Monty Python's Flying Circus

di Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin.

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SKETCH 11-20

  1. Io dottore

  2. Il negozio di formaggi

  3. Comprare un letto

  4. Un uomo con un registratore nel naso

  5. Le foto di zio Ted

  6. Il contrabbandiere

  7. Scena del farmacista

  8. Clinica della discussione

  9. Il ministero del portamento idiota

  10. Déjà Vu


  11.  
     
  1. Io dottore

  2. Dottore
    Signor Bortoletto
    Moglie di Bortoletto
    Suora
    Infermiera

    (Bortoletto e sua moglie sono in sala d'aspetto all'ospedale)
    DOTTORE: (entra e chiama il paziente di turno) Signor Bortoletto?
    BORTOLETTO: (si alza) Io, dottore.
    DOTTORE: No! IO dottore, lei Signor Bortoletto.
    BORTOLETTO: (indica la moglie) Mia moglie, dottore...
    DOTTORE: No! Sua moglie paziente.
    SUORA: (entra e si rivolge a Bortoletto) Venga con me, prego.
    BORTOLETTO: Io, sorella?
    DOTTORE: No! (indica la suora) LEI sorella, IO dottore, lei Signor Bortoletto.
    INFERMIERA: (entra e chiama il dottore) Dottor Zampa?
    DOTTORE: Io, infermiera... (riflette, poi indica la suora) Lei Signor Bortoletto, (indica Bortoletto) lei sorella, (indica l'infermiera) lei dottore.
    SUORA: No, dottore.
    DOTTORE: No dottore, chiamate l'ambulanza, tenete al caldo.
    INFERMIERA: Beve, dottore?
    DOTTORE: Bevo dottore, mangi sorella, cuoce Signor Bortoletto, curate me!
    INFERMIERA: Lei, dottore?
    DOTTORE: IO dottore!! (indica Bortoletto) Lei Signor Bortoletto. (indica l'infermiera) Lei infermiera!
    BORTOLETTO: Ma mia moglie, infermiera...
    DOTTORE: Sua moglie no infermiera! (indica l'infermiera) LEI infermiera, sua moglie paziente. Sia paziente, lei infermiera sua moglie. Io dottore, tu Bercolosi, lei Acùla, io Gurt, lei Popotamo, loro Logio. IO dottore!
     
  3. Negozio di formaggi

  4. Pustertaler (proprietario del negozio)
    Suonatore di Bouzouki (tipico strumento a corde greco)
    Danzatori
    Cliente erudito

    CLIENTE: (entra nel nel negozio di formaggi di Carlo Pustertaler. In un angolo c'è un suonatore di bouzouki che suona e due danzatori che danzano) Buon giorno.
    PUSTERTALER: (entusiasta) Buongiorno signore, benvenuto all'Emporio Nazionale del Formaggio!
    CLIENTE: Ah, grazie, buon uomo.
    PUSTERTALER: Cosa posso fare per lei, signore?
    CLIENTE: Be', me ne stavo, mm, assiso alla pubblica biblioteca di via Grandis poco addietro, sfogliucchiando il "Mastro Don Gesualdo" di Giovanni Verga, e tutt'a un tratto ho accusato un qual languorino.
    PUSTERTALER: Languorino signore?
    CLIENTE: Ghiottoneria.
    PUSTERTALER: Eh?
    CLIENTE: Ehm, tenev' famm'. (Ah wor 'ungry-loike)
    PUSTERTALER: Ah, fame!
    CLIENTE: In parole povere. E ho pensato tra me e me, "un po' di caglio stagionato farà al caso", così, ho ammainato le mie attività verghiane, ho fatto una sortita e mi sono infiltrato nel vostro posto di approvigionamento per negoziare la vendita di qualche commestibile caseario.
    PUSTERTALER: (Non ha capito)... Di nuovo?
    CLIENTE: Voglio comprare del formaggio.
    PUSTERTALER: Oh, pensavo che si stesse lamentando del suonatore di bouzouki!
    CLIENTE: Oh, il cielo mi perdoni: sono uno che gode di tutte le manifestazioni della musa tersicorea!
    PUSTERTALER: Scusi?
    CLIENTE: Ooh, questa musica me piace assai! ('Ooo, Ah lahk a nice tuune, 'yer forced too)
    PUSTERTALER: Allora può continuare a suonare?
    CLIENTE: Ben certamente! Adesso dunque, del formaggio, mio buon uomo.
    PUSTERTALER: (vigorosamente) Certo, signore. Cosa preferisce?
    CLIENTE: Be', ehm, che ne dice di un po' di Provolone.
    PUSTERTALER: Ehm, temo che abbiamo appena finito il Provolone, signore.
    CLIENTE: Oh, non importa. Come siete con lo Stracchino?
    PUSTERTALER: Purtroppo non ce l'abbiamo mai alla fine della settimana, signore, ci arriva fresco il lunedì.
    CLIENTE: Mm mm. Nessun problema. Bene, valoroso gentiluomo, due etti di Fontina, per cortesia.
    PUSTERTALER: Ah! È in ordinazione, signore, da due settimane. L'aspettavamo questa mattina.
    CLIENTE: Non è il mio giorno fortunato, vero? Aah, Bel Paese?
    PUSTERTALER: Spiacente, signore.
    CLIENTE: Mozzarella?
    PUSTERTALER: Normalmente sì, signore. Oggi il furgoncino si è rotto.
    CLIENTE: Ah. Montasio?
    PUSTERTALER: Spiacente.
    CLIENTE: Emmenthal? Gruviera?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Un Quartirolo Lombardo, possibilmente.
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Fontal?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Asiago?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Robiola?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Pecorino?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Ricotta?
    PUSTERTALER: (pausa) No.
    CLIENTE: Caprino?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Scamorza?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Brie, Roquefort, Raclette, Buchette, Savoyard, Bleu, Livarot, Cantal, Beaufort?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Camembert, forse?
    PUSTERTALER: Ah! Abbiamo il Camembert, sissignore.
    CLIENTE: (sorpreso) L'avete! Eccellente.
    PUSTERTALER: Sissignore. È... ah, ... è un po' andato...
    CLIENTE: Oh, mi piace 'andato'.
    PUSTERTALER: Be', è molto andato, in realtà, signore.
    CLIENTE: Nessun problema. Prendiam di qua il fromage de la Belle France! Mmmha!
    PUSTERTALER: Io... penso che sia più andato di quanto le piaccia, signore.
    CLIENTE: Non m'importa quanto cazzo è andato. Porgetelo a tutta velocità.
    PUSTERTALER: (guarda dietro il bancone) Oooooooooooooohhh...!
    CLIENTE: Che succede?
    PUSTERTALER: Il gatto se l'è mangiato, signore.
    CLIENTE: (pausa) Il gatto.
    PUSTERTALER: Gatta, in realtà.
    CLIENTE: (pausa) Caciocavallo?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Crescenza?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Burrino?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Canestrato?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Furmaggiu du quagliu?
    PUSTERTALER: No, signore.
    CLIENTE: Voi... avete del formaggio, vero?
    PUSTERTALER: (fiero) Naturalmente, signore. È un negozio di formaggi, signore. Abbiamo -
    CLIENTE: No no... non me lo dica. Amo indovinare.
    PUSTERTALER: D'accordo.
    CLIENTE: Uuuuh, Pustertaler.
    PUSTERTALER: Sì?
    CLIENTE: Ah, bene, un po' di quello!
    PUSTERTALER: Oh! Pensavo che mi stesse chiamando, signore. Pustertaler è il mio nome.
    CLIENTE: (pausa) Feta greca?
    PUSTERTALER: Uh, quella no.
    CLIENTE: Uuh, Gorgonzola?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Casareccio.
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Toma.
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Casu Spiattatu.
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Pampanella.
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Formaio Embriago?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Formai de Mut dell'Alta Val Brembana?
    PUSTERTALER: Non oggi, signore, no.
    CLIENTE: (pausa) Aah, e il Parmigiano?
    PUSTERTALER: Be', non è molto richiesto da queste parti, signore.
    CLIENTE: Non molto richie- È il formaggio più popolare del pianeta!
    PUSTERTALER: Non da queste parti, signore.
    CLIENTE: (pausa) E qual è il formaggio più popolare di codeste parti?
    PUSTERTALER: Il Raschera, signore.
    CLIENTE: Lo È.
    PUSTERTALER: Oh, sì, è strabiliantemente popolare in questa signoria, messere.
    CLIENTE: Lo è.
    PUSTERTALER: È il nostro numero uno nelle vendite, signore!
    CLIENTE: Capisco. Ehm... Raschera, eh?
    PUSTERTALER: Sì, signore.
    CLIENTE: Va bene. Okay. "Ne avete?" chiese, aspettando la risposta "No".
    PUSTERTALER: Do un'occhiata, signore... nnnnnnnnnnnno.
    CLIENTE: Non è un gran negozio di formaggi, vero?
    PUSTERTALER: Il migliore della città!
    CLIENTE: (annoiato) Spieghi la logica che la conduce a questa conclusione.
    PUSTERTALER: Be', è molto pulito.
    CLIENTE: Di sicuro non è contaminato dal formaggio...
    PUSTERTALER: (fieramente) Non mi ha chiesto del Taleggio, signore.
    CLIENTE: Ne varrebbe la pena?
    PUSTERTALER: Potrebbe...
    CLIENTE: Ha del - SMETTETELA CON QUEL DANNATO BOUZOUKI!
    PUSTERTALER: Gliel'avevo detto signore...
    CLIENTE: (lentamente) Ha del Taleggio?
    PUSTERTALER: No.
    CLIENTE: Ovvio. Prevedibile, suppongo. Era un atto di puro ottimismo porre la domanda. Mi dica.
    PUSTERTALER: Sì, signore?
    CLIENTE: Avete effettivamente un qualsiasi tipo di formaggio qui?
    PUSTERTALER: Sì, signore.
    CLIENTE: Davvero?
    PUSTERTALER: (pausa) No. In realtà no, signore.
    CLIENTE: Non ne avete.
    PUSTERTALER: No, signore. Neanche una crosta. Stavo deliberatamente buttando il suo tempo, signore.
    CLIENTE: Bene, mi dispiace ma dovrò spararle.
    PUSTERTALER: Sì, signore.
    CLIENTE: (tira fuori una pistola e spara al negoziante) Che assurdo spreco della vita umana.
     
  5. Comprare un letto

  6. Marito
    Moglie
    Lambert (commesso)
    Veriti (commesso)
    Direttore del negozio
    Impiegato del negozio

    (Uno sposo ed una sposa novelli, lei in braccio a lui, attraversano la platea di corsa ed entrano in un negozio)
    MARITO: Buongiorno, mia moglie ed io vorremmo comprare un letto.
    LAMBERT: Certo, signore, le chiamo qualcuno che possa aiutarla.
    MARITO: Grazie.
    LAMBERT: (chiama) Veriti!
    VERITI: (al Marito) Posso aiutarla, signore?
    MARITO: Sì, vorremmo un letto, un letto a due piazze, e mi chiedevo se ne avete uno per circa 400 Euro.
    VERITI: Oh no, ho paura di no, signore. Il nostro letto meno caro è da 6.000 Euro.
    MARITO: Seimila Euro?!
    LAMBERT: (prende da parte gli sposi) Mi scusi, signore, ma prima di andarmene avrei dovuto dirle che il signor Veriti tende ad esagerare. Ogni cifra che le dice è dieci volte più alta del reale.
    MARITO: Ho capito.
    LAMBERT: Per il resto è completamente normale. (se ne va)
    MARITO: Ho capito. (torna da Veriti) Ehm... Il matrimoniale meno caro costa dunque 600 Euro?
    VERITI: Seimila Euro, sì, signore.
    MARITO: Bene. E quanto è lungo?
    VERITI: È lungo venti metri.
    MARITO: Sì... (sottovoce alla moglie sbalordita) Due metri, capisci. (a Veriti) ... e la larghezza?
    VERITI: La larghezza... ehm... un momento. Lambert, quanto è largo il Confort Majorette?
    LAMBERT: Ah. Sessanta centimetri.
    MARITO: Sessanta centimetri?
    VERITI: Sì, (a parte) tenendo conto naturalmente che deve moltiplicare tutto quello che Lambert dice per tre. Non può farci niente, capite. Ma per il resto è assolutamente normale.
    MARITO: Ho capito, mi scusi.
    VERITI: Significa che se dice che un letto è largo sessanta centimetri, in realtà è largo diciotto metri, d'accordo?
    MARITO: Sì, capisco.
    VERITI: Il materasso non è compreso, naturalmente.
    MARITO: Quanto viene quello?
    VERITI: Lambert saprà dirvelo. Lambert! Puoi mostrare a questi venti signori le cucce, per favore?
    MARITO: Cucce? No, no, i materassi!
    VERITI: (a parte) Mi dispiace, deve dire "cucce" a Lambert, perché se dice "materasso", lui si mette un sacchetto in testa. Avrei dovuto spiegarglielo. Ma per il resto è assolutamente normale.
    MARITO: Oh. Ah. Va bene. (a Lambert) Ehm, mi scusi, può mostrarci le cucce, per favore, hm?
    LAMBERT: Cucce?
    MARITO: Sì, vogliamo vedere le cucce, hm.
    LAMBERT: Ah sì, al reparto animali, secondo piano.
    MARITO: No, no, no, vogliamo vedere le CUCCE.
    LAMBERT: (irritato) Sì, SECONDO PIANO.
    MARITO: No, non vogliamo vedere le cucce, è solo che il signor Veriti ha detto...
    LAMBERT: Oh Dio, cosa vi ha detto adesso?
    MARITO: Be', ha detto che avremmo dovuto dire "cucce" al posto di "materassi". (Lambert si mette un sacchetto di carta in testa) Oddio. (chiama Veriti) Scusi? Scusi?
    VERITI: (arrivando) Avete detto "materasso"?
    MARITO: Be', sì, ehm...
    VERITI: Vi avevo chiesto di non dire "materasso", no? Adesso devo entrare nella cassa del tè. (entra nella cassa del tè e canta - NdT una canzone a piacere, che dopo possa essere cantata anche dal pubblico)
    DIRETTORE: (entrando) Qualcuno ha detto materasso a Lambert? (Veriti indica il marito continuando a cantare. Il direttore entra nella cassa del tè e canta assieme a Veriti, finché Lambert si toglie il sacchetto dalla testa. Il direttore esce dopo aver puntato un dito di ammonizione agli sposi)
    VERITI: Adesso dovrebbe andare bene, ma voi non, capito... non! (esce)
    MARITO: Oh, no, no. Ehm, vorremmo vedere le, le cucce, per favore.
    LAMBERT: Sì, secondo piano.
    MARITO: No, no, guardi, queste (indica un materasso) cucce qui, vede?
    LAMBERT: I materassi?
    MARITO: Oh (indietreggia) ... sì.
    LAMBERT: Be', se voleva dire materassi, perché non ha detto materassi? Voglio dire, è molto difficile per me, se lei viene a dirmi cucce quando vuole vedere dei materassi. Perché non ha detto semplicemente materassi?
    MARITO: Ma insomma, si è messo un sacchetto in testa l'ultima volta che ho detto materassi! (Lambert si rimette il sacchetto in testa. Veriti rientra, sospirando, e salta nella cassa. Il direttore entra e si unisce, cantano. Un altro impiegato entra)
    IMPIEGATO: Qualcuno ha detto materasso a Lambert?
    VERITI: Due volte.
    IMPIEGATO: Ehi, gente, qualcuno ha detto materasso a Lambert, due volte! (l'impiegato, lo sposo e la sposa si uniscono alla terapia)
    VERITI: Non funziona. Abbiamo bisogno di aiuto! (fa cantare anche il pubblico. Al culmine del coro, Lambert si toglie il sacchetto dalla testa e tutti si rilassano)
    LAMBERT: Posso aiutarvi?
    MOGLIE: Vogliamo un materasso. (Lambert immediatamente si rimette in testa il sacchetto)
    TUTTI: No! Perché l'hai detto? Perché l'hai detto?
    MOGLIE: (strillando) Ma è la mia unica battuta! (piange, mentre tutti saltellano fuori)
     
  7. Un uomo con un registratore nel naso

  8. Annunciatore
    Uomo elegante
    Fratello dell'uomo elegante

    ANNUNCIATORE: E ora qualcosa di completamente diverso. Un uomo con un registratore nel naso. (entra l'uomo in abito elegante. Mostra bene il dito, poi lo infila su per il naso. Sentiamo la Marsigliese. Toglie il dito e la musica si ferma. Mette il dito nell'altra narice, e sentiamo il suono del nastro riavvolto. Di nuovo si mette il dito nella prima narice e sentiamo di nuovo la Marsigliese. Si inchina. Applausi.) Ed ora un uomo con un registratore nel naso del fratello. (Stesso uomo, ora in compagnia del fratello. Mostra bene il dito e lo infila nel naso del fratello. Sentiamo la Marsigliese. Toglie il dito e lo infila nell'altra narice. Sentiamo il suono del nastro che riavvolge.) Ed ora in stereo. (L'uomo mette contemporaneamente un dito nella sua narice ed uno dell'altra mano nella narice del fratello. Sentiamo ora due registrazioni della Marsigliese, leggermente sfasate. Applausi)
     
  9. Le foto di zio Ted

  10. Vecchietta
    Donna (badante)
    Ximinez
    Biggles
    Fang

    (Una vecchietta e una giovane donna sedute nel soggiorno. La vecchietta tira fuori con amore delle foto da una scatola e le passa alla donna, che le strappa tutte senza che la vecchietta se ne accorga minimamente)
    VECCHIETTA: Questo è lo zio Ted di fronte alla casa. (passa la foto e la donna la strappa) Questo è lo zio Ted dietro la casa. (id.) Questo è lo zio Ted di fianco alla casa. (id.) Questo è lo zio Ted, di nuovo di fronte alla casa, ma qui si può vedere il fianco della casa. (id.) E questo è lo zio Ted ancora più vicino al fianco della casa, ma si può ancora vedere il davanti. (id.) Questo è il retro della casa, con lo zio Ted che gira attorno al fianco verso il davanti. (id.) E questa è l'Inquisizione Spagnola che si nasconde dietro il garage. (la donna prende la fotografia dando il primo segno di interesse)
    DONNA: Oh. Non mi aspettavo l'Inquisizione Spagnola. (ACCORDO DRAMMATICO - La porta si spalanca ed entrano Ximinez, Biggles e Fang)
    XIMINEZ: Nessuno si aspetta l'Inquisizione Spagnola! (buio. Voce: "Nei primi anni del sedicesimo secolo, per combattere la crescente ondata di dissidenza religiosa, il Papa diede al Cardinale Ximinez mandato per muoversi senza sosta od ostacoli per ogni paese, in un regno di violenza, terrore e torture, nei migliori cinema! Questa era l'Inquisizione Spagnola." Luce. I cardinali trascinano la vecchietta nelle segrete e la incatenano al muro)
    XIMINEZ: Bene, anziana donna! Sei accusata di eresia a tre titoli. Eresia di pensiero, eresia di parola, eresia di gesto ed eresia di azione. Quattro titoli. Confessi?
    VECCHIETTA: Non capisco di cosa sono accusata.
    XIMINEZ: Ha! Allora te lo faremo capire noi! Biggles! Prenda... I CUSCINI! (ACCORDO DRAMMATICO - Biggles prende due comuni cuscini moderni)
    BIGGLES: Eccoli, signore.
    XIMINEZ: Ora, anziana donna, hai un'ultima possibilità. Confessa l'infame peccato di eresia, rigetta le opere del demonio - DUE ultime possibilità. E sarai libera - TRE ultime possibilità. Hai tre ultime possibilità, la natura delle quali ho divulgato nella mia precedente enunciazione.
    VECCHIETTA: Non so di cosa stiate parlando.
    XIMINEZ: Bene! Se è questo che vuoi - Cardinale! Colpitela con i soffici cuscini! (Bigglies esegue questa patetica tortura)
    XIMINEZ: Confessa! Confessa! Confessa!
    BIGGLES: Non sembra nuocerle, signore.
    XIMINEZ: Ha controllato l'imbottitura?
    BIGGLES: Sì signore.
    XIMINEZ: (gettando via i cuscini) Hm! È una dura! Cardinale Fang! Prenda... LA POLTRONA SOFFICIONA! (ACCORDO DRAMMATICO - faccia terrorizzata di Fang)
    FANG: La... Poltrona Sofficiona? (Biggles tira dentro una poltrona - davvero raffinata)
    XIMINEZ: Così pensi di essere forte perché riesci a resistere ai cuscini. Bene, vedremo. Biggles! Mettetela sulla poltrona sofficiona! (la spingono rudemente sulla poltrona)
    XIMINEZ: (con uno sguardo crudele) Adesso, starai sulla Poltrona Sofficiona fino all'ora di pranzo, con solo una tazza di tè alle undici. (a parte, a Biggles) È tutto, vero?
    BIGGLES: Sì signore.
    XIMINEZ: Già. Immagino che sia ancora peggio se gridiamo molto forte, no? Confessa, donna. Confessa! Confessa! Confessa! Confessa!
    BIGGLES: Confesso!
    XIMINEZ: Non tu!!
    (la versione manga dell'Inquisizione Spagnola)
     
  11. Il contrabbandiere

  12. Ufficiale di dogana
    Uomo (contrabbandiere di orologi svizzeri)
    Prete
    Poliziotti

    (Scena: una dogana. Un uomo dall'aria molto sospetta cerca di passare con una valigia)
    UFFICIALE: (mostra un avviso) Ha letto questo, signore?
    UOMO: No. Oh! Sì, sì, sì!
    UFFICIALE: Niente da dichiarare?
    UOMO: Sì. No! No, no, no! Niente da dichiarare, no. Niente nella mia valigia, no...
    UFFICIALE: Niente orologi, macchine fotografiche, radio?
    UOMO: Oh sì, quattro orologi... No! No, no, no! Uno, un orologio... No! No! Neanche un orologio! No, nessun orologio, nessun orologio. Nessun orologio di precisione, no.
    UFFICIALE: In che paese è stato, signore?
    UOMO: Svizzera. Ehm, no! No! Non la Svizzera! Ehm... non la Svizzera, cominciava con la S ma non era la Svizzera... oh cosa poteva essere? Ho una memoria terribile per i nomi. Qual è quel paese dove non fanno assolutamente orologi?
    UFFICIALE: Spagna?
    UOMO: Spagna! Quella. Spagna, sì, mm.
    UFFICIALE: L'etichetta dice "Zurigo", signore.
    UOMO: Sì, be'... era la Spagna allora.
    UFFICIALE: Zurigo è in Svizzera, signore.
    UOMO: Svizzera, sì mm... mm... sì.
    UFFICIALE: Svizzera - dove fanno gli... orologi.
    UOMO: Oh, avete un bel baracchino qui...
    UFFICIALE: Avete, mm, della valuta svizzera, signore?
    UOMO: No, solo gli orologi. Ehm! Solo il mio orologio, ehm il mio cronometro, ho cronometrato la mia valuta, ho guardato e non ne ho più.
    UFFICIALE: Ne siamo sicuri? (una sveglia suona dentro la valigia; l'uomo ci sbatte la mano contro, senza successo) Ha una sveglia lì dentro, signore?
    UOMO: No, no, cielo, no... solo maglioni! (batte sulla valigia e la sveglia si ferma)
    UFFICIALE: Sembrava un po' una sveglia che suona.
    UOMO: Be' non può essere... dev'essere stato un maglione, ehm, che suonava.
    UFFICIALE: Che suonava. (diverse pendole cominciano a suonare nella valigia. L'uomo ci batte disperatamente contro)
    UOMO: (melodrammatico) E va bene, confesso! Sono un contrabbandiere! La valigia è piena zeppa di orologi svizzeri. Ho deliberatamente cercato di raggirare la Finanza dello Stato. Sono un povero stolto!
    UFFICIALE: (impassibile) Non le credo, signore.
    UOMO: (stupito) È vero. Sono, ehm, colpevole di contrabbando.
    UFFICIALE: (severo) Non mi faccia ridere... non riuscirebbe a contrabbandare un pezzo di carta velina, figurarsi una valigia piena di orologi.
    UOMO: (offeso) Cosa dice! Ho già contrabbandato orologi, sa? Ho contrabbandato armi, telecamere, microfilm, componenti d'aereo, dica una cosa e io l'ho contrabbandata!
    UFFICIALE: Passi avanti per favore, ci fa solo perdere tempo... passi avanti.
    UOMO: Guardi! (apre la valigia a mostrare che è imbottita di orologi e pendole) Guardi, guardi qua!
    UFFICIALE: Senta, per quel che ne so, lei può averli comprati qua prima di partire per la Svizzera.
    UOMO: Cosa? Non avrei comprato duemila orologi!
    UFFICIALE: La gente lo fa! Ora chiuda la sua valiga e passi avanti, per favore, su. Non ci faccia perdere tempo, stiamo cercando di prendere i veri contrabbandieri. Avanti.
    UOMO: (gridando) Sono un vero contrabbandiere! Sono un contrabbandiere! Voi non capite, sono un contrabbandiere, un fuorilegge... un contrabbandiere! (viene portato via a forza. Il passeggero successivo è un prete)
    PRETE: Pover'uomo. Credo che abbia bisogno di aiuto.
    UFFICIALE: Bene, basta con le spiritosaggini, padre. Entri nella sala perquisizioni e si spogli.
     
  13. Scena del farmacista

  14. Farmacista
    Cliente con la sifilide
    Cliente con i brufoli
    Cliente con un gran seno
    Cliente con la flatulenza
    Portavoce del gruppo teatrale
    Ragazza
    Poliziotto

    (delle persone sono sedute in attesa in farmacia. Il farmacista appare con i loro preparati in mano)
    FARMACISTA: Bene. Ho alcune delle vostre prescrizioni qui. Chi ha la sifilide? (nessuno reagisce)... Avanti, chi ha la sifilide... avanti... (un uomo timidamente alza la mano) ... ecco a lei. (lancia il pacchetto all'uomo) Chi ha i brufoli sulle chiappe... brufoli sul culetto... (lancia la scatola a quello che ha alzato la mano) Chi ha un'irritazione al petto? (una donna con un gran seno alza la mano) Devo prendere una bottiglia più grande. Chi ha la flatulenza? (un uomo isolato da tutti alza la mano) To'. (entra un portavoce)
    PORTAVOCE: Ci scusiamo con il pubblico per la bassa qualità di questa scena. Non è abitudine del gruppo fare del facile umorismo con parole come chiappe, mutandine, piselli o pipì. (risate da dietro le quinte) Shhh! Queste sono le parole da non usare più in questo spettacolo. (mostra cartelli o diapositive con le seguenti parole censurate: CH*APPE, C*LETTO, S*FILIDE, M*TANDINE, P*P*', SEMPRINI)
    RAGAZZA: Semprini?
    PORTAVOCE: (indicando l'uscita) Fuori! (escono entrambi)
    FARMACISTA: Bene, chi ha i brufoli sul Semprini? (entra un poliziotto e lo porta via)
     
  15. Clinica della discussione

  16. Uomo
    Segretaria
    Barnard (professionista)
    Vibrating (professionista)
    Lamentatore (professionista)
    Spreaders (professionista)

    UOMO: Ehm, vorrei avere una discussione, per favore.
    SEGRETARIA: Certo. È già stato qua?
    UOMO: No, è la prima volta che vengo.
    SEGRETARIA: Ho capito. Bene, vuole solo una discussione o pensava di fare un corso?
    UOMO: Be', quanto costa?
    SEGRETARIA: Sono venti Euro per una discussione di cinque minuti, ma solo 200 Euro per un corso di dieci lezioni.
    UOMO: Be', penso che sia meglio se comincio con una e vedo come va.
    SEGRETARIA: Bene. Allora vedo chi è libero al momento. Il signor DeBakey è libero, ma è un po' conciliatorio. Ah sì, provi il signor Barnard, stanza 12.
    UOMO: Grazie. (va giù per il corridoio, apre la porta)
    BARNARD: COSA VUOI?
    UOMO: Be', mi hanno detto qua fuori che...
    BARNARD: Non dire cazzate, viscida montagna di cacca di struzzo!
    UOMO: Cosa?
    BARNARD: Chiudi quella piaga purulenta, checca! Quelli come te mi danno il vomito, balordo altezzoso maleodorante pervertito!
    UOMO: Guardi, SONO VENUTO QUI PER UNA DISCUSSIONE, e non resterò qui a...!!
    BARNARD: (gentile)Oh, mi scusi, qui è Insulti.
    UOMO: Oh, ah, be', questo spiega tutto.
    BARNARD: Vada alla porta 12A, subito qua a destra.
    UOMO: Oh, grazie mille. Mi scusi.
    BARNARD: Di niente. (tra sé) Stupido fetente! (l'uomo bussa all'altra porta)
    VIBRATING: Avanti.
    UOMO: Ah, è questa la stanza per le discussioni?
    VIBRATING: ... Gliel'ho già detto.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto.
    UOMO: Quando?
    VIBRATING: Poco fa.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto!
    UOMO: Non me l'ha detto!
    VIBRATING: Le dico che gliel'ho detto!
    UOMO: Non me l'ha detto!!
    VIBRATING: Ah, mi scusi solo un momento. È la discussione da cinque minuti o la mezz'ora piena?
    UOMO: Oh, ah, (capisce, si siede) solo i cinque minuti.
    VIBRATING: Ah, grazie (scrive). Comunque, gliel'ho detto.
    UOMO: È sicuro che non me l'ha detto.
    VIBRATING: Guardi, chiariamo le cose, io gliel'ho decisamente detto.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto.
    UOMO: Non me l'ha detto.
    VIBRATING: Gliel'ho detto.
    UOMO: Non l'ha detto.
    VIBRATING: L'ho detto.
    UOMO: Oh, senta, questa non è una discussione.
    VIBRATING: Sì lo è.
    UOMO: No non lo è. È solo contraddizione.
    VIBRATING: No non lo è.
    UOMO: Lo è!
    VIBRATING: Non lo è.
    UOMO: Guardi, mi ha appena contraddetto.
    VIBRATING: Non l'ho fatto.
    UOMO: Oh, l'ha fatto!!
    VIBRATING: No, no, no.
    UOMO: L'ha fatto proprio adesso.
    VIBRATING: Sciocchezze!
    UOMO: Oh, questo è puerile!
    VIBRATING: No non lo è.
    UOMO: Sono venuto qui per una buona discussione.
    VIBRATING: No non l'ha fatto; no, è venuto qui per una discussione.
    UOMO: Una discussione non è solo contraddizione.
    VIBRATING: Può esserlo.
    UOMO: No non può. Una discussione è una serie consecutiva di affermazioni intese a stabilire una proposizione.
    VIBRATING: No non lo è.
    UOMO: Sì lo è! Non è solo contraddizione.
    VIBRATING: Guardi, se discuto con lei, devo prendere una posizione contraria.
    UOMO: Sì, ma non è dicendo solo "No non lo è".
    VIBRATING: Sì lo è!
    UOMO: No non lo è! La discussione è un processo intellettuale. La contraddizione è solo la negazione automatica di ogni affermazione che l'altro fa. (breve pausa)
    VIBRATING: No non lo è.
    UOMO: Lo è.
    VIBRATING: Per niente.
    UOMO: Guardi...
    VIBRATING: (suona il campanello sul tavolo) Arrivederci.
    UOMO: Come?
    VIBRATING: Abbiamo finito. Arrivederci
    UOMO: Stava appena cominciando ad interessarmi.
    VIBRATING: Mi dispiace, i cinque minuti sono finiti.
    UOMO: Non erano per niente cinque minuti!
    VIBRATING: Ho paura che lo fossero.
    UOMO: Non lo erano. (pausa)
    VIBRATING: Mi dispiace, ma non mi è permesso più discutere.
    UOMO: Cosa?!
    VIBRATING: Se vuole che continui a discutere, dovrà pagare per altri cinque minuti.
    UOMO: Ma non sono passati cinque minuti. Oh dai!
    VIBRATING: MmmMm....
    UOMO: Senta, è ridicolo.
    VIBRATING: Mi dispiace ma non posso discutere finché non paga.
    UOMO: Oh, d'accordo. (paga)
    VIBRATING: Grazie. (pausa)
    UOMO: Be'?
    VIBRATING: Be' cosa?
    UOMO: Non erano veramente cinque minuti.
    VIBRATING: Le ho detto che non posso discutere finché non paga.
    UOMO: Ho appena pagato!
    VIBRATING: Non l'ha fatto.
    UOMO: L'HO FATTO!
    VIBRATING: Non l'ha fatto.
    UOMO: L'HO FATTO!
    VIBRATING: Non l'ha fatto.
    UOMO: L'HO FATTO!
    VIBRATING: Non l'ha fatto.
    UOMO: L'HO FATTO!
    VIBRATING: Non l'ha fatto.
    UOMO: L'HO FATTO!
    VIBRATING: Non l'ha fatto.
    UOMO: Senta, non voglio discutere di questo.
    VIBRATING: Be', non ha pagato.
    UOMO: Aha. Se non ho pagato, perché sta discutendo? Preso!
    VIBRATING: No non ha preso.
    UOMO: Sì ci ho preso. Se lei discute, allora devo aver pagato.
    VIBRATING: Non necessariamente. Potrei star discutendo nel mio tempo libero.
    UOMO: Oh, ne ho abbastanza!
    VIBRATING: No non ne ha.
    UOMO: Sì ne ho.
    VIBRATING: Non ne ha.
    UOMO: Sì ne ho.
    VIBRATING: Non ne ha.
    UOMO: Sì ne ho.
    VIBRATING: Non ne ha.
    UOMO: Sì ne ho.
    VIBRATING: Non ne ha.
    UOMO: Sì ne ho.
    VIBRATING: Non ne ha.
    UOMO: Oh, silenzio! (esce in corridoio. Va nella zona "Lamentele". Apre una porta)
    UOMO: Voglio fare una lamentela.
    LAMENTATORE: Vuole fare una lamentela! Guardi queste scarpe. Le ho da tre settimane e i talloni sono consumati da parte a parte.
    UOMO: No voglio lamentarmi di...
    LAMENTATORE: Se si lamenta non succede niente, quindi che gliene importa.
    UOMO: Oh!
    LAMENTATORE: Oh, mi fa male la schiena, che brutta giornata, sono stufo di stare in ufficio.
    UOMO: (sbatte la porta, apre la seguente) Buongiorno, voglio... (viene colpito violentemente in testa) Oooh!
    SPREADERS: No, no, no. Tenga la testa così e poi faccia Waah. Riprovi. (lo colpisce in testa)
    UOMO: Uuuwwhh!!
    SPREADERS: Meglio, meglio, ma Waah, Waah! Metta la mano qua.
    UOMO: No!
    SPREADERS: Adesso... (lo colpisce in testa)
    UOMO: Waaaah!!
    SPREADERS: Bene, bene! Così.
    UOMO: La smetta di picchiarmi!!
    SPREADERS: Come?
    UOMO: La smetta di picchiarmi!!
    SPREADERS: Smettere di picchiarla?
    UOMO: Sì!
    SPREADERS: Perché è entrato allora?
    UOMO: Volevo fare un reclamo.
    SPREADERS: Oh no, è la porta a fianco. Qui c'è lezione di venir-colpiti-sulla-testa.
    UOMO: Che stupidaggine.
     
  17. Il ministero del portamento idiota

  18. Ministro
    Negoziante
    Pudey (inventore)
    Segretaria

    (un uomo sta aspettando nervosamente nell'ufficio di un ministero. Dopo un po' il ministro entra camminando in maniera indescrivibilmente idiota.)
    MINISTRO: Buongiorno. (mentre parla appende il cappotto e va in modo assurdo a sedersi al suo posto) Mi dispiace di averla fatta aspettare, ma temo che il mio portamento sia diventato molto più idiota recentemente, e così mi ci vuole più tempo per venire al lavoro. Ebbene, di cosa si trattava?
    PUDEY: Be' onorevole, ho una camminata idiota e vorrei avere un finanziamento del Governo per svilupparla.
    MINISTRO: Ho capito. Posso vedere la sua camminata idiota?
    PUDEY: Sì, certo, sì. (si alza e fa un po' di passi, sollevando il ginocchio sinistro più del normale)
    MINISTRO: È questa?
    PUDEY: (si ferma e torna a sedersi) Sì, è questa, sì.
    MINISTRO: Non è particolarmente idiota, no? Voglio dire, la gamba destra non è idiota per niente e la gamba sinistra non fa che un mezzo giro aereo in avanti ad ogni passo.
    PUDEY: Sì, ma credo che con il supporto del Governo potrei renderla molto idiota.
    MINISTRO: (alzandosi) Signor Pudey, (cammina in giro per la stanza in modi molto assurdi) il vero problema è il denaro. Purtroppo il Ministero del Portamento Idiota non riceve più il supporto di cui ha bisogno. C'è la Difesa, la Sicurezza Sociale, la Salute, il Turismo, l'Istruzione, il Portamento Idiota... tutti dovrebbero ricevere lo stesso. Ma l'anno scorso, il Governo ha speso meno per il Ministero del Portamento Idiota che per la Difesa. Adesso riceviamo 748 milioni di Euro all'anno, che devono bastare per tutti i nostri servizi. (si siede) Caffè?
    PUDEY: Sì, grazie.
    MINISTRO: (all'intercom) Signora Zolletta, può portarci due caffè per favore?
    VOCE ALL'INTERCOM: Sì, signor Bustina.
    MINISTRO: ... è fuori di testa. Vede, i Giapponesi hanno un uomo che riesce a portare la gamba sopra la testa ad ogni singolo passo. Mentre gli Israeliani... ecco il caffè. (entra la segretaria con un vassoio e due tazze sopra. Ha un'andatura molto altalenante, quindi quando arriva al Ministro non c'è più caffè nelle tazze. Il ministro dà una rapida occhiata alle tazze e sorride soddisfatto)
    MINISTRO: Grazie, molto gentile. (lei esce portando via tutto) Lei è molto interessato alle camminate idiote, vero?
    PUDEY: Oh sì, certo.
    MINISTRO: Guardi questo allora. (musica, sfilata di dipendenti del ministero che camminano in modo assurdo)
     
  19. Déjà Vu

  20. Boniface (presentatore)
    Assistente

    (Buio. Musica e luci da programma di documentari)
    BONIFACE: Buonasera. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione che a volte abbiamo di aver già vissuto una scena, che quello che sta succedendo sia già successo. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione che a volte abbiamo di aver già... (si ferma per un attimo) Comunque, stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana... (Buio. Musica e luci da programma di documentari. Boniface leggermente stupito) Buonasera. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione che a volte... abbiamo... di aver già vissuto una scena (Buio. Musica e luci da programma di documentari. Boniface ora molto scosso) Buona... buona sera. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del dddddddddddéjà vvvvvvvvuu, quella straordinaria sensazione... proprio straordinaria... (il telefono suona, risponde) No, grazie, sto bene. (mette giù, un assistente entra e gli appoggia sul tavolo un bicchiere d'acqua) Grazie. (beve. L'assistente prende il bicchiere ed esce) Quella strana sensazione che a volte abbiamo di aver già vissuto una scena. (il telefono suona, risponde) No, grazie, sto bene. (mette giù, un assistente entra e gli appoggia sul tavolo un bicchiere d'acqua. Salta sulla sedia) Grazie. (beve. L'assistente prende il bicchiere ed esce) Quella strana sensazione... (il telefono suona, risponde) No, grazie, sto bene. (mette giù, un assistente entra e gli appoggia sul tavolo un bicchiere d'acqua) Grazie (urla di spavento) Sentite, mi sta succedendo qualcosa. I-io penso che sia meglio che mi faccia vedere da qualcuno. Buonanotte. (il telefono suona di nuovo, lui salta su ed esce. Buio. Musica e luci da programma di documentari. Boniface in scena, grida e corre fuori)
     

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