COME TE NESSUNO MAI

di Gabriele Muccino, Silvio Muccino, Adele Tulli

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GIULIA: Come sta tua zia?

CLAUDIA: La stanno continuando a riempire di morfina. Dorme sempre e non ci riconosce neanche più. Lo senti che senso di morte che c'è anche in questa casa?

GIULIA: La devi smettere con questi pensieri.

CLAUDIA: Se non ci hai mai pensato è facile non pensarci, ma se entri nel trip dei pensieri sulla morte, allora non smetti più. Tipo tu non te lo chiedi mai a quanti anni moriremo?

GIULIA: No.

CLAUDIA: Ecco, io sì. Prima di ammalarsi mia zia diceva sempre di sentirsi la morte dentro, noi tutti a dirle "ma che dici, ma che dici, figurati, figurati". Dopo qualche mese si è ammalata, e adesso è così. Io ora mi sento lo stesso. Mi sento la morte dentro.

GIULIA: Oh ma dai, abbiamo un sacco di cose belle a cui pensare noi.

CLAUDIA: E quali sarebbero?

GIULIA: Ma pensa a Silvio.

CLAUDIA: Sono sei mesi che ci penso a Silvio.

GIULIA: Anche Francesca e Stefano prima di mettersi insieme erano solo amici, poi le cose sono cambiate e se lo sono detti.

CLAUDIA: Ho capito ma io non ce l'ho il coraggio di dirgli che le cose sono cambiate.

GIULIA: Gli devi solo dire che lo pensi da sei mesi.

CLAUDIA: Ma sei pazza?

GIULIA: Ma, la devi sbloccare questa situazione, o la sblocchi con le buone o la sblocchi con le cattive.

CLAUDIA: Ho capito, ma se lui mi dice che mi vede solo come un'amica cosa faccio? Lo so io cosa faccio, entro in depressione e ci resto per un anno.

GIULIA: Be', se ti dice così, è un coglione. E comunque, pure se fosse, 'sti cazzi ("Chi se ne frega", n.d.r.).

CLAUDIA: Come 'sti cazzi?

GIULIA: 'Sti cazzi: di quelli che mi hanno promesso la luna, mi hanno sbavato dietro, non me ne frega niente, me li sono dimenticati tutti. Luca invece io non me lo dimentico, anche se stava con un'altra, e non mi ha mai voluto, rimane l'amore più grande della mia vita, soltanto perché l'ho amato fino in fondo, hai capito? Sono queste le cose che ci rimangono dentro.

CLAUDIA: Quindi se lui non mi vuole va bene lo stesso così?

GIULIA: 'Sti cazzi.

CLAUDIA: Guarda, non lo so proprio se questa volta hai ragione...

  

GIULIA: Ma con Silvio lo faresti l'amore?

CLAUDIA: Sì.

GIULIA: Subito senza aspettaere?

CLAUDIA: Subito senza aspettare. Questo mito della verginità mi ha rotto. E anche questa fissa, farlo solo con la persona giusta, solo dopo che ci stai da un po' di tempo, non me ne frega niente, se Silvio lo vuole lo faccio subito.

GIULIA: Grandi rivelazioni stasera.

CLAUDIA: Grandi rivelazioni.

  

PAPÀ: Non siamo contrari all'occupazione in quanto occupazione. Siamo contrari al fatto che diventi un pretesto per non andare a scuola.

SILVIO: Non è così.

MAMMA: Anche se fosse, quando noi scendevamo in piazza e gridavamo borghesi borghesi e ancora borghesi, non eravamo così diversi da loro.

PAPÀ: No, noi eravamo meno superficiali.

MAMMA: Loro saranno meno superficiali di noi in altre cose.

PAPÀ: Noi eravamo meglio. Forse non in tutto ma in politica eravamo meglio.

MAMMA: Fabrizio, pensavamo di voler cambiare il mondo. Siamo finiti a fare discorsi più reazionari di quelli che faceva tuo padre vent'anni fa.

PAPÀ: Non stiamo facendo discorsi reazionari. Pensi che stiamo facedno discorsi reazionari?

SILVIO: Penso che siete borghesi e combattevate la borghesia, dite che il comunismo è finito ed eravate comunisti. Ma che l'avete fatto a fare il sessantotto voi.

  

8

CLAUDIA: Com'è che tu e Ponzi venite qua?

SILVIO: Ci veniamo a pensare quando siamo depressi.

CLAUDIA: Non vi fa venire l'angoscia?

SILVIO: È per quello che ci fa pensare. Poi quando siamo qua ti senti fuori dal mondo. Lo senti il silenzio che c'è?

CLAUDIA: Ma tu ci pensi mai alla morte?

SILVIO: Non lo so.

CLAUDIA: Io sì. Anche di notte, a volte mi sveglio e penso a quando sarò morta, e a come si distruggerà il mio corpo. Mi viene un'ansia pazzesca.

SILVIO: Non ci credi nell'aldilà?

CLAUDIA: Non lo so... mi viene solo l'angoscia che finisca tutto senza nessuna memoria.

SILVIO: Che memoria?

CLAUDIA: La memoria delle cose che viviamo.

SILVIO: In che senso?

CLAUDIA: Quando ti capita una cosa bella ci ripensi il giorno dopo?

SILVIO: Sì.

CLAUDIA: È per quello che è stato bello viversela.

SILVIO: Sì.

CLAUDIA: Ma se il giorno dopo ti risvegli e non ricordi più niente, ma proprio niente, neanche come ti chiami, allora cosa ti è rimasto dentro? Niente.

SILVIO: Niente.

CLAUDIA: Sei stato felice e non lo saprai mai. E allora è stato tutto inutile.

SILVIO: Hai ragione.

CLAUDIA: La stessa cosa vale con la morte. Se quando muori finisce tutto e fai blackout totale, tu hai vissuto, sei stato Silvio Ristucci e non lo saprai mai. E allora è come se tu non fossi esistito.

SILVIO: Allucinante.

CLAUDIA: Allucinante davvero. Alla fine aveva ragione Foscolo, che diceva che solo con l'arte si resta immortali. Però bisogna essere poeti o musicisti.

SILVIO: E se uno non è poeta o musicista cosa fa?

CLAUDIA: Muore e viene dimenticato. Così. Pensi che sono matta? E comunque guarda, non so perché ti sto asfissiando con questi discorsi. Io ti devo parlare di tutt'altra cosa.

SILVIO: Di cosa mi devi parlare?

CLAUDIA: È una cosa difficilissima da dire. Non so se ce la faccio.

SILVIO: A fare cosa?

CLAUDIA: A dirtela. È stata Giulia a dirmi che così non potevamo andare avanti.

SILVIO: Chi?

CLAUDIA: Io e te.

SILVIO: Io e te?

CLAUDIA: Sì. Io non ti vedo più come un amico. Faccio sempre finta di niente, ma saranno almeno sei mesi che ti voglio bene in un altro modo. E adesso che pensi?

SILVIO: Che non mi sono mai accorto di nulla.

CLAUDIA: Lo so.

SILVIO: E perché proprio io?

CLAUDIA: Non lo so. Queste cose capitano e basta. È stato tutto un crescere da quella volta che siamo andati in quella libreria in centro, te lo ricordi? Tu mi hai regalato "L'isola di Arturo" e quando io l'ho letto ho pensato che se tu avevi un sacco di cose in comune con quell'Arturo, io avevo un sacco di cose in comune con te. E allora mi sono fatta tutto un film, ho iniziato a pensarti sempre, e alla fine ho pensato che magari potevamo stare bene insieme io e te. Ma sto parlando come una deficiente, scusami, andiamo via. Solo una cosa. Ora non so cosa penserai di me, ma se continuerai a vedermi come un'amica potremo comunque continuare a venire qui, potremo anche stare in silenzio a riflettere, va bene lo stesso per me, capito? Non ti preoccupare se mi devi dire che non ti piaccio, capito?

SILVIO: Sì. È solo che così mi hai confuso da morire.

CLAUDIA: Lo so. Vuoi che andiamo?

SILVIO: Come rimaniamo?

CLAUDIA: Come vuoi. Se magari ti senti meno confuso chiamami.

SILVIO: Ciao.

CLAUDIA: Ciao.

  


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