("Ribon no Kishi")
di TEZUKA
OSAMU
3 volumi brossurati,
sovraccoperta, b/n, circa 200 pagg. l’uno
HAZARD Edizioni
Lire 19000 caduno
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Non è
un caso se Tezuka Osamu è stato definito "il Dio dei manga"
e la sua ex casa è considerata una sorta di tempio dai suoi innumerevoli
fan: infatti dal 1994 nella cittadina di Takarazuka (dove l'Autore trascorse
gran parte della giovinezza) ha sede il Museo Tezuka . Poco prima della
morte di Tezuka sorse in Giappone un piccolo "movimento" con lo scopo di
far assegnare al Maestro il premio Nobel per la Letteratura e quando scomparve,
nel 1989 a 71 anni, fu un lutto nazionale. La sua capacità affabulatoria
è stata ormai riconosciuta in tutto il mondo (anche da molti detrattori
dei manga); la sua sfrenata fantasia ha fornito cibo per l'a- |
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nima a milioni
e milioni di lettori e molte delle sue opere sono state finalmente tradotte
in diverse lingue. Nella storia del fumetto mondiale il nome di Tezuka
occupa un posto di grandissimo rilievo, e tale e tanta è l'influenza
che questo Autore ha avuto e continua ad avere, che moltissimi fumettisti
e mangaka si fregiano dell'onore di porlo tra le prime fonti di studio
e ispirazione. Tantissime sono le opere prodotte da questo mangaka, instancabile
e prematuramente scomparso, molte delle quali grazie a case editrici di
qualità sono ora a disposizione -finalmente- nella nostra lingua
e in edizioni ottime e filologicamente corrette. |
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LA
PRINCIPESSA ZAFFIRO, lo splendido manga di cui si va a parlare, non
è certamente un'opera profonda come Budda o La Storia
dei Tre Adolf, è anzi considerata un'opera "minore", Eppure
quest’opera riveste una grande importanza anche perché molti critici
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assegnano
proprio alla Principessa Zaffiro la palma di primo shojo manga della
storia. Non è però unanime l’accordo con questa considerazione,
adducendo da molti il fatto che non tutti i canoni classici dello shojo
sono qui presenti. Ricordiamoli, questi shojo-cliché in perfetta
funzione da oltre quarant’anni: un disegno che privilegia i lineamenti
sottili, femminei, delicati;l’assoluta prevalenza di si- |
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tuazioni drammatiche
e sentimentali, nelle quali la ragione è dominata dal sentimento;
le decorazioni floreali, presenti sia in vignetta che extra-vignetta, che
stanno a significare una sorta di “poesia” del linguaggio, come un’aggiunta
di romanticismo; la scarsa presenza di
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azioni umoristiche
che, quando presenti, hanno la sola funzione di sdrammatizzare per un istante
la (generalmente pesante) situazione o meglio ancora: servono a far rilassare
il lettore. Queste sono le regole canonizzate, ma ricordiamo sempre
che chi le ha praticamente inventate |
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è stato
proprio Tezuka! Ne La Principessa Zaffiro questi cliché
possono essere più o meno presenti, ma quel che è certo è
che l’opera ha dato una svolta fondamentale al manga e lo shojo, attuale
e non, le deve moltissimo. Una prima versione del manga uscì nel
1954 sulla
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rivista Shojo
Club; ci fu un seguito nel 1959 e infine l’opera venne completamente
riscritta e rivista e fu serializzata su Nakayoshi dal 1963 al 1966.
E’ proprio quest’ultima versione, certamente la più matura e completa,
quella pubblicata dalla Hazard
Edizioni, la casa editrice che distribuisce in Italia le opere
del Maestro Tezuka. Tre corposissimi volumi di oltre 200 pagine l’uno;
ogni volume è corredato di note esplicative sul linguaggio usato
in questo splendido manga: la lingua ha infatti una grande importanza (come
vedremo meglio tra poco) nella storia della principessa dai due cuori.
Vediamola in breve questa storia che ha avvinto milioni di lettori e lettrici
nel mondo. |
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A causa di un
angioletto pasticcione, Tink, nella famiglia reale di Silverland nasce
un pargolo… dotato di due cuori: uno maschile e uno femminile. Leggi retrograde
impediscono che a Silverland una donna possa salire al trono, quindi il
re e la regina allevano Zaffiro come fosse un maschietto (in pubblico),
permettendogli di indossare abiti femminili soltanto nel segreto del palazzo.
[Se tutto ciò vi ricorda una certa Lady Oscar… ebbene vi sbagliate:
Zaffiro è di molti anni precedente al capolavoro della Ikeda!] Il
granduca Duralmin, in combutta col perfido sir Nylon, cerca ini tutti i
modi di provare la femminilità di Zaffiro, per poter far salire
al trono suo figlio, l’inetto Plastic. Contemporaneamente Dio ordina all’angelo
Tink di scendere
sulla Terra per aggiustare il pasticcio del doppio cuore e rendere Zaffiro
una vera ragazza. Durante una festa alla quale si presenta con una parrucca
dai capelli soavi, Zaffiro conosce il principe Franz Charming del vicino
regno di Goldland… Da qui si dipaneranno fantastiche avventure, dense di
continui colpi di scena, durante le quali sia Zaffiro che gli altri protagonisti
vivranno momenti terribili e apparentemente senza scampo. S’incontreranno
streghe malvagie, re e regine, demoni e spettri, pirati, persino il diavolo:
Satana in persona! Interessante e divertente è inoltre la commistione
tra religioni: Dio, il dio cristiano (raffigurato come un simpatico vecchietto) |
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convive in un
mutiforme pantheon insieme a divinità greche, semidei, eroi, cavalli
alati e chi più ne ha più ne metta. Un caos in cui vengono
tirate le fila di trame e molteplici sottotrame, che alla fine della storia
ci regaleranno un finale lieto. La lettura di questo bellissimo manga,
nel quale tra l’altro è delizioso stare a guardare gl’infiniti particolari
che Tezuka inserisce quasi in ogni vignetta, ci fa immergere in
un mondo di fiaba pieno di emozioni e nel quale il
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concetto di
“noia” è completamente assente; il Maestro ci accompagna per mano
nel regno della fantasia badando bene a non chiederci l’età: sia
che siamo bambini, ragazzi o adulti, possiamo per qualche ora accedere
a questo fantastico mondo, entrando forse più facilmente in contatto
con la nostra parte più sognatrice e, in sostanza, più vera.
Il nostro consiglio, che viene dal cuore, è quello di procurarsi
questi tre magnifici volumi, staccare la tivù e lasciare che le
immagini e la storia de La Principessa Zaffiro danzino davanti ai
nostri occhi, solo per noi. Da 1 a 10: 10. |
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Orlando
Furioso
Novembre 2001 |