Edizioni STAR COMICS - 14 volumetti
usciti tra aprile '95 e dicembre '96
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Un bellissimo romanzo, un
"manuale" di sceneggiatura e dialoghi; più in generale un "manuale"
di Fumetto, di Buon Fumetto. La storia editoriale italiana
di ROUGH, opera splendida di Mitsuru Adachi, uno dei mangaka
giapponesi più amato in patria e all'estero, è singolare:
alla sua uscita in edicola per i tipi della Star
Comics, non fece breccia nel cuore della maggioranza degli appassionati
di manga. Le vendite furono basse, o comunque non soddisfacenti, e si fece
strada l'ipotesi di una sospensione delle uscite dei volumetti. Per una
volta però i Kappa Boys (curatori editoriali) decisero di
attuare una politica che se non pagava a livello di profitto economico,
pagava (e pagherà per sempre) |
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nel cuore dei fan: una veloce
trasposizione di collana, e le uscite di Rough ripresero e si conclusero,
permettendo ai fan che amavano quell'opera di poterne completare la collezione,
soprattutto di gustare fino all'ultima tavola questa meravigliosa storia
d'amore. E' da sottolineare ancora questo fatto: i Kappa convinsero la
casa editrice a proseguire e completare le uscite di un manga soltanto
perché credevano nel valore dell'opera e per non deludere i fan.
Questo atteggiamento, che per qualcuno potrà anche essere una cosa
da nulla, ha fatto sì che schiere di fan, o di semplici appassionati-moderati,
identificassero nella Star Comics e nei Kappa Boys degli operatori |
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onesti e sinceri,
che mettono la passione per il Fumetto almeno sullo stesso piano del profitto
economico. Sarà un'idea romantica, ma una dimostrazione di tale
amore per il Fumetto e di rispetto per i fan non è, tantomeno oggi,
così comune. Anzi!... Cenni editoriali a parte, scopo di questo
scritto non è altro che (cercare di) stimolare curiosità
in chi ancora non conosce questa bellissima opera, e naturalmente condividere
emozioni con chi, invece, Rough l'ha letto e apprezzato. "Letto e apprezzato",
appunto: non si riesce infatti a capire come questi due termini potrebbero
non andar di pari passo, quando si parla di Rough! Esiste, sosteniamo da
tempo, un'oggettività nel Fumetto che |
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pur non inficiando la sacrosantità
dei gusti personali, è bene tener presente e in qualche modo accettare
se non si voglion fare solo "discorsi" basati sul mi piace/non mi piace.
Per "oggettività" s'intende qui il riconoscimento del valore di
un'opera a fumetti, che è indipendente da genere, stile, Paese d'origine,
argomento trattato; una sorta di valore universale, insomma. Si è
accennato poc'anzi a Rough come "manuale" di buon fumetto: la perfetta
scansione di vignette e tavole, la pressoché totale assenza di didascalie,
l'alternanza di dialoghi (sempre azzeccati, veri...) e silenzi, la riuscita
magia dei salti temporali e dei flashback -mai abusati, però- perfettamente
comprensibili e godibili senza bisogno di |
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una riga di "spiegazione",
la qualità di disegno e atmosfere, la magnifica caratterizzazione
(psicologica e grafica) dei personaggi... tutto ciò, insieme alla
bellezza della storia in sé, fanno di Rough un capolavoro oltreché
da leggere e gustare, anche da studiare. La storia, d'amore come
si è già detto, ma anche di crescita e formazione, ha per
protagonisti assoluti un ragazzo, Keisuke Yamato, e una ragazza,
Ami
Ninomiya, che frequentano la prima classe delle superiori all'Istituto
Eisen. Lei è un'abile tuffatrice dal talento non ancora esploso;
lui un provetto nuotatore arrivato terzo nella specialità "stile
libero" ai nazionali studenteschi. In questo manga lo sport ha un ruolo |
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importante, ma non invasivo:
non è possibile definire Rough come "manga sportivo"; semmai è
l'ambientazione di molte situazioni ad avere lo sport come sfondo o pretesto.
Nessun timore, insomma, di trovare complicate quanto lunghe e noiose descrizioni
di impossibili tecniche sportive, assolutamente: Rough è un romanzo
di formazione nel quale, casualmente, i protagonisti praticano anche sport.
I personaggi "di contorno", specie alcuni di essi, acquistano via via sempre
più spessore fino a diventare presenze importanti, vive, non più
di contorno, senza le quali la storia di Rough avrebbe molto meno senso
e interesse. Vita: ecco una delle caratteristiche che permea il
romanzo; vivi sono i perso- |
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naggi, protagonisti
o deuteragonisti che siano; vive le situazioni, le atmosfere, le foglie
che cadono e le stagioni che si susseguono... La serializzazione di Rough
sulla rivista giapponese Shounen Sunday è durata dal settembre
1987 al novembre 1989 e durante questo tempo i personaggi (le persone)
sono cresciuti, le situazioni si sono evolute in modi inaspettati; il tempo
è trascorso. La mia terza rilettura di Rough, avvenuta in maniera
più "vorace" delle precedenti, oltre a farmi scoprire nuove sfumature
del racconto, mi ha fatto riflettere anche sulla velocità di lettura
occidentale. Uno dei luoghi comuni sui manga è che essi vengano
divorati dai consumatori senza cura alcuna, gettati poi nel |
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dimenticatoio, pronti a
divorarne altri, e così via. Eppure la serializzazione di Rough
è durata per oltre due anni, ed è stato un successo... ciò
significa che con pazienza e fedeltà i lettori e le lettrici hanno
aspettato, sofferto, si sono commossi insieme a Ami e Yusuke per tutto
quel tempo, quasi una continuity che rispecchia la realtà temporale
del mondo reale... Ma anche noi, lettori e lettrici occidentali, abbiamo
potuto sentire, in quello spazio impalpabile che va dalle mani con cui
teniamo in mano il giornalino agli occhi con cui lo leggiamo alla
mente nel quale esso si posa, un manga che mano a mano diventava sempre
più vivo, al punto tale che al termine della lettura ci siamo certa- |
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mente sentiti un po' tristi:
Ami e Keisuke ci lasciavano per sempre, e con loro Ogata, Seki, il tenero
Masaro Kume, il gigante buono Kyotaro Kitano... Che strano, che strano
davvero che Rough abbia avuto problemi di vendita. Perché
leggerlo? Beh... per tutto quanto detto finora; per leggere una
bellissima storia che, partendo da un atavico odio familiare/generazionale,
si trasforma lentamente e coerentemente in amore; perché non ci
sono combattimenti o poteri sovrumani; perché ognuno e ognuna di
noi è stato Keisuke o Ami (o entrambi) in un lungo momento della
vita; perché in questa storia non c'è né un Giappone
idealizzato e falso né un ambiente astratto e vacuo; per commuoversi
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piangere, arrabbiarsi
e ridere; per gl'irresistibili (e quantitativamente misurati) momenti di
metafumetto inseriti qua e là da Adachi; per leggere un capolavoro
assoluto del Fumetto Giapponese, anzi: del Fumetto tout court, che
non lascia l'amaro in bocca né la sensazione di aver perso tempo.
E per mille altri motivi che ognuno e ognuna può scoprire nel silenzio
della lettura.
Buon divertimento, davvero
di cuore.
Orlando
Furioso
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Mitsuru Adachi
è nato il 9 febbraio dell'anno 26 dell'era Showa -ovverosia il 1951-
a Isezaki, nella prefettura di Gunma.
Il suo mangaka preferito
è Osamu Tezuka. Il suo debutto risale al 1970, sulla rivista Shonen
Sunday DX. Il suo manga di maggior successo è stato TOUCH
(edizioni Star Comics), seguito da ROUGH e altri. Il suo più
recente manga, H2, è attualmente in fase di pubblicazione,
sempre per i tipi della Star Comics.
(... e il suo gruppo sanguigno
è AB...)
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settembre 2001 |