IL GIOCATTOLO DEI BAMBINI
è il manga da cui è stata tratta la fortunata serie televisiva
ribattezzata in Italia “Rossana”.L’aspettativa per la pubblicazione
di questo manga era alta e schiere di fans avevano già provveduto
a mettere online immagini, informazioni, riassunti e quant’altro fosse
recuperabile per ingannare l’attesa. Dynamic
Italia, coi soliti mesi di ritardo accademico, presenta ora in
edicola e fumetteria il primo volume della serie contando anche - e giustamente-
sull’effetto traino che il successo televisivo avrà sulle |
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vendite della pubblicazione. La
confezione è curata e lussuosa, con una svavillante sovracopertina
lucida e coloratissima (la prima in pentacromia in Italia, ci dicono);
la presenza di un editoriale di presentazione, l’abbondanza di note e la
cura generale stanno a dimostrare l’investimento che Dynamic ha fatto su
questo titolo. In rete c’è già stata qualche leggera e garbata
protesta riguardante gli adattamenti italiani del testo, ma dato che non
tutti i lettori e le lettrici hanno il giapponese come seconda lingua,
decidiamo di fidarci e procediamo nella lettura. Naturalmente i nomi dei
protagonisti sono stati mantenuti rispettando l’edizione originale evitando
gli orribili storpiamenti a cui gli “adattamenti” televisivi cercano di
abituarci. Evidentemente i censori media$et, secondo i quali i bambini
sono gli |
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unici fruitori dei cartoni animati
(e un giorno qualcuno spiegherà loro l’idiozia di questa logica
perversa) temono traumi irreversibili derivanti dall’ascolto di nomi giapponesi…
In realtà è molto più forte di qualsiasi (inesistente)
trauma, lo straniamento che deriva dal vedere una storia evidentemente
ambientata in un luogo lontano e contemporaneamente sentire un tentativo
maldestro di riavvicinamento verso canoni conosciuti e rassicuranti. Ma
tutto ciò è avallato anche da educatori come Mario Lodi,
il quale tuona(va) |
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contro i “valori shintoisti”
(!!!) che i cartoni giapponesi veicolerebbero !!! Ci si perdoni l’inutile
digressione e torniamo a IL GIOCATTOLO DEI BAMBINI. Colpisce molto
una scritta riportata sulla copertina che dice “riservato a un pubblico
maturo”, apparentemente una contraddizione per un manga che si penserebbe
adatto a un target infantile. In effetti i temi affrontati in questo primo
volume sono tutt’altro che carini e/o banali: i protagonisti accennano
infatti a problemi quali la violenza, la prevaricazione, con scene anche
di una certa crudezza; la noia di vivere e il suicidio; la morte e la mancanza |
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dei genitori; la difficoltà
o l’indifferenza nei rapporti familiari; l’adozione. Nulla cioè
che faccia pensare a pupazzetti pelosi e tanto buffi! Questo non significa
che si sta parlando di un fumetto dark: si tratta pur sempre di storie
di ragazzi e dopo un (duro) empasse iniziale si svilupperanno amori, amicizie,
risoluzione dei problemi e probabilmente un catartico lieto fine. Le differenze
tra il manga e la versione italiana del cartone animato sono già
ben evidenti a partire da questo primo volume: le atmosfere del manga sono
più realistiche e dettagliate, più introspettive e sebbene
(come da tradizione…) siano presenti |
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numerosi intermezzi buffi e gag
umoristiche, è l’aspetto problematico a farla da padrone. Com’è
noto i protagonisti della nostra storia sono alcuni ragazzi della 6a classe
elementare e alcuni adulti, dalle caratteristiche spesso più buffe
e infantili degli stessi ragazzi. Le indiscusse stelle del manga sono:
Sana
Kurata, ipercinetica ragazzina pasticciona ma dal grande cuore e già
piccola star televisiva; Akito Ayama, compagno di classe di Sana
e capo di una piccola banda di teppisti; insieme a loro ci sono, ancora,
Tsuyoshi Oki e altri piccoli comprimari e, tra gli adulti,
Misao
Kurata, la mamma di Sana, scrittrice apparentemente fuori di testa,
dalle acconciature che sfidano |
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ogni legge fisica; e Rei Sagami,
manager di Sana e ospite in casa Kurata. Il tempo di lettura del manga
è notevolmente lungo, è un’opera molto “parlata” e –purtroppo!-
con eccessivi e spesso inutili interventi dell’autrice a lato delle tavole,
la quale ci informa di una serie di fatti suoi di cui avremmo volentieri
fatto a meno. Ma si tratta di un’usanza tutta giapponese, quella dell’interazione
tra mangaka e lettori, ed è giusto che Dynamic abbia riprodotto
l’opera integralmente, senza mutilarne alcuna parte. Purtroppo chi soffre
di presbiobia (ehm…) avrà gran difficoltà nella lettura di
certi balloons al cui interno le parole sono riprodotte in dimensioni microscopiche…
Il primo volume de IL GIOCATTOLO DEI BAMBINI termina con una |
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breve storia autoconclusiva, completamente
allucinata (ma veramente!) che l’autrice dichiara aver tratto da un suo
sogno. Mentre consigliamo all’autrice di mangiare meno pesante la sera,
aspettiamo l’uscita del secondo volumetto per capire ancor meglio se le
buone premesse di questo manga, particolare nella storia e ottimamente
disegnato, verranno mantenute anche in seguito. Per ora siamo ottimisti!
orlando furioso
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“Rossana dai pensaci un po’ tu, perché
così non se ne può più,
Rossana tu non ti arrendi mai,
e provi e riprovi finche ce la fai…”
febbraio 2002
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