COME TE NESSUNO MAI
di Gabriele Muccino, Silvio Muccino, Adele Tulli
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CLAUDIA: È vero?
VALENTINA: Che c'è?
CLAUDIA: Quello che Silvio sta raccontando in giro.
VALENTINA: Cosa sta racontando Silvio?
CLAUDIA: Che avete trescato nell'archivio.
VALENTINA: Ma c'è stato solo un mezzo bacio, ti pare. E poi a chi cazzo l'ha raccontato?
CLAUDIA: Sei una stronza, vaffanculo.
VALENTINA: Aspetta. Io non c'entro niente, ha fatto tutto lui. E poi non sapevo che ci stavi ancora sotto.
CLAUDIA: Infatti non me ne importa niente.
VALENTINA: Non me ne frega un cazzo neanche a me, eh? Povera deficiente.
GIULIA: Fino a ieri dicevi che ti era passata.
CLAUDIA: Mi sbagliavo.
GIULIA: È la gelosia che ingigantisce tutto.
CLAUDIA: No. E anche se mi rode il culo per quella stronza puttana troia... ma il vero problema è che quando pensavo di essermelo tolto dalla testa mi sbagliavo, mi ero fatta tutto un film. Io gli voglio ancora bene.
GIULIA: E allora basta. Smettila finalmente di fare l'amica e digli chiaramente come stanno le cose.
CLAUDIA: Ma sei matta?
GIULIA: Non sono matta per niente. Non ci sono più vie di mezzo, bisogna prendere la situazione in mano.
MARTINO: Dove vai?
VALENTINA: Lasciami stare.
MARTINO: Mi è arrivata una voce assurda.
VALENTINA: A me invece è arrivata la voce che sei un testa di cazzo assoluto.
MARTINO: Che voce ti è arrivata?
VALENTINA: Lasciamo stare.
MARTINO: Ma sei impazzita?
VALENTINA: Non mi seguire.
MARTINO: Ma perché mi parli così?
VALENTINA: Perché gli parlo così, hai capito?
MARTINO: Ma che le ho fatto, oh, che ti ho fatto?
VALENTINA: Sei andato in giro a raccontare delle nostre scopate.
: Veramente penoso.
VALENTINA: Vaffanculo Martino.
MARTINO: Per quelle stronzate che ti ha raccontato Silvio. E tu gli credi ancora a quel deficiente. È perché siete stati insieme, è per questo che adesso mi rigiri la frittata.
VALENTINA: Sei proprio un poveretto, non lo vedi?
MARTINO: Valentina! Se sei stata insieme a lui io mi ammazzo!
VALENTINA: E ammazzatevi tutti e due, no?
MARTINO: Valentina!
VALENTINA: Senti, stai facendo una figura di merda, vedi di calmarti.
MARTINO: Ma io ti amo!
VALENTINA: Sono io che non ti amo più, come te lo devo dire? Scordami, dimenticami, addio, vaffanculo.
6
(a casa)
SILVIO: Ciao papà.
PAPÀ: Ciao. Sono adato a prendere informazioni per iscriverti al San Michele. Stasera ci riuniamo con mamma e ne parliamo.
SILVIO: No. Guarda che io non ci vado al San Michele.
PAPÀ: Devi studiare se vuoi fare qualcosa nella vita. Hai capito Silvio? Che ci fai col sacco a pelo? (glielo prende e lo mette via)
SILVIO: Papà ti giuro che è soltanto per questa notte, ci dormono tutti. Papà non puoi farmi questo. Le avete fatte anche tu e mamma le occupazioni.
PAPÀ: Noi eravamo contro la guerra nel Vietnam, contro la borghesia. Noi combattevamo cose reali.
SILVIO: Ma anche noi abbiamo cose reali da combattere papà. Noi siamo contro le privatizzazioni, contro l'omologazione dell'individuo...
PAPÀ: Ma che dici?
SILVIO: Papà, io devo dormire là, per me è questione di vita o di morte, capisci papà?
PAPÀ: Tu devi pensare solo a studiare.
SILVIO: Se tu non mi lasci andare là papà io scappo, capisci? Io ti avverto.
PAPÀ: E scappa. Scappa.
SILVIO: Io scappo papà. Scappo. Non te ne frega un cazzo di me. Un cazzo.
PAPÀ: Silvio! Torna subito qui.
SILVIO: No .
PAPÀ: Sei ridicolo.
SILVIO: No. Siete ridicoli voi.
CHIARA: L'avete viziato da morire, è colpa vostra.
PAPÀ: Ah, è pure colpa nostra adesso. E dov'è che abbiamo sbagliato? Noi vi abbiamo educato nello stesso modo.
CHIARA: Non ci hai educato per niente allo stesso modo. Io con la scusa che sono femmina ci avete messo quindici anni prima di farmi tornare il sabato sera a mezzanotte, a Silvio questa libertà gliel'avete data a quattordici, e ad Alberto anche.
PAPÀ: Tu fai cose che Silvio non fa.
CHIARA: Tipo?
PAPÀ: Eh... il weekend fuori coi boyscout.
CHIARA: Appunto, scuola dalle suore e weekend coi boyscout, meno male che ci avete educato nello stesso modo.
PAPÀ: Tu non metti più il naso fuori di casa, hai capito?
SILVIO: Non è giusto!
PAPÀ: Sta' zitto! Inseguire con la catena un ragazzo invece è giusto.
CHIARA: Tu sei pazzo Silvio.
SILVIO: Io non avevo nessuna catena!
PAPÀ: Certo! Aveva il bastone lui!
MAMMA: Quale bastone?
CHIARA: Mamma, ha inseguito i fascisti con un bastone.
SILVIO: Era un ramo che ho trovato per terra, e tu non ti intromettere!
MAMMA: Non parlare così a tua sorella Silvio.
PAPÀ: Ma cosa pensi di dimostrare facendo questo?
SILVIO: Li picchiavate anche voi i fascisti quando eravate a scuola.
PAPÀ: Quelli erano fascisti veri.
SILVIO: E certo. Tutte le cose nostre rispetto alle vostre sono delle cazzate. Solamente voi l'avete fatta la storia. E pure i vostri fascisti erano più fascisti dei nostri. E quelli di tuo padre allora?
PAPÀ: Non alzare la voce.
SILVIO: Quelli sì che erano più fascisti dei tuoi. Quelli avavano anche le camicie nere.
MAMMA: Calma per favore. Ogni cosa è importante per chi se la vive.
SILVIO: Appunto.
CHIARA: Sì, per te è importante occupare scuola...
SILVIO: Tu pensa al tuo volontariato.
CHIARA: Meglio che fare il pecorone come te.
SILVIO: Ma stai zitta, hai 15 anni e non hai avuto ancora nessun ragazzo, non ti vuole nessuno, sei una sfigata!
CHIARA: Non sono una sfigata! Mamma gli dici qualcosa?
MAMMA: La vuoi smettere Silvio?
SILVIO: Mi volete ridurre come lei!
PAPÀ: Basta!
SILVIO: E ora mi volete anche iscrivere al San Michele.
MAMMA: Finiscila!
SILVIO: Io vi odio! (schiaffo) I veri fascisti siete voi.
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