JOHN DOE # 1 - ANNO 1 - N. 1 - GIUGNO 2003 - EURA EDITORIALE - EURO 2,20
Roberto Recchioni (sogg., scenegg.), Lorenzo Bartoli (sogg.), 
Emiliano Mammuccari (disegni), cover di Massimo Carnevale.

cover del primo Dossier John Doe Il gioco di John Doe è pulito e onesto e questa non è cosa da sottovalutare perché, almeno in questo primo numero, così come per ogni primo numero dovrebbe essere, sono proprio la pulizia e l’onestà a valere e giustificare i commenti. Ora è più chiara la “tecnica dello sfinimento” con la quale Roberto Recchioni (Rrobe per gli amici), soggettista e sceneggiatore della serie e –insieme a Lorenzo Bartoli- creatore dell’intero progetto, ha simpaticamente invaso forum e newsgroup negli ultimi mesi. Il suo esplosivo  presenzialismo ha aumentato tra gli appassionati l’attesa e la curiosità per la prima uscita di John Doe (curiosità che era stata già stuzzicata dai due dossier omaggiati dall’Eura, allegati al settimanale Skorpio); ma non è stata, quella di Rrobe, una fredda strategia di marketing, non solo perlomeno. In questi mesi il nostro Rrobbe non ha fatto mistero principalmente di due emozioni che, per quanto ovvie in una situazione del genere, restano estremamente private e non obbligatoriamente condivisibili: l’ansia e l’entusiasmo. Tanto è evidente che l’autore ama 
cover Dossier n. 2 parlare di sé e confrontarsi con i lettori, anche animosamente quando a suo parere il caso lo richiede, quanto è sempre stata palpabile la sua voglia di condividere con noi , con tutti i rischi e i pericoli che ciò comporta, la sua urgenza di narrare. Ad alcuni tutto questo è piaciuto, ad altri no, ma è fuor di dubbio che Rrobe non ha mai nascosto l’ansia (che, ricordiamolo, comprende l’ansia di “fallire”) per questa sua nuova creatura, anche se nulla ha potuto scalfire l’entusiasmo col quale amorevolmente raccontava le sue speranze e la sua gioia per l’imminente “figlio in arrivo”. Tutto questo ha però creato in alcuni aspettative leggermente gonfiate (esagerate, forse) e ciò non è detto che si trasformi automaticamente in un vantaggio per John Doe e i suoi papà… L’attesa, per quanto mi riguarda, è stata più che ben ripagata: John Doe è un fumetto popolare che cerca e cercherà di piacere a quanti più lettori possibile, si accinge a costruirsi un proprio spazio in edicola e presenta un’onestà e un entusiasmo di fondo che non potrà
cover John Doe n.2 che giovare al prodotto. Non ci troviamo di fronte a rivoluzioni del/nel fumetto o ad avanguardie elitarie, ma ad un fumetto che ha i numeri per piacere a diverse tipologie di lettori; le citazioni –numerose e agite a carte scoperte- possono rappresentare una strizzata d’occhio al lettore attento o possono tranquillamente essere ignorate senza che ciò penalizzi la lettura; una lettura che risulta sì scorrevole, ma tutt’altro che “usa-e-getta”, rozza o tiepida.  Insomma questo primo numero di John Doe se la cava egregiamente e ha le potenzialità per piacere ai lettori Eura, Bonelli, ai lettori abituali di fumetti, a quelli occasionali, ai fan di Gaiman (un nome citato non a caso…)… I personaggi non sono ancora caratterizzati al 100%, ma questo è senz’altro un (giusto) meccanismo voluto dagli autori, non una mancanza, e in ogni modo la presentazione di John, del suo “lavoro” e dei suoi quattro, anzi cinque, “amici” è sviluppata in modo intelligente e tale da suscitare curiosità. Eppoi chi mai può volere che i giochi, le alleanze e i ruoli siano già chiari e limpidi dopo poche
poche pagine?! L’idea che sottende questo primo numero di John Doe, l’idea di base –di un umano, cioè, dotato di particolare carisma (o è un vero potere?…), che svolge un lavoro segretissimo al soldo di Personaggi molto, molto potenti e misteriosi- non sarà tra le più originali, ma non è assolutamente questo che conta: a chi racconta storie per intrattenerci non si chiede originalità, ma fascino, curiosità, passione; gli si chiede di farci sognare,
insomma, e pare proprio che questo signor John Doe, insieme ai suoi cinque incredibili “amici”, abbia tutte le caratteristiche necessarie per intrattenerci, affascinar- ci, incuriosirci e farci un po’ sognare. Sarà che, prati- camente “appena nato”, John si è già messo contro alcune delle più potenti entità del pianeta, il tutto per una sorta di integrità morale che inizialmente non sembrerebbe trasparire dal nostro eroe; sarà che di fronte a certi Personaggi (e qui non si vuol spoilerare,
M
ma si tratta di Personaggi con una forte, fortissima personalità e presenza nell’immaginario mitico mondiale…), sarà per quel giusto mix di azione e momenti più riflessivi, ma questa è proprio una buona storia che NON passerà inosservata, né d’altronde lo meriterebbe! Questo primo numero è dunque un’introduzione all’universo di John Doe e degli Altri 
John e T
Protagonisti e Rrobe –che sceneggia molto bene, con un giusto equilibrio tra pensieri, paro- le, didascalie e un’ottima scansione degli avvenimenti- ci introduce poco a poco all’incredibile mondo di John, al suo lavoro alla “Trapassati Inc.” (ottimo nome!), all’amore (non corrispo- sto?…) che una certa Signorina che ha molto, moltissimo Tempo a sua disposi- zione, nutre per il nostro eroe, al Terribile Datore di Lavoro di John. E’ più che buona la trasposizione che Roberto Recchioni compie rispetto ai Personaggi, alcuni dei quali archetipi spesso abusati e coi quali non è certo facile trattare: in questo primo numero di John Doe Essi si muovono con naturalezza e senza forzature, coinvolgendo il lettore, spiazzandolo al punto giusto, facendogli “sentire” la realtà della situazione, senza bisogno di artifizi cavillosi o “alla moda”.
E’ sempre una bella cosa quando, finito di leggere un fumetto, ci si sente soddisfatti, incuriositi e vogliosi di leggerne il numero successivo. I disegni di Emiliano Mammuccari, invece, non sono sempre all’altezza: alcune vignette e tavole paiono “tirate via” frettolosa- mente, al contrario di altre che invece sembrano maggiormente curate; nel complesso non mantengono
cover n. 1: LA MORTE, L'UNIVERSO E TUTTO QUANTO quell’uniformità di qualità che dev’essere auspicabile specie per un fumetto che si presenta per la prima volta in edicola. Inoltre non si può evitare di notare una certa incertezza nel tratteggiare i lineamenti di John Doe, al punto da renderlo, talvolta, diverso da vignetta a vignetta.Tant’è, restano comunque funzionali e non inficiano il piacere della lettura, ma attendiamo altre e migliori prove da questo disegnatore comunque stimato da molti. E attendiamo anche le prove degli altri disegnatori coinvolti nel progetto, presentatici dai dossier pre-numero uno di cui sopra, cioè: Walter Venturi, Carmine Di Giandomenico, Marco Farinelli, Luca Bertelè, Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina. Assolutamente degna di nota la bella cover di questo primo numero di John Doe, disegnata da Massimo Carnevale, anche principale creatore grafico del character: una cover con un gusto leggermente “anni ‘70”, accattivante e ottimamente disegnata, che dovrebbe suscitare curiosità anche nel lettore occasionale, quello che passa tutte le mattine dall’edicola della stazione, o vicino alla 
fermata del bus, per vedere se è “uscito qualcosa di nuovo”… Beh, adesso “qualcosa di nuovo” in edicola c’è: Benvenuto, John!

giugno 2003                                                                                    Orlando Furioso

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