IL “BEL PAESE”
OTTOBRE - NOVEMBRE 2005
sTIAMO PEGGIO DELLA... NAMIBIA
FEDERALISMO Sì, MA A MODO LORO
L’Italia è al ventesimo posto nel mondo per sviluppo umano, al trentunesimo per indice di corruzione, preceduto dalla Namibia e seguito dalla Malesia. I colossi italiani della telefonia, dell’auto e dell’abbigliamento continuino ad emettere bond ed azioni pur avendo un debito 9 volte maggiore della Parmalat. L’Intesa consumatori denuncia che l’aumento della stragrande maggioranza dei prodotti ortofrutticoli sarebbe speculativo: lo dimostrerebbero i rincari avvenuti in questi giorni, non solo sui prodotti fuori stagione, ma anche delle produzioni agricole della stagione fredda come carciofi e patate che, per esempio, hanno subito aumenti compresi fra il 72 e il 44% rispetto al gennaio 2003. Eh, ma si sa: la colpa di tutte le nostre magagne è dell’Euro. E di quei “delinquenti” che hanno voluto farci entrare in Europa…
Ma chissà quanto avremmo pagato gli interessi sul debito pubblico con la Lira (Ma questo è meglio non ricordarlo a chi guarda la Tv…).
Federalismo sì, ma solo delle “tasse”. Trasferimenti ancora più ridotti agli enti locali da parte dello Stato che tuttavia dà loro l’opportunità di “ritoccare” aliquote e addizionali Irpef di loro competenza. Come dire: soldi non ve possiamo dare. Ma potete trovarli voi. Tanto a pagare sono sempre i contribuenti, che si trovano colpiti due volte. E
il federalismo fiscale che ci avevate promesso? Quello per cui una parte del gettito di imposte restava laddove il reddito era prodotto? O ci dobbiamo accontentare solo di “Rai2 a Milano” o del Senato federale?
CONTRO AHMADINEDJAD
O CONTRO GLI IRANIANI?
Ora abbiamo anche le fiaccolate bi-partisan. Tutti insieme appassionatamente: Calderoni e Veltroni, Fassino e Alemanno.  Chiariamo: le parole del presidente iraniano non sono certo… condivisibili. E anche un po' allarmanti. Qualcuno che gridava i suo appetiti contro la Polonia sappiamo come finì. Il fatto è che Ahmadinejad non è un dittatorello del sudamerica messi su dalla Cia ma è stato eletto dagli iraniani. Che pare avessero anche un candidato alternativo che non hanno scelto.  Quindi, se c'è un nemico della stabilità in Medio Oriente questo non è il governo iraniano ma.., gli iraniani.  Se consideriamo guerrafondaio Bush, lo sono anche gli americani che lo hanno votato.  Anche perché il fenomeno è identico. La tanto acclamata fine dell'onda lunga illuminista e del relativismo
non ha fatto altro che riportare a galla (nella ex Jugoslavia, nelle repubbliche asiatiche dell'Urss, in Medio oriente, in Afghanistan dei Talebani, ma anche negli usa e in Europa) le tanto amare da “Pera & C”: radici. Tra le opinioni pubbliche che votano i teo-con Usa, gli haider nostrani e  gli Ahmadinejad  non c'è alcuna differenza. Qui innalziamo pretestuosamente le "croci di Lepanto", lì le mezzelune. Ma è la stessa cosa. Non protestiamo, caro Ferrara, contro il governo iraniano, ma contro la maggioranza dell'elettorato iraniano, che ha rigettato il candidato progressista e ha votato, anche un po' incazzoso, l'ex sindaco di Teheran. Come ha fatto l'America profonda con Bush.
“LA GUERRA AI PRETI”
"La guerra ai preti", così apriva "Libero" giorni fa per ricordare quanti paventano una presunta gamba tesa della Cei nella società italiana per rilanciarne la propria presenza. Niente più difensiva per il Clero, ma offensiva. Chi muove la "guerra ai preti" mette nel calderone i privilegi particolari (Concordato, otto per mille, esenzioni Ici, insegnanti scelti dal clero e pagati dallo Stato), il referendum sulla legge 40, l'esenzioni Ici per certuni immobili ecclesiastici, la lista di leggi da votare e quelle da non votare e la straordinaria presenza sugli organi informativi
di Rai e Mediaset: una tv generalista (ridotta a badante per un pubblico seduto), che fa 6, 7, 8 milioni di "spettatori" per fiction tv artisticamente di basso livello fatti di santi, "Celentani" che parlano di Papa Rock (un insulto per chi come Ratzinger ha messo in guardia dal… rock) mentre gli gnomi della politica si affannano per una comparsata nel salottino di Vespa magari alle 23.50. Non sappiamo se questa guerra c'è e chi effettivamente la muove. Una cosa è certa : la questione cattolica sarà "la" protagonista della prossima campagna elettorale.
l’offensiva dei teo-con
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Pare proprio di sì. Fede e religioni saranno al centro della campagna elettorale. Il Presidente della Camera, Casini, va dicendo che riproporre steccati tra laici e cattolici è anacronistico, non ci si deve dividere sull'essere cattolico o meno.  In realtà, accade il contrario. Prima la legge 40, ora i Pacs (i co.co.co delle coppie…), poi le polemiche su Zapatero.  Se il 2001 fu delle tasse (che dovevano essere meno per tutti….), il 2006 sarà della religione. Si sa, per accattivarsi il consenso, bisogna polarizzare l'attenzione su temi forti: o di
qua, o di là, o con noi o contro di noi, o con la famiglia o contro la famiglia. O con L'Islam o contro. Si badi bene: un uso strumentale della religione, piegata ad esigenze temporali: ma tant'è. Ecco gli pseudocattolici teo-con (quelli che vorrebbero il codice civile fotocopiato da quello di diritto canonico e poi fanno la ramanzina sulla svaria…), gli scontri di civiltà, gli pseudo-attacchi alla famiglia (ma come? Ma se i matrimoni in chiesa sono ancora la stragrande maggioranza?), e così via. E problemi veri? Prezzi, precariato, lavoro? Dettagli!
FEBBRAIO - MARZO 2006
VOTA ANCHE PAPEROPOLI
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Che fossimo un Bel Paese poco serio (a cominciare dall'opinione pubblica) non c'era bisogno che ce lo dicessero Moretti (Il caimano) e la Guzzanti (Viva Zapatero). Ma che fossimo superati anche da Paperopoli e da Topolinia. Sì perchè nelle due città dei fumetti ci saranno le elezioni. Si è affettato a dircelo il Tg1 di Mimum. Però, là almeno ci sono solo tre liste. Non una trentina come da noi (24 nella circoscrizione di Milano9. Un lenzuolo elettorale. Dovevano partorire la repubblica superpresidenzialista  
alla Sudamerica ( o di qua o di là), e invece ci hanno regalato una democrazia (?) partitocratica da governicchi instabili di prima repubblica. Dove la gente va al voto come se se ci fosse il maggioritario ma poi si limita solo a scegliere uno dei tanti partiti e partitini. Senza nessuno potere di licenziare qualche cococo o assumerne altri. Vuoi vedere che c'è più possibilità di mandare a casa col teelvoto uno della "casa" del Gf? Aspettiamo incuriositi la chiusura delle urne…
VIVA LA PARTITOCRAZIA!
Quattro settimane per decidere se mandare a casa i propri dipendenti o rinnovargli il contratto per altri cinque anni. Sulla carta questo è il compito che spetta ai cittadini-datori di lavoro dei co.co.co. di Roma. E un
buon datore di lavoro deve poter scegliere chi assumere.  
La sovranità appartiene al popolo (anche se spesso non è in grado di esercitarla con la dovuta limpidezza
mentale).
Ma in realtà ci sarà ben poco da scegliere. Perché non saranno gli elettori a decidere chi mandare in Parlamento e chi no. Ma i partiti. Avevamo lasciato  a casa la partitocrazia con la fine della "prima repubblica", ce la ritroviamo con la nascita della "terza".
Tutte liste bloccate. Gli elettori avranno "solo" il compito di sceglier
il colore: i nomi li hanno già messi loro. Un bel bluff.
Cui si aggiunge un altro: tutti credono che lo scontro sia tra centrodestra centrosinistra. Col maggioritario di prima (forse). Ora non più.
Tutti contro tutti. Come ai vecchi tempi. E le sorprese, dall'11 aprile, i datori di lavoro - elettori potrebbero vederne non poche...
"COMBATTIAMO LA DROGA"
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"Drogarsi non è un diritto. La droga uccide i nostri figli".
Così detta legge il popolo delle tivvù. E i co.co.co. di Roma, sotto scadenza di contratto, li accontentano.
Da qui nasce la legge voluta dal co.co.co. Fini, grazie alla quale potranno essere comminate pene da 6 a 20 anni e multe da 26 mila a 260 mila euro per chi importa, esporta, riceve, acquista o detiene una sostanza stupefacente elencate in tabella e in quantità tale da non prefigurare l'uso personale. Anni
e anni di fiction tivù hanno intontito il "popolo dei tinelli" italiani e quindi "combattere la droga" diventa un must per i co.co.co. di Roma in scadenza. Poco importa se alcool e fumo ne "uccidono" ben di più o se, secondo i dati resi noti dalle forze dell'ordine, la 'ndrangheta calabrese fattura sul traffico degli stupefacenti 9.813 milioni di euro. Questo le tivvù  generaliste non lo fanno sapere al "popolo dei tinelli". Che quindi dettano legge. E la Mafia ringrazia.
VIGNETTE E DINTORNI
Vignette1: Irresponsabile, lo hanno apostrofato a sinistra ma anche a destra. Invece no, è stato responsabilissimo. Ha solo sfruttato l'occasione. Le elezioni. I voti. Il pubblico della Lega ti vuole tosto e nulla di meglio che farsi un mega spot dal palcoscenico del governo. Tanto lo scranno lo avrebbe lasciato comunque. Voto 8.
Vignette2: chiese incendiate, 15 " cristiani" nigeriani uccisi. Scontri di religione, ha ragione Eco, stiamo tornando indietro. Abbiamo avuto la rivoluzione francese e la rivoluzione bolscevica, il '68 e la rivoluzione culturale, ma anche la Nostra Aetate e Hans Kung. E siamo qui ancora a parlare di croci e mezzelune. Che ci abbia fregato la caduta del Muro?
Alcune testate europee pubblicano alcune vignette non proprio gentili verso l'Islam. La cosa avviene in realtà cinque mesi fa, ma i media fanno scoppiare il caso solo ora a beneficio dei "fallaciani" nostrani. Qualche migliaio di esagitati (e non l'oltre miliardo e passa di musulmani) finisce in tv assalendo consolati e bruciando bandiere (chissà perchè sempre con una telecamera sul posto…). Un prete cattolico è assassinato in Turchia. Scontro di civiltà finito nel sangue? Ma va! Forse, solo un fatto di nera legato a una vendetta della malavita locale. Vendere riviste porno sul sagrato di San Pietro o disegnare una vignetta con "cristo assassino" può essere pieno esercizio di
libertà di espressione ma anche pura scemenza offensiva. Crediamo che la libertà di espressione non significhi necessariamente dire e fare tutto quel cavolo che ci pare. Siamo quindi un po' cauti nei confronti di chi ha preso le parti di chi ha disegnato il Profeta come… Bin Laden. Però... Voltaire era forse uno scrittore di sinistra che chiamava le persone più povere "populace". Però è l'unico che possiamo criticare dappertutto senza paura di passare guai (o di finire nella tenaglia di qualche Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che non può mandare al rogo nessuno solo perché c'è stato qualcosa che si chiama Illuminismo). Sarà un caso?
FAMIGLIA? SOLO SE HA LA CARTA BOLLATA
Non capite se con il coniuge gira? Temete di non essere dei buon padri? Niente psicologi, esperti di coppia o altro: basta rivolgesi a Ruini. Lui ti saprà dire se la tua è una famiglia oppure solo un'accozzaglia di bruti interessi senz'arte e né parte. Ma io amo il mio compagno, i miei figli, siamo una solida famiglia (la cui solidità non ha bisogno dell'atto di matrimonio del sindaco o del preòst), più del "sì" di tante coppie matrimoniali. Non importa. Non sei una famiglia! Ma se pago le tasse e la
Costituzione dice che debbo avere gli stessi diritti degli altri? Niente, non sei una famiglia ma solo degli sbandati. E ti va ancora bene che sei eterosessuale,. Figurati se tu e il tuo compagno avevate lo stesso sesso… Quindi nessun parlamentare osi approvare una legge (quella dei Pacs), che ti dia almeno qualche diritto in più senza obbligarti a finire davanti a qualche sindaco. Se vuoi ti sposi (possibilmente in chiesa, fa niente se dopo il sì davanti al parroco vai dall'avvocato perchè il corso pre--fidanzamento non è
servito a niente) e solo allora sarai una Famiglia. E ringrazia Iddio (pardon Ruini) se puoi azzardati a dirti famiglia anche se non ti sposi in chiesa. Perchè se ci gira, togliamo allo Stato anche il diritto di celebrare matrimonio chè il matrimonio civile e una eredità di quell'oscuro periodo chiamato illuminismo.
E qui ci fermiamo. Una domanda? Ma quelli che pretendono di adeguare le leggi dello Stato alla Sharia non erano solo quei cattivoni dei talebani? Boh…
IERI LE TASSE, OGGI… LA FEDE
Pare proprio di sì. Fede e religioni saranno al centro della campagna elettorale. Il Presidente della Camera, Casini, va dicendo che riproporre steccati tra laici e cattolici è anacronistico, non ci si deve dividere sull'essere cattolico o meno.  In realtà, accade il contrario. Prima la legge 40, ora i Pacs (i co.co.co delle coppie…), poi le polemiche su Zapatero.  Se il 2001 fu delle tasse (che
dovevano essere meno per tutti….), il 2006 sarà della religione. Si sa, per accattivarsi il consenso, bisogna polarizzare l'attenzione su temi forti: o di qua, o di là, o con noi o contro di noi, o con la famiglia o contro la famiglia. O con l'Islam o contro. Si badi bene: un uso strumentale della religione, piegata ad esigenze temporali: ma tant'è. Ecco gli pseudocattolici teo-con
(quelli che vorrebbero il codice civile fotocopiato da quello di diritto canonico e poi fanno la ramanzina sulla svaria…), gli scontri di civiltà, gli pseudo-attacchi alla famiglia (ma come? Ma se i matrimoni in chiesa sono ancora la stragrande maggioranza?), e così via. E problemi veri? Prezzi, precariato, lavoro? Dettagli!
L’ITALIANUCOLO MEDIO HA PAURA
L'italiano medio ha paura. Bombe a Londra e bombe sul mare dei coralli, minacce sul web, scontri di civiltà più o meno evocati. L'Italia ripiomba nel timore attentati. "Ripiomba" sì, perché non è un copione del tutto nuovo. Nessuno parlava di civiltà dell'odio, allora, però, nei '70 e '80, c'era già chi si "divertita" a far saltare stazioni e treni. Italicus, Bologna , San Benedetto Val di Sambro… paura di viaggiare, dei luoghi aperti. Poi la criminalità organizzata. Mafia, Camorra, attentati a Milano, Firenze, Palermo, Napoli: luoghi insicuri, da cui fuggire. Paura e odio: mafiosi, criminali, meridionali da cui guardarsi le spalle. E i sequestri di persona, negli anni '70? Paura montante e paura da esorcizzare. L'esercito in strada, nella Palermo post Falcone/Borsellino. "Meno diritti, più sicurezza". Risultati? Poco o nulla. Ma tanto senso di sicurezza. Paure reali e paure indotte. Rischia più un londinese (o un milanese) a Londra (o Milano) o un iracheno a Bagdad? Rischiamo di saltare per aria dalle bombe dei terroristi pseudo-islamici o di sfracellarci sulla tangenziale? Clima di guerra: Michele Serra su "Repubblica" ricordava che gli italiani del '43-'45, quelli sì che correvano rischi. Rischi reali non da paure tv.  
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Vignette, scemenze e Voltaire
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