COME TE NESSUNO MAI

di Gabriele Muccino, Silvio Muccino, Adele Tulli

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5

CLAUDIA: È vero?

VALENTINA: Che c'è?

CLAUDIA: Quello che Silvio sta raccontando in giro.

VALENTINA: Cosa sta racontando Silvio?

CLAUDIA: Che avete trescato nell'archivio.

VALENTINA: Ma c'è stato solo un mezzo bacio, ti pare. E poi a chi cazzo l'ha raccontato?

CLAUDIA: Sei una stronza, vaffanculo.

VALENTINA: Aspetta. Io non c'entro niente, ha fatto tutto lui. E poi non sapevo che ci stavi ancora sotto.

CLAUDIA: Infatti non me ne importa niente.

VALENTINA: Non me ne frega un cazzo neanche a me, eh? Povera deficiente.

  

GIULIA: Fino a ieri dicevi che ti era passata.

CLAUDIA: Mi sbagliavo.

GIULIA: È la gelosia che ingigantisce tutto.

CLAUDIA: No. E anche se mi rode il culo per quella stronza puttana troia... ma il vero problema è che quando pensavo di essermelo tolto dalla testa mi sbagliavo, mi ero fatta tutto un film. Io gli voglio ancora bene.

GIULIA: E allora basta. Smettila finalmente di fare l'amica e digli chiaramente come stanno le cose.

CLAUDIA: Ma sei matta?

GIULIA: Non sono matta per niente. Non ci sono più vie di mezzo, bisogna prendere la situazione in mano.

  

MARTINO: Dove vai?

VALENTINA: Lasciami stare.

MARTINO: Mi è arrivata una voce assurda.

VALENTINA: A me invece è arrivata la voce che sei un testa di cazzo assoluto.

MARTINO: Che voce ti è arrivata?

VALENTINA: Lasciamo stare.

MARTINO: Ma sei impazzita?

VALENTINA: Non mi seguire.

MARTINO: Ma perché mi parli così?

VALENTINA: Perché gli parlo così, hai capito?

MARTINO: Ma che le ho fatto, oh, che ti ho fatto?

VALENTINA: Sei andato in giro a raccontare delle nostre scopate.

    : Veramente penoso.

VALENTINA: Vaffanculo Martino.

MARTINO: Per quelle stronzate che ti ha raccontato Silvio. E tu gli credi ancora a quel deficiente. È perché siete stati insieme, è per questo che adesso mi rigiri la frittata.

VALENTINA: Sei proprio un poveretto, non lo vedi?

MARTINO: Valentina! Se sei stata insieme a lui io mi ammazzo!

VALENTINA: E ammazzatevi tutti e due, no?

MARTINO: Valentina!

VALENTINA: Senti, stai facendo una figura di merda, vedi di calmarti.

MARTINO: Ma io ti amo!

VALENTINA: Sono io che non ti amo più, come te lo devo dire? Scordami, dimenticami, addio, vaffanculo.

  

6

(a casa)

SILVIO: Ciao papà.

PAPÀ: Ciao. Sono adato a prendere informazioni per iscriverti al San Michele. Stasera ci riuniamo con mamma e ne parliamo.

SILVIO: No. Guarda che io non ci vado al San Michele.

PAPÀ: Devi studiare se vuoi fare qualcosa nella vita. Hai capito Silvio? Che ci fai col sacco a pelo? (glielo prende e lo mette via)

SILVIO: Papà ti giuro che è soltanto per questa notte, ci dormono tutti. Papà non puoi farmi questo. Le avete fatte anche tu e mamma le occupazioni.

PAPÀ: Noi eravamo contro la guerra nel Vietnam, contro la borghesia. Noi combattevamo cose reali.

SILVIO: Ma anche noi abbiamo cose reali da combattere papà. Noi siamo contro le privatizzazioni, contro l'omologazione dell'individuo...

PAPÀ: Ma che dici?

SILVIO: Papà, io devo dormire là, per me è questione di vita o di morte, capisci papà?

PAPÀ: Tu devi pensare solo a studiare.

SILVIO: Se tu non mi lasci andare là papà io scappo, capisci? Io ti avverto.

PAPÀ: E scappa. Scappa.

SILVIO: Io scappo papà. Scappo. Non te ne frega un cazzo di me. Un cazzo.

PAPÀ: Silvio! Torna subito qui.

SILVIO: No .

PAPÀ: Sei ridicolo.

SILVIO: No. Siete ridicoli voi.

CHIARA: L'avete viziato da morire, è colpa vostra.

PAPÀ: Ah, è pure colpa nostra adesso. E dov'è che abbiamo sbagliato? Noi vi abbiamo educato nello stesso modo.

CHIARA: Non ci hai educato per niente allo stesso modo. Io con la scusa che sono femmina ci avete messo quindici anni prima di farmi tornare il sabato sera a mezzanotte, a Silvio questa libertà gliel'avete data a quattordici, e ad Alberto anche.

PAPÀ: Tu fai cose che Silvio non fa.

CHIARA: Tipo?

PAPÀ: Eh... il weekend fuori coi boyscout.

CHIARA: Appunto, scuola dalle suore e weekend coi boyscout, meno male che ci avete educato nello stesso modo.

  

PAPÀ: Tu non metti più il naso fuori di casa, hai capito?

SILVIO: Non è giusto!

PAPÀ: Sta' zitto! Inseguire con la catena un ragazzo invece è giusto.

CHIARA: Tu sei pazzo Silvio.

SILVIO: Io non avevo nessuna catena!

PAPÀ: Certo! Aveva il bastone lui!

MAMMA: Quale bastone?

CHIARA: Mamma, ha inseguito i fascisti con un bastone.

SILVIO: Era un ramo che ho trovato per terra, e tu non ti intromettere!

MAMMA: Non parlare così a tua sorella Silvio.

PAPÀ: Ma cosa pensi di dimostrare facendo questo?

SILVIO: Li picchiavate anche voi i fascisti quando eravate a scuola.

PAPÀ: Quelli erano fascisti veri.

SILVIO: E certo. Tutte le cose nostre rispetto alle vostre sono delle cazzate. Solamente voi l'avete fatta la storia. E pure i vostri fascisti erano più fascisti dei nostri. E quelli di tuo padre allora?

PAPÀ: Non alzare la voce.

SILVIO: Quelli sì che erano più fascisti dei tuoi. Quelli avavano anche le camicie nere.

MAMMA: Calma per favore. Ogni cosa è importante per chi se la vive.

SILVIO: Appunto.

CHIARA: Sì, per te è importante occupare scuola...

SILVIO: Tu pensa al tuo volontariato.

CHIARA: Meglio che fare il pecorone come te.

SILVIO: Ma stai zitta, hai 15 anni e non hai avuto ancora nessun ragazzo, non ti vuole nessuno, sei una sfigata!

CHIARA: Non sono una sfigata! Mamma gli dici qualcosa?

MAMMA: La vuoi smettere Silvio?

SILVIO: Mi volete ridurre come lei!

PAPÀ: Basta!

SILVIO: E ora mi volete anche iscrivere al San Michele.

MAMMA: Finiscila!

SILVIO: Io vi odio! (schiaffo) I veri fascisti siete voi.

  


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