La sistemazione in sicurezza delle scorie nucleari

Il Dott. Ing. Vincenzo Romanello, dottorando in Ingegneria dei Materialipresso l'Università di Lecce, il Dott. Ing. Guglielmo Lomonaco, dottorando in Energetica Elettrica e Termica presso l'Università di Pisa ed il Prof. Ing. Nicola Cerullo, già Ordinario di "Reattori Nucleari Avanzati" presso l'Università di Genova ed attualmente Professore Incaricato presso le Università di Pisa e di Genova, hanno pubblicato l'articolo riportato di seguito sulla rivista "21° SECOLO Scienza e Tecnologia" n.3 del Luglio 2005 l'articolo riportato di seguito, nel quale dimostrano che mettendo le scorie nucleari in contenitori cilindrici lunghi circa 5 metri e del diametro di 88 centimetri, costituiti da un involucro di acciaio spesso 50 mm inserito in un'altro involucro esterno di rame spesso anch'esso 50 mm, immersi nell'argilla in opportuni pozzi scavati nella roccia ed in siti sigillati, la velocità dell'eventuale corrosione degli involucri è talmente piccola da garantire l'impermeabilità degli stessi per almeno 1 milione di anni!

Alla terza pagina dell'articolo è evidenziato come l'azione impermeabile della sola argilla abbia garantito in passato il contenimento spontaneo delle scorie radioattive formatesi durante il funzionamento di ben 17 reattori nucleari naturali formatisi 2 miliardi di anni fa e scoperti ad Oklo, nel Gabon (Africa), che, nell'arco di 1 milione di anni hanno fissionato circa 5 tonnellate di uranio-235 sviluppando una energia complessiva di ben 100 miliardi di Kilowattora e producendo tra l'altro 2,5 tonnellate di plutonio.

Durante questi 2 miliardi di anni le scorie radioative ed in particolare il plutonio non si sono spostate che i pochissimo (complessivamente circa 3 metri, secondo i tecnici).

 

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