POROMPOMPIN
di Makoto Kobayashi
edizioni STAR COMICS
Annuale, 208 pagine, b/n, 6.000
lire
Formato 13 x 18, brossurato
Numero 1 (UP n° 5), Settembre
1999
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Porompompò! Solo per un pomp…
ehm, scusate, mi sono fatto prendere la man… cioè, dall’entusiasmo!
Uff, che fatica… Il fatto è
che questo titolo, scelto dai Kappa Boys per rendere l’originale Chichiyonmanchi,
è decisamente evocativo per la sua capacità di dare l’idea
di una follia molto “frizzante”…
Sì, insomma, direi proprio
un casino, in tutta la ricchezza semantica del termine. |
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In questo manga di Makoto Kobayashi
ho trovato di tutto: echi di pittura surrealista, espressioni caricaturali
alla Dr. Slump, siparietti in stile Tatsunoko, ma anche tanto Disney: i
coniglietti e i cerbiatti delle pagine 112 e 113 (se non fosse per un picc…
grosso particolare), sembrano presi da Biancaneve, anche se il vecchio
Walt dubito avrebbe sottoscritto le due tavole seguenti. (I fratelli Warner
forse sì, ma non mettiamoci a fare i Raffaelli della situazione…).
Per capire meglio, diamo un’occhiata alla trama.
Tutto inizia con l’arrivo nell’aldilà
di una serena vecchietta, che in qualità di medico ha dedicato tutta
la sua esistenza terrena ad aiutare il prossimo: sembrerebbe, questa, la
miglior credenziale per il Paradiso… e invece no! Dio (non so perché,
ma a me ricorda tanto il coach di Noritaka…) ci informa che la dolce nonnina
ha sempre dato amore senza mai preoccuparsi di riceverne, e deve quindi
sopperire a questa sua mancanza trascorrendo un certo periodo nel Porompompin. |
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È questo un luogo dove uomini
e donne che in vita non hanno mai avuto esperienze con l’altro sesso recuperano
il tempo perduto… in modi alquanto bizzarri. Sennonché la nostra
grintosa protagonista Chiya, nel frattempo ringiovanita, non è proprio
dell’idea di avere un ruolo puramente passivo nella faccenda, e continua
così a difendere testardamente la propria virtù… oltre a
quella delle sue compagne di ventura, alle quali peraltro di essere “salvate”
non potrebbe importare meno! Assieme a lei veniamo sbatt… ehm, sballottati
da un’assurdità all’altra, praticamente schiaffeggiati a ripetizione
da una serie di eventi che, ancor prima di manifestarsi, si annunciano
nei repentini mutamenti d’espressione dei personaggi, che lasciano per
un istante il lettore come “sospeso” prima della deflagrazione comica.
Ma il Porompompin, come ci ricorda un bizzarro yakuza, è pur sempre
un inferno, e la protagonista dovrà capire che le prove da superare
saranno ben altro che le “particolari” beccate di qualche uccello, e d’ordine
più interiore che fisico… di cosa mai si tratti è detto abbastanza
chiaramente, altre cose s’intuiscono ma, per avere conferme, dovremo aspettare
i prossimi numeri. |
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Concludendo, un manga non eccelso
ma decisamente apprezzabile, divertente, e dal tratto pulito e curato (e
stranamente – per la stessa cultura giapponese – non censurato; forse anche
perché altrimenti, vista… l’abbondanza, più di metà
del fumetto sarebbe stata oscurata!), che però conferma i tanti
dubbi sulla nuova collana della Star, che vorrebbe essere erotika ma che
di veramente “hard”, fatta eccezione per Oh, baby!, finora ci ha mostrato
ben poco.
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IC
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aprile 2001 |