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Il
Professore che
farà
le scarpe
al
tuo fumetto preferito
(se
verrà pubblicato
in
Italia...)
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Il
diavolo: “Bell con due “L” come un angelo?! [in francese, “ala” ed “elle”
si pronunciano allo stesso modo] E se si leggono male le due “L” possono
essere prese per un “11”. Chi lo sa che cosa rappresenta l’11? Undici,
sono le undici stelle del sogno di Giuseppe. Genesi, capitolo XXXVII, versetto
10: “Ho fatto ancora il sogno nel quale ho visto il sole, la luna ed undici
stelle inginocchiarsi davanti a me”.
Professeur
Bell vol. 2 – Les Poupées de Jérusalem, ed. Delcourt.
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Joann
Sfar, uno degli autori più prolifici e interessanti della
“nuova ondata” francese, ha cominciato ad essere pubblicato finalmente
in Italia con una certa regolarità. Per primi sono apparsi il volume
“Urani”, un lavoro a quattro mani con l’illustre David B. (una storia molto
sperimentale non del tutto riuscita, in Italia apparso per Macchia Nera)
e soprattutto i volumi de “La fortezza”, il megalomaniaco
progetto concepito insieme a Lewis Trondheim che, senza troppa fortuna,
appare in Italia con il marchio della Magic Press. Infine, grazie
alla Kappa Editore, stanno cominciando ad apparire le sue opere
più personali, come “Il gatto del Rabbino” e “Socrate
il semi-cane”. In Francia la sua produzione è molto vasta, a
partire dai lavori nati in seno all’Association, la casa editrice
che ruota intorno ad autori come Sfar, Trondheim, David B., Blain
e che ha proposto i fumetti più sperimentali di questi autori,
lavori in cui molto più della storia che si raccontava è
importante la forma utilizzata per queste |
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storie spesso
autobiografiche, in una continua ricerca (della quale in Italia si sente
molto la mancanza) di spingere sempre più in là i confini
di un arte sotto molti aspetti ancora giovane quale è il fumetto.
In Italia di questa casa editrice si è visto poco, ma vale sicuramente
la pena recuperare molti lavori che sicuramente non saranno dei “blockbuster”
ma sono sicuramente interessanti sulle possibilità di un medium
che in Italia si è forse un po’ addormentato. Una volta raggiunta
una grande notorietà critica, Joann Sfar come i suoi colleghi dell’Association,
iniziò a collaborare anche con le case editrici più “canoniche”,
come Dargaud e Delcourt, in una serie di volumi con il grande
pregio di miscelare l’autorialità (che si concretizza soprattutto
in un disegno difficile quanto affascinante) e la leggibilità. Queste
sono le opere che ci interessano di più, quelle che sono state menzionate
prima (soprattutto “la Fortezza”) e soprattutto un gioiello, |
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un capolavoro
che non è ancora stato pubblicato in Italia (e questa lacuna speriamo
sia colmata prima possibile!), di cui in Francia è uscito di recente
il terzo volume: Professeur Bell. Il Dottor Joseph Bell è
un dottore, un chirurgo, un teratologo (studioso dei mostri), un uomo di
grande cultura e fredda capacità intellettuale. Vive ad Edimburgo
e qualcuno afferma sia stato alla base della creazione del personaggio
di Sherlock Holmes. D’altronde le analogie sono evidenti: la stessa abilità
nell’analisi, lo stesso gusto per quanto riguarda i cappelli, l’indulgere
di tanto in tanto all’uso della cocaina per sconfiggere la noia. Ma l’ambiente
in cui si muovono i personaggi è diverso: laddove la creatura di
Doyle si beava delle sue incredibili capacità nel mondo razionale
ed “elementare” delle sue inchieste, Joseph Bell affronta un mondo magico
e notturno, in cui si muovono |
creature bizzarre
e incredibili, alla ricerca di una risposta che solo il nostro buon teratologo
riuscirà a dare. In questo lavoro si intravede nettamente la grande
passione che Sfar ha per le religioni e le filosofie, un amore che traspare
facilmente nelle situazioni in cui il personaggio si dibatte. Così
come in “Promethea”Alan Moore affascina il lettore con le
sue teorie sulla Cabala e sulla magia bianca che permea l’universo, allo
stesso modo Sfar travolge il lettore un po’ anestetizzato dall’atmosfera
malsana che respira tra le pagine e lo avvolge di parole ricercate ma fluide,
di discorsi difficili ma che si integrano benissimo |
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nel tessuto
di una storia che scorre come un fiume lento ma inesorabile. I disegni
di Sfar, ed anche la scelta dei colori, sono un’altra gradita sorpresa:
sono molto dettagliati negli ambienti e invece espressionistici nelle figure.
Il risultato è quello di trasportare il lettore in una zona “di
confine”, tra il sogno e la realtà. E tra il sogno e la realtà
sono i personaggi che popolano questo fumetto, a partire dal voluminoso
Ispettore Mazoch, detto “Humpty Dumpty”, il fantasma fifone Eliphas, diavoli,
morti riportati in vita, mostri ed esseri deformi.
* Volume
1: “Il Messicano con due Teste”
Nel primo
volume della serie il nostro eroe (?) si trova ad affrontare il direttore
di manicomio Pinon, un messicano con una bizzarra malformazione nella testa.
Sulla fronte, dalla nascita, Pinon porta una |
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testolina
che si vede costretto a nascondere sotto un cappellaccio. Pinon si rivolge
a Bell affinché rimuova la doppia testa. In realtà la doppia
testa è molto più responsabile di quello che sembra dell’operato
del messicano e tra le altre cose possiede il potere di rianimare i cadaveri.
Subito una caratteristica molto importante della serie: l’atmosfera lugubre
in cui si muovono i personaggi si ripercuote sugli ambienti e sui colori,
e infine sui personaggi stessi. Tutti quanti sono pervasi da una crudeltà
di fondo (Pinon fa uccidere il fratello del professore per convincerlo
ad operarlo, mentre Bell si vendica dell’assassino in modo alquanto spietato
e metodico), e quasi da una |
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“necessità
di crudeltà” che riporta a molti personaggi della letteratura russa,
che proprio in questa ambivalenza quasi inevitabile risvegliano l’interesse
dei lettori che sono consapevoli della necessità di affrontare dialetticamente
il proprio “lato oscuro”, senza drammi ma anche senza buonismi “politically
correct”.
* Volume
2: ”Le bambole di Gerusalemme”
Nel secondo
volume, per ora il migliore per come riesce a portare avanti in una storia
che fondamentalmente è di avventura discorsi complessi ed affascinanti
sulla religione e sulla filosofia, il buon professore si reca a Gerusalemme
insieme all’ispettore Mazoch per |
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impedire al diavolo
di uscire dalla città, secondo un “gioco” quasi spogliato da ogni
ritualità che si ripete ogni mille anni. In questo viene in
aiuto a tre rappresentanti delle tre religioni
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che si “contendono”
Gerusalemme, un prete cattolico, un rabbino ebreo ed un ragazzino musulmano
che, come al solito, porta con sé molta più saggezza dei
suoi più colleghi “togati”. Anche qui la storia scorre come deve
attraverso i vicoli della Gerusalemme misteriosa, dimostrando che il diavolo
(i diavoli) sono più umani e complicati di quelli descritti nella
Bibbia (e nelle pagine di Dylan Dog!) e che anche i loro figli sono sempre
più afflitti che complici della tragedia.
* Volume
tre:”Il carro del Re Scimmia”
Recentemente
è uscito in Francia il terzo volume della serie in cui Sfar lascia
il pennino in mano a Tanquerelle (peccato!) e che ancora purtroppo non
ho ancora avuto possibilità di visionare. Restano comunque due volumi
assolutamente imperdibili e che mostrano l’equilibrio perfetto tra capacità
di raccontare una storia e di esplorare allo stesso tempo i mezzi del fumetto,
un’arte che spesso si pensa morta o comunque in stato catatonico ma che
ha ancora tantissime frecce al proprio arco! |
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Il
bambino: “Il rabbino Findling diceva che tu sei come Dio, professor Bell.
Infatti, la Thora di Mose comincia con la lettera “Beth” e finisce con
la lettera “Lamed” e “Beth + Lamed” si può dire “Bell” in ebraico,
che fa trentadue. Trentadue sono le ventidue consonanti e le dieci vocali
dell’alfabeto ebraico, ed è l’intelligenza creatrice. E se si legge
al contrario, “Lamed Beth”, questo diventa “Lev”, che vuol dire “cuore”.Professeur
Bell vol.2 – Les Poupées de Jérusalem, ed. Delcourt.
STEFANO
"DIFLOT"
Joann Sfar:
Professeur Bell – Le Mexicain à deux têtes, ed. Delcourt
Joann Sfar:
Professeur Bell – Les Poupées de Jérusalem, ed. Delcourt |
luglio
2003
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