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sTIAMO PEGGIO DELLA... NAMIBIA
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FEDERALISMO Sì, MA A MODO
LORO
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L’Italia è al ventesimo posto
nel mondo per sviluppo umano, al trentunesimo per indice di
corruzione, preceduto dalla Namibia e seguito dalla Malesia. I
colossi italiani della telefonia, dell’auto e
dell’abbigliamento continuino ad emettere bond ed azioni
pur avendo un debito 9 volte maggiore della Parmalat.
L’Intesa consumatori denuncia che l’aumento della
stragrande maggioranza dei prodotti ortofrutticoli sarebbe
speculativo: lo dimostrerebbero i rincari avvenuti in questi
giorni, non solo sui prodotti fuori stagione, ma anche delle
produzioni agricole della stagione fredda come carciofi e
patate che, per esempio, hanno subito aumenti compresi fra il
72 e il 44% rispetto al gennaio 2003. Eh, ma si sa: la colpa di
tutte le nostre magagne è dell’Euro. E di quei
“delinquenti” che hanno voluto farci entrare in
Europa…
Ma chissà quanto avremmo pagato gli
interessi sul debito pubblico con la Lira (Ma questo è
meglio non ricordarlo a chi guarda la Tv…).
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Federalismo sì, ma solo
delle “tasse”. Trasferimenti ancora
più ridotti agli enti locali da parte dello
Stato che tuttavia dà loro
l’opportunità di “ritoccare”
aliquote e addizionali Irpef di loro competenza. Come
dire: soldi non ve possiamo dare. Ma potete trovarli
voi. Tanto a pagare sono sempre i contribuenti, che si
trovano colpiti due volte. E
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il federalismo fiscale che ci
avevate promesso? Quello per cui una parte del gettito
di imposte restava laddove il reddito era prodotto? O
ci dobbiamo accontentare solo di “Rai2 a
Milano” o del Senato federale?
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CONTRO AHMADINEDJAD
O CONTRO GLI IRANIANI?
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Ora abbiamo anche le fiaccolate
bi-partisan. Tutti insieme appassionatamente: Calderoni
e Veltroni, Fassino e Alemanno. Chiariamo: le
parole del presidente iraniano non sono certo…
condivisibili. E anche un po' allarmanti. Qualcuno che
gridava i suo appetiti contro la Polonia sappiamo come
finì. Il fatto è che Ahmadinejad non
è un dittatorello del sudamerica messi su dalla
Cia ma è stato eletto dagli iraniani. Che pare
avessero anche un candidato alternativo che non hanno
scelto. Quindi, se c'è un nemico della
stabilità in Medio Oriente questo non è
il governo iraniano ma.., gli iraniani. Se
consideriamo guerrafondaio Bush, lo sono anche gli
americani che lo hanno votato. Anche
perché il fenomeno è identico. La tanto
acclamata fine dell'onda lunga illuminista e del
relativismo
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non ha fatto altro che riportare
a galla (nella ex Jugoslavia, nelle repubbliche
asiatiche dell'Urss, in Medio oriente, in Afghanistan
dei Talebani, ma anche negli usa e in Europa) le tanto
amare da “Pera & C”: radici. Tra le
opinioni pubbliche che votano i teo-con Usa, gli haider
nostrani e gli Ahmadinejad non c'è
alcuna differenza. Qui innalziamo pretestuosamente le
"croci di Lepanto", lì le mezzelune.
Ma è la stessa cosa. Non protestiamo, caro
Ferrara, contro il governo iraniano, ma contro la
maggioranza dell'elettorato iraniano, che ha rigettato
il candidato progressista e ha votato, anche un po'
incazzoso, l'ex sindaco di Teheran. Come ha fatto
l'America profonda con Bush.
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"La guerra ai preti",
così apriva "Libero" giorni fa per
ricordare quanti paventano una presunta gamba tesa
della Cei nella società italiana per rilanciarne
la propria presenza. Niente più difensiva per il
Clero, ma offensiva. Chi muove la "guerra ai
preti" mette nel calderone i privilegi particolari
(Concordato, otto per mille, esenzioni Ici, insegnanti
scelti dal clero e pagati dallo Stato), il referendum
sulla legge 40, l'esenzioni Ici per certuni immobili
ecclesiastici, la lista di leggi da votare e quelle da
non votare e la straordinaria presenza sugli organi
informativi
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di Rai e Mediaset: una tv
generalista (ridotta a badante per un pubblico seduto),
che fa 6, 7, 8 milioni di "spettatori" per
fiction tv artisticamente di basso livello fatti di
santi, "Celentani" che parlano di Papa Rock
(un insulto per chi come Ratzinger ha messo in guardia
dal… rock) mentre gli gnomi della politica si
affannano per una comparsata nel salottino di Vespa
magari alle 23.50. Non sappiamo se questa guerra
c'è e chi effettivamente la muove. Una cosa
è certa : la questione cattolica sarà
"la" protagonista della prossima campagna
elettorale.
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Pare proprio di sì. Fede e
religioni saranno al centro della campagna elettorale.
Il Presidente della Camera, Casini, va dicendo che
riproporre steccati tra laici e cattolici è
anacronistico, non ci si deve dividere sull'essere
cattolico o meno. In realtà, accade il
contrario. Prima la legge 40, ora i Pacs (i co.co.co
delle coppie…), poi le polemiche su Zapatero.
Se il 2001 fu delle tasse (che dovevano essere
meno per tutti….), il 2006 sarà della
religione. Si sa, per accattivarsi il consenso, bisogna
polarizzare l'attenzione su temi forti: o di
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qua, o di là, o con noi o
contro di noi, o con la famiglia o contro la famiglia.
O con L'Islam o contro. Si badi bene: un uso
strumentale della religione, piegata ad esigenze
temporali: ma tant'è. Ecco gli pseudocattolici
teo-con (quelli che vorrebbero il codice civile
fotocopiato da quello di diritto canonico e poi fanno
la ramanzina sulla svaria…), gli scontri di
civiltà, gli pseudo-attacchi alla famiglia (ma
come? Ma se i matrimoni in chiesa sono ancora la
stragrande maggioranza?), e così via. E problemi
veri? Prezzi, precariato, lavoro? Dettagli!
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Che fossimo un Bel Paese poco
serio (a cominciare dall'opinione pubblica) non c'era
bisogno che ce lo dicessero Moretti (Il caimano) e la
Guzzanti (Viva Zapatero). Ma che fossimo superati anche
da Paperopoli e da Topolinia. Sì perchè
nelle due città dei fumetti ci saranno le
elezioni. Si è affettato a dircelo il Tg1 di
Mimum. Però, là almeno ci sono solo tre
liste. Non una trentina come da noi (24 nella
circoscrizione di Milano9. Un lenzuolo elettorale.
Dovevano partorire la repubblica superpresidenzialista
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alla Sudamerica ( o di qua o di
là), e invece ci hanno regalato una democrazia
(?) partitocratica da governicchi instabili di prima
repubblica. Dove la gente va al voto come se se ci
fosse il maggioritario ma poi si limita solo a
scegliere uno dei tanti partiti e partitini. Senza
nessuno potere di licenziare qualche cococo o assumerne
altri. Vuoi vedere che c'è più
possibilità di mandare a casa col teelvoto uno
della "casa" del Gf? Aspettiamo incuriositi
la chiusura delle urne…
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Quattro settimane per decidere se
mandare a casa i propri dipendenti o rinnovargli il
contratto per altri cinque anni. Sulla carta questo
è il compito che spetta ai cittadini-datori di
lavoro dei co.co.co. di Roma. E un
buon datore di lavoro deve poter
scegliere chi assumere.
La sovranità appartiene al
popolo (anche se spesso non è in grado di
esercitarla con la dovuta limpidezza
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mentale).
Ma in realtà ci sarà
ben poco da scegliere. Perché non saranno gli
elettori a decidere chi mandare in Parlamento e chi no.
Ma i partiti. Avevamo lasciato a casa la
partitocrazia con la fine della "prima
repubblica", ce la ritroviamo con la nascita della
"terza".
Tutte liste bloccate. Gli elettori
avranno "solo" il compito di sceglier
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il colore: i nomi li hanno
già messi loro. Un bel bluff.
Cui si aggiunge un altro: tutti
credono che lo scontro sia tra centrodestra
centrosinistra. Col maggioritario di prima (forse). Ora
non più.
Tutti contro tutti. Come ai vecchi
tempi. E le sorprese, dall'11 aprile, i datori di
lavoro - elettori potrebbero vederne non poche...
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"Drogarsi non è un
diritto. La droga uccide i nostri figli".
Così detta legge il popolo
delle tivvù. E i co.co.co. di Roma, sotto
scadenza di contratto, li accontentano.
Da qui nasce la legge voluta dal
co.co.co. Fini, grazie alla quale potranno essere
comminate pene da 6 a 20 anni e multe da 26 mila a 260
mila euro per chi importa, esporta, riceve, acquista o
detiene una sostanza stupefacente elencate in tabella e
in quantità tale da non prefigurare l'uso
personale. Anni
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e anni di fiction tivù hanno
intontito il "popolo dei tinelli" italiani e
quindi "combattere la droga" diventa un must
per i co.co.co. di Roma in scadenza. Poco importa se
alcool e fumo ne "uccidono" ben di più
o se, secondo i dati resi noti dalle forze dell'ordine,
la 'ndrangheta calabrese fattura sul traffico degli
stupefacenti 9.813 milioni di euro. Questo le
tivvù generaliste non lo fanno sapere al
"popolo dei tinelli". Che quindi dettano
legge. E la Mafia ringrazia.
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Vignette1: Irresponsabile, lo hanno
apostrofato a sinistra ma anche a destra. Invece no,
è stato responsabilissimo. Ha solo sfruttato
l'occasione. Le elezioni. I voti. Il pubblico della
Lega ti vuole tosto e nulla di meglio che farsi un mega
spot dal palcoscenico del governo. Tanto lo scranno lo
avrebbe lasciato comunque. Voto 8.
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Vignette2: chiese incendiate, 15
" cristiani" nigeriani uccisi. Scontri di
religione, ha ragione Eco, stiamo tornando indietro.
Abbiamo avuto la rivoluzione francese e la rivoluzione
bolscevica, il '68 e la rivoluzione culturale, ma anche
la Nostra Aetate e Hans Kung. E siamo qui ancora a
parlare di croci e mezzelune. Che ci abbia fregato la
caduta del Muro?
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Alcune testate europee
pubblicano alcune vignette non proprio gentili verso
l'Islam. La cosa avviene in realtà cinque mesi
fa, ma i media fanno scoppiare il caso solo ora a
beneficio dei "fallaciani" nostrani. Qualche
migliaio di esagitati (e non l'oltre miliardo e passa
di musulmani) finisce in tv assalendo consolati e
bruciando bandiere (chissà perchè sempre
con una telecamera sul posto…). Un prete
cattolico è assassinato in Turchia. Scontro di
civiltà finito nel sangue? Ma va! Forse, solo un
fatto di nera legato a una vendetta della malavita
locale. Vendere riviste porno sul sagrato di San Pietro
o disegnare una vignetta con "cristo
assassino" può essere pieno esercizio di
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libertà di espressione ma
anche pura scemenza offensiva. Crediamo che la
libertà di espressione non significhi
necessariamente dire e fare tutto quel cavolo che ci
pare. Siamo quindi un po' cauti nei confronti di chi ha
preso le parti di chi ha disegnato il Profeta
come… Bin Laden. Però... Voltaire era
forse uno scrittore di sinistra che chiamava le persone
più povere "populace". Però
è l'unico che possiamo criticare dappertutto
senza paura di passare guai (o di finire nella tenaglia
di qualche Prefetto della Congregazione per la Dottrina
della Fede che non può mandare al rogo nessuno
solo perché c'è stato qualcosa che si
chiama Illuminismo). Sarà un caso?
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FAMIGLIA? SOLO SE HA LA CARTA BOLLATA
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Non capite se con il coniuge gira?
Temete di non essere dei buon padri? Niente psicologi,
esperti di coppia o altro: basta rivolgesi a Ruini. Lui
ti saprà dire se la tua è una famiglia
oppure solo un'accozzaglia di bruti interessi senz'arte
e né parte. Ma io amo il mio compagno, i miei
figli, siamo una solida famiglia (la cui
solidità non ha bisogno dell'atto di matrimonio
del sindaco o del preòst), più del
"sì" di tante coppie matrimoniali. Non
importa. Non sei una famiglia! Ma se pago le tasse e la
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Costituzione dice che debbo avere
gli stessi diritti degli altri? Niente, non sei una
famiglia ma solo degli sbandati. E ti va ancora bene
che sei eterosessuale,. Figurati se tu e il tuo
compagno avevate lo stesso sesso… Quindi nessun
parlamentare osi approvare una legge (quella dei Pacs),
che ti dia almeno qualche diritto in più senza
obbligarti a finire davanti a qualche sindaco. Se vuoi
ti sposi (possibilmente in chiesa, fa niente se dopo il
sì davanti al parroco vai dall'avvocato
perchè il corso pre--fidanzamento non è
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servito a niente) e solo allora
sarai una Famiglia. E ringrazia Iddio (pardon Ruini) se
puoi azzardati a dirti famiglia anche se non ti sposi
in chiesa. Perchè se ci gira, togliamo allo
Stato anche il diritto di celebrare matrimonio
chè il matrimonio civile e una eredità di
quell'oscuro periodo chiamato illuminismo.
E qui ci fermiamo. Una domanda? Ma
quelli che pretendono di adeguare le leggi dello Stato
alla Sharia non erano solo quei cattivoni dei talebani?
Boh…
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IERI LE TASSE, OGGI… LA FEDE
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Pare proprio di sì. Fede e
religioni saranno al centro della campagna elettorale.
Il Presidente della Camera, Casini, va dicendo che
riproporre steccati tra laici e cattolici è
anacronistico, non ci si deve dividere sull'essere
cattolico o meno. In realtà, accade il
contrario. Prima la legge 40, ora i Pacs (i co.co.co
delle coppie…), poi le polemiche su Zapatero.
Se il 2001 fu delle tasse (che
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dovevano essere meno per
tutti….), il 2006 sarà della religione. Si
sa, per accattivarsi il consenso, bisogna polarizzare
l'attenzione su temi forti: o di qua, o di là, o
con noi o contro di noi, o con la famiglia o contro la
famiglia. O con l'Islam o contro. Si badi bene: un uso
strumentale della religione, piegata ad esigenze
temporali: ma tant'è. Ecco gli pseudocattolici
teo-con
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(quelli che vorrebbero il codice
civile fotocopiato da quello di diritto canonico e poi
fanno la ramanzina sulla svaria…), gli scontri di
civiltà, gli pseudo-attacchi alla famiglia (ma
come? Ma se i matrimoni in chiesa sono ancora la
stragrande maggioranza?), e così via. E problemi
veri? Prezzi, precariato, lavoro? Dettagli!
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L’ITALIANUCOLO MEDIO HA PAURA
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L'italiano medio ha paura. Bombe a
Londra e bombe sul mare dei coralli, minacce sul web, scontri
di civiltà più o meno evocati. L'Italia ripiomba
nel timore attentati. "Ripiomba" sì,
perché non è un copione del tutto nuovo. Nessuno
parlava di civiltà dell'odio, allora, però, nei
'70 e '80, c'era già chi si "divertita" a far
saltare stazioni e treni. Italicus, Bologna , San Benedetto Val
di Sambro… paura di viaggiare, dei luoghi aperti. Poi la
criminalità organizzata. Mafia, Camorra, attentati a
Milano, Firenze, Palermo, Napoli: luoghi insicuri, da cui
fuggire. Paura e odio: mafiosi, criminali, meridionali da cui
guardarsi le spalle. E i sequestri di persona, negli anni '70?
Paura montante e paura da esorcizzare. L'esercito in strada,
nella Palermo post Falcone/Borsellino. "Meno diritti,
più sicurezza". Risultati? Poco o nulla. Ma tanto
senso di sicurezza. Paure reali e paure indotte. Rischia
più un londinese (o un milanese) a Londra (o Milano) o
un iracheno a Bagdad? Rischiamo di saltare per aria dalle bombe
dei terroristi pseudo-islamici o di sfracellarci sulla
tangenziale? Clima di guerra: Michele Serra su
"Repubblica" ricordava che gli italiani del '43-'45,
quelli sì che correvano rischi. Rischi reali non da
paure tv.
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