi cartina a 500 mb). Sull’Europa centro-orientale e su penisola balcanica le temperature sono sensibilmente sotto lo zero, mentre il clima è abbastanza mite sulla Spagna e sull’Italia, Valpadana esclusa. I venti sono da nord-est sull’Europa centro-settentrionale.

Evoluzione probabile - Lo spostamento verso levante della depressione atlantica e, soprattutto, il probabile ulteriore approfondimento della depressione mediterranea favoriranno l’avanzata verso occidente e meridione dell’aria gelida continentale di origine russa. E’ una situazione che spesso prelude a cadute di neve anche in pianura sull’Italia settentrionale. E’ dunque prevedibile un peggioramento generale del tempo, anche se di non rilevante entità. Le condizioni atmosferiche diverranno perturbate e i venti aumenteranno di intensità anche sull’Europa occidentale per l’arrivo del fronte occluso da ovest. A più lunga scadenza ci si può attendere una ulteriore sensibile diminuzione della temperatura sull’Alta Italia, e forse anche a meridione, per la diretta influenza dell’aria artica continentale.



ANTICICLONE SULLA SCANDINAVIA E DEPRESSIONE SUI BALCANI - 16 settembre 1967
Situazione - Situazione abbastanza simile alla precedente con prevalente flusso di correnti orientali sull’Europa centro-settentrionale. Durante la stagione invernale, una situazione di questo tipo, come pure quella precedente, porta quasi sempre a temperature rigidissime per parecchi giorni perché il nostro continente viene a trovarsi sotto l’influsso dell’aria artica continentale di origine russa. In questo caso siamo invece all’inizio dell’autunno. L’anticiclone candinavo, presente a tutte le quote, e perciò capace di esercitare una efficace azione di blocco, costringe le perturbazioni ad aggirarlo in senso orario: dall’Inghilterra i fronti, preceduti da una corrente tropicale da sud-ovest, risalgono fin oltre il circolo polare, per poi scendere come occlusioni fredde verso la Russia. Dai Balcani all’Egeo giace un’area depressionaria cui è associata una perturbazione quasi stazionaria. Tale depressione richiama dalla Russia meridionale aria calda continentale.
Stato del tempo - Mentre sul Nord Europa il tempo è bello per la diretta influenza delle alte pressioni, sulla Francia, Germania e Balcani le condizioni atmosferiche sono molto instabili. La presenza in quota di aria fredda e l’afflusso al suolo di aria calda favoriscono tale instabilità. Una spiccata convergenza in superficie è in atto sulla Germania ove si incontrano masse d’aria di opposta provenienza e caratteristiche (dalla Francia affluisce aria umida marittima, dalla Polonia aria continentale più calda e asciutta). Di conseguenza il tempo è piovoso. Sull’Italia i venti sono prevalentemente occidentali e le condizioni atmosferiche variabili, salvo qualche pioggia sulla Sardegna.

Evoluzione probabile - Il flusso caldo continentale dovrebbe tra breve attenuarsi perché l’aria fredda e poco umida che scorre sulla Russia settentrionale avrà il sopravvento anche più a meridione. Condizioni di spiccata variabilità si manterranno comunque anche sull’Europa centro-meridionale perché il “colmamento” della depressione in quota sarà lento. Le perturbazioni che si affacciano sull’Europa occidentale piano piano penetreranno più all’interno.



ANTICICLONE RUSSO-SCANDINAVO E DEPRESSIONE SULL'ATLANTICO ORIENTALE - 6 aprile 1968
Situazione - Una situazione di questo tipo è abbastanza frequente nelle stagioni intermedie, soprattutto in autunno e può caratterizzare il tempo sull' Europa e sul Mediterraneo per lunghi periodi. Anche in questo caso, come nei due precedenti, l'Europa centro-occidentale è sotto l'azione di masse d'aria asciutta continentale proveniente dall'est. Esse si spingono più a ovest fino a comprendere le Isole Britanniche. L'anticiclone "di blocco" che determina questo movimento si estende dal Mar di Norvegia alla Russia meridionale attraverso il Mar Baltico. A sud-ovest dell'Inghilterra sta l'epicentro di una grandiosa depressione atlantica attorno alla quale ruotano in senso antiorario i sistemi di perturbazione. L'Italia è invece interessata in forma residua da una vecchia perturbazione in via d'estinzione.
Stato del tempo - Bel tempo asciutto con venti moderati orientali sulla Polonia, Germania e buona parte di Francia e Inghilterra. La non lontana depressione fa assumere a tali venti una componente da sud-est sull'Europa occidentale. Soltanto la Bretagna e l'Irlanda meridionale presentano cielo coperto e piogge perchè interessate dal fronte occluso della depressione. Un tipo ben separato di circolazione si riscontra sulla Scandinavia e sulla Russia settentrionale ove il tempo non è buono per la presenza di perturbazioni fredde.

Evoluzione probabile - L'anticiclone si collegherà presumibilmente con quello esistente tra il 70º e l'80º parallelo estendendosi maggiormente secondo i meridiani. L'aria artica, freddissima, sulla Siberia e a nord di essa, scenderà verso la Russia ma non raggiungerà l'Europa. L'evoluzione più interessante riguarderà la grande depressione oceanica che per le sue dimensioni e per il carattere di notevole stazionarietà condizionerà sfavorevolmente il tempo sull'Europa sud-occidentale. Sull'Italia le condizioni atmosferiche saranno invece in miglioramento ulteriore per il probabile assorbimento del piccolo vortice freddo sul basso Adriatico e per la contemporanea estensione del promontorio anticiclonico proveniente dall'Algeria. La temperatura è destinata ad aumentare notevolmente sull'intera penisola.



AREA DI BASSE PRESSIONI SULL'EUROPA CENTRALE E SUD-OCCIDENTALE - 23 febbraio 1968
Situazione - Una fascia di alte pressioni si estende da occidente dell'Irlanda alla Scandinavia settentrionale. Sul suo fianco meridionale, nei medi e bassi strati dell'atmosfera, masse d'aria fredda, proveniente dallea regione del Baltico, affluiscono da est-nord est in direzione del Mare del Nord, Inghilterra e Atlantico orientale. Un flusso di tali caratteristiche, esteso per oltre 2000 kilometri, è relativamente raro. Tuttavia l'elemento di maggior rilievo in questa situazione è dato dalla vasta area di bassa pressione sulla parte sud-occidentale del continente (Francia e Spagna). In quota la situazione è un po' diversa: due distinti vortici freddi, di cui il principale è sulla Scandinavia e il secondario è al largo del Golfo di Guascogna. Quest'ultimo condiziona lo stato del tempo soprattutto sul Mediterraneo e sulla Spagna. Le perturbazioni collegate al sistema depressionario sono due: una su Germania e Francia del nord, l'altra, allo stato nascente, sulle coste algerine.
Stato del tempo - Lungo il flusso da est-nord-est sopra citato la temperatura è via via più bassa, procedendo dall'Inghilterra al Baltico, ove i valori sono molto inferiori allo zero. Qualche sporadica caduta di neve si osserva sull'Inghilterra meridionale, altrove il tempo è abbastanza buono ma ventoso. Precipitazioni sono invece in atto in corrispondenza delle due perturbazioni che si muovono verso nord est.

Le condizioni atmosferiche rimarranno sostanzialmente cattive perchè il contrasto tra masse d'aria di opposta origine è assai marcato e i vortici in quota hanno per loro natura devoli spostamenti. In particolare, per quanto si riferisce all'Italia, è la perturbazione sulle coste algerine che provocherà un ulteriore peggioramento sulle regioni tirreniche e sull'Italia settentrionale già entro le ventiquattr'ore. Poichè si tratta di una tipica onda "aperta", cioè di una perturbazione allo stadio iniziale, è presumibile che essa si sviluppi rapidamente durante il suo spostamento. Una intensificazione dei venti meridionali con forte scirocco è scontata. Di conseguenza si può prevedere un aumento sensibile della temperatura su tutte le regioni. A più lunga scadenza, l'aria fredda continentale dovrebbe prevalere almeno sul Norditalia. Il tempo migliorerà e il freddo si farà nuovamente sentire.



ANTICICLONE SULL'EUROPA SUD-ORIENTALE E DEPRESSIONE SULL'IBERIA - 8 novembre 1966
Situazione - Siamo qui di fonte a una situazione tipicamente autunnale con venti meridionali e predominio dell'aria tropicale. In superficie, l'anticiclone russo (1035 mb) si estende verso i Balcani e l'Italia, ostacolando o bloccando del tutto l'avanzata delle depressioni e delle perturbazioni atlantiche e mediterranee. Dal Golfo di Guascogna al Marocco giace un campo di basse pressioni pressochè stazionarie, e assieme alle quali non vi sono sistemi frontali. Si può considerare uno stadio molto avanzato di precedenti attive depressioni (quattro giorni prima c'era stata la famosa alluvione di Firenze e Venezia). Un ramo di correnti meridionali si estende dall'Africa nord-occidentale alla Scandinavia. Una circolazione di diverso tipo interessa invece il Nord-Atlantico r il Mar di Norvegia: impulsi successivi di aria fredda di antica origine artica si spingono in direzione sud-est.
Stato del tempo - Il tempo è caratterizzato ovunque da una accentuata variabilità. Passaggi nuvolosi stratificati si alternano alle schiarite sull'Europa centrale e sull'Italia. Il prevalere dell'alta pressione favorisce comunque un tempo più che discreto sull'Italia peninsulare. La temperatura è assai mite, ben superiore alla norma sulla Sardegna e Sicilia e sulle regioni tirreniche.

Evoluzione probabile - La depressione stazionaria sull'Iberia è probabile che riprenda nuovo vigore perchè alimentata dall'aria fredda che scende dal Nord-Atlantico, lungo il suo fianco occidentale. In quota si riscontra un elevato gradiente termico nell'area compresa tra Gibilterra e le Baleari, ove il flusso delle correnti da sud risulta pressochè rettilineo. Ciò fa ritenere probabile la nascita di una perturbazione che si dovrebbe muovere verso nord o nord-est. In tal caso le condizioni atmosferiche peggiorerebbero sull'Italia centro-settentrionale, anche perchè l'area delle alte pressioni sembra destinata a ritirarsi verso levante. Sulla nostra penisola dunque l'evoluzione più probabile sarà un aumento di nebulosità con piogge sparse specie sull'Alta Italia, e temperatura abbastanza elevata sul centro-sud.



DEPRESSIONE SUL NORD-ATLANTICO E SACCATURA SULL'IBERIA - 26 febbraio 1967
Situazione - Situazione che presenta notevoli analogie con la precedente, soprattutto per la presenza di correnti a componente meridionale dal Mediterraneo Occidentale alla Scandinavia. L'anticiclone russo risulta spostato verso oriente e non si estende verso i Balcani e l'Italia. Esiste la grande depressione nord-atlantica che agisce come motore sui fronti oceanici. Essa presenta due minimi distinti di 975 mb. Anzichè una depressione autonoma, sulla penisola iberica ritroviamo un'ampia saccatura, cioè un'estensione a "V" dell'area depressionaria principale. Soprattutto sulla cartina a 500 mb, la detta saccatura appare ben delineata. Lungo il suo bordo orientale scorrono verso nord-est le perturbazioni originarie dell'Atlantico. La presenza di venti meridionali a tutte le quote determina dappertutto temperature sensibilmente superiori alla media stagionale.
Stato del tempo - Precipitazioni nevose interessano la Svezia meridionale, davanti al fronte freddo che si estende dalla Svezia alla Germania. In realtà, detto fronte separa aria moderatamente fredda e umida marittima e aria assai più fredda continentale. Precipitazioni sotto forma di pioggia si hanno sulla Francia orientale e sull'Italia nord-occidentale. In quest'ultima regione le condizioni sono favorite da un moderato "stau", cioè un sollevamento di aria indotto dalla barriera alpina.

Evoluzione probabile - La saccatura sull'Europa occidentale evolverà verso levante e pertanto si intensificherà il flusso umido meridionale sull'Italia. Anche la perturbazione, pur modesta, visibile presso Gibilterra, sarà convogliata verso nord-est e contribuirà ad aggravare le condizioni atmosferiche sull'Italia settentrionale e lungo il versante tirrenico a breve scadenza. Poichè i gradienti in gioco non sono particolarmente elevati, non si dovrebbero avere comunque precipitazioni troppo abbondanti. La temperatura sarà ovunque in aumento ulteriore, specie nel settore meridionale, con rinforzo dei venti sciroccali. Non è improbabile il fenomeno dell'acqua alta sulla laguna veneta./TD>



DEPRESSIONE SULLE ISOLE BRITANNICHE - 7 febbraio 1968
Situazione - Una vasta e profonda depressione interessa tutta l'Europa centro-occidentale e il Mediterraneo. Il suo epicentro, costituito di diversi minimi di pressione, è localizzato sulle Isole Britanniche, con un valore estremo di 985 mb. Tale area depressionaria è ben delineata anche alle alte quote, come indica la cartina a 500 mb Può essere definita anche un gigantesco vortice freddo con carattere di notevole stabilità e perciò agente come centro d'azione principale nella circolazione generale.. Le perturbazioni ad esso associate sono però a uno stadio molto avanzato e perciò non molto attive. Aria marittima fredda e instabile continua ad essere convogliata entro il flusso di correnti dal nord-Atlantico, correnti che si orientano da ovest sull'Europa sud-occidentale, e da sud-ovest più a sud. La depressione è dunque di continuo alimentata e rigenerata.
Stato del tempo - Precipitazioni sparse alternate a brevi schiarite un po' su tutte le regioni occidentali. In qualche zona (Inghilterra meridionale) si hanno anche cadute di neve. Rovesci di pioggia sono presenti soprattutto sulle coste atlantiche. I venti sono abbastanza forti, soprattutto sul Mare del Nord, cioè ove il gradiente barico risulta più elevato. Maltempo anche sull'Italia centro-settentrionale, ove sta transitando un fronte freddo. La situazione è aggravata dalla presenza di una depressione secondaria di 1005 mb sul Golfo ligure.

Evoluzione probabile - Tenuto conto, come già rilevato, della notevole stabilità di una situazione siffatta, le previsioni sulla futura evoluzione sono orientate al pessimismo. Tra un sistema perturbato e l'altro si può comunque avere una fase di variabilità con schiarite. Pur in presenza di aria marittima oceanica, la temperatura sull'Europa centro-occidentale si manterrà relativamente bassa. Più mite invece sul Mediterraneo e sull'Italia ove l'afflusso di aria intermedia fredda si alternerà a quella tropicale di origine nordafricana. Sulla nostra penisola le località più esposte saranno quelle tirreniche. A più lunga scadenza, nuove perturbazioni atlantiche investiranno il continente tra il 40º e il 50º parallelo.



RISCALDAMENTO DELLA TERRA, DELL'ACQUA E DELL'ARIA
Alla superficie terrestre giungono meno della metà delle radiazioni solari. Di queste radiazioni che arrivano, la Terra restituisce all'atmosfera la maggior parte. Le radiazioni che la superficie terrestre riflette, sono a onde lunghe, e vengono assorbite prevalentemente dall'atmosfera contenente vapore acqueo. L'otto per cento circa della radiazione riflessa si perde nel cosmo. Le nubi ostacolano questa riflessione. Si verifica così l'effetto serra (nell'atmosfera, in luogo del vetro c'è il vapore acqueo, l'anidride carbonica e le impurità).

Il "riscaldamento dal basso svolge un ruolo primario nell'evoluzione meteorologica. Esso suscita forti correnti d'aria calda verso l'alto. A compensare questo sollevamento di aria calda, dall'alto si ha discesa di aria fredda.
Si deve tener conto inoltre del diverso riscaldamento tra terraferma e mare. L'acqua riflette maggiormente le radiazioni ma si riscalda più lentamente. Le radiazioni penetrano nell'acqua fino a circa 20 metri, e quindi riscaldano una massa maggiore di acqua. Sulla terra invece le radiazioni penetrano soltanto di poco. Tuttavia, il riscaldamento qui avviene più velocemente, ed altrettanto veloce è la cessione di calore. Infine, l'escursione termica sia giornaliera che annuale, è minore sul mare rispetto alla terra.

In Europa l'evoluzione meteo è fortemente condizionata dall'anticiclone delle Azzorre e dalla bassa pressione dell'Islanda. Dall'area di alta pressione delle Azzorre affluisce aria calda verso nord. Nella zona d'influenza dell'area di bassa pressione dell'Islanda, quest'aria viene sollevata, e quindi raffreddata. Le masse d'aria calda e fredda situate tra queste due configurazioni bariche causano perturbazioni che si muovono dall'Oceano Atlantico verso l'Europa.



ASCESA E DISCESA DELL'ARIA
Riscaldandosi alle pendici del monte, l'aria sale in quota e si raffredda (di 1ºC ogni 100 metri di quota). Al tempo stesso aumenta la propria umidità relativa. A una data quota, l'aria giunge al punto di saturazione (umidità relativa del 100): si ha la condensazione del vapore acqueo eccedente con formazione di nubi. La condensazione fa liberare calore. La successiva ascesa dell'aria non si compirà quindi con un raffreddamento di 1ºC ogni 100 metri, ma con 0º,5C ogni 100 metri. Il fenomeno del raffreddamento dell'aria ascendente, deve essere considerato partendo dalle condizioni iniziali: se inizialmente l'aria è priva di umidità (aria secca) il suo raffreddamento sarà sempre di 1ºC ogni 100 metri, a qualunque quota perchè la sua umidità relativa rimarrà costante. Se invece contiene inizialmente del vapore acqueo, allora la sua umidità relativa aumenterà fino a raggiungere il 100% (alla quota di condensazione).

Il riscaldamento dell'aria avviene in primo luogo dal basso. La superficie terrestre, riscaldata dalle radiazioni solari, cede calore all'aria sovrastante. L'osservazione secondo la quale con il crescere della quota la temperatura dell'aria diminuisce non vale sempre. Vi sono situazioni in cui la temperatura dell'aria aumenta per tratti, in altre parole dell'aria più calda giace sopra dell'aria fredda. In questo caso si parla di inversione termica. L'abbiamo già vista in prossimità del suolo. Se invece si presenta in quota, allora i normali movimenti ascendenti e discendenti vengono turbati. Questo strato di sbarramento è immediatamente riconoscibile dal vistoso estendersi orizzontale di nubi a sviluppo verticale (cumuli). Quando la corrente ascendente è forte la sommità della nube cumuliforme può forare lo strato di inversione. D'inverno, nonostante una situazione di alta pressione, il cielo può rimanere tutto il giorno annuvolato o offuscato. Le correnti d'aria verticali giungono alla stasi. Famosa è l'inversione termica della Valpadana nei mesi invernali. Il riscaldamento che si verifica talvolta durante il giorno non è in grado di suscitare una corrente tale da sfondare lo strato di sbarramento, anche se questo ha uno spessore di poche centinaia di metri. Il tempo al suolo rimane umido e nebbioso.

Una stratificazione con aria fredda e pesante sotto e calda e leggera sopra, è stabile. Instabili sono invece le stratificazioni con aria pesante e fredda sopra, e aria calda e leggera sotto, perchè l'aria fredda tende a cercare una via verso il basso e l'aria calda verso l'alto.



ALTA E BASSA PRESSIONE
Una zona di bassa pressione tende a formarsi quando su una certa area, più o meno estesa (e preferibilmente pianeggiante) rimane soggetta a riscaldamento per un periodo più o meno lungo. Allora, l'aria proveniente da tutte le direzioni dell'orizzonte, converge al suolo verso la zona centrale dell'area e qui giunta, tende ad innalzarsi. Con la salita intervengono il raffreddamento, la condensazione e la formazione di nubi. Arrivata in quota l'aria così raffreddata tende ad allontanarsi dal centro e a defluire verso il basso, specialmente nelle zone di alta pressione.

Una zona di alta pressione tende invece a formarsi quando su una certa zona di acqua o di terra, più o meno estesa, si hanno condizioni di temperatura inferiore rispetto alle zone limitrofe. Allora, in superficie, dal centro della zona si ha deflusso di aria verso la periferia (dove la temperatura è superiore), mentre quest'aria che defluisce è sostituita da aria che discende dall'alto sempre nella zona centrale. L'aria discendente al centro aumenta la propria temperatura e diminuisce la propria umidità relativa, con conseguente dissolvimento delle nuvole (rasserenamento del cielo).

EFFETTI DELLA ROTAZIONE TERRESTRE
Il moto rotatorio del nostro pianeta agisce su un corpo che si muova comunque, tanto in senso verticale che in senso orizzontale. Supponiamo che rispetto alla Terra un corpo si sposti verso est: esso si muoverà intorno all'asse terrestre più velocemente di un punto qualsiasi della superficie terrestre. Sarà allora soggetto a una forza centrifuga più forte e quindi a un'attrazione terrestre più debole (rispetto a quando è fermo). Se invece il corpo si muove verso ovest, sarà soggetto a un'attrazione gravitazionale più forte. Allora un corpo in moto verso est diventa più leggero e se in moto verso ovest diventa più pesante (rispetto a quando è fermo). Questa è la componente verticale dell'accelerazione di Coriolis.
Passiamo ora alla componente orizzontale. Mentre all'equatore agisce soltanto l'accelerazione di Coriolis verticale, col crescere della latitudine interviene anche una forza orizzontale. Essa fa si che una massa d'aria in movimento dall'equatore verso i poli, venga deviata:
  • verso destra nell'emisfero nord
  • verso sinistra nell'emisfero sud
La deviazione è massima se la corrente d'aria scorre lungo i meridiani. Unica eccezione si ha quando il movimento avviene esattamente lungo l'equatore.

Questa figura illustra come agisce la forza di Coriolis sui venti che si manifestano attorno ai centri di bassa e alta pressione, per l'emisfero nord. Prendiamo il centro di bassa pressione: qui i venti (in assenza della forza di Coriolis) tenderebbero a convergere tutti verso il centro. Venendo tutti deviati verso destra, ne risulta una circolazione in senso antiorario. Attorno a un centro di alta pressione, invece, tendendo i venti, sempre in assenza della forza di Coriolis, a divergere dal centro, la deviazione verso destra della forza di Coriolis produce una circolazione oraria.

Vi è ancora una terza forza che agisce sulla corrente d'aria messa in moto dal meccanismo del gradiente barico. Si tratta della forza d'attrito che si produce alla superficie terrestre quando la corrente d'aria vi scorre sopra. La superficie della terraferma è in genere irregolare e l'attrito al di sopra di essa è ovviamente superiore a quello che si ha sopra i mari. L'influsso della rotazione terrestre sulle correnti atmosferiche è notevole.

La distanza tra le isobare rappresentate sulle carte meteo indica l'entità del gradiente barico (e quindi della velocità del vento). Il gradiente barico tra due punti può essere paragonato alla differenza di quota tra due punti lungo il pendio di una montagna. Le curve di livello che danno le quote sono equivalenti alle isobare. Più le curve di livello sono ravvicinate (a parità di dislivello) e più il pendio è ripido. Analogamente per il gradiente barico.



SISTEMI DI VENTI
Gli alisei di nord-est e di sud-est si incontrano (su ogni oceano) in prossimità dell'equatore dando luogo alla zona di convergenza intertropicale dalla quale traggono origine nella massima parte i cicloni tropicali. Questa zona è caratterizzata da correnti ascendenti, forti nuvolosità, precipitazioni abbondanti. Oltre la zona di convergenza, attorno ai 30º 35º nord e sud si hanno le zone di alta pressione subtropicale, che i naviganti chiamano zone delle calme. Sono due fasce di alta pressione di grande stabilità. Nell'emisfero nord, in questa fascia si manifesta spesso quella che viene chiamata nei bollettini meteo anticiclone delle Azzorre. Esso è di grande importanza nell'evoluzione metereologica dell'Europa. Lungo il suo bordo settentrionale affluisce in Europa aria marittima. Nei mesi estivi, l'anticiclone delle Azzorre giunge spesso fino alla Spagna, alla Francia meridionale e al Mediterraneo, favorendo il bel tempo. D'inverno invece si ritira più a sud, permettendo così alle perturbazioni atlantiche provenienti da ovest di penetrare nel Mediterraneo.



VENTI DISCENDENTI E VENTI A VORTICE
Oltre ai grandi sistemi di venti costanti e periodici (alisei e monsoni) esiste tutta una serie di correnti d'aria legate a condizioni locali, ad esempio ostacoli orografici costituiti da catene di montagne, o anche da un singolo monte.Delle brezze di terra, di mare, di monte, di valle e del föhn si è già detto. Venti discendenti analoghi al föhn si formano in tutti i luoghi ove le correnti d'aria vengono sollevate o deviate da ostacoli di natura orografica.

Un altro tipico vento discendente è la bora che soffia sul mare Adriatico e in particolare sul golfo di Trieste. E' un vento freddo e secco che proviene dagli altipiani orientali delle Alpi. E' un vento di tempesta a raffiche che dà grandi preoccupazioni ai naviganti dell'Adriatico. Le sue raffiche possono toccare i 120 Km prari. Si produce in situazioni meteo diverse, ma prevalentemente quando, d'inverno, un'area di alta pressione ricopre l'Europa orientale o i Balcani, mentre sul Mediterraneo orientale la pressione è bassa.


Il mistral è un vento discendente della costa francese meridionale, vento di nord-ovest, freddo e secco che spira nella regione delle foci del Rodano, tra Avignone e Marsiglia, originato da bassa pressione sul Golfo del Leone, e alta pressione sulle Cevenne e le Alpi francesi. L'area di bassa pressione sul Golfo del Leone giunge ad aspirare l'aria della terraferma. Quando il mistral soffia, arriva tranquillamente ad investire tutta la costa ovest della Sardegna e corre giù, giù fino all'Algeria.

Lo scirocco è un vento tipico della costa nordafricana. E' un vento da sud o sud est, originato da una depressione sul mare e un'alta pressione sui rilievi del Nordafrica. E' frequente anche in Italia, soprattutto in Sicilia, ove la temperatura può salire a livelli molto alti (anche 40º C a Palermo).

MASSE D'ARIA E FRONTI ATMOSFERICI
Alle latitudini europee l'evoluzione meteorologica costituisce in primo luogo un processo di compensazione tra aria fredda e aria calda. A parità di condizione di pressione atmosferica, l'aria fredda, pesante, tende ad addensarsi al suolo, mentre l'aria calda, leggera, tende a salire. Ai fini della previsione meteo, un elemento importante da valutare è la temperatura media di ogni massa d'aria.

La superficie limite tra una massa d'aria calda (relativamente) e una fredda, è di grande importanza, anzi si può constatare che è proprio lungo questa superficie che si producono i fenomeni atmosferici più rilevanti. Quando è aria fredda che avanza si parla di fronte freddo, quando invece ad avanzare è aria calda, si parla di fonte caldo.

La temperatura media di ogni massa d'aria dipende in genere da (1) località di origine della massa d'aria e (2) latitudine di azione della massa. Le masse d'aria che determinano il tempo in Europa appartengono a due filoni di origine: (1) le zone polari e (2) le zone tropicali. Ecco di seguito una classificazione dei tipi principali di masse d'aria agenti sull'Europa.
NOMEPROVENIENZACARATTERISTICHE
Aria polare articaZone polariFredda, secca
Aria polare marittimaZone polari e successivo scorrimento sul mareFredda, umida
Aria polare continentaleZone polari e successivo scorrimento su terrafermaFredda, secca
Aria tropicaleZone tropicali interessate dall'alta pressione subtropicaleCalda, secca
Aria tropicale marittimaAtlantico, regione delle AzzorreModeratamente calda e molto umida
Aria tropicale continentaleNordafrica, Asia MinoreMolto calda, secca
Ambedue le situazioni meteorologiche (fronte caldo e fronte freddo) sono collegate a formazioni di nuvole e quasi sempre a precipitazioni.
Le variazioni atmosferiche prima del passaggio del fronte caldo si compiono in maniera graduale. Le piogge possono durare a lungo (anche più di un giorno). Dopo il passaggio, con l'aumento della temperatura, le nubi incominciano a dissolversi. Il miglioramento dopo il passaggio è molto netto. La pressione tende a mantenersi stazionaria, o addirittura a scendere di un poco.
L'avvicinamento del fronte freddo è invece più turbolento. L'irruzione di aria fredda è spesso accompagnata da bufere di vento, rovesci di pioggia e grandine. Le condizioni meteo rimangono abbastanza a lungo instabili: il miglioramento è più lento. Elemento notevole indicativo del passaggio e un brusco aumento della pressione, seguito da un aumento lento e costante.

Il conflitto tra masse d'aria fredde e calde è particolarmente notevole nelle aree di bassa pressione. Alle latitudini europee i cicloni hanno spesso grandi estensioni. In Europa si sviluppano per tutto l'anno, ma sono più numerosi in primavera ed autunno. Alle latitudini europee l'aria (relativamente) calda fluisce in genere verso est o nord est, mentre l'aria fredda proveniente dalle regioni artiche fluisce verso sud-ovest e verso ovest. Nello stadio iniziale il ciclone investe soltanto gli strati inferiori, estendendosi in alto durante l'ulteriore evoluzione.

Ecco le fasi di sviluppo di un ciclone:
  • Aria fredda contorna parzialmente una zona di aria calda.
  • L'aria calda sale, scorrendo sopra lo strato di aria fredda (fronte caldo)
  • L'aria fredda occidentale irrompe dentro l'aria calda, incuneandosi al di sotto (fronte freddo)
  • La zona occupata dall'aria calda diventa sempre più piccola.
  • Il fronte freddo raggiunge il fronte caldo (fronte occluso)
  • L'aria calda viene tutta sollevata in quota e il ciclone, non più alimentato, lentamente si attenua e si "colma"
L'area di bassa pressione procede prevalentemente da ovest verso est. La durata delle fasi di sviluppo sopra descritte abbraccia in media due giorni. Però la velocità di marcia e struttura possono avere velocità particolarmente diverse. Al momento della occlusione il movimento cessa quasi del tutto.

Carta meteo dell'11 novembre 1947 (sopra). Distribuzione delle nuvole in verticale, lungo la sezione S1-S2 (sotto). Luogo di osservazione: Schleswig (Germania settentrionale). A destra, condizioni meteo postfrontali, caratterizzate da precipitazioni a rovescio lungo il settore occidentale di una depressione sulla Russia Bianca. Un'altra depressione è in sviluppo a nord-ovest dell'Irlanda. Sul suo fianco meridionale aria marittima calda avanza in direzione dell'Europa centrale. Quest'aria calda sale sopra lo strato d'aria fredda antistante. Davanti al fronte caldo, (fc) si forma perciò un'area di precipitazione (tratteggiata in verde). Mentre nel tempo postfrontale le nubi sono del tipo cumuli imponenti, il fronte caldo in avicinamento provoca nubi stratificate medio-alte.

Carta meteo del 12 novembre 1947 (in alto). Aspetto delle nuvole sulla sezione S1-S2 (in basso). Luogo di osservazione: Schleswig (Germania). La depressione a nord-ovest dell'Irlanda ha raggiunto il Mare del Nord. Il fronte caldo è arrivato alla Germania settentrionale e sta per interessare la Danimarca. Il fronte freddo che segue è sull'Inghilterra e avanza rapidamente verso quello caldo. Intensa nuvolosità stratificata e precipitazioni davanti al fronte caldo (area tratteggiata verde). Il fronte freddo porta maltempo con rovesci di pioggia sulle isole britanniche. Dopo il passaggio del fronte freddo le nubi si dissolvono progressivamente.

Carta meteo del 13 novembre 1947 (in alto). Aspetto delle nuvole sulla verticale della sezione S1-S2 (in basso). Luogo di osservazione: Schleswig (Germania). La depressione, approfondita, ha raggiunto ormai la regione sud-orientale del Baltico e la Russia occidentale.. Aria fredda ha invaso l'Europa centrale. Maltempo accentuato lungo la regione costiera tedesca settentrionale e in corrispondenza dei fronti freddi, con cumuli imponenti alternati a limpide schiarite. Al di fuori dell'area di maltempo ottima visibilità.