CIRANO DI BERGERAC

Riduzione di Jean-Paul Rappeneau e Jean-Claude Carrière

Traduzione di Oreste Lionello

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ATTO II - ROSTICCERIA

Gestione poetica     Entrata di Cirano     Scrocconi     Cirano e Rossana     Equivoco     Bel cadetto     Protezione     Arrivano i Cadetti     Presentazione     Di nessuno     Contro i mulini     No, grazie     Avvertimento     Sfida al naso     Bambolino sciocco     Proposta    

RAGUENEAU: Soffoca, Ragueneau, il dio che ti canta in sen / l'ora del liuto è andata, l'ora del forno vien. Il taglio non va fatto sul pane di traverso, così come lo iato va giusto in mezzo al verso. A questo mausoleo di crosta occorre un tetto! Su questo interminabile spiedo, già te l'ho detto, il modesto pollastro e il superbo tacchino vanno alternati, figlio, come il vecchio divino Malerba alternava lo splendido al suo opposto. E girano sul fuoco delle strofe in arrosto!

APPRENDISTA: Il vostro beneamato garzone che vi ammira, per voi ha cotto al forno quest'opera…

RAGUENEAU: Una lira! Bevi alla mia salute! Zitto, mia moglie, svicola, nascondi quegli spiccioli! È bella…

LISA: È ridicola!

RAGUENEAU: Cartocci? Grazie… I miei libri venerati! I versi dei miei amici dispersi, no, smembrati!

LISA: Voi pessimi scrittori, rifiuti di scaffale!

RAGUENEAU: Formica! Non offendere le olimpidi cicale! Con dei versi hai fatto questo, ma allora che fareste, madame, con la prosa? Ah, piccolo, che vuoi?

BAMBINO: Tre paste.

RAGUENEAU: Ah, all'amaretto e ben calde!

BAMBINO: E si può averle in un sacchetto?

RAGUENEAU: In un foglio?

LISA: Be', sì.

RAGUENEAU: Cioè proprio un incarto… "Il dì che Ulisse disse: - Penelope parto…" No, questo qui no… "Il biondo Febo…" Per carità!

LISA: Ma quando ti decidi?

RAGUENEAU: Ma quando… non si sa… Pss, carini! Per l'ode a Fillide io vi darei il doppio delle paste, da tre passo a sei. Fillide, sul dolce nome tuo una macchia di unto, Fillide… (i bambini escono, entra Cirano)

CIRANO: Che ore sono?

RAGUENEAU: Ah, mio Dio, le… le sette in punto. Ah, che momenti ieri! Ah, che battaglia!

CIRANO: Quale?

RAGUENEAU: Quella di palazzo Borgogne.

CIRANO: Ah, accidentale…

RAGUENEAU: Quel gran duello in versi…

LISA: Ne ha piena la bocca!

RAGUENEAU: … che a fine di ripresa si tocca… a fin della ripresa io tocco… e a fine, to', finita la ripresa…

CIRANO: Che ora, Raganeau?

RAGUENEAU: … sette e due… io tocco! Ah, che manicaretto!

LISA: Che avete sulla mano?

CIRANO: Niente, è solo un taglietto.

RAGUENEAU: Correste alcun pericolo?

CIRANO: Chi, io? Proprio nessuno.

LISA: Credo stiate mentendo.

CIRANO: Sto aspettando qualcuno, vogliamo stare soli.

RAGUENEAU: Ma… non so come fare. Vengono i rimatori!

LISA: Sì, per rimasticare!

RAGUENEAU: Qui, voi starete bene. Arrivo!

POETI: Confratello! - Aquila degli aromi, si tagliano col coltello! - Oh, Febo rosticciere! - Apollo, chef sublime!

RAGUENEAU: Come mi trovo subito a mio agio, fra le rime!

CIRANO: Parlarle io non ci riesco. Scriverle è meglio, forse. Sì, scappare, salvarmi, non ho altre risorse.

RAGUENEAU: Approfittatevi!

POETI: Oh, ma che buone crêpes! - Specie se c'è appetito! - Passatemi i bigné. - Questa è la prima volta che la lira mi sfama!

RAGUENEAU: Una ricetta in versi: ascoltate che trama.

POETI: Sì, sì, noi ti ascoltiamo. Tu ascolti? - Ore sane!

RAGUENEAU: "Come si fanno i croccantini al marzapane." Qualche uovo monta a parte / quindi ad arte / nella spuma insieme affianca / di cedrata un paio di tratte / e del latte / di mandorla dolce e bianco. / Sull'impasto, beneinteso / bene steso, / nello stampo dei biscotti / lesto incidi con il dito / un graffito / copri tutto a parchi fiotti con la mousse densa / poi versa e dispensa / a frotte appena sfornati / nei profumanti stampini / i divini croccantini mandorlati. (escono)

CIRANO: Voi non siete golosa?

DAMA: Non ho altri difetti…

CIRANO: Ben vengan di monsieur Benserade due sonetti che vi riempio di pasticcini. Vi piacciono i dolcetti chiamati petit-chou?

DAMA: Sì…

CIRANO: Forse vi piaceranno le torte.

DAMA: Oh, rubacuori!

CIRANO: Siate così cortese di mangiar tutto qua fuori, e ritornate solo quando avrete finito. (la Dama esce) Rossana… questo istante è un istante infinito. Che io esista e che respiri vi lascia indifferente. Ma che importa oggi? Dovete dirmi niente?

ROSSANA: Il mio grazie.

CIRANO: Perché?

ROSSANA: Quel visconte, lo sciocco, che giocando di spada fu il vostro balocco, è lui che un gran signore preso di me…

CIRANO: Il conte?

ROSSANA: … pretendeva di impormi per marito.

CIRANO: Bifronte! Per cui ho spadacciato, cugina, coi balocchi, non per un naso ma per i vostri begli occhi?

ROSSANA: E poi vorrei… Però per questa confessione dovrei vedere in voi il fratello d'adozione con cui corsi nel parco e giocai a tric-trac.

CIRANO: Sì, voi venivate tutte le estati a Bergerac. Rossana in gonne corte si chiamava Maddalena…

ROSSANA: Ero graziosa allora?

CIRANO: Come una luna piena.

ROSSANA: Quando vi ferivate ne facevate un dramma, correvate da me. E io da finta mamma, sforzandomi la voce, con l'aria d'esser dura: "Ma che cos'è ancora quest'altra graffiatura?" Oh, impossibile, e qui…? Cos'è? Fate vedere. Mmm, alla vostra età… Com'è, si può sapere?

CIRANO: Giocando, lì, nei pressi della porta di Nesle…

ROSSANA: Ti sei battuto?

CIRANO: Appena una semplice querelle…

ROSSANA: Raccontatemi, mentre io cancello le prove. Uno contro di voi?

CIRANO: Oh, più altri novantanove…

ROSSANA: Vi ascolto!

CIRANO: No, lasciate stare. Ditemi, son curioso, ciò che entrando esitaste a dirmi.

ROSSANA: Adesso oso. Il coraggio mi è dato da un profumo di passato… Sì, oso e mi dichiaro… Sì, amo senza peccato.

CIRANO: Ah…

ROSSANA: Ma lui non lo sa d'altronde…

CIRANO: Ah…

ROSSANA: … per ora.

CIRANO: Ah…

ROSSANA: Ma presto verrà a saperlo se l'ignora.

CIRANO: Ah…

ROSSANA: Un povero ragazzo che fino a qui mi amò timido, da lontano senza parlarmi…

CIRANO: Oh…

ROSSANA: Lasciatemi la mano, sentiamo come sta. Io vidi sulle labbra sue tremar la verità.

CIRANO: Ah…

ROSSANA: E dove, figuratevi, è giusto ora al momento? Sì, cugino carissimo, al vostro reggimento.

CIRANO: Ah…

ROSSANA: E poi è cadetto nella vostra compagnia.

CIRANO: Ah…

ROSSANA: Porta in fronte scritto quello che ha, ossia… fierezza, nobiltà, la sua bellezza…

CIRANO: Sua!

ROSSANA: Che? Cosa avete?

CIRANO: Io? Niente. È… è questa bua. Vi siete mai parlati?

ROSSANA: No, mai.

CIRANO: E lui è cadetto?

ROSSANA: Cadetto nelle guardie.

CIRANO: Il nome, ve l'ha detto?

ROSSANA: È il barone Cristiano de Neuvillette.

CIRANO: Cugina, non è tra noi cadetti.

ROSSANA: Sì, da questa mattina.

DAMA: Signor de Bergerac, finii ciò che mi gusta…

CIRANO: Ah, sì? Bene, leggetevi i versi della busta. (la Dama esce) Mia piccola, che amate le perle nel linguaggio, lo spirito, se fosse un qui pro quo? Un selvaggio?

ROSSANA: No, ciò che dice è raffinato, lo indovino.

CIRANO: Sì, tutto è raffinato, allorché il baffo è fino. E se fosse uno stupido?

ROSSANA: Io ne morrei e presto!

CIRANO: Voi mi avete incontrato solo per dirmi questo? Io non ne vedo molto l'utilità, signora.

ROSSANA: Ah, ieri mi hanno detto qualcosa che mi accora col fatto che voi tutti, tutti siete guasconi nella vostra compagnia…

CIRANO: E siamo solo buoni a provocare i nuovi raccomandati?

ROSSANA: Io ho tanta paura…

CIRANO: Ha ragione…

ROSSANA: Ma io so, vedendovi ieri tener testa a quel bruto, voi invincibile e grande come è sempre accaduto, io so che se voleste che tutti lo rispettassero…

CIRANO: Va bene! Il vostro piccolo barone sta su un cassero.

ROSSANA: Oh, questo vuol dire che lo difenderete? Vi ho sempre conservato un'amicizia tenera.

CIRANO: Sì, sì…

ROSSANA: Voi gli sarete amico?

CIRANO: Lo sarò.

ROSSANA: E mai si batterà in duello?

CIRANO: Giuro, no.

ROSSANA: Oh, vi amo proprio tanto. Rossana vi saluta. Ma non mi raccontaste della battaglia avuta la notte scorsa, un fatto mai successo così… Ditegli che mi scriva. Ah, vi amo…

CIRANO: Sì, sì…

ROSSANA: Cent'uomini contro! Be', vado, addio… Momento di grande amicizia…

CIRANO: Sì, sì…

ROSSANA: Ch'egli mi scriva! In cento! Mi direte più tardi, or più non mi è concesso. Cent'uomini, che coraggio… (esce)

CIRANO: Ho fatto meglio adesso…

CADETTI: Eccolo!! - Bergerac, il poeta, l'aedo! - Sei forte! - Tu sei il più! - Bravo! - Cento allo spiedo! - Battaglia epica, degna del bel tempo che fu! - Stravagante! - E unica! - Omerica, e anche più! - Cirano! - Eroe soltanto nostro! - Ma è ferito! - Capdedious! - Ma no, appena un po' gualcito. - Abbracciami, mordious! - Com'era la baruffa? - Raccontaci del fatto! - Sì, il racconto!

CIRANO: Uffa!!

LE BRET: Ma che cos'hai?

CIRANO: Un bel niente.

LE BRET: Lei ti ha parlato?

CIRANO: No.

LE BRET: Sarà vero?

DE GUICHE: Signore, da quanto dicono e so, con voi io mi felicito per il vostro nuovo exploit. Bravo!

CARBON: E monsignore di bravura ne sa!

DE GUICHE: Non ci avrei mai creduto, se i miei ufficiali in zona non mi avessero giurato d'aver visto…

CUIGY: … di persona…

DE GUICHE: … cento contro uno. Dunque servite il Re qui, coi pazzi guasconi.

CADETTI: Con noi cadetti, sì. - Noi!

DE GUICHE: Aha… Codesti giovani dal piglio rusticano sono dunque i famosi…

CARBON: Cirano!

CIRANO: Capitano…

CARBON: Poiché la compagnia c'è tutta, sarei lieto se voi la presentaste al conte al gran completo. Oggi è d'umore brusco. Ebbene?

CIRANO: Non contateci.

LE BRET: Carbon, posso andar io al suo posto?

CARBON: Andateci.

LE BRET: Son questi i cadetti di Guascogna / di Carbon di Castel-Jaloux, / brigano e mentono… mentono e brigano senza vergogna / tutti più nobili di… più nobili tra che vi fu, / parla il bastone…

CIRANO: Parlano blasone, cuore Borgogna / son questi i cadetti di Guascogna / di Carbon de Castel-Jaloux./ Occhio d'aquila, gamba di cicogna / baffi da gatto, zanne di lupo / caccian la feccia fin nella fogna / vanno adorni del vecchio vigogna / di cui la piuma copre lo sciupo. / Petto in gloria, anima che sogna, / "bucabudella scassacarogna" / è il vezzeggiativo meno cupo. / Ovunque ci sia da grattar rogna / è lì che si danno rendez-vous. / Son questi i cadetti di Guascogna!

CADETTI: Corna ai gelosi, fiamme a Belzebù!

DE GUICHE: Un poeta oggi è un lusso. Voi, da bravo scrittore, volete essere il mio?

CIRANO: Di nessuno, mio signore.

DE GUICHE: Potreste divertire mio zio Richelieu, e io potrei appoggiarvi presso di lui.

LE BRET: Grand Dieu!

DE GUICHE: Voi avete messo in rima cinque atti in sordina?

LE BRET: Sì, ha scritto una tragedia.

DE GUICHE: Titolo?

LE BRET: "Agrippina".

DE GUICHE: Portategliela.

CIRANO: Davvero?

DE GUICHE: È il meglio che può aversi, potrà forse correggervi al più un paio di versi.

CIRANO: Signore, mi è impossibile. Il mio sangue si coagùla solo al pensiero che mi si cambi una virgùla.

DE GUICHE: Siete fiero.

CIRANO: Voi dite? L'avreste rilevato?

CADETTO: Guarda Cirano, questa mattina sul sagrato, che strana selvaggina! Le prede son legittime?

CADETTI: I feltri dei fuggiaschi! - I resti delle vittime!

CUIGY: Colui che ha ordinato il trapestio sarà imbestialito.

BRISSAILLE: Si sa chi è?

DE GUICHE: Son io. Li avevo incaricati di punire, impresa opaca che si attua in gruppo e al buio, una penna ubriaca.

CIRANO: Che ha scritto poemi…

DE GUICHE: Tutte opere infelici.

CIRANO: Signore, se voleste restituirli ai vostri amici…

DE GUICHE: Avete ostacolato col vostro patrocinio i miei progetti, dunque.

CIRANO: Progetti d'assassinio…

SCORTA: Insolente!

CARBON: Fermi, in fodero! Schermaglie da locanda! Allora! Uscite tutti! Via!

DE GUICHE: Signore, una domanda. Avete letto il Don Chisciotte?

CIRANO: Per intero, e mi ritrovo in lui, bizzarro e venturiero.

DE GUICHE: Vogliate meditare, di quel libro medesimo, sul capitolo dei mulini…

CIRANO: … il tredicesimo…

DE GUICHE: … poiché se li si attacca, capita nel cimento…

CIRANO: Io attacco dunque tizi che girano col vento?

DE GUICHE: … che i grandi bracci, in vortice con impeto ribelle, vi scaglino nel fango.

CIRANO: Oppure tra le stelle… (escono tutti tranne Cirano e Le Bret)

LE BRET: Infine converrai…

CIRANO: Così son combinato. Spiacere è il mio piacere. Amo essere odiato.

LE BRET: Se tu lasciassi indietro l'anima moschettiera, la fortuna e la gloria…

CIRANO: Sai dirmi in che maniera? Andar sotto padrone? Cercarmi un protettore? E come oscura edera che ha l'albero tutore, e s'appoggia arrampicandosi e leccandogli la scorza, potrei salir da furbo, e non invece a forza? No, grazie. Dedicare in ogni scartafaccio dei versi ai finanzieri? Mutarsi in un pagliaccio, sperando di vedere, sul labbro di un ministro, lo spasmo di un sorriso un po' men che sinistro? No, grazie. Banchettare ogni giorno da un pidocchio? Avere il ventre logoro dalle marcie, e il ginocchio più prestamente sporco nel punto in cui si flette? Rendermi primatista in dorso-piroette? No, grazie. Riconoscere talento ai dozzinali? Plasmarsi su ogni critica che appare sui giornali? E vivere sognando: "Oh, sento già il mio stile percorrere le bozze del Mercurio mensile"? No, grazie! Fare calcoli? Tremare? Arrovellarsi? Preferire una visita a un paio di versi sparsi? Stendere delle suppliche? O farsi commendare? No, grazie. No, grazie! No, grazie!! Ma cantare, sognare, ridere. Splendido. Da solo, in libertà. Aver l'occhio sicuro, la voce in chiarità. Mettersi se ti va di sghimbescio il cappello, per un sì, per un no, fare un'ode o fare un duello. Fantasticare, a caccia non di gloria o di fortuna, su un viaggio a cui si pensa, sulla luna! Se poi viene il trionfo, ebbene fatti suoi, ma mai, mai diventare un "come tu mi vuoi". E se pur quercia o tiglio davvero non si è… se vuoi proprio non alto, ma farcela da sé.

LE BRET: Di orgoglio e di ironia tu te ne fai un proclama, ma almeno sottovoce dimmelo che non t'ama.

CIRANO: Taci.

CADETTI: Arriva Cirano! - La battaglia! - Il commento!

CIRANO: Più tardi!

CADETTI: No, adesso!

CADETTO: Se non lo sai, sta' attento! Senti, fresco arrivato, ti insegno questo fatto: da noi c'è una cosa da non parlarne affatto, come parlar di corda in casa dell'impiccato…

CRISTIANO: A che?

CADETTO: Guarda un po' me. Adesso sei avvisato.

CRISTIANO: Ah, il na…

CADETTO: No, zitto! Mai usar quel sostantivo, se no è con lui laggiù che giochi a morto o vivo.

CADETTO: Una parola e è fatta! Un accenno sommario, e uscirti il fazzoletto è estrarre il tuo sudario.

CRISTIANO: Capitàno?

CARBON: Signore…

CRISTIANO: Che far quando si trova qualche meridionale spaccone?

CARBON: Gli si prova che anche al nord si può aver coraggio!

CRISTIANO: È vero…

CADETTI: Finalmente il racconto! - Il racconto per intero!

CIRANO: Andavo a mezzanotte verso porta di Nesle. La luna luccicava, come orologio in ciel. A un tratto, non so come, un orologiaio ripassa sbuffi di cotone di nubi sulla cassa d'argento che ricopre questo quadrante tondo: si fece una notte tra le più nere del mondo. I vicoli erano bui, notte nera di raso… Mordious! Non si vedeva lontano più…

CRISTIANO: …del naso!

CIRANO: Chi è che è quello là, che vuole?

CADETTI: Nuova lama. - Arrivato stamane.

CIRANO: Stamane?

CARBON: E si chiama messer Cristiano de Neuvill…

CIRANO: Ah! Bene. Ho capito. Dicevo che… Mordious!… Non si vedeva un dito. Camminavo, dicendomi che un misero pezzente mi avrebbe compromesso agli occhi di un potente, che avrebbe pensato…

CRISTIANO: … certo al naso!

CIRANO: Alla vendetta. Dicevo alla vendetta. E che insomma nella maretta stavo ficcando…

CRISTIANO: … il naso!

CIRANO: La lingua! tra l'incudine e il martello, che il principe come di consuetudine si sarebbe attaccato…

CRISTIANO: … al naso!

CIRANO: Al cavillo! Mi confortavo: "Vai, guascone, vai tranquillo." Avanzo, e tutt'a un tratto mi trovo…

CRISTIANO: … naso a naso…

CIRANO: Faccia a faccia!! Sì! Con cento tetre facce da evaso che sentivano…

CRISTIANO: … a pieno naso…

CIRANO: … di cipolle e di vinaccia! Mi butto fronte bassa…

CRISTIANO: … naso al vento…

CIRANO: E via in caccia! Ne infilzo due in un colpo. Uno l'impalo vivo. Uno scappa, l'inseguo. Se non lo arrivo…

CRISTIANO: … scrivo!

CIRANO: Tuoni e saette! Uscite!! Uscite, via, lasciatemi con quest'uomo!

CADETTI: La tigre s'è svegliata! - È andata! - Lo troveremo a fette! - Che fine, poveraccio! - Briciole di cadetto!

CARBON: Sventura! (escono tranne Cirano e Cristiano)

CIRANO: Un bell'abbraccio!

CRISTIANO: Signore…

CIRANO: Coraggioso!

CRISTIANO: È matto?

CIRANO: Uno zolfanello?

CRISTIANO: Voi mi direte…

CIRANO: Abbracciami! Io sono suo fratello!

CRISTIANO: Di chi!

CIRANO: Ma di lei.

CRISTIANO: Eh?

CIRANO: Ma di Rossana.

CRISTIANO: Eterno Iddio… Il fratello?

CIRANO: O simile… Cugino, ma fraterno.

CRISTIANO: Lei vi ha…

CIRANO: Detto tutto.

CRISTIANO: Dunque m'ama?

CIRANO: Probabile.

CRISTIANO: Felice di conoscere un uomo inimmaginabile!

CIRANO: Questo si chiama sentimento repentino!

CRISTIANO: Eh, scusatemi…

CIRANO: È proprio bello il bambolino. Aspetta per stasera una lettera da te.

CRISTIANO: Ah no! Questo è impossibile.

CIRANO: Impossibile? Perché?

CRISTIANO: Perché… eh… Sono sciocco, da morirne di vergogna.

CIRANO: Ma no che non lo sei, se te ne fai rampogna. E poi non lo sembravi nel prendermi a bersaglio.

CRISTIANO: Ma si trovan le parole, andando allo sbaraglio! Sì, ho un certo spirito, di stampo militare, ma quando c'è una donna non riesco più a parlare. Certo, quando mi guarda una donna si scirocca…

CIRANO: E l'aria cambia subito appena che apri bocca.

CRISTIANO: Non so parlar d'amore.

CIRANO: Io lo saprei, però chi è che nel guardarmi ci crederebbe un po'?

CRISTIANO: Riuscire a dire "corpo" al posto di "carcassa"…

CIRANO: Un piccolo grazioso moschettiere che passa…

CRISTIANO: Rossana è preziosa, nell'animo e nel gesto. Mi manca un po', si dice, l'eloquio…

CIRANO: Te lo presto! Tu prestami il tuo fascino vincente, forte e ganzo, e facciamo di noi due un eroe da romanzo!

CRISTIANO: Che?

CIRANO: Dimmi, ce la fai a imparare le lezioni che ogni giorno avrai da me?

CRISTIANO: Tu mi proponi…?

CIRANO: Poiché tu temi solo di raffreddarle il cuore…

CRISTIANO: Ma Cirano!

CIRANO: Cristiano! Vuoi?

CRISTIANO: Il mio timore… hai gli occhi che ti brillano!

CIRANO: Vuoi?!

CRISTIANO: Questo ti farebbe così tanto piacere?

CIRANO: Questo… sì, mi divertirebbe! È un'esperienza che può tentare i poeti. Vuoi completarmi, e vuoi che io ti completi? Tu avanti e io nell'ombra della tua stupidità, io sarò il tuo genio e tu sarai la mia beltà.

CRISTIANO: Ma la lettera invece che lei aspetta al più presto io non riuscirei mai…

CIRANO: È scritta, qui c'è il testo.

CRISTIANO: Come?

CIRANO: Manca la firma, il resto era già pronto.

CRISTIANO: Io…

CIRANO: Puoi spedirla impavido, è buona a ogni buon conto. Prendila. C'è sempre, in una tasca come la mia, qualche parola ardente figlia di un'utopia. E prendila, che aspetti? C'è eloquio sacrosanto.

CRISTIANO: Si adatterà a Rossana?

CIRANO: Perfetta come un guanto.

CRISTIANO: Ma…

CIRANO: La credulità dell'amor proprio è tale che lei si crederà destinataria ideale.

CRISTIANO: Amico mio!

CADETTO: Incredibile, assurdo, sorprendente! Si può parlare del tuo naso liberamente!

 

 

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